È passato un tempo sufficientemente lungo (dove “sufficientemente lungo” è tre settimane, la chiamano Hype Culture) dall’uscita di Resident Evil 4 Remake. Quale momento migliore per aggiungere le microtransazioni in-game ora che la chiacchiera si è spostata su altro e le recensioni sono già uscite?
Non è accessibilità se la devi pagare. Questa frase probabilmente non dovrebbe aprire l’editoriale ma piuttosto chiuderlo, o arrivare a metà. Così sembra campata per aria e solo vagamente correlata alla headline qui sopra. Però è una frase importante, abbastanza importante da sovvertire le regole dell’analisi logica e diventare la prima cosa che dovresti leggere in questo pezzo. La prima cosa che ho scritto sul foglio bianco di Word
Quale momento migliore per aggiungere le microtransazioni in-game ora che la chiacchiera si è spostata su altro?
RECENSIONI, TICKET E MICROTRANSAZIONI
Andiamo con ordine. È notizia di qualche giorno fa che Capcom ha deciso di aggiungere a Resident Evil 4 Remake, propedeuticamente alla modalità Mercenaries, la possibilità di acquistare tramite DLC i ticket presenti anche in-game per potenziare le armi a disposizione. Spesa assolutamente accessoria, visto che appunto è possibile sbloccare gli stessi ticket durante l’esperienza di gioco, ma che arriva comunque ben dopo l’uscita delle recensioni e degli altri contributi critici attorno al gioco, quando ormai la macchina dell’hype si è spenta e difficilmente sarà possibile costruire un dibattito sistemico attorno al titolo. Non è un unicum, nella storia recente dei videogiochi: succedeva qualcosa di molto simile l’anno scorso alle coordinate di Gran Turismo 7, e più indietro ancora Crash Team Racing Nitro-Fueled – remake dell’originale CTR sulla falsariga della N. Sane Trilogy – faceva la stessa cosa ad un anno dalla release. Non è ancora un problema sistemico. È ancora la sella del cavallo in The Elder Scrolls IV: Oblivion venduta sugli store digitali nel 2006. 17 anni dopo però direi che è il caso di iniziare a preoccuparsi sul nascere di certe pratiche predatorie.
Sembrerà una cosa poco importante – e forse è proprio per questo che mi sembra così subdola – ma aggiungere questo tipo di DLC adesso, a tre settimane dall’uscita del gioco, a mia modesta opinione lede l’affidabilità delle recensioni già uscite (questione invero spinosa, caro Pietro, le recensioni si basavano esclusivamente su una componente, quella della campagna, rimasta ovviamente identica e ancora al centro dell’esperienza, ndMario). L’introduzione non impedisce valutazioni su quanto il design del gioco sia stato pensato in previsione di queste shortcut a pagamento – è molto più facile che RE4 Remake sia stato pensato al netto di queste e poi Capcom abbia deciso di inserirle – ma potenzialmente va a colpire le recensioni nel loro ruolo “istituzionale”, nel loro voler essere un servizio reso al lettore che contiene tutte le informazioni fondamentali sull’esperienza.
è molto facile che RE4 Remake sia stato pensato al netto delle microtransazioni e poi Capcom abbia deciso di inserirle
Siamo lontani dal caso di Gran Turismo 7 dove la nuova economia di gioco post-recensioni aveva avuto un impatto tale per cui le valutazioni sarebbero state diverse, ma rimane una pratica che tradisce la volontà da parte delle multinazionali del videogioco di controllare in modo capillare la comunicazione dei loro prodotti. Legittimo, dal loro lato del tavolo, quello dove i videogiochi sono per l’appunto prodotti e vanno venduti. Ma rischia di causare dei cortocircuiti all’interno di una critica che, forse anche per questo, viene sempre più ridotta a megafono della comunicazione aziendale perdendo il suo ruolo di argine.
NON ESISTONO MICROTRANSAZIONI BUONE
Il vero problema in questo affaire però non è tanto il ruolo della critica. La cosa che bisogna davvero chiedersi è quanto noi pubblico siamo disposti a spostare in basso l’asticella di fronte a queste pratiche. Nel caso specifico di Resident Evil 4 Remake è molto facile disinnescare il discorso – e finanche bollarlo come polemichetta – dicendosi che, in fondo, basta non pagare. Tanto il gioco è lì nonostante le microtransazioni, nessuno ci punta una pistola alla tempia per costringerci a comprare i ticket piuttosto che sbloccarli in-game. Ed è vero che in effetti Resident Evil 4 Remake inteso come oggetto culturale non viene snaturato da queste aggiunte.
Il punto è proprio questo: non ci è stato tolto del contenuto, ma è stato costruito un muro davanti a esso