Tra i videogiochi di flipper, quello realizzato da Digital Extremes (e pubblicato da Epic) nel 1993 non è sicuramente dei migliori, o dei più memorabili. Tra i videogiochi in generale, quello dei pinball non è certamente il genere più accattivante né originale cui ci possa pensare. Eppure, nel mio cuore c’è – e ci sarà sempre – un posto speciale per Epic Pinball, in particolare per il tavolo Android, l’unico disponibile nella versione shareware.
Era appena entrato in casa il primo PC, un Pentium da 60 MHz con 4 MB di RAM e CD-Rom 2x
Erano passati pochi mesi da quando era entrato in casa nostra il primo PC, un mitologico Pentium da 60 Mhz con non ricordo quanti mega di RAM (probabilmente quattro), un hard disk da 500 MB e un costosissimo kit multimediale di Creative composto da CD-ROM 2x e scheda audio. Cioè, rendiamoci conto. A ogni modo, finalmente davanti a me si apriva l’universo intero, una galassia di possibilità ludiche fino a quel momento solo sognate. E in molti casi ho potuto davvero esplorarle, con mia infinita gioia. Nel mare magnum di floppy e CD più o meno legali che si andavano lentamente accumulando sulla mia scrivania, c’erano anche svariate raccolte di shareware di quelle che andavano tanto allora (quando internet stava emettendo i suoi primi vagiti, almeno in Italia, almeno per la gente normale), e in una di esse c’era anche Epic Pinball.
Le prime esperienze (ludiche, ma non solo) finiscono per appropriarsi dei posti migliori all’interno del tuo cuore e dei tuoi ricordi
Uno dei primi giochi che ho installato sul PC, uno dei primi a cui mi sono dedicato un numero indubbiamente sbagliato di ore, e che è finito per rimanere tra i miei preferiti di sempre. Colpa di quel misterioso – almeno per me – e affascinante processo mentale per cui le prime esperienze finiscono inevitabilmente per segnarti, quasi sempre a tua insaputa, per appropriarsi più o meno indebitamente dei posti migliori, all’interno del tuo cuore e dei tuoi ricordi. Ti capita di vedere un film al cinema, con i tuoi amici, quando hai quattordici anni, e non importa che sia una pellicola che il mondo vorrebbe dimenticare, per te rimarrà uno dei capolavori della cinematografia moderna. Ascolti una musicassetta di tua madre mentre sei a casa a fare i compiti di latino, e la playlist più gettonata del tuo nuovo iPod contiene ancora le canzoni che sei riuscito a recuperare nel corso degli anni. Lanci un .exe scelto più o meno a caso tra centinaia di altri ammassati all’interno di un anonimo CD e ti ritrovi, vent’anni più tardi, a chiederti perché sia ancora lì, tra Dishonored e Life is Strange.