Se c’è una cosa che mi fa esplodere il cervello è vedere il mio amichetto di merende Claudio Todeschini quando, in un qualsiasi gioco di corse, imposta la visuale esterna più lontana possibile dalla vettura, se ne frega delle marce manuali e non si fa problemi a lasciare tratteggiata sull’asfalto la traiettoria ideale. Io, dal canto mio, sono talebano in senso opposto, e soffro come un cane bastonato se non posso usufruire della telecamera interna all’abitacolo con tanto di cruscotto in bella vista (senza la quale non riesco a “sentire” la strada) e di un cambio manuale. Il modus operandi è più o meno lo stesso anche in altri generi, come ad esempio gli sparatutto: io parto dal livello di difficoltà più alto e “scendo” solo se proprio non riesco a proseguire oltre, dopo parecchi tentativi (e a volte nemmeno, preferendo una resa onorevole all’onta di ammettere la sconfitta); il keiser, invece, lascia tutto a Normale, senza sentire il bisogno di avere, nella sfida contro il gioco e contro se stesso, uno stimolo per non mollare e passare ad altro. L’approccio è diversissimo e uno non biasima mai l’altro, salvo utilizzare la cosa come pretesto per trollarsi a vicenda appena possibile, in particolare quando io guardo perplesso Claudio mentre affronta Assetto Corsa in modalità Out Run, o quando lui mi osserva faceto mentre mi schianto continuamente in Burnout Paradise, a causa dell’unica telecamera pseudo-frontale disponibile, ovvero quella attaccata all’asfalto.
Col passare degli anni, molti utenti “casual” stiano percorrendo la strada che li porterà a diventare “hardcore”
A livello statistico sarebbe interessante capire quale sia l’approccio più “seguito” dall’intera popolazione giocante. L’apertura degli ultimi anni al mercato mainstream mi fa sospettare che la maggior parte dei videogiocatori di oggi (quelli che non sono cresciuti a pane e Turrican) siano più propensi a seguire l’esempio di Claudio, più che il mio. Tuttavia credo anche che, col passare degli anni, molti utenti nati come “casual” stiano percorrendo poco alla volta la strada che li porterà a diventare “hardcore”; non per nulla il genere soulslike sta aumentando costantemente la sua popolarità, e sono certo che le insidie di Bloodborne siano state affrontate con soddisfazione anche da persone che fino a cinque o sei anni fa non sapevano nemmeno come si tenesse in mano un joypad. E voi, da che parte della barricata state?
ecco, quello mi tira fuori tutto lo spirito competitivo possibile e immaginabile :sisi:
Ci sono giochi che apprezzo per l'elevata difficoltà e il livello di sfida, ma gradisco anche con titoli più rilassati e pacati dal punto di vista della concentrazione e impegno richiesti.
Esempio recente, sono passato dall'espansione di Bloodborne (impegnativa) a Life is Strange (rilassato) e ora sono di nuovo su un titolo impegnativo (Pillars of Eternity). Niente di strano che il prossimo titolo che giocherò sarà rilassato. :asd:
Io ad esempio ho scarse skill in quasi ogni gioco che possiedo e, nonostante il mio spirito cerchi sempre di affrontare la difficoltà (ad es giochi di guida con volante e visuale da cruscotto, cambi manuali ci sto lavorando), le mie abilità non ce la fanno a difficoltà più alte di normale.
Qui non si tratta di metterci di più a fare il livello: io con difficoltà alta non riesco nemmeno ad iniziarlo che già ho perso.
Sono un keiser per necessità