Ma quale gameplay sto cercando?

Ma quale gameplay sto cercando?

Serata libera; i bimbi dormono, la moglie è fuori, la casa è in ordine e silenziosa. Lavatrici fatte, lavastoviglie che sta andando, TGM chiusa: è tempo di giocare, giusto per il piacere di farlo, con davanti almeno 3 ore senza nessuna distrazione se non quelle date dal gameplay. Scorro i titoli in libreria Steam, sfilo qualche copia retail dallo scaffale del backlog, accedo ai vari marketplace delle console casalinghe… poi mi ricordo di aver comprato Alien: Infestation per Nintendo DS pochi giorni prima, trovato a un prezzo ridicolo in un cestone dopo che per mesi, al tempo della sua uscita, non ero riuscito ad acquistarlo a un costo ragionevole. Mi sale la scimmia di provarlo, aprire la confezione, sentire il profumo del manuale, inserire la cartuccia nel New 3DS XL regalatomi a Natale e farlo partire. Quindi mi sale il panico, pensando ai tanti titoli tripla A che mi guardano da mesi, desiderosi di essere lanciati e assaporati in una serata come questa, quando tutto è al suo posto e mi ci potrei dedicare con la dovuta calma… ma quella cartuccia datata continua a tormentarmi. Quando la prendo in mano, però, non riesco a lasciarmi convincere. Mi faccio la doccia, controllo la mail, guardo la chat condivisa dalla redazione, quindi ricomincia tutto da capo. Perché non gioco e basta?

Quando si ha poco tempo per giocare, il rischio è quello di non sapere cosa scegliere

Il fatto è che quando si ha “poco tempo e troppa fame” (Il pescatore – Fabrizio De André, 1968), come scrivevo qui (link), si corre il rischio di rimanere degli eterni indecisi. In questa occasione, il dubbio è quello di sprecare un’opportunità che non so quando si ripresenterà, dove con “sprecare” intendo dedicare un paio d’ore (perché ormai sono quelle che mi rimangono, prima di andare a dormire) a un titolo vecchio, quando ho a disposizione una dozzina di titoli appena usciti e che andrebbero giocati adesso, per evitare di rimanere troppo indietro. Eppure non riesco a scegliere. Mi sento come quell’asino affamato che, indeciso su quale balla di fieno affondare il muso, finisce per morire di fame. Il tempo scorre, una notifica di WhatsApp mi distrae, mi metto a cercare un articolo che avevo letto e che mi è stato chiesto di recuperare, quindi metto su l’acqua per una tisana e mi lascio scivolare dalle dita un’altra buona mezz’ora. Mentre la bevo mi chiedo se è sempre stato così; se anche quando la vita era meno frenetica mi facevo tutte queste domande o se cliccavo su play e basta. Faccio mente locale e ricordo distintamente che, allora, tutto era molto diverso: pochi giochi, pagati salatissimo, scelti magari dopo due settimane di indecisione perché i soldi a mia disposizione erano contati, e se anche sbagliavo a comprare un gioco era quasi un dovere morale quello di finirlo, che mi piacesse il gameplay proposto o meno. Ero un player più contento? Diamine: sì.

Alien: Infestation

In quest’ottica, ho sempre ammirato molto gli amici che si sono specializzati in un genere. Penso a Luca, che trascorre mesi interi sullo stesso racing per limare qualche centesimo sulla pista d’elezione; ad Andrea, che tira l’alba tra un turno e l’altro dell’ultimo Civilization uscito; a Federico, per il quale esisteva solo Pro Evolution Soccer e che adesso considera FIFA l’unico passatempo ludico possibile. Zero domande, solo gameplay. Lavo la tazza della tisana, accendo il portatile e mi metto a scrivere di quello che sta accadendo, perché magari non sono il solo ad avere questi dubbi, perché magari qualcun altro, adesso, passa dalla cucina al salotto chiedendosi quale videogame far partire prima che il nuovo giorno rimetta tutto in equilibrio, chiedendogli di svegliarsi per andare al lavoro senza prevedere nuovi spazi di libertà entro i quali farsi venire i dubbi su cosa giocare. E adesso che sono arrivato alla fine di questo editoriale, l’ora di spegnere tutto e andare a dormire è giunta. Forse è stato giusto così, o forse avrei dovuto smetterla di pensare e giocare, giusto per il piacere di farlo, senza pretendere altro se non il gameplay, qualunque esso fosse.

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Parliamo di...
  1. 1.
    Mi stampo quest'editoriale, lo appendo sopra il monitor e me lo rileggo ad ogni nuovo saldo di Steam, tanto per farmi del male.
    2.
    Che poi in tre ore lo avresti iniziato, goduto e finito Aliens Infestation.
    Comunque sottoscrivo tutto, solo che io "nel dubbio" finisco per aprire League of Legends e farmi del male. Perdonami, backlog.
    3.
    Ho lo stesso problema, ma quasi tutte le sere (2-3 sere a settimana)!!!! Veramente, penso che sia dipeso dalla quantità, dalla poca spesa che la maggior parte dei giochi richiedono ormai, se sai come spendere. Non so, ma sta di fatto che installo 1 gioco a settimana, ci gioco 1 ora poi non so se continuare, se mettermi sulla Play, se comprare l'ultimo gioco di grido perchè così magari la novità dell'ultimo giorno mi prende di più... AIUTO!! Datemi una soluzione!!!!
    5.
    Io ho avuto per troppo tempo questa situazione che mi pesava sul capo, così ho agito. In pratica uso due liste (una per quando sono sulla partizione Linux e una per la partizione Windows) con tre punti: volante, controller, tastiera. Per ogni punto segno un solo gioco e finché non l'ho finito non lo cambio. Per ora sta funzionando alla grande!
    6.
    Se vi può esser di aiuto, per esperienza personale, l'indecisione e il trascinarsi nella scelta non è dovuta al tempo a disposizione anche se aggrava ulteriormente la situazione.
    Io per fortuna ho ancora diverso tempo a disposizione per giocare, ma perdo tempo davanti al pc facendo altro, provando svogliatamente a giocare a qualcosa per poi lasciarlo 10 minuti dopo. Qual'è il motivo?
    Secondo me la ragione chiave è, come citato anche nell'articolo, la dimensione del backlog (che cresce esponenzialmente a quanto pare), è il "peso" che ci sentiamo sulle spalle di tutto il resto che lasciamo da parte, l'incertezza se stiamo facendo la scelta giusta e l'odioso senso di incompletezza che ci porta a pensare "se si inizia, si finisce altrimenti non lo inizio nemmeno".
    A questo è unita la stanchezza che ci portiamo dietro nella nostra carriera videoludica, bisogna rassegnarsi che certe cose non ci divertono più (o per ricollegarsi di nuovo all'articolo non ci divertono abbastanza per valere il nostro tempo), che non abbiamo più la volontà di sforzarci più di tanto.
    L'unica soluzione è il "let it go", la consapevolezza del nostro Io videoludico, saper analizzare il gioco, cosa ci piace, cosa no, perchè, saper abbandonare un'idea buona se la realizzazione non ci appaga completamente, se l'interfaccia è troppo confusionaria, se questo e se quello.
    I giochi sono troppi, eravamo abituati a giocare tutte le uscite principali ma ormai è impossibile, il tempo cala e le uscite aumentano, è una battaglia persa. Giochiamo a quello che ci diverte veramente senza stare a pensare a tutto il resto, vi assicuro che ogni tanto funziona, let it go.
    8.
    Anche a me capita l'indecisione su cosa giocare tra gli innumerevoli titoli che ho solo "assaggiato" o magari tra quelli che non ho neanche ancora installato.
    Nel mio caso però più che il poco tempo da poter dedicare ai videogames è più un godersi il più a lungo possibile l'effetto "sabato del villaggio". Assaporo il gioco che sto per lanciare guardandomi qualche trailer o leggendomi un'ennesima recensione e pregustando il gameplay che mi aspetta :D
    Ed alla fine quando di tempo non ne rimane più molto rischio di non lanciarlo neanche quel videogames che ho a lungo "pregustato" per infine trascorrere quei 5-10min prima di dover chiudere il PC semplicemente con qualcosa di poco impegnativo come ad esempio un'ennesima partita a Sensible Soccer :P

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