Scrivere gli editoriali di TGM è fantastico perché risparmio parecchio, picchiando frettolosamente le dita sulla tastiera invece di recarmi da qualche bravo psicologo a fare due chiacchiere. Ieri, ad esempio, mi sono ufficialmente reso conto di essere un felice schiavo dell’unico Signore e Padrone Lord Gaben.
Dopo aver superato orribili pene universitarie, in previsione dell’ultimo -grande- DLC in uscita e complice il nostro Marione che ormai è diventato il mio spacciatore personale (e non di giochi, si intende. NdShea), mi sento finalmente pronto per abbracciare con anima e corpo l’ultima mastodontica opera di CD Projekt RED. La fortuna mi sorride: The Witcher III è scontato del 50% su praticamente ogni piattaforma esistente fino a fine mese. Credevo che la mia difficoltà più grande sarebbe stata mettere mano al portafogli digitale, ma ormai mi sento “guarito” sotto quel punto di vista. In realtà il mio dramma attuale consiste nel decidere “dove” acquistare il terzo capitolo dello Strigo. Mi spiego meglio: la politica di CD Projekt è a dir poco fenomenale, e punta sulla qualità di un titolo e sul suo essere DRM Free, garantendo al giocatore la possibilità di godere di un titolo in qualsiasi momento, senza controlli anti-pirateria di sorta che lo costringono – ad esempio – a giocare per forza online. Impossibile criticare una scelta così coraggiosa, soprattutto quando gli sviluppatori sono ripagati in tutto e per tutto per la fiducia concessa al mondo. Eppure nel profondo sento che possedere The Witcher III su GOG “non mi basta”.
Un titolo che non appare sulla libreria di Steam è come se non esistesse
Steam però È il mio scaffale virtuale, senza se e senza ma, tanto che se lo stesso gioco si trovasse in offerta a 5 € altrove, e a 10 € su Steam, non avrei dubbi a spendere 10 € per aggiungerlo alla mia libreria. Sarà che il cavallo di troia di Steam è arrivato ere geologiche fa, si chiamava Half-Life 2, e ha battuto tutti gli altri sul tempo.
E, per una questione di pudore, taccio di Origin.