Nella mia fortunata carriera di giornalista che parla di giochini posso bearmi di aver lavorato per un certo tempo con un certo signore che si chiama Andrea Babich, uno che ne sa a pacchi e che potrebbe scrivere di giunzioni idrauliche o mutande contenitive che i suoi pezzi sarebbero a prescindere una figata spaziale da leggere. Andrea, da qualche anno, ha fatto il salto della barricata ed è andato a lavorare come game designer per una grossa software house, lasciandoci in eredità un saggio intitolato I Mondi di Super Mario e apparizioni sul web assieme all’altro mio ex-collega Fabio Bortolotti, in dirette streaming dove si chiacchiera amabilmente di retrogaming.
Lo stesso Andrea, qualche ora fa, ha pubblicato la seconda parte di un post sul suo blog privato in cui racconta la sua su una raccolta di vecchie sigle TV; quelle, per intenderci, partorite quando le cose si facevano bene, anni luce dalle porcherie galattiche che si sentono oggigiorno. Leggendolo ho pensato come fosse un pezzo perfetto (anzi due, contando anche il primo episodio) per trarne uno spettacolo teatrale: il testo ha il ritmo giusto, le musiche si alternano alla narrazione senza soluzione di continuità e c’è un filo conduttore che lega il tutto, pur nell’originalità e nell’eterogeneità della selezione.
un’oretta e mezza (ma anche due) di uno bravo che mi racconta cose sfiziose sui videogiochi me le andrei a godere volentieri
Ovvio che, perché la cosa funzioni, serve che tutti gli elementi siano al posto giusto: non è facile costruire qualcosa che riesca a essere originale a sufficienza da affrancarsi dai cliché proposti dagli youtuber e anche dalle chiacchiere redazionali tipiche delle testate specializzate. Detto questo, nel nostro settore di penne buone e pregne del giusto sapere ce n’è più di qualcuna – come il buon Andrea di cui sopra o l’istrionico Ualone – e sono fermamente convinto che col congruo tempo a disposizione e coi giusti argomenti si possa realizzare qualcosa che nessuno ha ancora osato proporre. Vaneggio, o in me brilla ancora un barlume di lucidità?