Black Desert è morto. Viva Black Desert!

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No, prima di crocifiggermi in sala mensa aspettate di arrivare alla fine dell’articolo! Black Desert Online, il MMORPG di Pearl Abyss che ha fatto innamorare la redazione, almeno per il momento è vivo e vegeto, anche se sta vivendo un dramma non indifferente: Daum Games, distributore europeo del titolo, ha difatti annunciato la possibilità di acquistare per soldi reali oggetti particolari in gioco, con la possibilità di venderli all’asta e trasformarli così in valuta digitale. La community ha risposto sollevando torce e forconi e partendo per quella che, a conti fatti, è una vera e propria crociata contro la (triste?) scelta di offrire tali opportunità, rischiando di trasformare l’ottimo titolo in un mero “pay to win”, dove chi più spende meglio risulta equipaggiato e potente.

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Daum Games starebbe valutando di introdurre la possibilità di acquistare oggetti in-game con valuta reale, rischiando di trasformare BDO in un “pay to win”

Ammetto che io stesso, dopo aver cantato le lodi di questo signor giocone, sono rimasto a bocca aperta innanzi al forum ufficiale, mentre in poche ore si erano raggiunte le duecento pagine di pura follia. Anzi, nella super stanza segreta delle riunioni redazionali si stava anche valutando di rivedere la recensione che avevo appena partorito con sudore, aggiungendo al calderone delle informazioni anche questa nuova bizzarra caratteristica. Dopo una veloce chiacchierata il #TeamCrimine ha deciso di lasciare il tutto immutato: sarebbe stato, almeno per il sottoscritto, scorretto modificare quel parere costruito su ore di prove, esperimenti e divertimento solo per colpa di un annuncio che, a conti fatti, non sappiamo ancora che cosa comporterà. Come spiegava appunto Claudio nell’editoriale di lunedì, oggi come non mai la folla sui social dimostra il peggio di sé, e non si è certamente trattenuta dall’insultare Daum Games per questa nuova politica di gioco. Il fatto è che, a parte altissimi castelli di carta, ancora non sappiamo bene quanto e come incida effettivamente l’introduzione delle microtransizioni, limitate comunque a cinque al mese, eppure farsi inglobare dalla folla urlante è facilissimo, e ancor più facile è farsi condizionare.

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Così, cercando di fare luce sulla questione, sono incappato sul commento di un utente chiamato Char Aznable che, rispondendo alla notizia che Kotaku ha dedicato sulla faccenda, ha esposto con incredibile lucidità il rovescio della medaglia, spiegando come in realtà le monete virtuali non vengano create dal nulla mettendo mani al portafogli, ma si spostino all’interno di un mercato – quello dell’asta virtuale – senza causare effettivi sbilanciamenti, e sottolineando il fatto che ora molti più utenti possano far fruttare le proprie ore di gioco convertendo tali fatiche in oggetti estetici prima acquistabili solamente con denaro sonante.

Diventa sempre più difficile recensire titoli come Black Desert Online, per come cambiano in continuazione, da un giorno all’altro

Il motivo per cui scrivo questo editoriale? Oltre a rivangare il solito concetto della lamentela facile, che ieri ha colpito l’opera Pearl Abyss e oggi colpisce No Man’s Sky, giusto per citare un titolo “a caso”, il fatto è che ho trovato estremamente difficile recensire un titolo dal calibro di Black Desert Online proprio a causa del suo continuo mutare: settimana prossima, a Colonia, i nostri eroi (io, tanto per cambiare, me ne sto a casa a grattarmi la pancia) vedranno le varie novità attese per l’autunno, come il combattimento tra navi e nuovi continenti da esplorare; aggiunte, gradite o sgradite che siano, possono comparire dal nulla improvvisamente, andando di fatto a cambiare – e di tanto – la qualità di un titolo; infine, un MMORPG non può funzionare senza una folta utenza connessa nello stesso momento, che in un buffo circolo vizioso contribuisce al successo o meno di un titolo multigiocatore.
Il dramma quotidiano quindi riguarda le recensioni di tali opere: è effettivamente giusto paragonarle ai single player tirando fuori dal cappello magico quell’anacronistico voto a cui effettivamente non si riesce a rinunciare? D’altro canto quanto sarebbe dura capirci qualcosa privando tale tipologia di gioco di questo retaggio del passato tanto fondamentale in coda a una recensione? Tirar fuori la risposta giusta è impossibile, e al sol pensiero sono entrato in piena crisi nera. Meglio farsi una nuotata al mare, sperando di ricevere illuminazione divina. Intanto mi accontento di vedere se Black Desert Online, come si suol dire, riuscirà a “passare la nottata”.

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Parliamo di...
  1. 1.
    Credo che una recensione debba dire come sia un prodotto al momento della sua uscita sul mercato: in seguito ci sarà sempre tempo (soprattutto se si parla di MMORPG) di approfondire, però - come si dice? - chi ben comincia...
    2.
    Il punto è approfondire in seguito. Non lo si fa quasi mai, il che rende soprattutto le rece dei mmorpg inutili, nella migliore delle ipotesi
    inviato dal mio p9 lite tramite tapatalk

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