L'angoletto dello psicologo – Problemi di memoria

L'angoletto dello psicologo - Problemi di memoria

È finalmente tornato l’angoletto dello psicologo, minirubrica inesistente in cui, invece di scrivere un editoriale normale, faccio outing su qualche mio problema mentale, cercando compagni con cui piangere abbracciati. Dopo aver confessato qui i disagi provati a causa della motion sickness, e sicuramente dopo aver accennato altre patologie fondamentalmente inventate, sono qui oggi per parlare di una delle tragedie più grandi che possano colpire un giocatore ossessivo compulsivo come me. Non ho ancora trovato un nome adatto a tale disgrazia, ma confido nella vostra inventiva.

Quando mi dedico a un titolo non posso cominciarne un altro prima di aver portato a termine l’esperienza. Se si tratta di giochi brevi non ci sono problemi, ma quando spuntano titoli belli lunghetti, come fu per la saga di Dark Souls ad esempio, tutto si complica in maniera esagerata. Posso comunque aprire brevissime parentesi, come una partita online a qualche MOBA a caso, ma non posso far passare più di una decina di giorni dall’ultima volta che ho continuato l’avventura. Il motivo è che, inspiegabilmente, ho paura di dimenticarmi pezzi di trama, luoghi visitati o addirittura come si gioca: così, se e quando capita (fin troppo spesso, aggiungerei), pur di essere certo di non perdere per strada qualche dettaglio importante o di fare “brutte figure” prendendo fin troppi schiaffi dall’intelligenza artificiale, mi ritrovo a ricominciare il gioco dall’inizio.

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Ho paura di dimenticarmi pezzi di trama, luoghi visitati o addirittura come si gioca

Proprio questi i motivi per cui non ho mai terminato Batman Arkham Asylum, gioco che adoro ma di cui conosco a memoria solo le prime ore, ripetute non so quante volte tra un formattone non previsto, un cambio PC o, più semplicemente, qualche nuovo titolo che ha monopolizzato il mio tempo. Sempre per questo motivo sono giunto ai titoli di coda di Dark Souls solo alla quinta partita, ogni volta rigorosamente con personaggi diversi per continuare a trovare novità interessanti e, già che c’ero, provare stile di gioco differenti.

Il problema è che, così facendo, per me è veramente difficile terminare videogiochi particolarmente lunghi, e quindi mi ritrovo costretto di tanto in tanto a chiudermi in casa come un eremita moderno. Lo ammetto, sto migliorando: ora almeno ci provo a riprendere un vecchio salvataggio e continuare l’avventura da dove mi ero fermato, con la speranza di ricordarmi bene tutte le quest, i personaggi e i dialoghi affrontati precedentemente. A volte riesco a prendere immediatamente la mano e a continuare, a volte invece il sol pensiero di terminare “male” un titolo mi costringe, tristemente, a cliccare sulla voce “New Game”.

Perché ho deciso di parlare di questo dramma proprio ora? Perché ho acquistato The Witcher 3 con tutte le sue belle espansioni a fine giugno, e dopo averci giocato una ventina d’ore, tra lavoro e vacanze estive, sono stato costretto ad abbandonarlo momentaneamente. A breve rivestirò i panni di Geralt, e questa volta non posso permettermi di rifare tutto da capo, pena infilarmi in un circolo vizioso che non vedrà mai fine. Pregate per me. Confortatemi. Devo guarire da questo male.

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  1. 1.
    In genere anch'io se iniziò un gioco cerco di portarlo a termine prima di iniziarne uno nuovo. Sto platinando Arkham City, dopo che un paio di anni fa feci lo stesso con Arkham Asylum. Un altro "atteggiamento compulsivo" che mi riconosco è quello di cambiare genere dopo aver finito un certo titolo che rientra in una saga più vasta. Così dopo Arkham, probabilmente toccherà a Deus Ex: Human Revolution o Dishonored che languono nella libreria di Steam da un po', poi forse toccherà a Tomb Raider o Bioshock o magari continuerò Assasin's Creed da Brotherhood, tanto per finire Skyrim c'è sempre tempo. 😁

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