Come ogni anno, quando manca una quindicina di giorni alla partenza per il mare, comincio a scrutare con aria interrogativa il backlog sui dispositivi portatili di cui dispongo. Una settimana di ferie, che è quanto ci si può concedere quando si fa il mio mestiere, non è un periodo sufficientemente lungo per iniziare e concludere un videogioco, anche perché nel mezzo intervengono (giustamente) altre faccende, come godersi la spiaggia e i figli, fare qualche terapeutico bagno e andare a ingozzarsi una sera sì e l’altra pure da Gianni, un simpatico ristoratore di Lido di Jesolo che sforna un rombo alla lucana che lèvati.
So già che nei prossimi giorni guarderò quanto mi è rimasto indietro su Nintendo 3DS o su PS Vita, indeciso fino all’ultimo su cosa portarmi dietro. Finirà, come al solito, che vincerà la console di mamma Sony, non fosse altro ché l’estate è il momento migliore per inanellare un po’ di partite mordi e fuggi a quel capolavoro assoluto di Lumines (a proposito… ma che fine ha fatto Q Entertainment?), senza contare che ho una campagna di Muramasa Rebirth lì appesa da un paio di anni e che grida vendetta ogni volta che premo il tasto di accensione. C’è anche da dire che ultimamente, proprio come è capitato al buon Marco Tassani, sto prendendomi bene con certi giochini su mobile, che potrebbero aiutarmi a variegare un minimo l’offerta. Per dire, settimana scorsa ho acquistato quel piccolo gioiellino di Mini Metro che si è già trasformato nella droga delle sedute sul trono, mentre vorrei dare una chance anche a The Elder Scrolls: Legends, visto che Hearthstone in versione Android mi ciuccia talmente tanta batteria che ho ormai rinunciato a giocarci se non su PC o, al limite, su tablet.
Anche quest’anno sono qui, all’alba del 21 luglio, a farmi mille paturnie
Ora, io vi prego – anzi vi scongiuro – di dirmi che non sono il solo che va in questo sbattimento quando si allontana per una vacanza, perché mi sento davvero tanto scemo a riempirmi la testa con un problema talmente futile come questo. Sarebbe quasi da lasciare tutto a casa e tanti saluti, non fosse che – come detto – ormai si gioca comodamente anche su mobile e uno smartphone ce l’ho sempre in tasca, in qualsiasi parte dell’universo conosciuto mi trovi. Sapete che c’è? Quasi quasi mi cerco un baretto vicino all’appartamento al mare e mi metto seduto coi vecchietti a bermi un bianchino e a giocare a briscola chiamata: potrebbe davvero essere la terapia disintossicante che vado cercando da anni.