Giocare contromano

giocare contromano

In questi ultimi giorni, come avete probabilmente letto qui, mi sono dedicato per un po’ di tempo (ehm) a Forza Motorsport 7. Ecco, era un po’ che non correvo online con altre persone, e mi ero dimenticato di quanto potesse essere “tossico” il mondo delle corse multiplayer. Per estensione e per amore della discussione, il discorso si può agilmente estendere a tutto il gioco online. Per la precisione, era un po’ che non correvo contro altri umani in un titolo “serioso”, perché qualche gara ogni tanto a TrackMania me la concedo sempre, ché uno mica deve perdere le sane abitudini, ma lì le collisioni non ci sono mai state. Non a caso è uno dei migliori giochi di corse multiplayer di sempre, e uno si chiede come mai.

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Avevo quasi rimosso l’esistenza dei griefer nei giochi di corse online, e ne ero contento

Ambiente tossico, dicevo, almeno per me che cerco un’esperienza il più possibile piacevole e divertente, impegnativa ma non viziata da comportamenti antipatici e molesti. Magari ho l’approccio sbagliato io, intendiamoci, oppure sono stato particolarmente sfortunato, ma nelle svariate gare a cui ho partecipato non posso dire di essermi trovato granché bene. Gente che appena parti ti prende a sportellate manco fosse Destruction Derby, ti spinge fuori pista oppure – un grande classico – quando rallenti per una curva ti viene addosso e ti manda fuori pista. E il rilevamento automatico delle collisioni, che rende la vettura “trasparente”, funziona ahimé davvero poco. Avevo quasi rimosso l’esistenza dei “griefer“, ed ero pure contento.

Tolte le competizioni online, gli esport e i tornei di gente seria, il quadro generale è abbastanza desolante. Un quadro – almeno per la mia piccolissima e personalissima esperienza, ripeto – nel quale trovare gente che fa una gara per divertirsi e non per rovinarla agli altri è l’eccezione, e non la regola. Fosse il contrario, ci potrei anche stare. Il mio limite è che proprio non capisco queste persone. È divertente? Boh. Magari una volta, giusto per vedere l’effetto che fa. Ma poi? Che cosa ti rimane del tempo passato a comportarti in questo modo? Gli sviluppatori dei comparti multiplayer passano probabilmente metà – se non di più – del loro tempo a capire come arginare il fenomeno, ma mi sembra tanto una rincorsa a tappare un buco, in attesa che ne venga fatto un altro, in un brutto circolo vizioso.

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La “tossicità” di un ambiente di gioco rischia di ripercuotersi anche sul mondo esterno

Segnalare un utente? Mah, per me è un rimedio che vale poco. Uno di getto lo fa anche, ma poi cosa succede? La segnalazione parte, ma non sai mai dove arriva, o a chi. Un po’ come spedire un pacco (o una rivista — coff coff) con le Poste. È uno strumento che può oltretutto essere facilmente abusato. Probabilmente, e dico probabilmente, andrebbero trovati al contrario metodi di incentivazione del comportamento virtuoso, che renda “conveniente” comportarsi correttamente all’interno del gioco. Quali, onestamente, non saprei dire. Credo che gli strumenti per analizzare i comportamenti più o meno corretti esistano, banalmente partendo dai dati di input del controller che possono individuare “pattern” anomali e/o negativi, e di contro quelli positivi. Da lì in poi, qualche soluzione costruttiva credo che possa essere messa in piedi.

Anche perché, e qui sta il vero nocciolo della questione, la tossicità o meno di un ambiente di gioco rischia di ripercuotersi anche sul mondo esterno, nella cosiddetta “real life”. Perché alla terza gara che alcuni deficienti ti sbattono fuori, succedono tipicamente due cose: che ragequitti (e questo è un danno per gli sviluppatori), ma anche che il crimine che ti porti addosso rischi di rovesciarlo al di fuori del mondo di gioco. Anche solo rispondendo male a una mail, ed è già una brutta cosa di troppo che succede e che invece non dovrebbe.

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