Sono tendenzialmente una persona poco nostalgica e, per quanto capisca e trovi sensato il discorso che faccia Roberto sul digital delivery, sono totalmente d’accordo con il nostro Astrotasso riguardo la comodità del formato digitale. Anzi, devo ammettere che oramai il feticismo da oggetto fisico mi ha abbandonato anche per ciò che riguarda film, e parzialmente con riviste e libri, visto che per ciò che concerne le pubblicazioni in formati grandi ed edizioni iper curate ancora tendo a preferire il cartaceo. Detto ciò, ammetto che c’è qualcosa che mi manca della grande Età dell’Oro del videogioco scatolato, ed è il manualetto di istruzioni.
In realtà, l’attacco nostalgico non è tanto relativo al discorso di toccare con mano il librettino, ma mi manca il rituale dell’attesa e dell’immaginazione che la lettura del manuale mi offriva, tanto che provo un pizzico di nostalgia (meno, però) anche le lunghe schermate di installazione su PC. Nella fattispecie sono mosso da ricordi romantici per quella combinazione di attesa per l’installazione del gioco e lettura del manuale, che in qualche modo mi proiettava già nell’universo del titolo acquistato. Meraviglioso quando si trattava dei giochi di ruolo con tomi allegati che sfidavano ogni logica dell’impaginazione e della sostenibilità visiva, con tanto di carattere di una manciata di pixel, ma in grado di spiegarti la qualunque su quello che ti avrebbe aspettato in game, fomentando un hype di quelli che lèvati. L’altra funzione che, nel mio caso, avevano i manuali, era quella di colmare le attese in autobus per tornare a casa dopo aver acquistato il gioco, o ancora, quando l’oggetto del desiderio veniva conquistato nei periodi di vacanza al mare, il librettino diventava sineddoche del gioco intero, parte sostitutiva di esso, e iniziavo mentalmente a “provare” il titolo in questione sin dalla lettura. Mi rendo conto che tutto questo, oggi, con la sovrabbondante dose informativa che abbiamo su qualsiasi cosa, è praticamente impossibile, ed è tutto sommato sensato che i foglietti illustrativi presenti nelle confezioni fisiche (quando presenti) si limitino al massimo allo schema dei comandi. Analogamente, non esistendo più le schermate di installazione personalizzate, perché gestite dai client in background, non c’è né il luogo, né il momento effettivo per gustarsi l’introduzione al mondo di gioco.
Alimentare la cultura dell’immaginazione potrebbe aiutare un po’ a godersi di più i videogiochi come opere, e non prodotti