Settimana scorsa abbiamo assistito a una delle shitstorm più memorabili della storia dei videogiochi. Credo che tutti voi, in una misura o nell’altra, sappiate di cosa sto parlando, ma chi dovesse capitare qui tra un paio d’anni magari si chiederà: “Sarà mica quella volta in cui l’internet si è ribellato contro EA perché aveva inserito troppe microtransazioni in Star Wars: Battlefront 2?”. Ecco, appunto: quella.
Qua non si vuole tornare a parlare dell’FPS multiplayer di DICE, nè tanto meno della liceità di proporre un titolo a prezzo pieno farcendolo di opzioni, personaggi e loot box a pagamento, quanto del valore che hanno piattaforme come Reddit e Metacritic per l’opinione pubblica. Partiamo dal primo: quando un community manager di Electronic Arts ha cercato di rasserenare gli animi dei tanti(ssimi) redditor che si stavano lamentando con messaggi poco diplomatici (i.e.: “Davvero? Devo pagare 80 dollari per sbloccare Darth Vader!?”), si è scatenato l’inferno dei downvote. Nei due giorni in cui il thread è rimasto aperto, più di 675 mila persone hanno pigiato sul bottone “non mi piace”, portando quel commento a registrare un record negativo che sarà difficile doppiare in un prossimo futuro. Ripeto: seicentosettantacinquemila. La stessa cosa è avvenuta su Metacritic, dove a lato delle review della stampa di settore, il punteggio degli utenti si è fermato a 0.7 su 10, per un totale di quasi 7 mila giocatori che hanno espresso il proprio giudizio tramite un voto (dati riferiti al 19/11/2017, considerata la media tra le tre piattaforme PC, PS4 e Xbox One). La cosa buffa – e se ci pensate con lucidità scommetto farà sorridere anche voi – è che quando è scoppiato questo pantagruelico flame nessuno aveva potuto provare Battlefront 2 (se non per qualche ora in Early Access) perché non era stato ancora pubblicato! Sono bastate delle anteprime in cui veniva esplicitato il monte ore necessario a sbloccare alcuni personaggi senza acquistarli, o il funzionamento delle loot box, per accendere la fiamma di un odio che nemmeno per il finale di Mass Effect 3.
Downvote e user review non riflettono il valore di Battlefront 2, ma solo un malcontento diffuso
Partiamo dall’assunto che se un videogioco non ci piace siamo sempre liberi di non acquistarlo e che chi prenota un titolo a scatola chiusa lo fa, appunto, a scatola chiusa. Passiamo dal fatto che è giusto esprimere il proprio dissenso verso una feature che non incontra il nostro gusto e che, oggi come oggi, i social sono lo strumento per farlo e farsi sentire. Arriviamo quindi al 17 novembre e al -4% giornaliero delle azioni EA (andate a vedere il grafico del crollo, per capirne la portata) a seguito di un accanimento di massa, con major del calibro di Disney che intervengono dall’alto per tamponare il fallout ormai detonato. Mettiamo ora da parte ogni giudizio sulle microtransazioni, le loot box e il finale di Mass Effect, e chiediamoci se ha senso una democrazia fatta di 675 mila persone che, senza aver provato un gioco, dà fuoco a milioni di dollari in borsa solo perché quel giorno vanno di moda il downvote su Reddit e lo zero su Metacritic. Migliaia di persone, come pecore ammaestrate, tutte a registrarsi sui due portali per partecipare alla crocifissione del momento: gente che magari non sapeva nemmeno quale fosse il vero motivo della contesa, ma al commento di uno sconosciuto che si lamentava di non poter impersonare Darth Vader come fai a non dare supporto? E al tizio di EA che risponde “così” vuoi non dare un dislike? Ma l’hai provato Battlefront 2? No, sto ancora scaricando la prima patch. E quindi perché gli hai dato zero su Metacritic? Eh, c’ha le microtransazioni e le loot box, è uno scandalo! Ok, ma il gameplay ne risente? E che ne so… t’ho detto: non l’ho ancora avviato. Guarda che le hanno tolte le microtransazioni e le loot box. Fottesega: ZERO!1!!
Che poi me li immagino tutti su Destiny 2, a grindare per 80 ore solo per arrivare a Potere 305 grazie a drop random e pietre miliari uguali, settimana dopo settimana. Ora, io non sono un grande fan di EA, ma mi vergogno molto di come la massa degli utenti abbia prima distrutto un videogioco senza nemmeno averlo fatto partire e di come, poi, abbia denunciato su più fronti il presunto “silenzio” della stampa di settore sulla cosa. Silenzio, per altro, che non c’è stato, visto che – chi più, chi meno – ne hanno parlato tutti… e come ha affermato Dennis Brannvall, Director Design di DICE, il dubbio che il giudizio della specializzata sia stato influenzato dai feedback negativi della community non è infondato. Dall’altro lato, mi deprime il passo indietro fatto da Disney ed EA, perché l’immagine che ne esce è quella di un settore che improvvisa, senza strategia, come fa un gruppo di liceali con le scarpe da ginnastica che vuole entrare in una discoteca dove c’è selezione all’ingresso. In quest’ottica, poco importa che tanto i downvote quanto le user review siano solo indici di un malcontento e che non riflettano il reale valore di un videogioco: Star Wars: Battlefront 2 gli ha dato un potere che mi azzarderei a definire “politico”, come fosse quello di un colletto bianco seduto al tavolo del Consiglio di Amministrazione di una società con la facoltà di veto. È davvero questo quello che vogliamo? Non sarebbe stato più sensato e più maturo per tutti che lo sparatutto di DICE fosse uscito così com’era stato deciso, e che si fosse spento velocemente a causa di feature che non incontravano il favore della massa? Non so, parliamone insieme, confrontiamoci, perché ho il sospetto che lo scorso venerdì 17 novembre 2017 ce lo ricorderemo per anni.