Elden Ring – Recensione

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“Dubito che possiate persino immaginarlo”. Difficile, col senno di poi, pensare a parole più veritiere di quelle recitate nei primi secondi di quel trailer di Elden Ring pubblicato nel lontano giugno 2019.

Sviluppatore / Publisher: From Software / Bandai Namco Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 25 febbraio

Aspettare Elden Ring è stato come attendere l’uscita dell’ultimo romanzo di quello scrittore che tanto adori, quello che difficilmente ti ha deluso in passato e che riesce chissà come a rimanere unico in un oceano di opere simili tra loro. Il risultato finale, dopo anni di lavoro, ha la firma di Hidetaka Miyazaki impressa in ogni poligono, ogni effetto di luce e ogni musica. La troviamo nella grammatica delle sue animazioni e dei suoi suoni, nella mano tesa per accendere quella tanto attesa luce nel terreno al sicuro da ogni nemico, nel rombo che conferma la riuscita di un attacco alle spalle e nella spinta delle braccia per spalancare un pesante portone.

Lo è anche nella sintassi delle sue terre così diverse e così naturalmente fuse tra loro in un vibrante mosaico geografico, nella vita dei personaggi che lo abitano e nella storia raccontata per vie traverse attraverso oggetti, indizi ambientali e quel poco che ci viene raccontato di prima mano attraverso le cutscene. C’è persino nei suoi inconfondibili tocchi di stile, in quell’ultimo agonizzante urlo prima del “SEI MORTO” o nelle piccole ricorrenze e citazioni che riescono, chissà come, a essere sempre un delicato omaggio più che un’autocelebrazione. Elden Ring è Demon Souls, Dark Souls, Bloodborne e Sekiro – ai quali deve tanto e dai quali ha imparato importanti lezioni – ma anche molto di più. È un’opera dalla complessità equiparabile a davvero pochi altri titoli, che conosce perfettamente i suoi punti di forza tanto quanto quelli deboli e che, proprio per questo, riesce con disinvoltura a essere il connubio tanto desiderato tra passato e futuro, tra vecchio e nuovo, tra familiarità e sperimentazione.

THE ELDEN RING… OH, ELDEN RING

A dare vita a Elden Ring non è stata solo From Software. Sebbene sia indubbio che finora se la sia cavata egregiamente anche dal punto di vista della creazione di mondi e storie memorabili, il team giapponese ha deciso di evocare un alleato alquanto peculiare per la sua ultima impresa, dilettandosi con un po’ di sana “jolly cooperation” dietro le quinte dello sviluppo del gioco. George R. R. Martin, autore di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ha prestato volentieri la sua fantasia al servizio di Miyazaki, lastricando la lunga strada sulla quale avrebbe poi viaggiato il team di scrittori della software house con leggende degne delle più acclamate opere fantasy.

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Per l’ennesima volta, Melina, indossare la testa dei miei nemici va di moda! Giuro!

L’INTERREGNO È TUTTO FUORCHÉ VUOTO, MA NON ASPETTATEVI CHE VENGA A DARVI LA MANO

Dando vita alla mitologia alla base della storia, Martin ha fornito tutti gli spunti necessari per la creazione di una nuova stirpe di Signori, discendenti della regina Marika l’Eterna, che regnano su un mondo frammentato a seguito della distruzione dell’Anello Ancestrale. Il nostro scopo come Senzaluce, gruppo di eroi bandito dall’Interregno, sarà quello di cedere al richiamo della grazia perduta, accettare il patto con la misteriosa Melina e avventurarci finalmente in una terra tutta da scorprire, sfidando a muso duro i Semidei alla ricerca del potere ancestrale. Ora più che mai, è difficile perdersi frammenti di narrazione qua e là. Come vedremo, infatti, l’Interregno è tutto fuorché vuoto, ma non aspettatevi che sia lui a venire a cercarvi e a tendervi la mano. Se desiderate arrivare alla fine di questo viaggio, dovrete essere voi i primi a volerlo davvero.

IL PIACERE DELLA SCOPERTA

L’interregno è un luogo magico, maestoso e intransigente. Ti ammalia e cattura con i suoi scorci frastagliati, il suo tempo mutevole, i colori e le zone d’ombra, ma punisce, nondimeno, coloro che non gli mostrano il giusto rispetto. Non perdona chi non è disposto a imparare, a rialzarsi ancora e ancora dopo ogni caduta, ed è altrettanto inclemente con chi decide di fare della fretta una virtù piuttosto che usare tutti gli strumenti a propria disposizione, occhi compresi. Non è un mistero nemmeno per i profani dei Souls il fatto che From Software dia il meglio di sé nell’impegnativa arte del level design e per la felicità di tutti, specialmente dei più scettici che vedevano nella scelta del mondo aperto la tomba della creatività, lo studio giapponese ha dimostrato ancora una volta di aver compreso appieno la differenza tra dare al pubblico quello che pensa di volere e quello che si merita davvero.

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Hey… Ma quella torre si muove!

Il risultato è un mondo pregno di vita (e morte!), dai prati agitati dal vento sotto la luce del sole agli anfratti umidi e bui visibili solamente se ci si sporge, un po’ indomiti, ai bordi di scogliere e precipizi, o se si abbandona la paura e si tenta il salto della fede oltre un cornicione non troppo alto. L’esplorazione è l’obiettivo di Elden Ring alla pari del duro e crudo combattimento, una lezione che va imparata all’istante se non si vuole finire troppo in là senza abbastanza danno o vita o se si desidera carpire i segreti più reconditi della mitologia che ne fa da colonna portante. In questo, il nostro fedele destriero e compagno di viaggio Torrente è al contempo alleato e nemico.

BASTA PORRE UN FRENO ALLE NOSTRE CAVALCATE PER RENDERSI CONTO DELLE ATTIVITÀ A NOSTRA DISPOSIZIONE, CASTELLI DA CONQUISTARE, TOMBE DA ESPLORARE, ENIGMI DA RISOLVERE

Facile, infatti, abbandonarsi a lunghe cavalcate e sprint disperati verso nuovi siti di grazia inesplorati (i nuovi checkpoint, molto più frequenti rispetto ai titoli sviluppati in precedenza), ma quando ci si prende l’abiudine di rallentare e si capisce quando montare in sella o preferire una passeggiata il mondo si rivela immediatamente davanti a noi per ciò che veramente è: un parcogiochi stracolmo di attività, di castelli da conquistare, tombe da esplorare, caverne e miniere da percorrere ed enigmi – tanti – da risolvere. Il premio sarebbe potuto semplicemente essere una manciata di rune (la nuova “valuta di gioco” che sostituisce anime e sangue, oro colato per chi cerca di raffazzonare quel livello in più per agevolare una bossfight troppo impegnativa), eppure From Software non si è lasciata sedurre dalla comodità. La varietà di nemici proposti è sconfinata, ma ancor di più è sorprendente il numero di NPC e mercanti pronti a fare una chiacchierata con noi o a tenderci una mano, se decidiamo di trovare del tempo da dedicargli. E poi, ovviamente, una valanga di armi, armature, incantesimi, abilità ed evocazioni attendono i vittoriosi al termine di ogni percorso, opzionale e non.

Salve, buonuomo, ha per caso qualche articolo che mi impedisca di cadere nei burroni?

L’equipaggiamento ritorna ad avere un ruolo di grande rilievo in questa IP, ancor di più non appena si inizia ad avere un’idea più realistica del numero di possibilità diverse offerte dagli sviluppatori, di combinazioni di statistiche e stile (perché, chiaramente, anche l’occhio vuole la sua parte) da testare e mescolare fino a trovare la soluzione che più si adatta non solo a noi ma anche a ciò che ci sta intorno. L’Interregno è un esempio virtuoso di costruzione di un mondo aperto, un connubio tra valli sconfinate, foreste, canyon e zone più classiche dai corridoi stretti e dalle trappole tese negli angoli, le quali permettono comunque sempre un certo grado di libertà di deviazione dal percorso prestabilito. Basta gettare lo sguardo al di là dei cornicioni o oltre le finestre aperte per renderci conto che quel tetto o quell’insenatura è davvero raggiungibile con un salto, e chissà questo dove potrebbe portarci.

BOTTE DA ORBI

La base del combattimento di per sé è ciò che ha subito meno variazioni rispetto ai precedenti giochi dello studio. Elden Ring ripropone una base di gameplay molto classica, fatta di un delicato eqilibrio tra colpi veloci, pesanti, schivate e gestione della stamina, ma non risparmia sorprese e aggiunte davvero interessanti. Quella che più balza all’occhio è senz’altro la mobilità, conferità sia dalla possibilità di combattere in sella a Torrente che dalla meccanica del salto, ottima sia durante le fasi esplorative che durante gli scontri più accesi. Quando non si può fare a meno di andare un po’ più cauti, si può sempre optare per un approccio più “stealth” – questo, invece, ereditato da Sekiro – accovacciandoci per sgattaiolare inosservati oltre a gruppi di nemici e approfittando, così, del momento più opportuno per prenderli alla sprovvista.

Non appena ci troviamo faccia a faccia col nemico, il combattimento diventa una palestra per riflessi e inventiva

E non appena ci troviamo faccia a faccia col nemico, il combattimento diventa una palestra per riflessi e inventiva, il momento in cui capire se alzare lo scudo e parare innescando il contrattacco in difesa (nuova meccanica utilizzabile dopo una parata) sia più efficace di brandire la propria arma e utilizzare la Cenere di guerra su di essa equipaggiata. Questo nuovo tipo di abilità conferisce all’arma brandita una skill aggiuntiva e anche in questo caso il catalogo messo a disposizione è ampio e variegato, con attacchi, buff difensivi e ulteriori boost di mobilità che ampliano non poco il repertorio di mosse e alternative alle quali attingere in combattimento.

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Alcuni posti lasciano davvero senza fiato.

Come se questo non fosse abbastanza, From Software ha deciso di calcare la mano sul concetto di cooperazione, dandoci come sempre gli strumenti per evocare NPC alleati e altri giocatori nel momento del bisogno, ma anche una campanella con la quale richiamare al nostro fianco le Ceneri. Gli spiriti di tantissime creature dell’Interregno e dei valorosi eroi che un tempo ne hanno attraversato le lande ci possono dare manforte in determinate situazioni, in particolare durante le bossfight o nella conquista di avamposti e accampamenti. Infine, nonostante la presenza di tanti mercanti, avremo la possibilità di fabbricarci da soli tantissimi tipi di consumabili: rimedi contro i debuff, cure per Torrente, frecce e molto altro ancora sono facilmente fabbricabili dall’apposito menù in qualsiasi momento, basta avere a nostra disposizione i giusti materiali. Tutta questa lunga lista di opzioni può quasi far sembrare Elden Ring un gioco facile, ma attenti a non farvi trarre in inganno. Sebbene non sia impegnativa ai livelli di Sekiro (finora l’IP con più alto skill floor del recente repertorio From Software), l’ultima fatica del team giapponese è decisamente punitiva e offre un livello di sfida molto alto.

IL PACCHETTO COMPLETO

Nonostante l’adrenalina e l’estrema soddisfazione provata al termine di ogni spettacolare bossfight, la sensazione più forte provata su Elden Ring è stata senza dubbio il senso di meraviglia. Un risultato non esattamente semplice da portare a casa se si abbandonano certi segni distintivi a favore della sperimentazione e se al contempo si rimane ancorati al passato, a un engine che non permette il livello di dettagli e “next-gen” offerto, ad esempio, in occasione del remake di Demon’s Souls da Bluepoint e che certamente influisce su una performance rispettabile ma non ottimale su PC per quanto concerne il framerate.

FROM SOFTWARE HA TROVATO LA RICETTA PERFETTA IN UN MIX FRA FAMILIARITÀ E NOVITÀ

Come ogni grande opera, Elden Ring è perfetto nella sua imperfezione, rapisce “nonostante tutto”, stupisce con le sue sorprese e sfida il giocatore costantemente, che sia con un combattimento, con un puzzle, con una strana area di platform o con una enigmatica frase da decifrare per poter proseguire lungo il cammino. È un’opera che sa dare tanto, tantissimo, a chi è determinato abbastanza da scandagliarne ogni angolo con solerzia. Il senso di stupore non affievolisce alla decima tomba scoperta o sul selciato di fronte all’ennesimo castello, perché From Software ha trovato in qualche modo la ricetta perfetta in un mix tra familiarità e novità, regalandoci un Interregno mozzafiato dal quale sarà difficile andare via.

In Breve: Elden Ring è l’apice di 15 anni di lavoro che hanno permesso a From Software di migliorare, titolo dopo titolo, quelle consolidate fondamenta che hanno già dato vita ad alcuni dei più acclamati giochi di tutti i tempi, accomunati da storie avvincenti e gameplay impareggiabile. Certo, è legittimo sperare che prima o poi lo studio faccia un passo avanti verso la next gen in termini di engine, ma il risultato ottenuto è talmente imponente che l’assenza di una grafica degna del remake di Demon’s Souls è davvero l’ultimo dei pensieri durante l’esplorazione dell’Interregno.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 5 5600X, 16GB RAM, RTX 3070, SSD
Com’è, Come Gira: I cali di fps al di sotto dei 60 sono presenti, anche se non eccessivamente, specie quando piove e in alcune specifiche zone della mappa. Riscontrati anche alcuni brevi episodi di stuttering, che si spera vengano risolti con la patch del Day one.

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Pro

  • Una delle migliori mappe open world di sempre / Gameplay arricchito da tantissime opzioni di combattimento e personalizzazione. / Carisma pazzesco.

Contro

  • Framerate non sempre stabile a 60.
9.7

Ottimo

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