Ender Magnolia: Bloom in the Mist – Recensione

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Da Finisterra a Vaporterra: Ender Magnolia continua nel solco di Ender Lilies, sia dal punto di vista della narrazione che del gameplay. Quest’ultimo si era rivelato ben presto un eccellente metroidvania: come se la cava invece il suo successore?

Sviluppatore / Publisher: Adglobe, Live Wire / Binary Haze Interactive Prezzo: 24,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch Data di Lancio: 23 gennaio

Il fatto che sia la seconda recensione di fila di un metroidvania in cui mi trovo a pensare “beh, magari potrei iniziarla parlando di come si rifà a Hollow Knight” dovrebbe essere indicativo di qualcosa. Forse, potrà dire qualcuno, di una scarsa fantasia da parte di chi scrive, cosa che a essere onesti potrebbe non essere nemmeno del tutto errata; ma io scelgo la via della discussione produttiva, dicendo che questo ci spinge ancora una volta a riflettere sul fatto che se Hollow Knight non ha di certo inventato i metroidvania, di sicuro nella storia del genere c’è un prima e un dopo il gioco di Team Cherry.

Da un lato perché ha donato nuova popolarità al genere, facendolo conoscere a un pubblico più ampio – perché i giocatori più giovani lo scoprono con Hollow Knight, non con Symphony of the Night – e dall’altro perché alcuni dei suoi stilemi sono stati ripresi da altri. In Ender Magnolia, per esempio, ritroviamo sia le panchine che il sistema di Amuleti, qui ribattezzati in Cimeli.

UNA TERRA LONTANA

Ender Magnolia: Bloom in the Mist prende il via in maniera molto simile al suo predecessore, Ender Lilies: Quietus of the Knights: anche qui il protagonista – che secondo me è una lei, ma la traduzione italiana lo identifica come lui – si risveglia in una struttura cupa e abbandonata con memorie solo molto vaghe, e anche in questo caso non sarà il giovane Lilac ad affrontare direttamente i nemici, ma lo farà tramite gli “Homunculi”, specie di ibridi magici basati su esseri viventi che il nostro potrà evocare per assisterlo in combattimento o nell’esplorazione.

IL SISTEMA DI COMBATTIMENTO OFFRE UNA BUONA VERSATILITÀ

Un sistema molto simile a quello già rodato in Ender Lilies e che permette anche una buona versatilità: in totale potremo portare con noi solo quattro abilità di combattimento, riservando a ciascuno degli Homunculi un solo slot (non è quindi possibile, per esempio, portarsi dietro sia la forma di Nola con la spada che quella con l’ascia). Ma al di là di questo, non ci sono particolari limitazioni su chi possiamo portarci dietro: una volta ottenuti abbastanza Homunculi, è tranquillamente possibile lasciare in panchina Nola, cioè quella che si può più considerare l’attacco standard, e fare piuttosto affidamento su altri aiutanti, lasciando a noi la decisione dello stile di gioco che vogliamo tenere.

Ender Magnolia Recensione

Nola è la prima compagna che incontreremo. Sarà la nostra forma principale di attacco.

In genere, ho trovato il combattimento (di cui ce n’è parecchio) piuttosto soddisfacente, merito sia del sistema sopracitato che di una ampia varietà di nemici; forse il punto un po’ più debole di tutto questo sono proprio i boss, che se da un lato non ho mai trovato particolarmente brutti allo stesso tempo non hanno mai brillato a causa di moveset piuttosto limitati e design spesso e volentieri non particolarmente memorabili.

l’esplorazione è fondamentale per trovare cimeli e aumentare i nostri punti ferita

Restando su questioni meccaniche, la progressione passa per vari sentieri: i livelli ottenuti sconfiggendo i nemici aumenteranno le nostre statistiche di attacco e difesa, così come alcuni equipaggiamenti acquistabili al negozio, che potranno incrementare anche capacità di cura e i punti vita; l’aumento di questi ultimi passa però principalmente per l’esplorazione, dato che in giro per il mondo di gioco sono sparsi parecchi oggetti che aumentano leggermente il nostro conteggio di punti ferita. Di questi ce ne sono forse perfino troppi, dato che raggiungere un anfratto nascosto e ottenere in ricompensa +5 punti ferita non è proprio il massimo. Per l’esplorazione, infine, passa anche il reperimento della maggior parte dei Cimeli, oggetti che danno vari bonus al protagonista Lilac (per esempio maggiori danni in aria, finestra di invulnerabilità della schivata più lunga, eccetera).

ENDER MAGNOLIA È UN BUON DISCEPOLO?

A livello di trama devo dire che Ender Magnolia non si discosta tanto, forse volutamente, dal suo predecessore, nel senso che anche qui c’è un regno minacciato dalla necropioggia, anche qui la soluzione inventata per contrastarla non sta funzionando benissimo, e anche qui tocca al nostro protagonista trovare un modo di migliorare la situazione. Una storia che già in Ender Lilies non era proprio il punto forte, anche se quest’ultimo compensava con la capacità di costruire un’ottima atmosfera, grazie anche a espedienti semplici ma efficaci (un esempio: a un certo punto ci trovavamo ad affrontare come miniboss un cane mutato dalla necropioggia, che però rifiutava di attaccarci; una volta sconfitto, si scopriva che in passato era stato il cane della protagonista). Per quanto anche Ender Magnolia non se la cavi male, da questo punto di vista devo dire di non averlo trovato altrettanto pungente.

Ender Magnolia Recensione

Gli sfondi di molte ambientazioni sono davvero notevoli.

ENDER MAGNOLIA HA UNA DURATA SUPERIORE ALLA MEDIA DEI METROIDVANIA

Non essere allo stesso livello di Ender Lilies, comunque, lascia una forbice parecchio ampia, e infatti dire che sarei rimasto deluso da questo titolo sarebbe sicuramente spingersi troppo in là. Ender Magnolia è senza ombra di dubbio un bel metroidvania, di quelli che si fanno giocare molto volentieri, caratterizzato da un piacevole stile visivo e da una bella colonna sonora. Per la media del genere può contare anche su un’abbondante dose di contenuto: per raggiungere il finale A, cioè quello “bene ma non benissimo”, ci ho messo circa una ventina di ore, a difficoltà Difficile (una scelta dovuta più alla mia testardaggine che alla mia abilità con il pad in mano). Quello migliore, ed è una cosa che personalmente apprezzo, non richiede esplorazione millimetrica, anche grazie al fatto che la mappa del gioco segnala quando in un’area abbiamo già trovato tutto ciò che c’era da trovare; nel giro di un paio di orette aggiuntive dovreste cavarvela.

In Breve: Ender Magnolia: Bloom in the Mist è un bel metroidvania, caratterizzato da un gameplay ben rodato e grazie anche a questo coinvolgente, e da una ampia dose di contenuto. A essere onesti il suo difetto principale è non essere riuscito a creare un’atmosfera coinvolgente tanto bene quanto Ender Lilies, ma per il resto gli appassionati del genere troveranno di che divertirsi.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 3600, 16 GB di RAM, GeForce RTX 3060, SSD
Com’è, Come Gira: Bello da vedere, con uno stile artistico molto ben realizzato soprattutto negli sfondi di certe arene, ma alcune animazioni risultano un po’ legnose. Nessun problema di performance.

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Pro

  • Parecchio esteso / Artisticamente molto piacevole / Buona varietà del sistema di combattimento.

Contro

  • Atmosfera non riuscita come quella di Ender Lilies / Boss generalmente banali.
8.5

Più che buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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