F1 22 – Recensione

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La Formula 1 cambia regolamento e scompiglia le carte in tavola, così anche Codemasters prova a modificare F1 22 per entrare nella nuova era del massimo campionato mondiale automobilistico. L’operazione sarà riuscita?

Sviluppatore / Publisher: Codemasters / Electronic Arts Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Online e locale PEGI: 3+ Disponibile su: PC (Steam, Origin, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S

Si nota sin dal principio che F1 22 è il primo, vero frutto dell’acquisizione di Codemasters da parte di Electronic Arts. Lo si intuisce dalla colonna sonora elettronica/pop che rende la navigazione tra i menu di gioco indistinguibile dalla medesima operazione effettuata in un qualsiasi FIFA. Lo si capisce ancora di più dall’accento posto su quel F1 Life che nasconde – in maniera piuttosto maldestra – la volontà del publisher di spingere sulle microtransazioni con finalità estetiche. D’altronde l’hub di F1 Life è ciò che accoglie il giocatore a ogni avvio del gioco, con l’utente che vede il proprio avatar sul divano della sua dimora virtuale, circondato da arredi di design e supercar, nonché gli eventuali trofei accumulati durante la carriera. E poi la casa digitale può essere visitata dagli amici: non vorrete mica far brutta figura ricevendo gli ospiti con addosso una banalissima felpa piuttosto che un indumento alla moda?


Tuttavia, come facilmente intuibile, F1 Life si rivela sin da subito una novità del tutto accessoria e decisamente fine a sé stessa. Non solo perché tale modalità e le sue microtransazioni non hanno alcun impatto sul gioco vero e proprio, per fortuna mi verrebbe da aggiungere, ma anche perché per ora le personalizzazioni estetiche da sbloccare con i PitCoin (ovviamente acquistabili dietro esborso di moneta sonante) sono decisamente esigue. In sostanza, Codemasters e la divisione sportiva di Electronic Arts hanno pensato di proporre ai giocatori la possibilità di immergersi virtualmente nella vita di un pilota di Formula 1, ma il tutto si riduce a un diorama composto da un divanetto di pelle, una Ferrari in salotto e un guardaroba con qualche vestito firmato.

UNA CARRIERA IN DIVENIRE

Superato, e direi anche dimenticato, il prescindibile scorcio sulla vita di un pilota automobilistico di primo piano, ecco che ci si imbatte nelle due diverse modalità carriera. La prima è quella classica che permette al giocatore di vestire i panni di un pilota provetto che dalla F2 deve raggiungere la massima serie e competere così per il titolo iridato.

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Non si vede, ma qui avevo appena distrutto l’ala anteriore. Günther Steiner sarà stato sicuramente felice che non abbia rotto una porta.

Come di consueto si può decidere se cominciare gareggiando in un campionato di Formula 2 completo, una piccola porzione di quest’ultimo, oppure lanciarsi immediatamente in Formula 1 scegliendo da sé il team in cui gareggiare piuttosto che fare tutta la trafila e sperare in un contratto con le scuderie di punta. Torna anche la possibilità di giocare l’intero campionato in compagnia di un amico, in competizione oppure spalleggiandosi a vicenda.

F1 Life si rivela sin da subito una novità del tutto accessoria e decisamente fine a sé stessa

La seconda modalità prevede invece che il giocatore vesta i doppi panni di pilota e team principal dell’undicesima scuderia iscritta al campionato mondiale di Formula 1. Va da sé che come responsabili della squadra sarà nostro compito gestirne le finanze, curare i rapporti con gli sponsor, mettere sotto contratto il secondo pilota, e far sì che il reparto ricerca e sviluppo abbia sempre le risorse necessarie a progettare le migliorie che man mano andranno a migliorare le prestazioni della monoposto. Da notare che anche in questo caso si può decidere da che punto partire, andando chiaramente a modificare la difficoltà iniziale della carriera: possiamo scegliere se creare una scuderia che debutta con zero risorse e know-how, dunque destinata a una lunga gavetta prima di competere con le big, o magari decidere di lottare nel mid-field con un budget più consistente, o perché no, lanciarsi immediatamente verso le posizioni di vertice con un pool di risorse ben più sostanzioso.

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Alla creazione della propria scuderia bisogna progettare la livrea della monoposto.

Grande assente, invece, quel Braking Point che debuttò l’anno scorso. La modalità storia che strizza l’occhio al pubblico della serie Drive to Survive prodotta da Netflix non è stata inserita in questa nuova iterazione della serie. Il motivo? Permettere agli sviluppatori di concentrarsi sulle modifiche alla fisica e al modello di guida dovute al cambio di regolamento, tra monoposto a effetto suolo di dimensioni maggiori e pneumatici da diciotto pollici. Un peccato giacché un eventuale nuovo Braking Point avrebbe rappresentato uno spaccato nella vita di un pilota emergente molto più appropriato del trascurabile F1 Life. Va da sé che sia comunque comprensibile che Codemasters abbia preferito dedicarsi ad altri aspetti ben più importanti di F1 22 in una stagione spartiacque per lo sport come quella a cui stiamo assistendo.

UNA F1 22 SCALABILE

Qualunque sia la modalità carriera scelta, come al solito si possono modificare numerose variabili per cucire l’esperienza su misura del giocatore. Per esempio si può optare per il campionato mondiale completo, con tutte le sue ventidue tappe. Poi di ogni gran premio si può cambiare la durata della gara della domenica, che può chiaramente essere integrale o comprendere una porzione ridotta della corsa: dal 50% al 25%, fino ad arrivare addirittura a soli cinque o tre giri. Personalmente mi sento di sconsigliare di scendere al di sotto della metà dei giri previsti, giacché in tal modo le velleità simulative andrebbero a farsi benedire, ma a ognuno il suo.

Grande assente quel Braking Point che debuttò l’anno scorso

Anche le altre parti del weekend di gara possono essere modificate. La qualifica può svolgersi su giro secco, in un solo round, oppure prevedere il formato a eliminazione in tre sessioni che ci accompagna già da diversi anni. A proposito di qualifiche, poi, è presente anche la gara sprint che non solo serve a stabilire la griglia di partenza della gara, ma attribuisce anche un discreto gruzzolo di punti iridati, da 8 a 1 a scalare dalla prima all’ottava posizione. La qualifica sprint si può abilitare per tutte le gare in calendario, oppure per le sole tre tappe in cui si è già corso e si correrà in tal modo (Imola, Spielberg e Interlagos).

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Può capitare durante una corsa che venga istituita la Virtual Safety Car, soprattutto sotto la pioggia battente.

Nel corso delle prove libere, il giocatore può completare i programmi messi a punto dal proprio team utili non soltanto a prendere familiarità con il tracciato, ma che servono anche a raccogliere preziosi punti da investire successivamente nel reparto ricerca e sviluppo. I programmi possono essere i più disparati, come la simulazione del passo gara che prevede di mantenere un tempo sul giro costante, o quello legato agli pneumatici volto a raccogliere dati sul consumo delle gomme, giusto per citarne un paio. Questi possono essere portati a termine a piacimento nel corso delle diverse sessioni di prova, con la possibilità di completare anche degli obiettivi secondari che potrebbero offrire dei vantaggi considerevoli nel campo R&S. Un esempio su tutti: ottenere un tempo ottimale in un settore del circuito durante le prove libere potrebbe giovare al reparto che si occupa dello sviluppo del motopropulsore, garantendo uno sconto su un componente da ricercare nell’immediato futuro.

UNA VITA SPERICOLATA, FORSE

Tra un weekend di gara e l’altro, poi, il nostro pilota potrebbe ricevere l’invito a partecipare a un evento speciale nell’ambito del circuito del Pirelli Hot Lap, una manifestazione realmente esistente che si sposta assieme al circus di Formula 1 e si svolge sugli stessi circuiti dove corrono le monoposto.

Gli eventi del Pirelli Hot Lap sono disponibili anche come extra a sé stanti sempre accessibili dal menù principale

Questi eventi permettono di guidare delle supercar – peraltro le stesse da mettere in mostra nella dimora di F1 Life – per portare a termine delle sfide accessorie che possono prevedere il mantenimento di un velocità media elevata su una porzione del tracciato, prove di drifting, lo slalom tra dei birilli, e chi più ne ha più ne metta. Nulla di particolarmente elaborato, a dire il vero, tanto che bastano pochi minuti per arrivare al traguardo, ma rappresentano senz’altro un gradito divertissement utile a smorzare l’inevitabile monotonia della modalità carriera di F1 22.

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In questo evento del circuito Pirelli Hot Lap bisogna attraversare tutti i checkpoint sul circuito entro il tempo limite.

Tra l’altro gli eventi del Pirelli Hot Lap sono disponibili anche come extra a sé stanti sempre accessibili dal menù principale, ma se completati con successo nel corso della carriera garantiscono un incremento alla fama del proprio pilota. Fama che si accumula dopo ogni buon piazzamento in qualifica e in gara, utile soprattutto per riuscire a strappare condizioni contrattuali migliori e ambire a correre per le scuderie più blasonate. D’altronde è molto difficile che Ferrari o Mercedes assoldino uno sbarbatello alle prime armi (Red Bull fa storia a sé).

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Will Buxton, commentatore per la TV britannica e nella serie Netflix, torna anche in questo nuovo videogioco.

Sempre per restare nell’ambito della carriera, tornano anche le interviste. Senza troppi fronzoli, questa volta, dal momento che si svolgono attraverso delle semplici schermate testuali. Di tanto in tanto può capitare che il reparto marketing del team metta il pilota in contatto con la stampa: da qui possiamo accedere a una finestra tramite la quale il giornalista di turno ci porgerà alcune domande sulle gare passate, sulle performance della monoposto, e su eventuali incidenti che ci hanno visto nostro malgrado protagonisti. Le risposte che daremo potranno influire positivamente o in negativo sul morale della squadra, e di conseguenza sugli sviluppi della vettura, ma potranno pure far nascere delle rivalità con altri piloti sulla griglia. Per vincere una sfida contro un rivale bisogna banalmente fare meglio di lui in pista, così da accumulare un punteggio più elevato entro un determinato numero di gran premi. Finire una corsa più avanti rispetto al rivale – o addirittura vincendola – per esempio, ci darà un discreto vantaggio sul rivale. Vincere una rivalità farà guadagnare al nostro alter ego virtuale molta popolarità, che si traduce in più fama.

ANNO NUOVO, REGOLE NUOVE

Dicevo qualche paragrafo più su che Codemasters ha preferito tagliare alcuni contenuti dalla precedente edizione della serie per dedicare tempo e risorse alle modifiche al modello di guida. Ebbene, questo riesce a rispecchiare quasi appieno il cambio di regolamento che ha portato scompiglio negli equilibri nella Formula 1 reale.

Le monoposto virtuali risultano molto più rigide, soprattutto nei settori guidati

Per dire, le monoposto virtuali risultano molto più rigide, soprattutto nei settori guidati. Non che sia un male, tutt’altro, anche perché in teoria dovrebbe essere proprio così a causa del novità che hanno coinvolto quasi tutti gli aspetti delle vetture, a partire dal fondo, passando per il peso sensibilmente più elevato, fino ovviamente al maggiore diametro dei cerchi. Probabilmente c’è solamente bisogno di abituarsi a un nuovo stile di guida, ma non vi dico quante volte ho sbagliato l’inserimento nella variante alta a Imola, o le volte che ho accarezzato – diciamo così – il muro dei campioni a Montréal, senza parlare delle monoposto distrutte a Jedda. In linea di massima, quindi, in F1 22 bisogna imparare a guidare non dico da zero, ma quasi.

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A volte un gesto vale più di mille parole.

In ogni caso, anche qui Codemasters ha predisposto un modello scalabile che presenta la possibilità di abilitare vari aiuti alla guida, dalla racing line sempre in vista fino ai ben più radicali aiuti in frenata e sterzata, così da adattarsi sia alle capacità di un neofita che vuole semplicemente passare del tempo divertendosi in stile arcade, sia a chi invece è alla ricerca di un videogioco con velleità più simulative. Naturalmente tra questi due estremi vi sono molte altre sfumature, oltre a diverse opzioni di accessibilità che rendono F1 22 molto più inclusivo nei confronti di un’ampia fetta di pubblico.

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Dite quello che volete, ma la F1-75 è sempre la più bella sulla pista.

Un paio di note a margine, prima di chiudere. Nella versione recensita tutte le monoposto sulla griglia utilizzavano i modelli reali, fatta eccezione per quelle di Mercedes e Red Bull. Queste ultime correvano con la vettura standard presentata l’anno scorso dalla FIA, con applicata la livrea ufficiale dei rispettivi team, naturalmente. Entrambe le scuderie dovrebbero comunque avere le versioni corrette delle loro monoposto al lancio del gioco dopo l’applicazione della patch day one. L’altro appunto riguarda invece la telecronaca in italiano: al di là della mia personale antipatia nei confronti di Carlo Vanzini, che purtroppo accompagna il giocatore anche nella nuova incarnazione della Formula 1 targata Codemasters, questa risulta spesso incorretta. Basti pensare che in F1 22 ad affiancare la voce di Sky Italia troviamo anche l’ex pilota e collega cronista Davide Valsecchi, peccato che Vanzini si riferisca a quest’ultimo scambiandolo per Luca Filippi, presente invece nelle passate iterazioni della serie, segno che gli sviluppatori hanno deciso di riciclare gran parte delle tracce audio delle scorse edizioni. Chissà, magari le tante (troppe) inesattezze durante la telecronaca sono un modo per far immedesimare ulteriormente il giocatore in un vero weekend di gara, proprio come se stesse seguendo la F1 su Sky Sport.

In breve: F1 22 è palesemente un capitolo di transizione per la serie automobilistica di Codemasters. Lo è da un lato perché il parziale rifacimento del modello di guida è purtroppo arrivato a discapito dei contenuti, quantitativamente inferiori rispetto all’anno scorso. Dall’altro, il frutto dell’acquisizione da parte di Electronic Arts risulta acerbo, nella misura in cui la serie dedicata alla Formula 1 deve ancora decidere che direzione prendere in futuro. Ciononostante, il prodotto della compagnia britannica si dimostra comunque di qualità, soprattutto per ciò che concerne la nuova fisica delle monoposto e le modalità carriera, queste ultime capaci di accalappiare i giocatori per decine di ore.

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Sull’ammiraglia di Sony sono presenti due modalità grafiche: una per chi punta sulla qualità grafica, l’altra per tutti quei giocatori che invece prediligono un frame rate più alto a scapito della risoluzione. Buono il supporto al DualSense, tra feedback aptici e grilletti adattivi.

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Pro

  • Il modello di guida aggiornato funziona. / Molto scalabile e accessibile. / Buon senso di progressione nelle modalità carriera.

Contro

  • Meno contenuti rispetto all’anno scorso. / F1 Life è un’aggiunta inconsistente. / Telecronaca in italiano spesso inesatta.
8.2

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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