Videogiochi e italiano: una ferita aperta – L'Opinione

La localizzazione in italiano dei videogiochi è un tema che tiene spesso banco tra gli appassionati, compresi i nostri lettori.videogiochi italiano editorialeSempre più spesso, scorrendo tra i commenti ai nostri articoli, è facile imbattersi in persone che si lamentano per la mancata traduzione in italiano di questo o quel videogioco. Il copione è sempre lo stesso: qualcuno espone una critica, arriva un’altra persona a invitare il primo a imparare l’inglese, e poi segue una discussione in cui a volte si alzano i toni. Da una parte c’è chi legittimamente vorrebbe fruire di opere completamente localizzate nella nostra lingua (o perlomeno dotate di sottotitoli in italiano), dall’altra chi riesce a godere dei videogiochi in lingua inglese e crede che il resto della popolazione mondiale debba essere come loro.

ho sempre fruito dei videogiochi in lingua inglese

Nel corso degli anni la mia opinione sull’argomento è cambiata. All’inizio ero anch’io come i secondi: ho sempre fruito dei videogiochi in lingua inglese, non mi è mai pesato e anzi ancora oggi li preferisco così. A chi chiedeva più titoli localizzati rispondevo di imparare l’inglese, ché nel 20XX è gravissimo non conoscere la principale lingua franca mondiale. Poi nel tempo mi sono ammorbidito e ho iniziato a comprendere le ragioni dell’altra parte della barricata.

VIDEOGIOCHI E ITALIANO: UNA FACCENDA COMPLESSA

Quando chiediamo agli altri di imparare l’inglese dovremmo tenere bene a mente diversi elementi: primo fra tutti il livello medio dell’istruzione pubblica italiana. Non so voi, ma se mi fossi affidato soltanto a ciò che mi ha insegnato il mio professore di inglese non sarei mai andato oltre il livello “the cat is on the table”. Persona squisita, il mio prof delle superiori, ma il massimo che ho appreso da lui è la differenza tra “your” e “you’re” (che ok, forse è più di quanto sappiano gli anglofoni). Sono stati proprio i videogiochi ad aiutarmi a imparare l’inglese, assieme ai film e alle serie TV in lingua originale, di certo non la scuola pubblica.

Da ragazzino ho giocato a molti RPG con un dizionario sulla scrivania.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello delle capacità di ognuno di noi. C’è chi è più portato per le lingue e non ha problemi a impararne di nuove, mentre altri semplicemente non ce la fanno. Non credo sia una questione di intelligenza, ma di attitudine. Un mio amico è un genio, davvero: ha una laurea in matematica e una in fisica, entrambe prese con 110 e lode, ma le uniche parole inglesi che conosce sono “hello” e “how are you?”, oltre chiaramente alle parolacce.

imparare una lingua straniera richiede tempo e denaro

Inoltre, imparare una lingua straniera richiede tempo e denaro, entrambe risorse che di questi tempi scarseggiano sempre di più. Provate a chiedere a un cinquantenne con famiglia e figli di seguire un corso privato solamente per riuscire a giocare a un videogioco. Sarebbe disposto a sborsare centinaia di euro, se va bene, e a investire qualche mese della sua vita per provare a godersi alcuni titoli? Già, alcuni perché mica tutti richiedono la medesima conoscenza dell’inglese. Se per Sea of Stars – giusto per citare un titolo recentissimo – è sufficiente una conoscenza basilare, lo stesso non si può dire di opere ben più complesse, come per esempio un Disco Elysium a caso.

Sono sicuro che persino alcuni madrelingua avrebbero difficoltà a comprendere Disco Elysium.

C’è poi un ultimo elemento da considerare. L’ho tenuto alla fine perché secondo me è quello più importante. Siete appena tornati a casa da una giornata di lavoro lunga e faticosa. Accendete il PC o la console e volete solo rilassarvi per un’oretta o due. Anche se avete una buona conoscenza dell’inglese, avete le energie necessarie per giocare a un gioco in inglese? Ce la fate a tradurre simultaneamente dall’inglese all’italiano nella vostra testa? Riuscite a godere di un’opera di intrattenimento senza perlomeno i sottotitoli nella nostra lingua? Se la risposta a tutte queste domante è affermativa, buon per voi. Non tutti, però, ne sono capaci (o ne hanno voglia). Anzi, azzarderei a dire che siete una minoranza.

Pensateci bene la prossima volta che vi verrà in mente di invitare uno sconosciuto a imparare l’inglese per fruire di un prodotto di intrattenimento. Non tutti sono come voi: abbiate rispetto del prossimo.

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