FAR: Changing Tides – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Non pago dei successi di Elite: Dangerous, il CEO di Frontier David Braben e la sua etichetta di produzione Frontier Foundry ci portano FAR: Changing Tides, un piccolo titolo indipendente che ha molto da dire.

Sviluppatore / Publisher: Okomotive / Frontier Foundry Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 3 Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store), PS4, Xbox One, Nintendo Switch Data di Lancio: 1 marzo

Gli svizzeri di Okomotive non perdono certo tempo a mandarci un messaggio forte e chiaro fin dai primissimi minuti di FAR: Changing Tides, la loro avventura ambienta in un mondo sommerso dalle acque.

La prima volta che il ragazzino protagonista del gioco emerge dalle onde, sale su un tetto e lo scenario non lascia nessun tipo di dubbio: il cambiamento climatico ha sommerso la civiltà. Degli alberi non rimane che la punta, delle case qualche tetto, e delle persone non è rimasta alcuna traccia.

FAR: CHANGING TIDES TO NAVIGATE

L’esagerazione dell’innalzamento delle acque a livelli del tutto impossibili è la premessa necessaria sia dal punto di vista narrativo che di gameplay, nonché un mezzo per consentire agli sviluppatori di trasmettere la loro idea senza filtri. Come già si intuiva da FAR: Lone Sails, loro titolo di debutto, Okomotive dimostra parecchio coraggio con delle scelte di design decisamente azzardate, in totale contrasto con la stragrande maggioranza dei giochi che cercano di attirare la nostra attenzione, disponibili al momento su tanti store. Di sicuro, FAR: Changing Tides ha tante ragioni per distinguersi, ma ve ne renderete conto solo se gli darete una possibilità. Dal punto di vista di gameplay, passiamo il nostro tempo a operare la nostra imbarcazione, che nelle prime fasi del viaggio andrà ad aggiungere diverse componenti necessarie per superare vari tipi di ostacoli che incontreremo durante il percorso. Giusto per fare un esempio chiaro, quando partiamo l’unico modo di procedere è tramite la vela che regoliamo per prendere più vento possibile, ma con l’aggiunta di alcuni potenziamenti possiamo navigare sott’acqua e muoverci bruciando materiale di fortuna raccolto qua e là per attivare la nostra turbina meccanica.

FAR Changing Tides Recensione

Nubi minacciose all’orizzonte e rottami nelle vicinanze: noi continuiamo a sperare in bene.

LA NAVE STESSA È UNA METAFORA IN MINIATURA DEL NOSTRO PIANETA

Più proseguivo nell’avventura, più mi rendevo conto che anche questo sistema di gioco non è casuale, tant’è che mi sono ritrovato ad accumulare ogni possibile cianfrusaglia che si potesse usare come carburante, ma al tempo stesso tutte le volte che vedevo alzarsi la bandiera dell’anemometro, tiravo un sospiro di sollievo: il vento è gratis. Insomma, era come se quella nave fosse una metafora in miniatura del nostro pianeta, con materie prime combustibili limitate che producono un risultato sicuro, e risorse rinnovabili virtualmente infinite che però riusciamo solo in parte a sfruttare. Quando non navighiamo sopra o sotto il livello dell’acqua, ci ritroviamo in quelle pochissime strutture rimaste come testimonianze di una civiltà post-apocalittica, costruzioni dalle dimensioni epiche costruite su livelli di verticalità assoluta, che si tratti di innalzarsi tra i cieli o sprofondare nei mari. In queste affascinanti e deserte ambientazioni ci ritroviamo a risolvere alcuni puzzle, piuttosto vari tra loro, in cui sta alla nostra capacità d’osservazione trovare la soluzione, ovviamente con una discreta dose di trial & error che non arriva mai a creare serie frustrazioni.

AHEAD: NOBODY KNOWS WHERE WE ARE GOING

La verità è che non è del gameplay che vi voglio davvero parlare, perché non è lì che stanno i punti di forza di FAR: Changing Tides. L’aspetto che più mi ha colpito in assoluto è il ritmo di gioco, compassato al punto da essere meditativo. Certo, il rischio c’era di rendere l’esperienza noiosa e lenta, ma si tratta di una scelta consapevole dei ragazzi di Okomotive: tutte le volte che affrontiamo un tratto di viaggio passano minuti interi in cui non dobbiamo fare altro che operare la nave con manovre semplici e ripetitive.

I ragazzi di Okomotive hanno creato un’esperienza dal ritmo così compassato da risultare meditativa

Una rottura di zebedei? L’impressione potrebbe essere proprio quella, ma credetemi: no. Questi intervalli di tempo mi hanno forzato a pensare. Pensare al mondo di gioco che mi trovavo davanti, simbolo così chiaro di quello in cui viviamo, e forse anche di qualcos’altro più profondo, chissà. Pensare al viaggio in cui ero immerso, così assoluto e totale: cosa passava per la mente del ragazzino protagonista del gioco, cosa lo spingeva con una determinazione così cieca da renderla quasi disperata testardaggine, cosa si aspettava di trovare alla fine del viaggio? Avanti, avanti, sempre avanti: ma verso dove? C’era una fine, un’orizzonte, una nuova casa ad aspettarlo, o forse il viaggio stesso sarebbe diventato la sua nuova casa?

FAR Changing Tides Recensione

Gli ingranaggi richiedono un’attenta osservazioni prima di capire come attivarli.

Non c’è stato un gioco che mi abbia mai fatto pensare tanto, e sono pronto a scommettere che ognuno di voi si metterà a ragionare su qualcosa di diverso, seguendo fili di pensiero del tutto unici e personali. E poi c’è il nostro alter ego digitale, che rappresenta un’altra scelta di design piuttosto rara: da lui non otteniamo nessun dialogo, non una mezza parola che ci aiuti a capire qualcosa della sua storia, delle sue finalità o dei suoi desideri. Un po’ come in Limbo, si potrebbe dire, ma la quantità di tempo che si passa a non fare “niente” fa davvero da eco al suo silenzio rendendolo assordante. La parte di FAR: Changing Tides che avrebbe beneficiato di qualche miglioramento è il fondale marino, che nella maggior parte del gioco risulta piuttosto vuoto e non meritevole di un’esplorazione approfondita. In un certo senso, questo rende l’esperienza nel suo complesso più focalizzata sul viaggio di per sé, ma mi sarebbe piaciuto se ci fosse stata qualche interazione in più con la parte acquatica dello scenario, proprio perché quelle rare occasioni in cui l’oceano si apre a qualcosa in più di una massa d’acqua inerte, il risultato è veramente affascinante.

In Breve: Lo confesso: sul finale di FAR: Changing Tides mi sono commosso. È stata una sensazione catartica. E quante volte posso dire di aver avuto un momento catartico in un videogioco? Così poche che neanche mi viene in mente. Ecco perché il titolo di Okomotive lascia un segno distintivo, una cifra stilistica che mi fa sperare di trovarmi di fronte ai prossimi Playdead, o i prossimi Supergiant Games, in una loro personalissima maniera. So che mi porterò dietro questo gioco, il suo taciturno personaggio, i suoi ambienti steampunk e soprattutto i suoi tempi di gioco e gli spazi di riflessione che ne conseguono.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-7700k (4.2 Ghz), Geforce GTX 1080 8GB, 8GB RAM, HDD
Com’è, Come Gira: FAR: Changing Tides probabilmente girerebbe sul vostro microonde, quindi qualsiasi configurazione che vada oltre al tostapane non avrà problemi di sorta a far girare questo titolo, che di certo non punta a stupire con effetti tecnici spumeggianti.

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Pro

  • Un viaggio unico / Una nave unica / Un ritmo unico.

Contro

  • Il fondale marino poteva dire di più.
8.6

Più che buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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