Square Enix continua a riproporre su Steam il suo vasto listino di J-RPG approdati su console di ultima generazione, seguendo la tendenza che vedeva prima protagonisti i porting diretti ai dispositivi mobili. Dopo un’edizione PC competente di Final Fantasy Type-0 HD, seppur non priva di difetti, arriva, a sorpresa, anche il ben più noto decimo capitolo della serie (non troppo fantasiosamente chiamato Final Fantasy X/X-2 HD Remaster), recentemente approdato fra le pubblicazioni del publisher giapponese dapprima nelle edizioni PS3 e PS Vita e, successivamente, PS4. Tidus, Yuna, Lulu, Wakka e compagnia tornano in una Spira baciata dal supporto alla risoluzione 4K e dai booster che da sempre contraddistinguono le versioni “master race” dei classici Square Enix. Affrontare il gioco disattivando gli antiquati scontri casuali – in modo non molto dissimile da quanto visto nel celebrato Bravely Default – o velocizzando l’azione per rendere più digeribili i passaggi maggiormente verbosi dell’avventura non è mai stato così bello.
MARE CRISTALLINO E SPIAGGE BIANCHISSIME
Quindici anni fa (!) la serie Final Fantasy è entrata prepotentemente nel mondo dei cinematic J-RPG con la sua decima iterazione, vera e propria rivoluzione tecnica per un franchise fino a quel momento ancorato all’utilizzo di sfondi prerenderizzati e dialoghi testuali. La tragica storia d’amore di Tidus e Yuna (due nomi che nel dialetto di Okinawa significano rispettivamente Sole e Luna) è forse uno dei più apprezzati intrecci partoriti dai narratori di Square Enix. L’insistente far leva sulla lacrima facile spesa dai giocatori dal cuore più tenero – o delle giocatrici! – si rivela un ottimo escamotage per far passare in secondo piano scelte di game design arcaiche e il lento dipanarsi di una trama forse non molto originale, ma dotata di passaggi interessanti e struggenti, specialmente nelle fasi conclusive.
Nello specifico, il peso degli anni è reso evidente da un doppiaggio non sempre all’altezza (sia la controparte anglofona che quella nipponica, per una volta) e la qualità della regia delle scene cinematiche è ormai ampiamente sorpassata, anche da produzioni minori, per ricercatezza e dinamicità. Chi approccia Final Fantasy X oggi deve contestualizzare il prodotto nell’epoca in cui venne lanciato, godendo del suo taglio da ingenua “soap opera” fantasy dai risvolti drammatici. Nel 2001 era a cavallo di un’operazione che lo vedeva affiancato da Final Fantasy IX, diretto ai nostalgici, e Final Fantasy XI, la sperimentazione online che ancora oggi sopravvive a braccetto del fratello maggiore, A Realm Reborn, il reboot di quel quattordicesimo episodio ampiamente affrancatosi dopo un lancio disastroso.
Chi approccia Final Fantasy X oggi deve contestualizzare il prodotto nell’epoca in cui venne lanciato
J-POP E INDICATORI A TEMPO
Ovviamente, anche Final Fantasy X-2 fa il suo trionfale ingresso nel listino digitale di Valve, con i suoi pro e contro. Curiosamente ho apprezzato maggiormente le atmosfere spensierate del delirante sequel a quelle del titolo mothership, specie guardando al gameplay: Final Fantasy X-2 vanta infatti un sistema di combattimento che riprende e dona dignità al mai troppo lodato ATB visto in Final Fantasy VII e Chrono Trigger, integrandolo con una versione glamour e patinata del job system del quinto episodio. Il tutto è contestualizzato in un intreccio da Harmony di bassa lega (o fan fiction adolescenziali, fate come volete), ma se si spegne il cervello e ci si sforza di dimenticare il concetto stesso di sospensione di incredulità, anche questo episodio può garantire buone soddisfazioni, forte di una direzione artistica decisamente più camp e senza pretese rispetto a quella del prequel. Il suo sviluppo aperto, con più finali e biforcazioni inserite qua e là, voleva compensare l’estrema linearità del decimo capitolo (archetipo di quella passeggiata nel corridoio in alta risoluzione conosciuta come Final Fantasy XIII), ma, in tutta franchezza, è giusto avvisare chiunque sia stato scottato dal triste epilogo di Final Fantasy X che nel diretto sequel non troverà risposte coerenti o uno sviluppo all’altezza del dramma imbastito da Kazushige Nojima, sceneggiatore capo del titolo con Tidus e Yuna.
Per quanto riguarda i contenuti aggiuntivi, sia Final Fantasy X che Final Fantasy X-2 vedono l’inclusione di tutti gli extra delle edizioni Director’s Cut, compresa la modalità conosciuta anche come Last Mission, un’avventura che segue gli eventi di Final Fantasy X-2 e che vede Yuna, Rikku e Paine riunirsi per la scalata di una torre, seguendo le logiche di un roguelike a turni con visuale dall’alto (solo per gli irriducibili e per chi, di Yuna e compagne, non ne ha mai abbastanza).
sia Final Fantasy X che Final Fantasy X-2 vedono l’inclusione di tutti gli extra delle edizioni Director’s Cut
Infine, un breve commento tecnico relativo a questa edizione Steam, forse la migliore conversione pubblicata da Square Enix di un suo titolo di origine nipponica. Al netto di una differenza non molto tangibile rispetto alla controparte PS4, Final Fantasy X/X-2 HD Remaster gira su hardware anche piuttosto datati e supporta risoluzioni Ultra HD. Con qualche modifica offerta dai modder è già possibile usufruire della traccia audio giapponese, assente dalle edizioni console; inoltre, oltre ai già citati booster, il gioco include una funzione di autosalvataggio che potrebbe tornare utile, ma che non rappresenta una novità importante. E sì, il gioco gira a 30 fps, ma trattandosi di un J-RPG a turni non è davvero necessario lamentarsi, OK?
Questa nuova riproposizione di Final Fantasy X/X-2 HD Remaster su PC – dopo PS3, PS Vita e PS4 – rappresenta senza ombra di dubbio la versione migliore dell’intero lotto. Che lo si ami o lo si odi, da oggi l’unico vero punto di riferimento per chiunque volesse (ri)giocare nei panni di Tidus e Yuna pistolera è solo uno, ed è presente in esclusiva sul listino di Steam.