Sembra strano, perché nel nostro paese è sempre stato trattato come un fenomeno da baraccone, ma in diverse parti del mondo il wrestling gode di buona considerazione. Laddove non è mortificato da una telecronaca basata su epiteti da terza elementare o, peggio ancora, squallide allusioni sessuali, il wrestling viene preso per quello che è: una disciplina che coniuga abilità fisica e spettacolo, raccontando storie semplici che si rifanno al grande archetipo del bene contro il male. Non in tutto il mondo però viene inteso allo stesso modo. In Nord America – dove wrestling è sinonimo di WWE – la parola d’ordine è spettacolarità. Una caratteristica che si riflette nelle trasposizioni videoludiche realizzate da Yuke’s e 2K , da sempre caratterizzate da una maggiore attenzione alla resa rispetto alle meccaniche. In Giappone, invece, sono la tecnica e la psicologia gli elementi tenuti maggiormente in considerazione nella valutazione di un match: un dettaglio ben noto a qualunque appassionato della serie Fire Pro Wrestling, che da trent’anni fa della simulazione e del rigore le sue colonne portanti.
TRA LE CORDE DELLA STORIA
Fatta salva la discutibile versione basata sugli avatar uscita per Xbox 360 nel 2012, è passato più di un decennio dall’ultimo capitolo canonico della saga (Returns per PS2) eppure tutto è ancora al suo posto. Bastano pochi secondi di Fire Pro Wrestling World per accorgersene, giusto il tempo di ritrovarsi faccia a faccia con la scarna schermata iniziale che precede l’approdo su un ring spogliato di ogni elemento superfluo. Nessuna interfaccia, nessun indicatore grafico sullo stato di salute dei wrestler, niente statistiche o pulsanti a video: solo i lottatori, l’arbitro e le corde a contenerli. Eppure a un occhio allenato tutte le indicazioni necessarie per capire l’andamento del match sono ben in evidenza. Uno dei due lottatori ad esempio è in chiaro debito di ossigeno e i suoi tempi di recupero si stanno allungando sempre più. Di contro, l’altro inizia a mandare a segno i suoi colpi con sempre maggior frequenza: prima ha fiaccato l’avversario con quelli leggeri, mentre ora sta preparando il terreno a quelli pesanti prima di sfoderare la finisher con cui porre fine alla contesa. Non bisogna però commettere l’errore di dare l’esito del match per scontato. Basta sbagliare il tempismo nell’esecuzione di una presa per innescare una catena di eventi che potrebbero portare l’incontro verso una piega inaspettata anche solo qualche secondo prima.
Nessuna interfaccia, nessun indicatore grafico sullo stato di salute dei wrestler, niente statistiche o pulsanti a video
LA DURA LEGGE DEL RING
La fluidità con cui procedono gli incontri, anche i deathmatch tra corde elettrificate, trasmettono la sensazione di una semplicità che è solo apparente. Sotto il ring, Fire Pro Wrestling World replica anche in chiave moderna quella profondità e complessità che lo hanno reso un titolo cult. Detto in altri termini, chi non ha mai giocato ai capitoli precedenti si troverà parecchio spiazzato da un approccio lontano anni luce dagli altri giochi di wrestling che si sono imposti negli ultimi anni, quindi meno immediato e molto più ragionato. Poco male, considerando che l’ultimo capitolo realizzato da Spike Chunsoft è concepito per essere giocato per centinaia di ore, o forse addirittura anni come accaduto a Returns, la cui comunità di appassionati ha resistito per un paio di lustri. In questo senso un ruolo importante è giocato dalla nuova modalità Fighting Road, in cui il giocatore viene messo nei panni di un novellino della NJPW, la federazione giapponese più importante al giorno d’oggi, impegnato nella scalata al massimo alloro. L’occasione è buona per mettere in mostra il roster della NJPW, di cui Spike Chunsoft ha acquisito i diritti, ma anche per condurre il giocatore alle prime armi attraverso una sorta di tutorial mascherato che consente di apprendere tutte quelle nozioni rimaste escluse dalle Missioni, in teoria la vera e propria modalità allenamento. Il percorso verso la gloria, disponibile su PC come DLC a pagamento, è inoltre accompagnato da una serie di vignette grafiche che portano avanti la trama, rispettando appieno lo stile e l’approccio del wrestling giapponese, di sicuro spiazzante, ma anche parecchio divertente per uno spettatore occidentale.
Anche questa versione next-gen include al suo interno un editor dalla versatilità immane
Sarebbe un peccato lasciarsi condizionare dall’aspetto grafico poco invitante
Fire Pro Wrestling World è fedele alla linea. Il che significa proporre oggi una grafica datata, menù ridotti all’osso e una certa rigidità di fondo. Ma anche un gioco di wrestling sconfinato, che si prefigge di replicare gli aspetti più tecnici e psicologici della disciplina offrendo un modello rigoroso, ma molto appagante una volta padroneggiato. Serve un investimento in termini di ore e di impegno per ricavare soddisfazione da Fire Pro Wrestling World, ma qualora si sia disposti a sostenerlo si viene ripagati con un gioco che può durare, letteralmente, decenni.