Forgive Me Father – Recensione

PC

Cosa succede se si usa ciò che ha partorito la fervida fantasia di H.P. Lovecraft e si infila tutto in un FPS dotato di un art style da fumetto e un gameplay vecchia maniera? Succede che ti ritrovi fra le mani Forgive Me Father.

Sviluppatore / Publisher: Byte Barrel / 1C Entertainment Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 3 Disponibile Su: PC (Steam) Data di Lancio: 7 aprile

Forgive Me Father è uno shooter in prima persona che strizza l’occhio a chi ama gli scritti del Solitario di Providence, a chi ha nostalgia del mitico DOOM di una volta e a chi è disposto a soprassedere su qualche difetto in nome del divertimento.

L’IRRESISTIBILE FASCINO DELL’ORRORE

Sviluppato da Byte Barrel, un piccolo studio indipendente con sede in Polonia, quello che ci troviamo davanti è un FPS fortemente legato alle opere di Lovecraft, un’inesauribile miniera d’oro per gli amanti dell’horror e autentica musa ispiratrice trasversale capace di travalicare i confini della letteratura fino a influenzare infinite generazioni di artisti d’ogni genere. Se piace il genere suggerisco di leggere W.H. Hodgson, colui che fu fonte d’ispirazione proprio per H.P. Lovecraft, ma se prediligete andare a caccia di mostruosità anziché leggerne le orripilanti gesta allora Forgive Me Father potrebbe fare al caso vostro.

Forgive Me Father Recensione

Sprite 2D in un ambiente 3D, ecco cosa si intende.

LA DIFFICOLTÀ è TARATA VERSO L’ALTO FIN DA SUBITO, QUINDI SIATE PRONTI

Ambientato in un oscuro mondo 3D popolato da immonde creature in 2D, questo sparatutto è caratterizzato da una scarsa voglia di facilitare la vita al giocatore già a livello di difficoltà normale, il quale si ritrova subito gettato nella mischia senza grandi preamboli narrativi. Dopo aver scelto fra un prete e una giornalista dotati di abilità uniche, ci si deve fare largo attraverso orde di creature abominevoli prestando attenzione a non sperperare le munizioni giacché non è che abbondino. L’impostazione del gameplay è volutamente vecchia scuola, è veloce e priva di fronzoli, ergo chi ha un buon numero di FPS vintage nel proprio bagaglio d’esperienze riconoscerà dopo un paio di uccisioni i classici stilemi ludici di un’epoca lontana e, probabilmente, sorriderà raccogliendo le prime chiavi, i power-up e le munizioni.

Forgive Me Father Recensione

L’albero dei talenti e un upgrade di dubbia natura alla doppietta.

È interessante notare come, pur rientrando nella sottocategoria “boomer shooter”, Forgive Me Father si prodighi nel contaminare la tradizionale azione frenetica e “ignorante” di un qualsiasi epigono di DOOM con una lieve screziatura GdR. Si tratta per la verità di un sistema di progressione non eccessivamente profondo, però spesso quanto basta per risultare una buona idea. Uccidere dà esperienza, la quale a sua volta serve per salire di livello e fornire punti abilità da investire in uno dei rami dell’albero dei talenti. Ciò permette di potenziare in maniera poco ortodossa le armi, alcuni gadget come la lanterna con cui bandire temporaneamente l’oscurità o le skill del personaggio (quattro per ciascun alter ego), oltre naturalmente ad aumentare la rigiocabilità dell’opera.

FORGIVE ME FATHER, UNO SHOOTER MALEDETTO

Forgive Me Father sa farsi apprezzare grazie a un’azzeccata atmosfera dalle intense tinte dark e a un feeling anni ’90 che, ne sono sicuro, farà breccia laddove la passione per i videogiochi è più stagionata; è uno shooter maledetto, splatter, capace di elargire copiose dosi di adrenalina a chi saprà entrare in sintonia con la sua anima nera. Purtroppo però non è esente da alcuni inciampi di varia natura che finiscono per esacerbare una struttura già di per sé poco incline al perdono. Mi riferisco a un level design globalmente poco convincente in primis, ma anche a un bilanciamento così così oppure a un’abbondanza di anfratti eccessivamente scuri che impediscono di scorgere i nemici in tempo utile. A onor del vero quest’ultimo non sarebbe un gran problema se il sistema di salvataggio funzionasse come si deve, peccato che non sia questo il caso: si può salvare solo in… pittoreschi punti prestabiliti, posizionati non sempre alle giuste distanze e che – in pratica – fungono da trait d’union fra una serie di arene e quelle successive. Quando capita di morire – e ci sta, dato l’elevato numero di nemici sbucati dal nulla che sovente ci si ritrova ad affrontare – può anche capitare quindi di doversi sciroppare ancora e ancora sezioni di lunghezza/difficoltà variabile, con tutto ciò che ne consegue in termini di ripetitività.

Forgive Me Father Recensione

Il nome dell’arma è Thunderonomicon MKII. Chi ha detto Abdul Alhazred?

La presenza di queste imperfezioni più o meno fastidiose nella fruizione del gioco è un vero peccato perché le idee interessanti ci sono, quella del fattore follia ne è piccolo esempio. Uccidere nemici e bere alcool permette di potenziare il personaggio e le skill, una meccanica che spiega chiaramente quanto Forgive Me Father sia uno shooter nel senso più puro del termine: si spara – possibilmente in testa – agli innumerevoli orrori che ci si parano davanti, si schivano una miriade di attacchi ravvicinati o a distanza, si sclera per la quantità esigua di munizioni e si ripete il tutto per una stressante decina di ore circa, il tempo necessario per arrivare alla fine di una storia narrata principalmente tramite gli oggetti sparsi per le mappe.

FORGIVE ME FATHER NON È ADATTO A TUTTI, MA HA INDUBBIAMENTE UNA FORTE PERSONALITÀ E UN RITMO GALVANIZZANTE

Forgive Me Father non è uno shooter single player adatto a tutti, men che meno a chi non ha voglia di sbattere la testa contro uno sparatutto a cui non interessa affatto indorare la pillola né venire incontro al giocatore. I difetti purtroppo ci sono e si vedono, alcuni gravano maggiormente sull’esperienza mentre altri fanno solo alzare il sopracciglio alla Carletto Ancelotti, tuttavia bisogna dare atto agli sviluppatori di aver saputo realizzare un gioco indubbiamente dotato di una personalità forte, galvanizzante quando il ritmo si mantiene su alti livelli senza che subentri la ripetitività e di un’atmosfera azzeccata al punto da non sfigurare nemmeno quando si pensa che la fonte d’ispirazione si chiama H.P. Lovecraft.

In Breve: Senza i problemi di level design e i checkpoint da sistemare, ora leggereste di un FPS ambientato fra orrori cosmici e abissi insondabili di lovecraftiana fattura, frenetico e inflessibile, artisticamente affascinante, arricchito da idee contemporanee ma capace di resuscitare antiche sensazioni per venti euro. Forgive Me Father ha una personalità particolare che non lo rende appetibile a chiunque, tuttavia a frenarlo davvero sono dei difetti difficili da ignorare una volta compreso come non siano problemi in cui ci si imbatte sporadicamente, è proprio così che è stato progettato il gioco.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 16 GB di Ram e SSD
Com’è, Come Gira: Forgive Me Father non richiede grandi configurazioni per girare decentemente, con quella di prova ha tenuto i 60 fps fissi in 4K ma avevo il V-sync attivo. Nonostante ciò è davvero gagliardo con quel suo stile à la Darkest Dungeon, da fumetto dell’occulto dai tratti volutamente marcati. Mescolando sfondi 3D a sprite 2D sempre rivolti verso il protagonista, il gioco appaga tanto l’occhio quanto l’orecchio grazie a una soundtrack poderosa che accompagna l’azione con lodevole coerenza, come dimostrano i potenti pezzi metal.

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Pro

  • Comparto grafico e atmosfera azzeccati / Finché non si spezza il ritmo è tanta roba / Bel mix fra old style e tempi moderni.

Contro

  • Il level design lascia a desiderare / Sistema di salvataggio da rivedere / Può risultare inutilmente ripetitivo.
7.5

Buono

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