Backleground
07-08-16, 05:20
Mio zio ha accolto in casa sua un senzatetto circa 25 anni fa. Lo ha trovato in giro per la città e da allora vivono insieme. Adesso accudisce mio zio che ha praticamente un piede nella fossa, ma dopo la sua morte non ho idea di che fine farà. Non ha una casa nè un lavoro e mio zio è preoccupato anche per questo.
E' intelligente, un tipo in gamba ed è sempre sorridente. E l'esperienza mi ha insegnato che chi sorride sempre se la passa male dentro.
L'ho visto per la prima volta quando avevo quattro anni, mi ha raccontato che mi piaceva un sacco giocare con lui e che siamo diventati subito amici. Ora l'ho rivisto dopo 19 anni e gli ho detto chiaramente che non mi ricordavo di lui :bua:
C'è un via vai continuo di gente che va a trovare mio zio ma mi sono reso conto che 'sto tipo in qualche modo mi ammira dal modo in cui si pone con me e non con gli altri. Probabilmente è perchè abbiamo sviluppato lo stesso modo di vedere le cose.
Fatto sta che non ho idea di come aiutarlo. L'ideale sarebbe passare del tempo con lui per "riportarlo in vita" ma A) io ho 23 anni e lui va per i 50 e B) fra qualche settimana andrà via.
Ho paura ad affrontare il discorso con lui primo perchè è difficile prenderlo in disparte, secondo perchè non voglio toccare un tasto dolente. Se ti viene data la possibilità di rimetterti in sesto e rinunci, mi viene da pensare che sia per qualcosa che ha fatto di cui si pente o più semplicemente per l'autostima sottoterra. Che è paradossale perchè ha tutte le carte in regola per avere una vita normale.
Poi con i discorsi, a parole, non si va da nessuna parte. E' facile dire puoi fare questo e quello, ma l'input ad agire lo abbiamo solo quando sappiamo che abbiamo gli strumenti, il tempo e la conoscenza adatti a fare qualcosa. Quindi mi viene da pensare che il più grande aiuto che potrei dargli è riaccendergli il desiderio di avere una famiglia, un lavoro, una passione a cui dedicarsi. Epperò resta il problema che io ho solo 23 anni e non posso portarlo a fare serata o mandare curriculum con me, c'è anche il discorso della dignità, a 50 anni non può arrivare un ragazzino di 23 a dirti cosa devi o non devi fare.
Che posso fare?
E' intelligente, un tipo in gamba ed è sempre sorridente. E l'esperienza mi ha insegnato che chi sorride sempre se la passa male dentro.
L'ho visto per la prima volta quando avevo quattro anni, mi ha raccontato che mi piaceva un sacco giocare con lui e che siamo diventati subito amici. Ora l'ho rivisto dopo 19 anni e gli ho detto chiaramente che non mi ricordavo di lui :bua:
C'è un via vai continuo di gente che va a trovare mio zio ma mi sono reso conto che 'sto tipo in qualche modo mi ammira dal modo in cui si pone con me e non con gli altri. Probabilmente è perchè abbiamo sviluppato lo stesso modo di vedere le cose.
Fatto sta che non ho idea di come aiutarlo. L'ideale sarebbe passare del tempo con lui per "riportarlo in vita" ma A) io ho 23 anni e lui va per i 50 e B) fra qualche settimana andrà via.
Ho paura ad affrontare il discorso con lui primo perchè è difficile prenderlo in disparte, secondo perchè non voglio toccare un tasto dolente. Se ti viene data la possibilità di rimetterti in sesto e rinunci, mi viene da pensare che sia per qualcosa che ha fatto di cui si pente o più semplicemente per l'autostima sottoterra. Che è paradossale perchè ha tutte le carte in regola per avere una vita normale.
Poi con i discorsi, a parole, non si va da nessuna parte. E' facile dire puoi fare questo e quello, ma l'input ad agire lo abbiamo solo quando sappiamo che abbiamo gli strumenti, il tempo e la conoscenza adatti a fare qualcosa. Quindi mi viene da pensare che il più grande aiuto che potrei dargli è riaccendergli il desiderio di avere una famiglia, un lavoro, una passione a cui dedicarsi. Epperò resta il problema che io ho solo 23 anni e non posso portarlo a fare serata o mandare curriculum con me, c'è anche il discorso della dignità, a 50 anni non può arrivare un ragazzino di 23 a dirti cosa devi o non devi fare.
Che posso fare?