Howard TD
07-08-16, 11:33
"Esprimiamo viva soddisfazione per il lavoro dell’Assemblea Legislativa della regione Emilia-Romagna che ha approvato con i voti di PD, SEL, l’Altra Emilia-Romagna la risoluzione che estende il reato di apologia di Fascismo anche alla vendita di gadget fascisti e nazisti. Risoluzione alla quale l’ANPI ha contribuito con una presa di posizione pubblica, già nel momento del dibattimento consigliare": così in una nota stampa congiunta Ivano Artioli, Presidente ANPI Ravenna e Mirco Bagnari, consigliere regionale Emilia-Romagna.
"È giusto interrompere il commercio di gadget che riportano le immagini del regime fascista - proseguono Artioli e Bagnari -, nonché dello stesso Benito Mussolini che fu per un ventennio, duce, dittatore, capo del fascio e poi responsabile con Hitler della nascita della Repubblica Sociale Italiana e di aver per questo tradito l’armistizio dell’8 settembre ’43, facendo patire agli italiani per ben 19 mesi una guerra che avrebbe dovuto essere finita.
Va ribadito che nella nostra terra la Resistenza, oltre a liberarci dal nazifascismo, fu protagonista del passaggio dalla dittatura alla democrazia recuperando ed elaborando, già negli anni che vanno dal 1943 al 1945, un pensiero libero, sociale, egualitario che sarà poi ben espresso nella prima parte della Costituzione.
Gli emiliani-romagnoli s’impegnarono come partigiani combattenti e come politici insieme a generosi patrioti. Una popolazione intera partecipò alla Resistenza in varie forme, ma sempre sapendo bene che combatteva per una nuova Italia. Donne e uomini che erano consapevoli del rischio della deportazione nei lager e del martirio. Martirio e deportazione che colpì tanti nostri corregionali, da Piacenza a Rimini".
"Ricordiamo - aggiungono Artioli e Bagnari - che la legge fondamentale dello Stato è la Costituzione e che all’articolo XII delle disposizioni transitorie e finali così recita: 'è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma del partito fascista'. Da questa discendono poi le successive leggi Scelba e Mancino che condannano l’apologia di fascismo. Apologia che i gadget di sicuro creano e alimentano. Senza sottovalutare che i punti vendita di questi diventano momenti aggregativi di un nuovo fascismo.
L’Assemblea Legislativa della regione Emilia-Romagna ha con questa risoluzione condotto una battaglia antifascista modernissima nella legalità delle istituzioni democratiche, alla quale va dato seguito affinché alla legge venga data pratica esecuzione".
"È giusto interrompere il commercio di gadget che riportano le immagini del regime fascista - proseguono Artioli e Bagnari -, nonché dello stesso Benito Mussolini che fu per un ventennio, duce, dittatore, capo del fascio e poi responsabile con Hitler della nascita della Repubblica Sociale Italiana e di aver per questo tradito l’armistizio dell’8 settembre ’43, facendo patire agli italiani per ben 19 mesi una guerra che avrebbe dovuto essere finita.
Va ribadito che nella nostra terra la Resistenza, oltre a liberarci dal nazifascismo, fu protagonista del passaggio dalla dittatura alla democrazia recuperando ed elaborando, già negli anni che vanno dal 1943 al 1945, un pensiero libero, sociale, egualitario che sarà poi ben espresso nella prima parte della Costituzione.
Gli emiliani-romagnoli s’impegnarono come partigiani combattenti e come politici insieme a generosi patrioti. Una popolazione intera partecipò alla Resistenza in varie forme, ma sempre sapendo bene che combatteva per una nuova Italia. Donne e uomini che erano consapevoli del rischio della deportazione nei lager e del martirio. Martirio e deportazione che colpì tanti nostri corregionali, da Piacenza a Rimini".
"Ricordiamo - aggiungono Artioli e Bagnari - che la legge fondamentale dello Stato è la Costituzione e che all’articolo XII delle disposizioni transitorie e finali così recita: 'è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma del partito fascista'. Da questa discendono poi le successive leggi Scelba e Mancino che condannano l’apologia di fascismo. Apologia che i gadget di sicuro creano e alimentano. Senza sottovalutare che i punti vendita di questi diventano momenti aggregativi di un nuovo fascismo.
L’Assemblea Legislativa della regione Emilia-Romagna ha con questa risoluzione condotto una battaglia antifascista modernissima nella legalità delle istituzioni democratiche, alla quale va dato seguito affinché alla legge venga data pratica esecuzione".