Cesarino
11-04-17, 07:54
http://www.ilpost.it/2016/07/05/il-femminismo-distorto-di-game-of-thrones/
Scrivo di Game of Thrones da quando sono diventata una critica professionista a tempo pieno.
Nello specifico, mi occupo di come la saga di George R.R. Martin e la serie tv di HBO parlino, fondamentalmente, dell’influenza dannosa che la misoginia ha su uomini, donne e intere nazioni.
La serie tv di Game of Thrones non è sempre stata all’altezza delle idee più potenti contenute nei libri di Martin: ci sono immagini di prostitute nude usate come contorno e scene di stupro che, secondo i creatori della serie David Benioff e D.B. Weiss, vanno viste come scene di sesso.
Nella sesta stagione di Game of Thrones abbiamo assistito alla tanto attesa morte di Ramsay Bolton, un mostro spregevole che aveva ucciso suo padre Roose a pugnalate e che aveva dato in pasto ai suoi cani la sua matrigna e il suo fratellastro appena nato. Ma per quanto dolore Ramsay avesse inflitto ad altre persone, era a sua volta il prodotto della misoginia che lui stesso incarnava in modo così tremendo. Ramsay era nato da una donna che Roose aveva stuprato per affermare la sua autorità sulla terra che controllava. Il suo rancore e il suo comportamento predatorio erano il risultato delle libertà concesse agli uomini di Westeros, e rappresentavano una reazione non del tutto irrazionale a un sistema di successione che prima lo aveva privato dei suoi diritti, poi lo aveva riammesso, e aveva finito con l’escluderlo di nuovo.
a disperazione di Olenna sottolinea un’idea inquietante: la vendetta, e non la giustizia, è tutto quello che persino le donne più potenti di Westeros ed Essos hanno a disposizione. Guardare la mascella del proprio stupratore che viene dilaniata dai suoi stessi cani e dare fuoco ai propri aguzzini può anche generare un lampo di euforia. Ma la libertà è un’altra cosa.
:snob:
Scrivo di Game of Thrones da quando sono diventata una critica professionista a tempo pieno.
Nello specifico, mi occupo di come la saga di George R.R. Martin e la serie tv di HBO parlino, fondamentalmente, dell’influenza dannosa che la misoginia ha su uomini, donne e intere nazioni.
La serie tv di Game of Thrones non è sempre stata all’altezza delle idee più potenti contenute nei libri di Martin: ci sono immagini di prostitute nude usate come contorno e scene di stupro che, secondo i creatori della serie David Benioff e D.B. Weiss, vanno viste come scene di sesso.
Nella sesta stagione di Game of Thrones abbiamo assistito alla tanto attesa morte di Ramsay Bolton, un mostro spregevole che aveva ucciso suo padre Roose a pugnalate e che aveva dato in pasto ai suoi cani la sua matrigna e il suo fratellastro appena nato. Ma per quanto dolore Ramsay avesse inflitto ad altre persone, era a sua volta il prodotto della misoginia che lui stesso incarnava in modo così tremendo. Ramsay era nato da una donna che Roose aveva stuprato per affermare la sua autorità sulla terra che controllava. Il suo rancore e il suo comportamento predatorio erano il risultato delle libertà concesse agli uomini di Westeros, e rappresentavano una reazione non del tutto irrazionale a un sistema di successione che prima lo aveva privato dei suoi diritti, poi lo aveva riammesso, e aveva finito con l’escluderlo di nuovo.
a disperazione di Olenna sottolinea un’idea inquietante: la vendetta, e non la giustizia, è tutto quello che persino le donne più potenti di Westeros ed Essos hanno a disposizione. Guardare la mascella del proprio stupratore che viene dilaniata dai suoi stessi cani e dare fuoco ai propri aguzzini può anche generare un lampo di euforia. Ma la libertà è un’altra cosa.
:snob: