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Visualizza Versione Completa : I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione



piergiorgio91
01-02-16, 13:02
Carissimi compagni di viaggio ludico,
scrivo qui per raccontarvi un’esperienza che sicuramente vale la pena approfondire. Che siate d’accordo o meno riguardo l’introduzione in ambito scolastico di strumenti ludici, la vostra opinione è fondamentale per comprendere, sviluppare ed eventualmente concretizzare un nuovo metodo didattico.

Venerdì 29 gennaio, insieme ad alcuni studenti del Convitto Nazionale Umberto I di Torino, abbiamo discusso per due ore di questa tematica. Per iniziare abbiamo compilato un breve sondaggio (i cui risultati potete vedere qui (https://it.surveymonkey.com/results/SM-LK6J26RQ/)) volto semplicemente ad identificare il rapporto che ognuno di noi ha nei confronti del medium videoludico.

Il dibattito si è poi sviluppato su diversi fronti, partendo da alcune domande: perché si dovrebbero usare i videogiochi a scopo didattico? Per quale motivo i professori sono restii all’uso di questo metodo? In che modo possono essere usati i videogiochi a scuola?

Inevitabilmente la discussione ha toccato tantissime tematiche legate a doppio filo allo strumento ludico. Tra queste ad esempio la durata dell’attenzione, i gap generazionali, la violenza nei videogiochi e i rischi di un’eccessiva immedesimazione, la ricerca di maturità del medium, l’imbrigliamento della censura e il pegi.

Durante le due ore non sono mancati sicuramente gli esempi applicativi. Da una parte idee teoriche che sarebbe bello concretizzare e dall’altra esempi vissuti in prima persona, anche all’estero, o raccontati da amici e conoscenti.

L’articolo “Maestri incappucciati” scritto da Fabio “Drizzt” Di Felice per il numero di gennaio di The Games Machine è ovviamente caduto a fagiolo e ha rappresentato un ottimo spunto di riflessione. In particolare per quanto riguarda il tema dell’appassionarsi allo studio di una materia mediante il videogioco.

manuè
02-02-16, 13:09
i videogiochi possono essere interessanti ed appassionanti, come lo può essere anche un libro, un film, ecc., ma alla fin fine sono giochi e quindi la loro principale ragion d'essere, oltre che a far guadagnare chi li produce, è l'essere di intrattenimento, passatempo e in definitiva divertire.

Matsetes
02-02-16, 14:00
"Studium" in latino significava principalmente divertimento, quindi perché no?
Se vengono usati romanzi, film e gite d'istruzione, perché no ai videogiochi? Il problema è che le generazioni attuali di insegnanti sono completamente ignoranti sul mezzo e quindi lo userebbero male, certamente. C'è bisogno di ancora molto tempo...

piergiorgio91
02-02-16, 14:03
i videogiochi possono essere interessanti ed appassionanti, come lo può essere anche un libro, un film, ecc., ma alla fin fine sono giochi e quindi la loro principale ragion d'essere, oltre che a far guadagnare chi li produce, è l'essere di intrattenimento, passatempo e in definitiva divertire.

Proprio per questo motivo possono essere degli ottimi veicoli d'informazioni. Divertendosi si apprende come minimo "il doppio" :p

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"Studium" in latino significava principalmente divertimento, quindi perché no?
Se vengono usati romanzi, film e gite d'istruzione, perché no ai videogiochi? Il problema è che le generazioni attuali di insegnanti sono completamente ignoranti sul mezzo e quindi lo userebbero male, certamente. C'è bisogno di ancora molto tempo...

Non solo lo userebbero male, ma al momento il problema è che non lo userebbero affatto! Secondo te, tra i tanti motivi, qual è quello principale che impedisce agli insegnanti di sfruttare i videogiochi?

Matsetes
02-02-16, 14:05
Secondo me il fatto che non abbiano cultura. Non avendola riempiono il buco con pregiudizi e falsità.
Tutti dicono che la matematica fa schifo, quindi tutti odiano la matematica e se ne vantano. Allo stesso modo, tutti dicono che i videogiochi sono perdita di tempo e fanno nascere persone violente e quindi tutti confermano.

manuè
02-02-16, 14:10
"Studium" in latino significava principalmente divertimento, quindi perché no?
può darsi al tempo dell'impero romano, ma già almeno dal tempo di dante è sinonimo di rottura di scatole :asd:

Se vengono usati romanzi, film e gite d'istruzione, perché no ai videogiochi?
passi per i romanzi, ma quando mai film e gite sono stati realmente d'istruzione? al massimo saranno stati distruzione, senza apostrofo :asd:

Il problema è che le generazioni attuali di insegnanti sono completamente ignoranti sul mezzo e quindi lo userebbero male, certamente. C'è bisogno di ancora molto tempo...
i videogiochi sono tentazioni de lo dimonio! :twisted:

Matsetes
02-02-16, 14:20
Dipende da come concepisci tu lo studio...
Io ho solo avuto nella mia esperienza film e gite davvero istruttivi. Con film profondi e dai messaggi importanti e formativi e gite con visite a musei di tutto rispetto

manuè
02-02-16, 15:43
per tutti gli anni nei quali sono andato a scuola da alunno (1975-1990), film, gite e quant'altro, anche le assemblee d'istituto, erano principalmente un modo per non fare lezione, possibilmente dandosi alla pazza gioia, tentando in ogni modo di essere fonte di fastidio e imbarazzo per gli insegnanti... anche se questo aveva come conseguenza la "tumefazione" una volta tornati a casa :bua:

Matsetes
02-02-16, 15:53
Certo, credo dipenda anche da scuola a scuola...

Mr Yod
02-02-16, 15:55
Proprio per questo motivo possono essere degli ottimi veicoli d'informazioni. Divertendosi si apprende come minimo "il doppio" :p
http://i66.tinypic.com/107n9ft.jpg

:asd:

manuè
02-02-16, 16:38
Certo, credo dipenda anche da scuola a scuola...
dai una scorsa veloce qui http://www.thegamesmachine.it/forum/showthread.php/2019-il-topic-degli-aneddoti-scolastici-del-passatoh :asd:

CX3200
02-02-16, 17:05
qualche mese fa ho giocato a Valiant Hearts: The Great War

e mentre lo giocavo ho pensato come sarebbe stato uno strumento didattico perfetto, un videogioco non impegnativo e nemmeno "violento" (nonostante il tema trattato) quindi adatto a tutti, ma che fa vivere anche se forse solo superficialmente un 'importante avvenimento storico, con tante piccole curiosità (come gli oggetti d'uso comune dei soldati)


usato in classe, magari dalle scuole media in su, con il professore che spiega passo passo o anche come "compito" a casa, sicuramente alcune cose rimarrebbero più impresse nella testa degli studenti che il solito capitolo del libro ripetuto a pappagallo ma non capito

Azathoth
02-02-16, 17:36
Per me i videogiochi servono come stimolo per approfondire degli argomenti noiosi, oppure per mostrare concretamente dei concetti che sarebbero troppo difficili da capire: ad esempio io ho ripreso a leggere i libri di storia dopo il primo Age of empire, mentre prima di Pazer general 2 non m'interessava per niente la II GM.

Chiaramente va anche detto che certi tipi di giochi tendono ad attirare determinate persone, ad esempio è difficile che una persona a digiuno di storia compri Napoleon total war, anche se possono verificarsi delle eccezioni.

L'ideale sarebbe giocare ad un Assassin creed e chiedersi poi come era veramente quel periodo, un pò come quelle persone che dopo a aver lanciato un incantesimo per fermare il tempo, vogliono capire cosa dice la scienza riguardo al tempo: naturalmente per fare questo discorso bisogna avere tanta curiosità, se siete tra quelle persone che vogliono solo giocare e/o avete paura della cultura, lasciate perdere che sprechereste solo tempo e denaro.

manuè
03-02-16, 08:35
sia la storia in generale che quella delle guerre in particolare, che poi ne è la maggior parte, è interessante di suo, il problema è che in classe viene insegnata come un'ammucchiata di sterili date e decisioni a livello politico, da imparare a memoria e ripetere a pappagallo, roba che farebbe addormentare anche il "poeta soldato" :asd:.
dovrebbero invece far conoscere i fatti anche a livello delle singole persone, fatti che non mancano, sia nella vita quotidiana che nei racconti di guerra raccontati dai soldati stessi e questo senza cercare di indorare la pillola e di edulcorarle eliminando le parti più violente e sanguinose, che sono parte integrante e assolutamente non secondarie delle vicende stesse.

Necronomicon
03-02-16, 10:24
Per me non vanno assolutamente introdotti nella didattica. Non almeno i videogiochi che si intendono come propriamente videogiochi. La questione è quale sia lo scopo della didattica, in primo luogo.
Videogioco per imparare cosa?
Non c'è una materia che non possa essere insegnata in maniera più efficace con altri strumenti che non siano videogiochi.

Miles teg
03-02-16, 15:26
Mah vedendo le "resistenze" al registro elettronico, mi immagino i casini con i VG :D

Scherzi a parte, i film e le gite scolastiche, erano una piacevole variazione allo studio classico sul libro, ma si trattava di qualcosa di facoltativo, che non tutti i prof sfruttavano/ sapevano sfruttare.

Il discorso è che se vuoi usare il vg a scopo didattico devi capire prima che tipo di istruzione possa offrire. Sicuramente io ci ho imparato un botto di parole in inglese, ad esempio, ma è un po' pochino per spingerlo nella didattica. Mi sembra più una cosa che può aiutare "a casa" che una cosa che vada introdotta a scuola comunque

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piergiorgio91
03-02-16, 17:33
qualche mese fa ho giocato a Valiant Hearts: The Great War

e mentre lo giocavo ho pensato come sarebbe stato uno strumento didattico perfetto, un videogioco non impegnativo e nemmeno "violento" (nonostante il tema trattato) quindi adatto a tutti, ma che fa vivere anche se forse solo superficialmente un 'importante avvenimento storico, con tante piccole curiosità (come gli oggetti d'uso comune dei soldati)


usato in classe, magari dalle scuole media in su, con il professore che spiega passo passo o anche come "compito" a casa, sicuramente alcune cose rimarrebbero più impresse nella testa degli studenti che il solito capitolo del libro ripetuto a pappagallo ma non capito

Esattamente quello che abbiamo pensato noi! Si tratta di un gioco emotivo che riesce a trascinarti in un momento storico spesso studiato in modo freddo e distaccato.

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:rotfl: Civilization non è sicuramente l'esempio appropriato :p

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dai una scorsa veloce qui http://www.thegamesmachine.it/forum/showthread.php/2019-il-topic-degli-aneddoti-scolastici-del-passatoh :asd:

Tu parti già dal presupposto che l'istruzione in sé non abbia senso, a quanto pare :asd:

piergiorgio91
03-02-16, 17:44
Per me i videogiochi servono come stimolo per approfondire degli argomenti noiosi, oppure per mostrare concretamente dei concetti che sarebbero troppo difficili da capire: ad esempio io ho ripreso a leggere i libri di storia dopo il primo Age of empire, mentre prima di Pazer general 2 non m'interessava per niente la II GM.

Chiaramente va anche detto che certi tipi di giochi tendono ad attirare determinate persone, ad esempio è difficile che una persona a digiuno di storia compri Napoleon total war, anche se possono verificarsi delle eccezioni.

L'ideale sarebbe giocare ad un Assassin creed e chiedersi poi come era veramente quel periodo, un pò come quelle persone che dopo a aver lanciato un incantesimo per fermare il tempo, vogliono capire cosa dice la scienza riguardo al tempo: naturalmente per fare questo discorso bisogna avere tanta curiosità, se siete tra quelle persone che vogliono solo giocare e/o avete paura della cultura, lasciate perdere che sprechereste solo tempo e denaro.

La base dell'istruzione è comunque la curiosità. Quindi se non si ha curiosità non sì va da nessuna parte, né davanti ad un libro né tantomeno di fronte ad un videogioco. I videogiochi possono essere appunto uno spunto per appassionarsi, ma arrivare addirittura ad insegnare divertendosi. In quest'ultimo caso c'è però bisogno di un videogioco sviluppato per essere istruttivo.

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Per me non vanno assolutamente introdotti nella didattica. Non almeno i videogiochi che si intendono come propriamente videogiochi. La questione è quale sia lo scopo della didattica, in primo luogo.
Videogioco per imparare cosa?
Non c'è una materia che non possa essere insegnata in maniera più efficace con altri strumenti che non siano videogiochi.

Personalmente credo che lo scopo della didattica sia far apprendere, appassionare e stimolare la curiosità. Cosa di queste cose non può essere fatta attraverso un videogioco? :p

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Mah vedendo le "resistenze" al registro elettronico, mi immagino i casini con i VG :D

Scherzi a parte, i film e le gite scolastiche, erano una piacevole variazione allo studio classico sul libro, ma si trattava di qualcosa di facoltativo, che non tutti i prof sfruttavano/ sapevano sfruttare.

Il discorso è che se vuoi usare il vg a scopo didattico devi capire prima che tipo di istruzione possa offrire. Sicuramente io ci ho imparato un botto di parole in inglese, ad esempio, ma è un po' pochino per spingerlo nella didattica. Mi sembra più una cosa che può aiutare "a casa" che una cosa che vada introdotta a scuola comunque

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Bisogna considerare che si può parlare anche di videogiochi sviluppati a scopo didattico. Non solo i prodotti commerciali venduti esclusivamente per intrattenere.

Miles teg
03-02-16, 18:12
Ah ma allora mi sembra che più che videogiochi, tu intenda un'istruzione interattivo, con uso di materiale audiovisivo?

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piergiorgio91
03-02-16, 18:40
Ah ma allora mi sembra che più che videogiochi, tu intenda un'istruzione interattivo, con uso di materiale audiovisivo?

Perché pensi che intenda questo? Non è difficile pensare a videogiochi divertenti, ma che siano anche didattici. Pensa ad un Assassin's Creed più lineare e storicamente più corretto per insegnare la storia. Un viaggio all'interno di un quadro o di un romanzo, accompagnati o interpretando il ruolo dell'artista per lo studio dell'arte e della letteratura. Simulazioni per lo studio delle scienze naturali e matematiche. Di idee e possibilità ce ne sono tantissime.

Un divertente esempio che mi hanno raccontato i ragazzi dell'Umberto I è di un professore che per spiegare i moti parabolici ha utilizzato Angry Birds. Ovviamente in questo caso si tratta di un gioco pensato esclusivamente per l'intrattenimento, ma non è così difficile immaginare applicazioni più didattiche di gameplay ugualmente divertenti.

Miles teg
04-02-16, 00:12
Mah sono scettico. OK quella di angry birds è stata una bella trovata e se ne possono pensare altre, sopratutto a livello di puzzle game, ma stiamo parlando di un'oretta di gioco all'anno, se va bene

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amk
04-02-16, 06:50
Pensate a Sandbox Universe. Beh, quella si che sarebbe una figata se usato correttamente!

Azathoth
04-02-16, 07:31
C'é anche Plague.inc che puó fornire alcune nozioni basilari di biologia.

Shog-goth
04-02-16, 07:34
Certamente un gioco come Hearts of Iron potrebbe (e sottolineo potrebbe) essere utile a scopo didattico, ma temo che per la maggior parte degli alunni sarebbe indistinguibile da una lezione "vera" ed ugualmente noioso. :asd:

La grossa pecca dell'istruzione italiana (anzi, una delle tante) è la mancanza di applicazione pratica in laboratorio (che non ci sono) delle conoscenze (più o meno) apprese e l'assoluto scollegamento dal mondo reale e soprattutto da quello del lavoro. Penso che quello dei videogiochi sia un (non) problema irrilevante, c'è ben altro di cui (pre)occuparsi...

manuè
04-02-16, 07:56
Tu parti già dal presupposto che l'istruzione in sé non abbia senso, a quanto pare :asd:
ci sono "dentro" da più di 20 anni, parlo con cognizione di causa: da quando hanno cominciato a fare le pseudoriforme a metà circa degli anni '90 (che come tutto in megic italy very bello, serve a far guadagnare gli amici degli amici), è una emerita pagliacciata, si fa di tutto tranne che insegnare :asd3:

piergiorgio91
04-02-16, 10:41
ci sono "dentro" da più di 20 anni, parlo con cognizione di causa: da quando hanno cominciato a fare le pseudoriforme a metà circa degli anni '90 (che come tutto in megic italy very bello, serve a far guadagnare gli amici degli amici), è una emerita pagliacciata, si fa di tutto tranne che insegnare :asd3:

Ti faccio solo notare che l'insegnamento lo fanno i professori, non le riforme. Molti docenti continuerebbero ad insegnare con passione anche senza una classe e in mezzo ad un bosco :)

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Certamente un gioco come Hearts of Iron potrebbe (e sottolineo potrebbe) essere utile a scopo didattico, ma temo che per la maggior parte degli alunni sarebbe indistinguibile da una lezione "vera" ed ugualmente noioso. :asd:

La grossa pecca dell'istruzione italiana (anzi, una delle tante) è la mancanza di applicazione pratica in laboratorio (che non ci sono) delle conoscenze (più o meno) apprese e l'assoluto scollegamento dal mondo reale e soprattutto da quello del lavoro. Penso che quello dei videogiochi sia un (non) problema irrilevante, c'è ben altro di cui (pre)occuparsi...

Certo che se prendi come esempio Hearts of Iron ti vuoi proprio tirare una martellata sulle palle :p

È ovvio che l'istituzione scolastica italiana abbia tanti problemi dovuti ai finanziamenti, ma proprio per questo i videogiochi rappresenterebbero una novità a costo zero ;)

Miles teg
04-02-16, 10:46
Costo zero?

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piergiorgio91
04-02-16, 11:00
Costo zero?

Basta un PC attaccato ad un proiettore :p Ora molte scuole hanno anche l'aula LIM (lavagna interattiva multimediale).

keiser
04-02-16, 11:52
a me sarebbe piaciuti usare forza motorsport o assetto corsa per lo studio della fisica e del moto dei corpi (e non solo), probabilmente mi sarei divertito di più :sisi:

Shog-goth
04-02-16, 12:01
Certo che se prendi come esempio Hearts of Iron ti vuoi proprio tirare una martellata sulle palle :p;)
In realtà è una delle mie serie preferite, certo che se anche tu che vorresti "insegnare" coi videogiochi ritieni uno strategico di questa profondità una "martellata sulle palle" direi proprio che non ci siamo. Preferiresti Bayonetta?

Azathoth
04-02-16, 12:49
Onestamente HOI é abbastanza complicato, non credo che sia adatto per le scuole: forse andrebbero meglio giochi come Panzer general 2 oppure Panzer tactics.

Shog-goth
04-02-16, 13:01
Onestamente HOI é abbastanza complicato, non credo che sia adatto per le scuole: forse andrebbero meglio giochi come Panzer general 2 oppure Panzer tactics.
Infatti nel mio primo post ho scritto "potrebbe" ma il succo è che non credo che i videogiochi possano (e debbano) servire a qualcosa nelle scuole, l'edutainment è un'altra cosa...

Azathoth
04-02-16, 13:32
Va anche detto che diversi videogiochi potenzialmente utili per la didattica non sono proprio immediati, quindi ho anch'io dei dubbi ad usarli in ambito scolastico, a parte qualche sessione dimostrativa giocata da una persona esperta.

piergiorgio91
04-02-16, 13:40
In realtà è una delle mie serie preferite, certo che se anche tu che vorresti "insegnare" coi videogiochi ritieni uno strategico di questa profondità una "martellata sulle palle" direi proprio che non ci siamo. Preferiresti Bayonetta?

Ovviamente la mia era una battuta :p
Io adoro gli strategici. Non ho mai giocato a Hearts of Iron, ma ho consumato ad esempio Europa Universalis. Ritengo però che non sia adatto ad un pubblico eterogeneo come potrebbe essere una classe ;)

Senza contare che deve trattarsi di videogiochi adatti anche ai professori :p

Shog-goth
04-02-16, 13:42
a parte qualche sessione dimostrativa giocata da una persona esperta.
Alla sola idea è venuto da sbadigliare pure a me, figuriamoci i "giovani virgulti"... :asd:

piergiorgio91
04-02-16, 13:42
Infatti nel mio primo post ho scritto "potrebbe" ma il succo è che non credo che i videogiochi possano (e debbano) servire a qualcosa nelle scuole, l'edutainment è un'altra cosa...

Perché non dovrebbero? Non pensi possa essere più coinvolgente un gioco rispetto alla visione di un film, ad esempio?

manuè
04-02-16, 13:46
Alla sola idea è venuto da sbadigliare pure a me, figuriamoci i "giovani virgulti"... :asd:
già immagino la scena tipo:
professore: ed è così che funziona... qualche domanda?
alunno: ah professò, ma quando si spara? (riferito al gioco o al professore? ai posters l'ardua sentenza)

:asd:

Shog-goth
04-02-16, 13:47
Perché non dovrebbero? Non pensi possa essere più coinvolgente un gioco rispetto alla visione di un film, ad esempio?
Come ho già detto l'edutainment è una cosa diversa dai videogiochi propriamente detti: una simulazione manageriale realistica ad esempio sarebbe ottima, un qualunque Total War invece no. I piloti di aerei si addestano su simulatori seri, non con Ace Combat...

manuè
04-02-16, 13:53
Perché non dovrebbero? Non pensi possa essere più coinvolgente un gioco rispetto alla visione di un film, ad esempio?
assolutamente no: un film è immediato, racconta una storia, che è da seguire nel tempo del film e ci sono dei personaggi che si impara a conoscere subito (e già anche con i film ci sono degli osannati pipponi sonnolenti assurdi), mentre un videogioco, non fps o action in genere, è una roba lunga da apprendere e da imparare a "giostrare" e non a tutti piace, indipendentemente dall'età.

giusto le avventure grafiche potrebbero essere indicate.

Harry_Lime
04-02-16, 14:01
Il discorso qui avviato è molto interessante, ma anche estremamente complesso e non riducibile al semplice refuso culturale di due generazioni di insegnanti (quella dei quasi pensionati che i videogame li vedono di striscio e quella degli insegnanti videogiocatori o quasi che hanno inziato a crescere con il medium ludico), ma che invece dovrebbe condurre la discussione verso due parametri: esiste un sottogenere di prodotti ludici che hanno davvero uno scopo educativo in ambito scolastico? E secondo: esistono videogame che pur senza questo scopo, possono davvero insegnare qualcosa ad uno studente o dare una esperienza di vita e di maturazione ad un ragazzo?
Ecco, la risposta è Ni.
Per la prima, è importante dire che non bastano prodotti con dentro due righe di storia o che hanno come contesto la ww2 per dire che è un videogioco educativo. Questo perchè l'elemento ludico viene prima dell'elemento storiografico ed educativo, per chi lo produce. Sarebbe come dire che quando da piccolini si giocava coi soldatini e si schieravano tedeschi contro americani divisi da una collina di sabbia, quella è una esperienza educativa per uno studente.
Allora la questione profonda è: perchè tutti i prodotti videoludici apparentemente educativi e studiati per la scuola falliscono? Perchè in quel caso l'elemento principale del gioco, ovvero il divertimento, viene soffocato per l'elemento esterno che è l'educazione didattica.
Certo, ci sono casi a mio avviso interessanti che potrebbero portare ad un buon equilibrio e ad un genere specifico di giochi educativi e questi sono Valiant Hearth e never Alone. Questi a mio avviso hanno un discreto equilibrio, portando il giocatore alla curiosità di approfondire l'evento attivo attraverso la lettura delle slide passive e delle voci off nel gioco.
Il primo, basato sulla grande guerra, fa rivivere un percorso storico ed umano, di sofferenza direi, dei personaggi principali, sbloccando la storiologia degli eventi, mischiando in alcuni casi un eccessivo uso della fantasia nei boss di fine livello (eccessiva se lo si vuole considerare un prodotto educativo). Il secondo mescola il mito del tribale e l'avventura di una terra ghiacciata, per raccontare e incuriosire lo spettatore sulla storia di un popolo che è praticamente estinto.
Ma entrambi i prodotti hanno un vantaggio: hanno un gameplay che funziona, breve e ben calibrato. Insomma, la verità è che a mio avviso a parte rarissimi casi, se si vuole parlare di usare il videogame come strumento di apprendimento nelle scuole, è necessario sviluppare prodotti specifici da professionisti che mettano insieme non solo l'elemento educativo (testo, immagini, video, quello che è), ma anche e soprattutto una gameplay divertente, che immerga il giocatore in un evento credibile, moderno, al passo coi tempi e coi gusti del ragazzo. E questo a mio avviso assorbe risorse economiche e umane talmente elevate che il comparto scolastico di qualsiasi nazione non si può permettere.

Il secondo punto da considerare, è se certi videogiochi con temi estremamente maturi ma slegati dal concetto di educazione, possono davvero lasciare qualcosa di importante a chi li vive.
Cosa intendo: è risaputo che il cinema è spesso parte dell'educazione scolastica. Poniamo come esempio Shindler's list. Se accompagnato dalla visione di un adulto che ne approfondisce le tematiche, è l'esempio classico di film per la scuola. Storiografia, ritmo, emozione, paura. Lascia tanto più per il contenuto forte che per ciò che descrive.
Ora poniamo un esempio estremo nel videoludo: the last of us. Mondo distopico, "zombie", morte, azione, avventura, una storia forte e una narrazione persistente che guida il giocatore dentro i conflittuali sentimenti di Joel ed Ellie. Allora, io credo che in se, questo videogame possa suscitare molte riflessioni se contestualizzato e vissuto in una esperienza scolastica, accompagnata da un professore. Forse, queste 30 ore di lezione pratica in aula potrebbero pure valere una stazione di gioco a testa per ogni studente di una classe. Ma come affronti l'esperienza in toto? Cioè, fai un'ora di gameplay in aula dove joel ed Ellie interagiscono insieme, uccidono i cattivi, sopravvivono, si conoscono e si scambiano alcune batuttute -anche questo parte narrativa imprescindibile per capire le cutscene; bello per i ragazzi eh, ma come le giustifiche queste ore a livello didattico? Poi arrivi alla cutscene e parli di quella per gli altri 30 minuti che ti avanzano?
Allora anche qui la questione è che il mezzo videoludico ha avuto una sua progressione e si distanzia dal cinema in maniera drastica. Se porti in aula solo le cutscene porti dei pezzi di film slegati tra loro. Se porti tutto il videogioco diventa palloso da guardare o troppo lungo per gli insegnanti se lo rendi azione attiva degli studenti.

Quindi, credo che al di là del refuso culturale tra generazioni di insegnanti o tra insegnanti e studenti, il vero punto è che non si può introdurre il videogioco allo stato attuale senza che prima questo medium, subisca un vero sottogenere che è quello del videogioco didattico. ma non fatto con due lire, ma attraverso uno studio sui tempi di reazione e attenzione degli studenti e sulla capacità educativa dell'insegnante. E questo significa modificare la struttura di gioco per creare tempi e pause adatte all'educazione durante l'evento attivo del videogiocare in aula.
E' un percorso interessante, ma richiede un investimento globale enorme. intrigante, affascinante, forse indispensabile, ma a mio avviso pure ingiustificato valutando la situazione fondi mondiale per l'educazione.

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Basta un PC attaccato ad un proiettore :p Ora molte scuole hanno anche l'aula LIM (lavagna interattiva multimediale).
Vedi è questo che non comprendi: se l'esperienza videoludica la vive il professore, tu togli al mezzo il suo scopo. Che è quello di far immagazzinare informazioni agli studenti utilizzatori, attraverso una esperienza attiva.
Tu non fai altro che trasformare un videogioco in un film.
Pessimo e anche ossimorico rispetto a quello che tu vorresti chiamare educazione alternativa.

Shog-goth
04-02-16, 14:07
E comunque noi avevamo già anticipato i tempi alla fine degli anni '80 tentando di distruggere le tastiere dei (già vetusti all'epoca) 8086 del laboratorio grazie ad uno squallido gioco di Olimpiadi in ASCII... :bua:

piergiorgio91
04-02-16, 14:08
assolutamente no: un film è immediato, racconta una storia, che è da seguire nel tempo del film e ci sono dei personaggi che si impara a conoscere subito (e già anche con i film ci sono degli osannati pipponi sonnolenti assurdi), mentre un videogioco, non fps o action in genere, è una roba lunga da apprendere e da imparare a "giostrare" e non a tutti piace, indipendentemente dall'età.

giusto le avventure grafiche potrebbero essere indicate.

Non riesco a capire cosa pensi quando si parla di videogiochi a scuola. Sicuramente non li metti davanti ad un Final Fantasy. Un videogioco didattico dovrebbe avere come prima cosa un gameplay immediato. Qualunque avventura interattiva potrebbe essere adatta. Pensiamo ad un gameplay alla Dear Esther, The Vanishing of Ethan Carter, Ether One ecc.

Harry_Lime
04-02-16, 14:14
Non riesco a capire cosa pensi quando si parla di videogiochi a scuola. Sicuramente non li metti davanti ad un Final Fantasy. Un videogioco didattico dovrebbe avere come prima cosa un gameplay immediato. Qualunque avventura interattiva potrebbe essere adatta. Pensiamo ad un gameplay alla Dear Esther, The Vanishing of Ethan Carter, Ether One ecc.

Hai letto tutto il mio discorso sopra? Capisci che dovrebbero essere gli studenti a vivere OGNUNO l'esperienza singola e non l'insegnante a giocare per loro?

piergiorgio91
04-02-16, 14:22
Il discorso qui avviato è molto interessante, ma anche estremamente complesso e non riducibile al semplice refuso culturale di due generazioni di insegnanti (quella dei quasi pensionati che i videogame li vedono di striscio e quella degli insegnanti videogiocatori o quasi che hanno inziato a crescere con il medium ludico), ma che invece dovrebbe condurre la discussione verso due parametri: esiste un sottogenere di prodotti ludici che hanno davvero uno scopo educativo in ambito scolastico? E secondo: esistono videogame che pur senza questo scopo, possono davvero insegnare qualcosa ad uno studente o dare una esperienza di vita e di maturazione ad un ragazzo?
Ecco, la risposta è Ni.
Per la prima, è importante dire che non bastano prodotti con dentro due righe di storia o che hanno come contesto la ww2 per dire che è un videogioco educativo. Questo perchè l'elemento ludico viene prima dell'elemento storiografico ed educativo, per chi lo produce. Sarebbe come dire che quando da piccolini si giocava coi soldatini e si schieravano tedeschi contro americani divisi da una collina di sabbia, quella è una esperienza educativa per uno studente.
Allora la questione profonda è: perchè tutti i prodotti videoludici apparentemente educativi e studiati per la scuola falliscono? Perchè in quel caso l'elemento principale del gioco, ovvero il divertimento, viene soffocato per l'elemento esterno che è l'educazione didattica.
Certo, ci sono casi a mio avviso interessanti che potrebbero portare ad un buon equilibrio e ad un genere specifico di giochi educativi e questi sono Valiant Hearth e never Alone. Questi a mio avviso hanno un discreto equilibrio, portando il giocatore alla curiosità di approfondire l'evento attivo attraverso la lettura delle slide passive e delle voci off nel gioco.
Il primo, basato sulla grande guerra, fa rivivere un percorso storico ed umano, di sofferenza direi, dei personaggi principali, sbloccando la storiologia degli eventi, mischiando in alcuni casi un eccessivo uso della fantasia nei boss di fine livello (eccessiva se lo si vuole considerare un prodotto educativo). Il secondo mescola il mito del tribale e l'avventura di una terra ghiacciata, per raccontare e incuriosire lo spettatore sulla storia di un popolo che è praticamente estinto.
Ma entrambi i prodotti hanno un vantaggio: hanno un gameplay che funziona, breve e ben calibrato. Insomma, la verità è che a mio avviso a parte rarissimi casi, se si vuole parlare di usare il videogame come strumento di apprendimento nelle scuole, è necessario sviluppare prodotti specifici da professionisti che mettano insieme non solo l'elemento educativo (testo, immagini, video, quello che è), ma anche e soprattutto una gameplay divertente, che immerga il giocatore in un evento credibile, moderno, al passo coi tempi e coi gusti del ragazzo. E questo a mio avviso assorbe risorse economiche e umane talmente elevate che il comparto scolastico di qualsiasi nazione non si può permettere.

Il secondo punto da considerare, è se certi videogiochi con temi estremamente maturi ma slegati dal concetto di educazione, possono davvero lasciare qualcosa di importante a chi li vive.
Cosa intendo: è risaputo che il cinema è spesso parte dell'educazione scolastica. Poniamo come esempio Shindler's list. Se accompagnato dalla visione di un adulto che ne approfondisce le tematiche, è l'esempio classico di film per la scuola. Storiografia, ritmo, emozione, paura. Lascia tanto più per il contenuto forte che per ciò che descrive.
Ora poniamo un esempio estremo nel videoludo: the last of us. Mondo distopico, "zombie", morte, azione, avventura, una storia forte e una narrazione persistente che guida il giocatore dentro i conflittuali sentimenti di Joel ed Ellie. Allora, io credo che in se, questo videogame possa suscitare molte riflessioni se contestualizzato e vissuto in una esperienza scolastica, accompagnata da un professore. Forse, queste 30 ore di lezione pratica in aula potrebbero pure valere una stazione di gioco a testa per ogni studente di una classe. Ma come affronti l'esperienza in toto? Cioè, fai un'ora di gameplay in aula dove joel ed Ellie interagiscono insieme, uccidono i cattivi, sopravvivono, si conoscono e si scambiano alcune batuttute -anche questo parte narrativa imprescindibile per capire le cutscene; bello per i ragazzi eh, ma come le giustifiche queste ore a livello didattico? Poi arrivi alla cutscene e parli di quella per gli altri 30 minuti che ti avanzano?
Allora anche qui la questione è che il mezzo videoludico ha avuto una sua progressione e si distanzia dal cinema in maniera drastica. Se porti in aula solo le cutscene porti dei pezzi di film slegati tra loro. Se porti tutto il videogioco diventa palloso da guardare o troppo lungo per gli insegnanti se lo rendi azione attiva degli studenti.

Quindi, credo che al di là del refuso culturale tra generazioni di insegnanti o tra insegnanti e studenti, il vero punto è che non si può introdurre il videogioco allo stato attuale senza che prima questo medium, subisca un vero sottogenere che è quello del videogioco didattico. ma non fatto con due lire, ma attraverso uno studio sui tempi di reazione e attenzione degli studenti e sulla capacità educativa dell'insegnante. E questo significa modificare la struttura di gioco per creare tempi e pause adatte all'educazione durante l'evento attivo del videogiocare in aula.
E' un percorso interessante, ma richiede un investimento globale enorme. intrigante, affascinante, forse indispensabile, ma a mio avviso pure ingiustificato valutando la situazione fondi mondiale per l'educazione.

- - - Aggiornato - - -


Vedi è questo che non comprendi: se l'esperienza videoludica la vive il professore, tu togli al mezzo il suo scopo. Che è quello di far immagazzinare informazioni agli studenti utilizzatori, attraverso una esperienza attiva.
Tu non fai altro che trasformare un videogioco in un film.
Pessimo e anche ossimorico rispetto a quello che tu vorresti chiamare educazione alternativa.

Una riflessione davvero interessante! Parto dal dire che quando ho fatto l'esempio del proiettore non intendevo che avrebbe dovuto giocare il professore xD

Se prendiamo ad esempio Valiant Hearts, i livelli sono molto brevi e sarebbe adatto anche ad essere giocato un pezzo a testa. Ovviamente il massimo sarebbe mettere tutti gli studenti davanti alla propria postazione, ma si tratta già di un obiettivo più lungimirante.

Valiant Hearts è assolutamente stereotipato, come hai detto tu, ma credo che questo non sia un limite per l'uso didattico di questo videogioco. Come esempio mi viene in mente La vita è bella. Si tratta di un film che potrebbe essere tranquillamente mostrato a scuola, ma non si tratta ugualmente di un'opera stereotipata e con errori storici? Basta che a questo punto il professore spieghi i punti deboli dell'opera.

La via di mezzo migliore sarebbe, come hai ricordato anche tu, lo sviluppo di videogiochi espressamente pensati per la didattica. Sinceramente non penso però che questi progetti non possano riscontrare un successo anche al di fuori delle scuole. Oltretutto non è necessario rimanere costantemente aggiornati. Valiant Hearts ad esempio ha uno stile grafico fatto a mano che resterà bello in eterno ed un gameplay visto e rivisto, ma comunque accessibile.

Necronomicon
04-02-16, 14:26
Ma rivolto a che età? Educare attraverso il gioco è una cosa che si fa coi bambini. Il gioco insegna delle regole, dei comportamenti, delle analisi. Ovvero una educazione attraverso degli stimoli.

Ma gioco e studio sono due ambiti separati nel bimbo.

Far imparare dei contenuti è una cosa abbastanza improbabile.

Anche il cinema nelle scuole è una grande illusione, basta parlarne coi bimbi per capire come vivono il film in classe.

Ovviamente poi ci sono i casi in cui si fa capire cos'è la stop motion mostrando al bimbo Wallace & Gromit o gli si insegna cos'è un legame molecolare attraverso sokobond, ma sono casi particolari.


Il vero bisogno della scuola è tornare alla realtà, non al virtuale. Laboratori di fisica in cui si ha esperienza del reale, laboratori di chimica, la storia insegnata attraverso documenti e testimonianze, non semplificazione e interpretazione del manuale, e via dicendo

piergiorgio91
04-02-16, 14:30
Ma rivolto a che età? Educare attraverso il gioco è una cosa che si fa coi bambini. Il gioco insegna delle regole, dei comportamenti, delle analisi. Ovvero una educazione attraverso degli stimoli.

Ma gioco e studio sono due ambiti separati nel bimbo.

Far imparare dei contenuti è una cosa abbastanza improbabile.

Anche il cinema nelle scuole è una grande illusione, basta parlarne coi bimbi per capire come vivono il film in classe.

Ovviamente poi ci sono i casi in cui si fa capire cos'è la stop motion mostrando al bimbo Wallace & Gromit o gli si insegna cos'è un legame molecolare attraverso sokobond, ma sono casi particolari.


Il vero bisogno della scuola è tornare alla realtà, non al virtuale. Laboratori di fisica in cui si ha esperienza del reale, laboratori di chimica, la storia insegnata attraverso documenti e testimonianze, non semplificazione e interpretazione del manuale, e via dicendo

Quindi tu, dei titoli che hai giocato non ti ricordi nulla? La storia? Il contesto? I personaggi?

Harry_Lime
04-02-16, 14:36
Ma rivolto a che età? Educare attraverso il gioco è una cosa che si fa coi bambini. Il gioco insegna delle regole, dei comportamenti, delle analisi. Ovvero una educazione attraverso degli stimoli.

Ma gioco e studio sono due ambiti separati nel bimbo.

Far imparare dei contenuti è una cosa abbastanza improbabile.

Anche il cinema nelle scuole è una grande illusione, basta parlarne coi bimbi per capire come vivono il film in classe.

Ovviamente poi ci sono i casi in cui si fa capire cos'è la stop motion mostrando al bimbo Wallace & Gromit o gli si insegna cos'è un legame molecolare attraverso sokobond, ma sono casi particolari.


Il vero bisogno della scuola è tornare alla realtà, non al virtuale. Laboratori di fisica in cui si ha esperienza del reale, laboratori di chimica, la storia insegnata attraverso documenti e testimonianze, non semplificazione e interpretazione del manuale, e via dicendo

Sono anch'io dell'idea che bisogna aumentare l'esperienza pratica nelle scuole attraverso laboratori e testimonianze dirette, ma sulla seconda guerra mondiale non è che puoi pensare esistano testimoni sempre (già ora sono rarissimi), e non puoi far costruire un Panzer per convincer qualcuno a studiare l'assalto di stalingrado. :asd:
Il videogioco su attività storiografiche, ma anche di educazione e di morale potrebbe essere una buona alternativa, ma solo se si hanno a scuola i mezzi adatti per far vivere l'esperienza ad ogni studente e che questo videogioco sia estremamente articolato per un uso didattico e contemporaneamente divertente abbastanza da tenere il giocatore sul filo del rasoio per continuare a proseguire e a stare attento agli stimoli che il gioco offre. E questo al momento non esiste ancora.

Necronomicon
04-02-16, 14:54
Quindi tu, dei titoli che hai giocato non ti ricordi nulla? La storia? Il contesto? I personaggi?
Che domande sono?
Tu cosa hai imparato dai videogiochi meglio che sui libri?
Seriamente.

piergiorgio91
04-02-16, 15:11
Che domande sono?
Tu cosa hai imparato dai videogiochi meglio che sui libri?
Seriamente.

Non è quello che ho imparato, ma quello che ricordo. Le storie che ho vissuto. Non è così difficile pensare che vivere un periodo storico in un videogioco te lo faccia ricordare meglio rispetto a studiarlo in un libro.

La stessa cosa vale per i video. Io studio biologia e vedere tridimensionalmente l'azione di un enzima o di un processo biologico in generale è ovviamente più immediato e facile da ricordare rispetto a studiarlo su un libro. Se quel video diventasse interattivo, con una forma primitiva di gameplay sarebbe meraviglioso. Ovviamente in questo caso però parliamo di simulazioni, che non sono esattamente "giochi".

Se penso a SpaceChem mi vengono subito in mente tantissime applicazioni per lo studio della chimica. Se tu GIOCHI con i composti chimici ti ricorderai sicuramente più facilmente la nomenclatura delle molecole rispetto a studiarle a memoria sui libri. Tu quanti termini usati nei videogiochi ti ricordi facilmente? Capisci cosa intendo?

Per lo studio di un quadro o di un testo letterario. Un breve videogioco che ti faccia entrare nell'opera. Anche una semplice avventura interattiva. VIVERE attraverso il gioco un'esperienza la fa sentire tua. Te la ricorderai per sempre, molto probabilmente.

piergiorgio91
04-02-16, 15:16
Per ampliare la discussione vorrei ricordare che "didattica" non è solo ciò che si fa a scuola, ma anche a casa. In questo caso il videogioco potrebbe essere un consiglio per coadiuvare lo studio o per far appassionare all'argomento trattato, come descrive bene l'articolo "Assassini incappucciati" pubblicato nel numero di gennaio di TGM.

Shog-goth
04-02-16, 15:22
Se penso a SpaceChem mi vengono subito in mente tantissime applicazioni per lo studio della chimica. Se tu GIOCHI con i composti chimici ti ricorderai sicuramente più facilmente la nomenclatura delle molecole rispetto a studiarle a memoria sui libri.
Bisogna però fare attenzione a quello che viene "insegnato" dal gioco, cito le parole testuali degli sviluppatori:


While not a replacement for traditional instruction in the areas of computer programming and chemistry, SpaceChem can be used as:

a reward that keeps students thinking;

an opportunity to practice problem solving skills;

an application for statistics using students’ scores;

a way to get students excited about computer programming and chemistry;

The core gameplay involves programming machines that are able to directly manipulate atoms and molecules, a concept that is not entirely grounded in reality.

The bonding model in SpaceChem is much simpler than in real life. Instead of being based on electronegativity and orbital levels, bonds are created and removed directly through the use of "bonders".

The last few puzzles involve imaginary atoms as part of the story.

Insomma, c'è il rischio concreto di creare piuttosto ulteriore confusione...

piergiorgio91
04-02-16, 15:27
Bisogna però fare attenzione a quello che viene "insegnato" dal gioco, cito le parole testuali degli sviluppatori:

Insomma, c'è il rischio concreto di creare piuttosto ulteriore confusione...

Non sono stato assolutamente chiaro :p
SpaceChem l'ho citato per fare un esempio di come un gameplay da puzzle game POTREBBE veicolare contenuti didattici. Non volevo assolutamente dire che il gioco in sé sarebbe da usare nelle scuole, perché di chimica in fondo insegna davvero pochissimo. Giusto i nomi degli elementi :p

Ovviamente ci sarebbe bisogno di un gioco pensato a scopo didattico, anche in questo caso e sinceramente penso che potrebbe riscuotere anche un buon successo commerciale al di fuori dell'ambito scolastico.

p.s.

Tra l'altro un gioco con un gameplay del genere è un esempio perfetto perché non richiederebbe un budget ingente per essere sviluppato.

CX3200
04-02-16, 15:31
Il discorso qui avviato è molto interessante, ma anche estremamente complesso e non riducibile al semplice refuso culturale di due generazioni di insegnanti (quella dei quasi pensionati che i videogame li vedono di striscio e quella degli insegnanti videogiocatori o quasi che hanno inziato a crescere con il medium ludico), ma che invece dovrebbe condurre la discussione verso due parametri: esiste un sottogenere di prodotti ludici che hanno davvero uno scopo educativo in ambito scolastico? E secondo: esistono videogame che pur senza questo scopo, possono davvero insegnare qualcosa ad uno studente o dare una esperienza di vita e di maturazione ad un ragazzo?
Ecco, la risposta è Ni.
Per la prima, è importante dire che non bastano prodotti con dentro due righe di storia o che hanno come contesto la ww2 per dire che è un videogioco educativo. Questo perchè l'elemento ludico viene prima dell'elemento storiografico ed educativo, per chi lo produce. Sarebbe come dire che quando da piccolini si giocava coi soldatini e si schieravano tedeschi contro americani divisi da una collina di sabbia, quella è una esperienza educativa per uno studente.
Allora la questione profonda è: perchè tutti i prodotti videoludici apparentemente educativi e studiati per la scuola falliscono? Perchè in quel caso l'elemento principale del gioco, ovvero il divertimento, viene soffocato per l'elemento esterno che è l'educazione didattica.
Certo, ci sono casi a mio avviso interessanti che potrebbero portare ad un buon equilibrio e ad un genere specifico di giochi educativi e questi sono Valiant Hearth e never Alone. Questi a mio avviso hanno un discreto equilibrio, portando il giocatore alla curiosità di approfondire l'evento attivo attraverso la lettura delle slide passive e delle voci off nel gioco.
Il primo, basato sulla grande guerra, fa rivivere un percorso storico ed umano, di sofferenza direi, dei personaggi principali, sbloccando la storiologia degli eventi, mischiando in alcuni casi un eccessivo uso della fantasia nei boss di fine livello (eccessiva se lo si vuole considerare un prodotto educativo). Il secondo mescola il mito del tribale e l'avventura di una terra ghiacciata, per raccontare e incuriosire lo spettatore sulla storia di un popolo che è praticamente estinto.
Ma entrambi i prodotti hanno un vantaggio: hanno un gameplay che funziona, breve e ben calibrato. Insomma, la verità è che a mio avviso a parte rarissimi casi, se si vuole parlare di usare il videogame come strumento di apprendimento nelle scuole, è necessario sviluppare prodotti specifici da professionisti che mettano insieme non solo l'elemento educativo (testo, immagini, video, quello che è), ma anche e soprattutto una gameplay divertente, che immerga il giocatore in un evento credibile, moderno, al passo coi tempi e coi gusti del ragazzo. E questo a mio avviso assorbe risorse economiche e umane talmente elevate che il comparto scolastico di qualsiasi nazione non si può permettere.

Il secondo punto da considerare, è se certi videogiochi con temi estremamente maturi ma slegati dal concetto di educazione, possono davvero lasciare qualcosa di importante a chi li vive.
Cosa intendo: è risaputo che il cinema è spesso parte dell'educazione scolastica. Poniamo come esempio Shindler's list. Se accompagnato dalla visione di un adulto che ne approfondisce le tematiche, è l'esempio classico di film per la scuola. Storiografia, ritmo, emozione, paura. Lascia tanto più per il contenuto forte che per ciò che descrive.
Ora poniamo un esempio estremo nel videoludo: the last of us. Mondo distopico, "zombie", morte, azione, avventura, una storia forte e una narrazione persistente che guida il giocatore dentro i conflittuali sentimenti di Joel ed Ellie. Allora, io credo che in se, questo videogame possa suscitare molte riflessioni se contestualizzato e vissuto in una esperienza scolastica, accompagnata da un professore. Forse, queste 30 ore di lezione pratica in aula potrebbero pure valere una stazione di gioco a testa per ogni studente di una classe. Ma come affronti l'esperienza in toto? Cioè, fai un'ora di gameplay in aula dove joel ed Ellie interagiscono insieme, uccidono i cattivi, sopravvivono, si conoscono e si scambiano alcune batuttute -anche questo parte narrativa imprescindibile per capire le cutscene; bello per i ragazzi eh, ma come le giustifiche queste ore a livello didattico? Poi arrivi alla cutscene e parli di quella per gli altri 30 minuti che ti avanzano?
Allora anche qui la questione è che il mezzo videoludico ha avuto una sua progressione e si distanzia dal cinema in maniera drastica. Se porti in aula solo le cutscene porti dei pezzi di film slegati tra loro. Se porti tutto il videogioco diventa palloso da guardare o troppo lungo per gli insegnanti se lo rendi azione attiva degli studenti.

Quindi, credo che al di là del refuso culturale tra generazioni di insegnanti o tra insegnanti e studenti, il vero punto è che non si può introdurre il videogioco allo stato attuale senza che prima questo medium, subisca un vero sottogenere che è quello del videogioco didattico. ma non fatto con due lire, ma attraverso uno studio sui tempi di reazione e attenzione degli studenti e sulla capacità educativa dell'insegnante. E questo significa modificare la struttura di gioco per creare tempi e pause adatte all'educazione durante l'evento attivo del videogiocare in aula.
E' un percorso interessante, ma richiede un investimento globale enorme. intrigante, affascinante, forse indispensabile, ma a mio avviso pure ingiustificato valutando la situazione fondi mondiale per l'educazione.



mi chiedevo appunto se e quando saresti intervenuto nella discussione :asd:

analisi interessante, forse come dici serve uno sforzo globale non solo per creare un vg didattico ma anche per far capire alla gente che può esistere un vg didattico, però l'uso di giochi come valiant heart potrebbe essere la scintilla che da inizio a tutto


ma al di la dello strumento, un fattore importante è come questo strumento debba essere usato, come dice harry se il vg viene usato dal prof con gli studenti semplici spettatori viene meno il fattore gioco/interattività e allora tanto vale fargli vedere un film

quindi mettere delle postazioni in classe e giocare col professore vicino? sembrerebbe la soluzione migliore, però parliamo di poche ore alla settimana (a seconda della materia presa in esame) e molto frammentate, senza contare che nonostante un gameplay semplice ogni giocatore progredisce nella storia in tempi diversi creando confusione, soprattutto al professore

secondo me potrebbe essere utile come "compito a casa", e poi in classe si commenta e approfondisce gli argomenti che sono stati trattati nel gioco, magari si da come "compito" ogni settimana un livello così che tutti progrediscano assieme....e per una volta tanto essere "secchioni" non sara visto come un male :asd:

piergiorgio91
04-02-16, 15:36
mi chiedevo appunto se e quando saresti intervenuto nella discussione :asd:

analisi interessante, forse come dici serve uno sforzo globale non solo per creare un vg didattico ma anche per far capire alla gente che può esistere un vg didattico, però l'uso di giochi come valiant heart potrebbe essere la scintilla che da inizio a tutto


ma al di la dello strumento, un fattore importante è come questo strumento debba essere usato, come dice harry se il vg viene usato dal prof con gli studenti semplici spettatori viene meno il fattore gioco/interattività e allora tanto vale fargli vedere un film

quindi mettere delle postazioni in classe e giocare col professore vicino? sembrerebbe la soluzione migliore, però parliamo di poche ore alla settimana (a seconda della materia presa in esame) e molto frammentate, senza contare che nonostante un gameplay semplice ogni giocatore progredisce nella storia in tempi diversi creando confusione, soprattutto al professore

secondo me potrebbe essere utile come "compito a casa", e poi in classe si commenta e approfondisce gli argomenti che sono stati trattati nel gioco, magari si da come "compito" ogni settimana un livello così che tutti progrediscano assieme....e per una volta tanto essere "secchioni" non sara visto come un male :asd:

Sei un grande, hai capito il mio spirito!

Sì direi che in generale un gioco, adattandosi alle scelte del giocatore/studente (che magari preferisce soffermarsi di più su un particolare piuttosto che su un altro), durerebbe troppo per una lezione e sarebbe poco incisivo. Magari potrebbe essere introdotto in classe, per poi giocarci meglio a casa.

In un videogioco pensato per la didattica la prima parte/ tutorial potrebbe proprio essere pensata nell'ottica di essere giocata per pochi minuti in classe.

Shog-goth
04-02-16, 15:40
Ovviamente ci sarebbe bisogno di un gioco pensato a scopo didattico, anche in questo caso e sinceramente penso che potrebbe riscuotere anche un buon successo commerciale al di fuori dell'ambito scolastico.
E magari potrebbe commissionarli il MinCulPop al buon Metalmark visto l'ottimo lavoro con "Gioventù Ribelle", capolavoro in grado di coniugare al meglio storia e divertimento intelligente... :asd:

piergiorgio91
04-02-16, 15:44
E magari potrebbe commissionarli il MinCulPop al buon Metalmark visto l'ottimo lavoro con "Gioventù Ribelle", capolavoro in grado di coniugare al meglio storia e divertimento intelligente... :asd:

Pensavo esattamente alla stessa cosa :asd:

Comunque se vogliamo possiamo parlare di quella faccenda. Anche in questo caso il problema è il "gap generazionale", che soprattutto in Italia non è solo una questione di età anagrafica.

Chi ha creato quel videogioco è sicuramente criticabile, ma perché è stato accettato quel lavoro? Chi lo ha accettato ha mai visto in vita sua un videogioco?

Shog-goth
04-02-16, 15:50
Chi ha creato quel videogioco è sicuramente criticabile, ma perché è stato accettato quel lavoro? Chi lo ha accettato ha mai visto in vita sua un videogioco?
La risposta è semplice: Italia...

piergiorgio91
04-02-16, 15:58
La risposta è semplice: Italia...

Per questo è meglio partire dalle persone: sviluppatori indipendenti, appassionati, studenti e insegnanti, piuttosto che dalle istituzioni xD

Harry_Lime
04-02-16, 16:02
Pensavo esattamente alla stessa cosa :asd:

Comunque se vogliamo possiamo parlare di quella faccenda. Anche in questo caso il problema è il "gap generazionale", che soprattutto in Italia non è solo una questione di età anagrafica.

Chi ha creato quel videogioco è sicuramente criticabile, ma perché è stato accettato quel lavoro? Chi lo ha accettato ha mai visto in vita sua un videogioco?
Li è tutta questione di ranking. :smugranking:

Shog-goth
04-02-16, 16:05
Per questo è meglio partire dalle persone: sviluppatori indipendenti, appassionati, studenti e insegnanti, piuttosto che dalle istituzioni xD
Si, ma qualcuno lo deve pur pagare lo sviluppo di questi "giochi" dai trascorsi fallimentari e col rischio concreto di ritrovarsi poi con un pugno di mosche. Oppure pensavi ad uno sviluppo Open? E capitanato da chi?

piergiorgio91
04-02-16, 16:37
Si, ma qualcuno lo deve pur pagare lo sviluppo di questi "giochi" dai trascorsi fallimentari e col rischio concreto di ritrovarsi poi con un pugno di mosche. Oppure pensavi ad uno sviluppo Open? E capitanato da chi?

"Capitanato" da qualunque insegnante voglia metterci l'impegno. Poi ovviamente qui stiamo cercando di parlare "teoricamente" di una possibile applicazione "pratica". Non siamo arrivati al punto di assegnare i compiti per lo sviluppo di un videogioco didattico :D

L'idea di iniziare da esempi come Valiant Hearts o Cave! Cave! Deus Videt è sicuramente ottima, perché servirebbe a "sensibilizzare" e far conoscere il medium prima di tutto agli insegnanti stessi.

Shog-goth
04-02-16, 16:41
"Capitanato" da qualunque insegnante voglia metterci l'impegno. Poi ovviamente qui stiamo cercando di parlare "teoricamente" di una possibile applicazione "pratica". Non siamo arrivati al punto di assegnare i compiti per lo sviluppo di un videogioco didattico :D
Anche perchè i (pochi) programmatori e sviluppatori competenti non è che stiano seduti lì ad aspettare di lavorare gratis all'equivalente informatico del "bacio della morte". :asd:

Apprezzo il tuo entusiasmo ma sinceramente la vedo dura e, se conosci la legge di Murphy, saprai dove si va a parare...

piergiorgio91
04-02-16, 16:48
Anche perchè i (pochi) programmatori e sviluppatori competenti non è che stiano seduti lì ad aspettare di lavorare gratis all'equivalente informatico del "bacio della morte". :asd:

Apprezzo il tuo entusiasmo ma sinceramente la vedo dura e, se conosci la legge di Murphy, saprai dove si va a parare...

We Are Muesli sono un perfetto esempio da quel punto di vista. Non è detto che un videogioco didattico non possa essere allo stesso tempo commerciale. Soprattutto se non si ha la pretesa di iniziare creando un Assassin's Creed storico.

Shog-goth
04-02-16, 16:54
We Are Muesli sono un perfetto esempio da quel punto di vista. Non è detto che un videogioco didattico non possa essere allo stesso tempo commerciale. Soprattutto se non si ha la pretesa di iniziare creando un Assassin's Creed storico.
Non può funzionare, i giovani d'oggi sono troppo scafati e prodotti così "basic" come quelli non riuscirebbero a interessarli neanche per cinque minuti...

- - - Aggiornato - - -

Giusto per capirci, questo è edutainment di qualità. Ma ci vuole il MIT: https://scratch.mit.edu/

piergiorgio91
04-02-16, 16:58
Non può funzionare, i giovani d'oggi sono troppo scafati e prodotti così "basic" come quelli non riuscirebbero a interessarli neanche per cinque minuti...

- - - Aggiornato - - -

Giusto per capirci, questo è edutainment di qualità. Ma ci vuole il MIT: https://scratch.mit.edu/

Grazie per il sito! Nel caso di Cave! Cave! Deus videt comunque pensavo (ovviamente) ad un pubblico delle superiori. Per quanto possa essere poco d'intrattenimento è sicuramente qualcosa di più che leggere la simbologia di un'opera su un libro di testo.

Shog-goth
04-02-16, 17:03
Per quanto possa essere poco d'intrattenimento è sicuramente qualcosa di più che leggere la simbologia di un'opera su un libro di testo.
Ma se non intrattiene si perde l'aspetto ludico, quindi non possiamo più parlare di giochi ma di educativi veri e propri...

piergiorgio91
04-02-16, 17:21
Ma se non intrattiene si perde l'aspetto ludico, quindi non possiamo più parlare di giochi ma di educativi veri e propri...

Così però entriamo in una discussione filosofica sulla definizione stessa di gioco. Fino a prova contraria Cave! Cave! Deus videt è un gioco, tanto quanto Dear Esther. Poi possiamo parlare di quanto siano interattivi.

Ovviamente per creare un gameplay d'intrattenimento non è necessario spendere per forza molte risorse alla ricerca della complessità.

Secondo me un'esperienza che ti faccia immergere all'interno di un argomento è già di per sé più istruttiva di un libro di testo. È il connubio perfetto tra film/documentario e testo, perché puoi prenderti il tuo tempo e soffermarti su ciò che non capisci come se leggessi, ma stimolato continuamente da esperienze audio visive.

Shog-goth
04-02-16, 17:31
Così però entriamo in una discussione filosofica sulla definizione stessa di gioco. Fino a prova contraria Cave! Cave! Deus videt è un gioco, tanto quanto Dear Esther. Poi possiamo parlare di quanto siano interattivi.
Appunto, da come era stata impostata la discussione mi pareva che tu spingessi piuttosto per l'utilizzo di videogiochi "veri" mentre ora siamo passati ad altro...

CX3200
04-02-16, 17:33
secondo me sbagliate a pensare al videogioco didattico come ad un prodotto prettamente scolastico, anche perché un prodotto nato per questo scopo corre il rischio di diventare il solito prodotto senz'anima dove la componente didattica è troppo predominante, si dovrebbe puntare di più a vg che possono essere usati anche in classe


l'esempio di valiant heart è perfetto, un videogioco nato come mero prodotto commerciale, non certo per essere usato come materiale didattico, e proprio per questo motivo riesce a coinvolgere il giocatore


sempre per fare un'altro esempio, never alone, che è stato tirato in ballo qualche post fa, è fatto male da questo punto di vista nel gioco vengono sbloccati a ripetizioni lunghi filmati che spezzano troppo il gioco e che spesso vengono accantonati per poi non essere visti, in VH le nozioni vengono fornite altrettanto spesso vero ma sono più veloci da leggere e assimilare non spezzando troppo il ritmo del gioco, avrebbero dovuto inserire magri filmati più brevi direttamente nel gioco oppure facendolo raccontare dai pg che incontri



cmq come tipologia ci vedrei bene le avventure grafiche, con enigmi basati sulla materia e magari la cui soluzione va cercata nei libri e non direttamente nel gioco, chesso' si potrebbe fare un'avventura grafica in stile "il mistero dei templari" dove gli enigmi si basano su fatti storici :sisi:

piergiorgio91
04-02-16, 17:37
Appunto, da come era stata impostata la discussione mi pareva che tu spingessi piuttosto per l'utilizzo di videogiochi "veri" mentre ora siamo passati ad altro...

La discussione può essere su tutti i videogiochi. Da un Assassin's Creed style a Cave! Cave!.

Il discorso si è apparentemente spostato più sul secondo caso perché è semplicemente quello più semplice da realizzare con poche risorse :)

Rappresenterebbe un buon inizio. Una prima forma sperimentale per far accettare il medium videoludico nella scuola.

- - - Aggiornato - - -


secondo me sbagliate a pensare al videogioco didattico come ad un prodotto prettamente scolastico, anche perché un prodotto nato per questo scopo corre il rischio di diventare il solito prodotto senz'anima dove la componente didattica è troppo predominante, si dovrebbe puntare di più a vg che possono essere usati anche in classe


l'esempio di valiant heart è perfetto, un videogioco nato come mero prodotto commerciale, non certo per essere usato come materiale didattico, e proprio per questo motivo riesce a coinvolgere il giocatore


sempre per fare un'altro esempio, never alone, che è stato tirato in ballo qualche post fa, è fatto male da questo punto di vista nel gioco vengono sbloccati a ripetizioni lunghi filmati che spezzano troppo il gioco e che spesso vengono accantonati per poi non essere visti, in VH le nozioni vengono fornite altrettanto spesso vero ma sono più veloci da leggere e assimilare non spezzando troppo il ritmo del gioco, avrebbero dovuto inserire magri filmati più brevi direttamente nel gioco oppure facendolo raccontare dai pg che incontri



cmq come tipologia ci vedrei bene le avventure grafiche, con enigmi basati sulla materia e magari la cui soluzione va cercata nei libri e non direttamente nel gioco, chesso' si potrebbe fare un'avventura grafica in stile "il mistero dei templari" dove gli enigmi si basano su fatti storici :sisi:

Verissimo!

Anche secondo me una software house qualunque potrebbe pensare ad un videogioco che sia d'intrattenimento a scopo commerciale e allo stesso tempo ricco di contenuti "didattici".

Per quanto riguarda i difetti di VH mi trovi assolutamente d'accordo. Sarebbe stata utile una voce narrante per i testi, accompagnata da qualche filmato o fotografia storica.

Shog-goth
04-02-16, 17:40
La discussione può essere su tutti i videogiochi. Da un Assassin's Creed style a Cave! Cave!.

Il discorso si è apparentemente spostato più sul secondo caso perché è semplicemente quello più semplice da realizzare con poche risorse :)

Rappresenterebbe un buon inizio. Una prima forma sperimentale per far accettare il medium videoludico nella scuola.
Si, ma a me è parso di capire che tu intendessi utilizzare quelli che già ci sono piuttosto che crearne ex-novo. In ogni caso rinnovo il mio scetticismo: quelli già presenti non vanno bene e realizzarne di nuovi e di qualità che rispecchino queste condizioni rimanendo divertenti ed immediati la vedo una missione impossibile senza copiose risorse da investire nel progetto, probabilmente a fondo perduto...

piergiorgio91
04-02-16, 18:08
Si, ma a me è parso di capire che tu intendessi utilizzare quelli che già ci sono piuttosto che crearne ex-novo. In ogni caso rinnovo il mio scetticismo: quelli già presenti non vanno bene e realizzarne di nuovi e di qualità che rispecchino queste condizioni rimanendo divertenti ed immediati la vedo una missione impossibile senza copiose risorse da investire nel progetto, probabilmente a fondo perduto...

Volevo affrontare l'argomento da entrambi i punti di vista. Comunque il tuo scetticismo è comprensibilissimo, ma qualunque sfida appare impossibile inizialmente :D

Azathoth
04-02-16, 21:38
Vorrei capire se tutte le materie sono adatte per essere affrontate con un videogioco, oppure se ce ne sono alcune piú adatte delle altre. :?:
Personalmente credo che prima di usare una qualsiasi simulazione ai fini didattici, bisognerebbe anche far presenti agli studenti quali sono i limiti della simulazione, senza sommergerli di dettagli.
Un esempio é l'economia di Hearts of iron (giuro che non ce l'ho con questo gioco, davvero :|) che non tiene conto degli effetti economici dei gulag e dei lager.

keiser
05-02-16, 00:01
Vorrei capire se tutte le materie sono adatte per essere affrontate con un videogioco, oppure se ce ne sono alcune piú adatte delle altre. :?:non ci ho mai messo la testa dentro come vorrei, ma a naso secondo me possono essere affrontate tutte quante. forse il latino e il greco possono essere un po' difficili da affrontare videoludicamente (e non solo :bua:), ma in generale, a parte l'ovvio (storia, chimica, inglese, magari fisica, come scrivevo prima, con i simulatori), tanti giochi - se preparati, se studiati, se presentati in un certo modo - possono permettere di trattare in maniera importante anche materie meno scontate come la filosofia o la religione... penso solo a the walking dead.

Personalmente credo che prima di usare una qualsiasi simulazione ai fini didattici, bisognerebbe anche far presenti agli studenti quali sono i limiti della simulazione, senza sommergerli di dettagli.d'accordissimo. giochiamo, ma spieghiamo anche le regole del gioco.
non sarebbe male anche presentare e affrontare la cosa con i genitori, tra l'altro.

Azathoth
05-02-16, 07:33
Un'altra cosa interessante da tener conto ai fini didattici sono gli aspetti emergenti di un videogioco, vale a dire quelle feature che si sviluppano autonomamente rispetto alle intenzioni dei programmatori.
Penso all'IA assassina di Oblivion oppure alla pandemia in World of warcraft, anche se non sono previste potrebbero fornire degli spunti didattici interessanti.

CX3200
05-02-16, 09:10
Vorrei capire se tutte le materie sono adatte per essere affrontate con un videogioco, oppure se ce ne sono alcune piú adatte delle altre. :?:
Personalmente credo che prima di usare una qualsiasi simulazione ai fini didattici, bisognerebbe anche far presenti agli studenti quali sono i limiti della simulazione, senza sommergerli di dettagli.
Un esempio é l'economia di Hearts of iron (giuro che non ce l'ho con questo gioco, davvero :|) che non tiene conto degli effetti economici dei gulag e dei lager.

direi che sono più adatte materie prettamente nozionistiche, come storia, geografia, letteratura ecc

materie più "analitiche" come matematica o fisica sono più ostiche, a meno che tu non voglia fare uno di quei giochini per bambini per imparare somme e sottrazioni.....ti immagini un videogioco dove per sconfiggere il boss devi distruggere una struttura, ma per farlo devi calcolare il punto di rottura sapendo solo la resistenza a compressione dell'acciaio e conoscendo solo 2 delle forze applicate al tirante numero 3? (chiedo scusa per eventuali castronerie, sono 10 anni che non prendo in mano certa roba, ho brasato tutta la memoria :asd:)


reazione giocatore medio

http://4.bp.blogspot.com/-zqYoRw54JjE/UU0x8P6r80I/AAAAAAAAAFI/lTV1AiMkT1I/s1600/Errors.png

manuè
05-02-16, 09:37
il problema è che un gioco, didattico o meno, deve appassionare e piacere a chi lo gioca (e non solo al professore) e i tipi di giochi fin qui portati ad esempio sono di nicchia già nell'ambito degli appassionati di videogiochi, figurarsi in una classe con gusti eterogenei, altrimenti diventa nè più nè meno di un compito come gli altri, obbligatoriamente da portare a termine con conseguente altissimo rischio "scazzamento" da parte dell'alunno ed anche il gioco alla fine farebbe la fine degli altri compiti per casa: fatti quando si e quando no.

professore: sei andato avanti in Dear Esther? (o The Vanishing of Ethan Carter o altro del genere)
alunno: no professore, dopo 20 minuti che vagavo senza sapere che fare nè dove andare di preciso, mi sono rotto le scatole ed ho preferito giocare all'ultimo CoD

:asd:

Shog-goth
05-02-16, 09:47
Io comunque continuo a non capire esattamente di cosa si stia parlando, se di giochi che già ci sono da introdurre (?) nei programmi scolastici oppure di ipotetici ibridi dalle caratteristiche apparentemente non chiare e attualmente inesistenti. Mi pare che si stiano confondendo questi aspetti, quindi sarebbe d'uopo fare un po' di chiarezza sugli intenti originari dell'OP se fosse possibile...

Necronomicon
05-02-16, 10:07
Quante ore di gioco per spiegare una singola battaglia storica?
L'idea romantica di applicare il gioco a concetti che sulla pagina sono già sintesi estrema di tutta una serie di storie e informazioni, è totalmente infattibile.
Se i giovani non riescono ad appassionarsi alle materie è anche perché han troppi videogiochi e distrazioni. Lo studio è una cosa seria che deve essere totalmente scollegata dall'idea che possa divertire

piergiorgio91
05-02-16, 10:32
direi che sono più adatte materie prettamente nozionistiche, come storia, geografia, letteratura ecc

materie più "analitiche" come matematica o fisica sono più ostiche, a meno che tu non voglia fare uno di quei giochini per bambini per imparare somme e sottrazioni.....ti immagini un videogioco dove per sconfiggere il boss devi distruggere una struttura, ma per farlo devi calcolare il punto di rottura sapendo solo la resistenza a compressione dell'acciaio e conoscendo solo 2 delle forze applicate al tirante numero 3? (chiedo scusa per eventuali castronerie, sono 10 anni che non prendo in mano certa roba, ho brasato tutta la memoria :asd:)


reazione giocatore medio

http://4.bp.blogspot.com/-zqYoRw54JjE/UU0x8P6r80I/AAAAAAAAAFI/lTV1AiMkT1I/s1600/Errors.png

Per le materie scientifiche pensavo a puzzle game o simulazioni :D

- - - Aggiornato - - -


Io comunque continuo a non capire esattamente di cosa si stia parlando, se di giochi che già ci sono da introdurre (?) nei programmi scolastici oppure di ipotetici ibridi dalle caratteristiche apparentemente non chiare e attualmente inesistenti. Mi pare che si stiano confondendo questi aspetti, quindi sarebbe d'uopo fare un po' di chiarezza sugli intenti originari dell'OP se fosse possibile...

L'argomento è generale. È tanto per parlare. Se vi venissero in mente esempi di giochi già esistenti da usare in classe sarebbe fantastico, ma ovviamente pensare a possibili applicazioni teoriche non fa mai male :)

- - - Aggiornato - - -


Quante ore di gioco per spiegare una singola battaglia storica?
L'idea romantica di applicare il gioco a concetti che sulla pagina sono già sintesi estrema di tutta una serie di storie e informazioni, è totalmente infattibile.
Se i giovani non riescono ad appassionarsi alle materie è anche perché han troppi videogiochi e distrazioni. Lo studio è una cosa seria che deve essere totalmente scollegata dall'idea che possa divertire

O_O
Sono scioccato da questa tua visione dello studio.

Back to the origin
05-02-16, 11:19
Per le materie scientifiche pensavo a puzzle game o simulazioni :D

- - - Aggiornato - - -



L'argomento è generale. È tanto per parlare. Se vi venissero in mente esempi di giochi già esistenti da usare in classe sarebbe fantastico, ma ovviamente pensare a possibili applicazioni teoriche non fa mai male :)

- - - Aggiornato - - -



O_O
Sono scioccato da questa tua visione dello studio.
Si, anche io.

Per carità di materie che proprio non sopportavo ce n'erano eh, mica sono un alieno, ma alcune materie, matematica, fisica, inglese, mi divertivo proprio a studiarle, merito probabilmente dei professori, oltre che una mia naturale predisposizione.

Però penso a mio figlio, lo vedo usare duolingo per l'inglese che, ok non è un vg, e mi dico che con qualche modifica quello di introdurre l'intrattenimento nell'istruzione, almeno per alcune fasce di età e per alcune materie, è la strada giusta da percorrere.

spedito con ricevuta di ritorno

piergiorgio91
05-02-16, 11:52
Si, anche io.

Per carità di materie che proprio non sopportavo ce n'erano eh, mica sono un alieno, ma alcune materie, matematica, fisica, inglese, mi divertivo proprio a studiarle, merito probabilmente dei professori, oltre che una mia naturale predisposizione.

Però penso a mio figlio, lo vedo usare duolingo per l'inglese che, ok non è un vg, e mi dico che con qualche modifica quello di introdurre l'intrattenimento nell'istruzione, almeno per alcune fasce di età e per alcune materie, è la strada giusta da percorrere.

spedito con ricevuta di ritorno

Necronomicon evidentemente o non si è mai divertito a studiare e vuole che tutte le persone del mondo provino la sua sofferenza o al contrario non ha mai provato la fatica del studiare materie che proprio non vanno giù :D

Per le lingue sarebbe bello fare scambi culturali virtuali con classi di altri paesi all'interno di MMO creati ad hoc!

CX3200
05-02-16, 11:54
lo studio è una cosa importante, ma perché non può essere anche divertente o anche meno seriosa? se si trova un sistema per appassionare allo studio di una materia persone che sono meno propense allo studio perché non usarlo?


fino alla prima superiore odiavo la matematica come un po' tutti, poi è arrivato il professore che me l'ha fatta capire bene, senza ripetere a pappagallo il libro come avevano fatto i sui predecessori ma usando esempi bizzarri o cmq reali, ed è diventata la mia materia preferita



ovvio che in questo casa i vg servono per incuriosire lo studende sul quell'argomento, che poi dovrà approfondire con i sistemi classici

Necronomicon
05-02-16, 11:57
Non sto dicendo che non possa essere mai divertente, ma che non debba necessariamente esserlo.

keiser
05-02-16, 12:08
Non sto dicendo che non possa essere mai divertente, ma che non debba necessariamente esserlo.ok, però se riesce *anche* a esserlo (e non necessariamente passando dal videogioco, può anche essere un docente particolarmente bravo o carismatico), i risultati che si ottengono sono migliori per tutti, a cominciare dagli studenti. se siamo d'accordo su questo, allora è già un punto di partenza, e da lì si può cominciare a ragionare :)

CX3200
05-02-16, 12:19
se no utilizziamo il sistema "tana della tigri", quando devi rimanere in bilico su un'asta sopra un baratro pieno di punte acuminate e l'unico modo per evitare una palla chiodata è risolvere un'equazione differenziale di 3° grado vedi come la impari subito la matematica :asd:

Necronomicon
05-02-16, 12:32
Mi spiace ma non credo il videogioco sia uno strumento valido da affiancare al normale studio.
Ci sono talmente tanti problemi nell'istruzione italiana e i giochini e i sudoku istruttivi sono proprio l'ultima cosa che potrebbe servire

piergiorgio91
05-02-16, 13:44
Mi spiace ma non credo il videogioco sia uno strumento valido da affiancare al normale studio.
Ci sono talmente tanti problemi nell'istruzione italiana e i giochini e i sudoku istruttivi sono proprio l'ultima cosa che potrebbe servire

Per fortuna che l'istruzione non è messa male come la immagini tu :p

Azathoth
05-02-16, 14:53
A volte m'immagino scenette tipo questa :rotolul:: "Ma tu non sei un figlio, sei una disgrazia! Non bastavano le ripetizioni di matematica e greco, no adesso dobbiamo spendere i soldi pure per quelle di Age of empire 2! E pensare che io sono finito fuori corso per finire tutte le campagne di Empire earth, ovviamente al livello di difficoltá massimo!"

piergiorgio91
05-02-16, 15:01
A volte m'immagino scenette tipo questa :rotolul:: "Ma tu non sei un figlio, sei una disgrazia! Non bastavano le ripetizioni di matematica e greco, no adesso dobbiamo spendere i soldi pure per quelle di Age of empire 2! E pensare che io sono finito fuori corso per finire tutte le campagne di Empire earth, ovviamente al livello di difficoltá massimo!"

:rotfl: :rotfl: Il sogno di tutti noi!

CX3200
05-02-16, 15:08
oppure il padre che entra in camera mentre stai giocando

"ma sempre a giocare sei?" ..."porca miseria papa, non vedi che sto cercando di fare i compiti, un po' di silenzio grazie" :asd:

manuè
05-02-16, 15:11
Per fortuna che l'istruzione non è messa male come la immagini tu :p
in effetti no: è messa peggio :asd:

Azathoth
05-02-16, 15:32
oppure il padre che entra in camera mentre stai giocando

"ma sempre a giocare sei?" ..."porca miseria papa, non vedi che sto cercando di fare i compiti, un po' di silenzio grazie" :asd:
"Papà, sto studiando l'invasione della Russia di Napoleone, ma non capisco come ha fatto a perdere, bastava iniziare ad attaccare a marzo e non invadere la Spagna!"

Back to the origin
05-02-16, 15:47
in effetti no: è messa peggio :asd:
Dovresti provare a cambiare istituto. :asd:

spedito con ricevuta di ritorno

manuè
05-02-16, 16:16
Dovresti provare a cambiare istituto. :asd:
in oltre 20 anni ho cambiato varie volte, sia istituto che tipo di istituto: da scuola elementare... pardon: primaria (hai visto mai che qualcuno si offende), a scuola superiore a istituto comprensivo, ma la tiritera è sempre la medesima :asd:

piergiorgio91
05-02-16, 16:28
in oltre 20 anni ho cambiato varie volte, sia istituto che tipo di istituto: da scuola elementare... pardon: primaria (hai visto mai che qualcuno si offende), a scuola superiore a istituto comprensivo, ma la tiritera è sempre la medesima :asd:

:rotfl:

Matsetes
05-02-16, 17:31
Se si volessero introdurre, bisognerebbe prima formare i genitori e lo dico da insegnante saltuario. Nessuno di loro in generale sa neppure che cos'è il PEGI e la classificazione dei videogiochi. Non compate cose a caso per questi ragazzi e, per Diana, giocateci insieme! Almeno un minimo, per accompagnarli nel media!

piergiorgio91
05-02-16, 17:33
Se si volessero introdurre, bisognerebbe prima formare i genitori e lo dico da insegnante saltuario. Nessuno di loro in generale sa neppure che cos'è il PEGI e la classificazione dei videogiochi. Non compate cose a caso per questi ragazzi e, per Diana, giocateci insieme! Almeno un minimo, per accompagnarli nel media!

Genitori e professori allo stesso modo!

manuè
05-02-16, 21:49
Genitori e professori allo stesso modo!
tipo nitro e glicerina :jfs:

Nevade
06-02-16, 02:41
Leggo solo ora, mi sono perso il topic per strada. L'argomento è interessante e casualmente mi è capitato di approfondirlo negli ultimi tempi. Cerco di riprendere le cose che avete detto.

I videogiochi a scuola? La risposta è ni (non la mia risposta, mi riferisco a quella branca di studi che da almeno tre quattro anni a sta parte si occupa di questo argomento). Due autori che si sono soffermati molto a riguardo sono Henry Jenkins e Paul Gee, di quest'ultimo trovate un suo testo famosissimo che si chiama "come un videogioco" e che prende di petto la cosa quindi se vi interessa è una lettura consigliata.

Quale è il punto per Gee? Non tanto portare i videogiochi a scuola, quello servirebbe a poco se non in rarissimi casi (qualcuno ha citato Valiant Hearts per dire) ne creare dei sottogruppi (i serious game (https://it.wikipedia.org/wiki/Serious_game) ). Una cosa utile però è capire come i videogiochi riescono a stimolare l'apprendimento. Perché di base, per quanto sembri assurdo, studiare biologia e finire Dark Souls condividono più processi neurologici di quanto non si creda.

Possono essere uno strumento utile per migliorare strutturalmente la didattica ma non come sostituto, al massimo come supporto (se non ripeto, in rari casi e contesti ben delineati che possono comunque valere la prova) tramite quei processi di gamefication (ma io nutro dubbi anche su quelli sinceramente).

Ah un ultima breve cosa: studiare non è divertente, o forse lo è ma non è importante. E' faticoso perché biologicamente richiede ripetizione. E' il motivo per cui devi leggerti la poesia dieci volte, fare cento esercizi per passare il test di matematica etc. Il che vuol dire che le due cose possono anche andare a braccetto ma per la situazione psico-fisica che si crea non credo sia il caso di parlare di "divertente" quanto di concentrato. Capita di "studiare" cose a cui si ci appassiona, e in quel caso chiunque può provare sulla sua pelle che magari non si prova del divertimento, nel senso più blando del termine, ma concentrazione, motivazione, ostinazione. Uno studente che apprezza ciò che apprende fatica, ma questo non gli pesa. Così come un videogiocatore che gioca a Dark Souls e ripete sei volte lo stesso boss non si sta "divertendo" nel senso classico del termine. Eppure è motivato a superare quell'ostacolo. E' questa dimensione che dovremmo cercare (my two cents) di mettere al centro e non tanto il lato "ludico" intenso in senso lato.

Matsetes
06-02-16, 08:39
Bellissimo intervento, non sapevo neppure ci fossero degli studiosi del genere...

piergiorgio91
07-02-16, 18:43
Leggo solo ora, mi sono perso il topic per strada. L'argomento è interessante e casualmente mi è capitato di approfondirlo negli ultimi tempi. Cerco di riprendere le cose che avete detto.

I videogiochi a scuola? La risposta è ni (non la mia risposta, mi riferisco a quella branca di studi che da almeno tre quattro anni a sta parte si occupa di questo argomento). Due autori che si sono soffermati molto a riguardo sono Henry Jenkins e Paul Gee, di quest'ultimo trovate un suo testo famosissimo che si chiama "come un videogioco" e che prende di petto la cosa quindi se vi interessa è una lettura consigliata.

Quale è il punto per Gee? Non tanto portare i videogiochi a scuola, quello servirebbe a poco se non in rarissimi casi (qualcuno ha citato Valiant Hearts per dire) ne creare dei sottogruppi (i serious game (https://it.wikipedia.org/wiki/Serious_game) ). Una cosa utile però è capire come i videogiochi riescono a stimolare l'apprendimento. Perché di base, per quanto sembri assurdo, studiare biologia e finire Dark Souls condividono più processi neurologici di quanto non si creda.

Possono essere uno strumento utile per migliorare strutturalmente la didattica ma non come sostituto, al massimo come supporto (se non ripeto, in rari casi e contesti ben delineati che possono comunque valere la prova) tramite quei processi di gamefication (ma io nutro dubbi anche su quelli sinceramente).

Ah un ultima breve cosa: studiare non è divertente, o forse lo è ma non è importante. E' faticoso perché biologicamente richiede ripetizione. E' il motivo per cui devi leggerti la poesia dieci volte, fare cento esercizi per passare il test di matematica etc. Il che vuol dire che le due cose possono anche andare a braccetto ma per la situazione psico-fisica che si crea non credo sia il caso di parlare di "divertente" quanto di concentrato. Capita di "studiare" cose a cui si ci appassiona, e in quel caso chiunque può provare sulla sua pelle che magari non si prova del divertimento, nel senso più blando del termine, ma concentrazione, motivazione, ostinazione. Uno studente che apprezza ciò che apprende fatica, ma questo non gli pesa. Così come un videogiocatore che gioca a Dark Souls e ripete sei volte lo stesso boss non si sta "divertendo" nel senso classico del termine. Eppure è motivato a superare quell'ostacolo. E' questa dimensione che dovremmo cercare (my two cents) di mettere al centro e non tanto il lato "ludico" intenso in senso lato.

Davvero un bell'intervento! Grazie degli spunti :)

gamer_povro
08-02-16, 00:25
Forse il mio è un intervento a gamba tesa, ma si è parlato tanto di teorie, di divertimento, di scuole, di insegnanti, di giochi papabili... e non di studenti (anzi, no, Shog-ghot vi ha accennato brevemente). Ai ragazzi interesserebbe?
Perché è stata citata una miriade di giochi che nel mondo reale i giovani non conoscono manco per sentito dire. Si parla di un pubblico quanto più eterogeneo possibile il cui interesse videoludico si ferma giusto all'ultimo FIFA o a Candy Crush. Non voglio che il mio sembri un discorso elitario, ma mi sembra importante ricordare che non tutti i ragazzi hanno interesse ad esplorare gameplay diversi o comunque più profondi.

Al di là di questo mi sembra che si sia partiti dal fatto che tutti apprezzino i videogiochi, mentre in una classe ci può essere un buon numero di persone che non ne siano minimamente interessate: ecco, per queste ultime quale sarebbe la differenza di dover studiare con un gioco oppure nel modo classico? Lo troverebbero comunque fuori dalle loro corde, e il gioco - qualsiasi esso sia - diverrebbe immediatamente un dovere, un obbligo, un peso.

Matsetes
08-02-16, 07:37
Non credo che i giovani siano così lontani dai videogiochi. È vero che non ne hanno alcuna cultura (ma come d'altronde anche di musica, film, etc). La componente di gioco è uno stimolo naturale per i cuccioli di molte specie di mammiferi ed anche per i ragazzi. Certo, ci sono casi e casi e sono abbastanza sicuro del fatto che pochi andrebbero a giocare ad un Valiant Hearts o To the moon di loro spontanea volontà, ma se il titolo è divertente e non difficile o frustrante, non vedo perché non lo apprezzerebbero, soprattutto se svolto in compagnia.
Non ho mai pensato ai videogiochi come "compiti a casa", quanto piuttosto metodo alternativo di avvicinare la sensibilità dei ragazzi all'argomento che verrà trattato a lezione

manuè
08-02-16, 07:56
non vedo perché non lo apprezzerebbero, soprattutto se svolto in compagnia.
ok, ma svolto da chi?
perchè se gli alunni guardano mentre il professore gioca e gli dice che lo devono trovare interessante (le motivazioni non contano), la cosa avrebbe tutto l'effetto contrario a quello al quale si vorrebbe arrivare.

Matsetes
09-02-16, 17:23
No, intendevo tipo un collaborativo o multiplayer, o comunque un'esperienza che coinvolga la classe intera

Nevade
09-02-16, 17:25
In realtà il punto "non a tutti gli adolescenti interessa il videogioco" intenso come "Non è che lo trovano più accattivante di leggere il Simoncelli per imparare storia moderna" è sacrosanto :asd:

CX3200
09-02-16, 17:42
In realtà il punto "non a tutti gli adolescenti interessa il videogioco" intenso come "Non è che lo trovano più accattivante di leggere il Simoncelli per imparare storia moderna" è sacrosanto :asd:

beh ma se ad uno studente già piace studiare non serve il videogioco :sisi:


io lo strumento videogioco lo vedo bene come trampolino per quegli studenti meno propensi allo studio, un sistema per far magari incuriosire su un certo argomento che saranno più propensi ad approfondire o semplicemente per far ricordare meglio certe lezioni

Nevade
09-02-16, 17:44
beh ma se ad uno studente già piace studiare non serve il videogioco :sisi:


io lo strumento videogioco lo vedo bene come trampolino per quegli studenti meno propensi allo studio, un sistema per far magari incuriosire su un certo argomento che saranno più propensi ad approfondire o semplicemente per far ricordare meglio certe lezioni

Sarebbero un ottimo strumento pratico. Pensa ai simulatori di fisica, sarebbe decisamente più pratico usare una roba tipo l'havoc (per dirne uno) per mostrare effettivamente cosa succede quando la pallina rotola sul piano che non doversi fare i disegnini su carta dovendo creare ogni volta degli esperimenti mentali che lasciano il tempo che trovano :asd:

Azathoth
09-02-16, 17:48
No, intendevo tipo un collaborativo o multiplayer, o comunque un'esperienza che coinvolga la classe intera
Tempo fa avevo letto di una classe che aveva costruito insieme ai docenti una sorta di gdr (non digitale), dove i bambini insieme agli adulti gestivano un villaggio fantasy, ed affrontavano delle situazioni che si verificavano.
Se ritrovo l'articolo provo a postarlo.

manuè
10-02-16, 08:58
Tempo fa avevo letto di una classe che aveva costruito insieme ai docenti una sorta di gdr (non digitale), dove i bambini insieme agli adulti gestivano un villaggio fantasy, ed affrontavano delle situazioni che si verificavano.
Se ritrovo l'articolo provo a postarlo.
in B4


https://www.youtube.com/watch?v=j_ekugPKqFw

:asd:

piergiorgio91
10-02-16, 13:16
In realtà il punto "non a tutti gli adolescenti interessa il videogioco" intenso come "Non è che lo trovano più accattivante di leggere il Simoncelli per imparare storia moderna" è sacrosanto :asd:

Se il videogioco è un esperienza interattiva (ormai sono state sdoganate nel mondo dei videogiochi) potrebbe tranquillamente piacere a chi i videogiochi piacciono e a chi i videogiochi non piacciono, perché sono meno videogiochi dei "classici videogiochi" e più videogiochi di un libro di testo.

Mica usare i videogiochi vuol dire che studiare diventerebbe divertente quanto giocare a FIFA (a chi diverte :asd: ), ma solo che si utilizza un medium più interattivo per entrare nell'argomento e toccarlo con mano, piuttosto che leggerlo solo su un libro di testo, senza sostituire ovviamente quest'ultimo.

Nevade
10-02-16, 13:43
Se il videogioco è un esperienza interattiva (ormai sono state sdoganate nel mondo dei videogiochi) potrebbe tranquillamente piacere a chi i videogiochi piacciono e a chi i videogiochi non piacciono, perché sono meno videogiochi dei "classici videogiochi" e più videogiochi di un libro di testo.

Mica usare i videogiochi vuol dire che studiare diventerebbe divertente quanto giocare a FIFA (a chi diverte :asd: ), ma solo che si utilizza un medium più interattivo per entrare nell'argomento e toccarlo con mano, piuttosto che leggerlo solo su un libro di testo, senza sostituire ovviamente quest'ultimo.

Ma infatti siamo tornati al punto di prima, non puoi semplicemente prendere sto oggetto così come è fatto e metterlo sul banco, ne puoi sfruttare delle caratteristiche, al massimo potresti fare boh, la sparo così, dei laboratori pomeridiani in cui magari si sceglie un tema e si parla di alcuni giochi, si fanno provare alcune scene, per discutere di qualche argomento. Questo per dire credo sarebbe interessante, molto più del "filmino degli ebrei de guera" cit.

piergiorgio91
10-02-16, 13:57
Ma infatti siamo tornati al punto di prima, non puoi semplicemente prendere sto oggetto così come è fatto e metterlo sul banco, ne puoi sfruttare delle caratteristiche, al massimo potresti fare boh, la sparo così, dei laboratori pomeridiani in cui magari si sceglie un tema e si parla di alcuni giochi, si fanno provare alcune scene, per discutere di qualche argomento. Questo per dire credo sarebbe interessante, molto più del "filmino degli ebrei de guera" cit.

Sicuramente come "compito a casa" sarebbe un'esperienza più personale, ma anche un salto in aula computer non sarebbe male. In fondo il "filmino degli ebrei de guera" viene visto durante le ore di lezione, non solo in orario extracurriculare.

Poi alcuni giochi (come Valiant Hearts) si adatterebbero bene anche per essere giocati in classe un po' per uno, anche se ovviamente perdono il senso di interazione personale.

Nevade
10-02-16, 14:05
Sicuramente come "compito a casa" sarebbe un'esperienza più personale, ma anche un salto in aula computer non sarebbe male. In fondo il "filmino degli ebrei de guera" viene visto durante le ore di lezione, non solo in orario extracurriculare.

Poi alcuni giochi (come Valiant Hearts) si adatterebbero bene anche per essere giocati in classe un po' per uno, anche se ovviamente perdono il senso di interazione personale.

Io sono sempre dubbioso, non per altro ma come vedi in questo modo orbitano sempre in modo collaterale all'insegnamento classico. Puoi farci tutto ma restano uno strumento di integrazione accessoria. E se vai a vedere non mancano invece teorie decisamente più forti, ma molto forti a riguardo.
Su tutte, consiglio un altro testo di uno che ci ha speso veramente tante parole riguardo l'ambiente didattico: "Parola e immagine" di Francesco Antinucci. Ho avuto il piacere di poterci scambiare due chiacchiere durante una conferenza e la sua tesi a riguardo è decisamente ambiziosa.
Per lui, pensa, un futuro possibile, o almeno auspicabile, è quello dei visori della realtà virtuale. La sua proposta, forse provocatoria ma supportata comunque da un sostrato teorico mica da ridere, è di portare i visori virtuali nelle scuole. Perché insegnare ai bambini come sono le cose e come funzionano quando puoi fargli direttamente sperimentare, simulativamente, con mano le cose stesse? L'idea di fondo è tornare ad un tipo di apprendimento senso-motorio vs quello simbolico-ricostruttivo (detto in parole povere: è la differenza che passa tra teoria e pratica, puoi aver letto un libro di meccanica e saperlo a memoria ma fino a che non metti mano agli strumenti pratici non saprai mai davvero come funziona quella roba, molto brutale come semplificazione ma almeno rende l'idea). Per lui il videogioco è il prototipo ideale, quello da cui partire e che ci mostra già una traccia di questa

http://marioflaviobenini.org/2014/12/03/il-videogioco-come-strumento-di-apprendimento/

Qua c'è un intervista molto loffia ma che rende l'idea per chi è interessato :D

piergiorgio91
10-02-16, 14:12
Io sono sempre dubbioso, non per altro ma come vedi in questo modo orbitano sempre in modo collaterale all'insegnamento classico. Puoi farci tutto ma restano uno strumento di integrazione accessoria. E se vai a vedere non mancano invece teorie decisamente più forti, ma molto forti a riguardo.
Su tutte, consiglio un altro testo di uno che ci ha speso veramente tante parole riguardo l'ambiente didattico: "Parola e immagine" di Francesco Antinucci. Ho avuto il piacere di poterci scambiare due chiacchiere durante una conferenza e la sua tesi a riguardo è decisamente ambiziosa.
Per lui, pensa, un futuro possibile, o almeno auspicabile, è quello dei visori della realtà virtuale. La sua proposta, forse provocatoria ma supportata comunque da un sostrato teorico mica da ridere, è di portare i visori virtuali nelle scuole. Perché insegnare ai bambini come sono le cose e come funzionano quando puoi fargli direttamente sperimentare, simulativamente, con mano le cose stesse? L'idea di fondo è tornare ad un tipo di apprendimento senso-motorio vs quello simbolico-ricostruttivo (detto in parole povere: è la differenza che passa tra teoria e pratica, puoi aver letto un libro di meccanica e saperlo a memoria ma fino a che non metti mano agli strumenti pratici non saprai mai davvero come funziona quella roba, molto brutale come semplificazione ma almeno rende l'idea). Per lui il videogioco è il prototipo ideale, quello da cui partire e che ci mostra già una traccia di questa

http://marioflaviobenini.org/2014/12/03/il-videogioco-come-strumento-di-apprendimento/

Qua c'è un intervista molto loffia ma che rende l'idea per chi è interessato :D

Grazie davvero per tutti questi spunti. Io ovviamente sto cercando di costruire un possibile futuro prossimo, poi ovvio che le applicazioni a lungo termine possono essere molto più importanti. Considerando l'accademicità che spesso si riscontra tra i professori è già quasi un sogno lontano pensare ai videogiochi come strumento didattico ausiliario :)

Nevade
10-02-16, 14:17
Grazie davvero per tutti questi spunti. Io ovviamente sto cercando di costruire un possibile futuro prossimo, poi ovvio che le applicazioni a lungo termine possono essere molto più importanti. Considerando l'accademicità che spesso si riscontra tra i professori è già quasi un sogno lontano pensare ai videogiochi come strumento didattico ausiliario :)

Ma figurati personalmente fa sempre piacere parlare di queste cose, in realtà in ambito accademico (parlo chiaramente del mio piccolo più di qualche realtà sparsa in Italia che mi capita di incontrare) si sta smuovendo qualcosa, anche in Italia, anche in piccolo. C'è speranza :D