Huxley
03-06-17, 09:54
Diversi scienziati – non scrittori di fantascienza – sostengono che a breve inizieremo a estrarre minerali e metalli preziosi dalla Luna, a esplorare Marte e a costruirvi basi stabili. Secondo gli studiosi di giurisprudenza extraplanetaria non c’è dubbio che nei prossimi anni lo spazio diventerà un tema di discussione e di scontro nelle relazioni internazionali. Prima di colonizzare i pianeti del sistema solare c’è ancora un grosso punto interrogativo a cui dobbiamo fornire risposta. Chi possiede i pianeti e l’area che li circonda?
Nel 1967 il Trattato sullo spazio extraplanetario nasceva con due punti fondamentali: gli stati devono usare lo spazio, la Luna e gli altri pianeti per scopi pacifici; agli stati è vietato di svolgere azioni militari o test. Il trattato proibisce di appropriarsi di una qualsiasi parte dello spazio, un po’ come era stato deciso per l’Antartide con l’Antarctic Treaty System del 1959. Ma non pone obblighi, e ogni Paese che lo ha firmato può abbandonarlo quando vuole.
A cinquant’anni dalla firma del trattato, il mondo si trova davanti a una nuova frontiera nella conquista dello spazio e alcuni passaggi del documento potrebbero essere obsoleti. “Prima la Brexit e poi la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane hanno portato instabilità, spostando l’attenzione delle potenze mondiali su altri temi e non certo su questo dibattito semi-fantascientifico legato all’estrazione di metalli nello spazio”, mi dice Frans von der Dunk, professore di diritto aerospaziale alla University of Nebraska-Lincoln. Un errore, visto che per von der Dunk dovremmo iniziare oggi a preoccuparci in modo serio di quello che succederà lassù. Come ha scritto Oriana Fallaci negli anni Sessanta in Se il sole muore, lo spazio è un atto politico più di quanto possiamo immaginare. “E se la Terra muore, e se il Sole muore, vivremo là sopra. Costi quel che costi”.
Von der Dunk è convinto che i Paesi che avranno la possibilità di spingersi all’esterno dell’atmosfera dovranno scrivere nuove regole per dare una risposta a tutte queste domande. “Da una parte questo insieme di norme deve permettere in buona fede alle aziende private di andare nello spazio, fare denaro a patto di evitare contaminazioni; dall’altra deve proteggere l’interesse pubblico dell’umanità e della comunità internazionale”, continua von der Dunk.
Secondo gli studiosi di giurisprudenza extraplanetaria non c’è dubbio che nei prossimi anni lo spazio diventerà un tema di discussione e di scontro nelle relazioni internazionali.
il resto qua: http://www.iltascabile.com/scienze/proprieta-spaziali/?utm_source=%23NightReview&utm_campaign=a5c6624e92-02-06-17&utm_medium=email&utm_term=0_88ab791e01-a5c6624e92-131473485
Nel 1967 il Trattato sullo spazio extraplanetario nasceva con due punti fondamentali: gli stati devono usare lo spazio, la Luna e gli altri pianeti per scopi pacifici; agli stati è vietato di svolgere azioni militari o test. Il trattato proibisce di appropriarsi di una qualsiasi parte dello spazio, un po’ come era stato deciso per l’Antartide con l’Antarctic Treaty System del 1959. Ma non pone obblighi, e ogni Paese che lo ha firmato può abbandonarlo quando vuole.
A cinquant’anni dalla firma del trattato, il mondo si trova davanti a una nuova frontiera nella conquista dello spazio e alcuni passaggi del documento potrebbero essere obsoleti. “Prima la Brexit e poi la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane hanno portato instabilità, spostando l’attenzione delle potenze mondiali su altri temi e non certo su questo dibattito semi-fantascientifico legato all’estrazione di metalli nello spazio”, mi dice Frans von der Dunk, professore di diritto aerospaziale alla University of Nebraska-Lincoln. Un errore, visto che per von der Dunk dovremmo iniziare oggi a preoccuparci in modo serio di quello che succederà lassù. Come ha scritto Oriana Fallaci negli anni Sessanta in Se il sole muore, lo spazio è un atto politico più di quanto possiamo immaginare. “E se la Terra muore, e se il Sole muore, vivremo là sopra. Costi quel che costi”.
Von der Dunk è convinto che i Paesi che avranno la possibilità di spingersi all’esterno dell’atmosfera dovranno scrivere nuove regole per dare una risposta a tutte queste domande. “Da una parte questo insieme di norme deve permettere in buona fede alle aziende private di andare nello spazio, fare denaro a patto di evitare contaminazioni; dall’altra deve proteggere l’interesse pubblico dell’umanità e della comunità internazionale”, continua von der Dunk.
Secondo gli studiosi di giurisprudenza extraplanetaria non c’è dubbio che nei prossimi anni lo spazio diventerà un tema di discussione e di scontro nelle relazioni internazionali.
il resto qua: http://www.iltascabile.com/scienze/proprieta-spaziali/?utm_source=%23NightReview&utm_campaign=a5c6624e92-02-06-17&utm_medium=email&utm_term=0_88ab791e01-a5c6624e92-131473485