Cesarino
31-07-17, 12:09
Era nascosto in un cunicolo all’interno di un garage abbandonato nel quartiere napoletano di Ponticelli, il corpo martoriato e quasi irriconoscibile di Vincenzo Ruggiero, 25 anni, ucciso il 7 luglio scorso dall’ex marinaio trentacinquenne Ciro Guarente, geloso del rapporto tra la vittima e la trans Heven Grimaldi, della quale Guarente era innamorato. Ruggiero è stato ucciso e poi sezionato: separata la testa e gli arti per essere poi seppellito più agevolmente. L’ex marinaio, incastrato dalle immagini di una telecamera a circuito chiuso che lo ritraevano mentre usciva dalla casa di Ruggiero, proprio nel giorno della sua scomparsa, trascinando una pesante valigia, aveva ammesso parzialmente le sue responsabilità davanti ai carabinieri e al magistrato della Procura di Napoli Nord che lo ha interrogato dopo l’arresto. Aveva detto di aver litigato con Vincenzo e di averlo spinto, facendogli battere involontariamente la testa su uno spigolo. Poi, resosi conto che l’altro era morto, si sarebbe fatto prendere dal panico, avrebbe chiuso il corpo in una valigia e lo avrebbe buttato in mare, lanciando la valigia a pochi metri dalla riva.
Indagini sviate
Gli inquirenti, però, non gli hanno creduto, anche perché se davvero le cose fossero andate come raccontava Guarente, la valigia con il corpo sarebbe subito ritornata sul bagnasciuga, visto che non era stata affondata in alto mare. Hanno quindi continuato a indagare e i loro sospetti si sono rivelati fondati. Ricostruendo gli spostamenti di Guarente nelle ore successive a quelle fissate dalle immagini della telecamera a circuito chiuso, sono arrivati nella zona di Ponticelli, nei pressi di una strada dove l’ex marinaio, che ora viveva a Parete, in provincia di Caserta, aveva abitato per alcuni anni quando era ragazzo, e che quindi conosceva bene. E lì, in un luogo abbandonato, è avvenuta la macabra scoperta: ciò che resta di un cadavere che chi ha portato là dentro ha prima cercato di sciogliere con l’acido e poi ha ricoperto di cemento, probabilmente all’inutile scopo di renderlo irriconoscibile (per l’esame del Dna bastano anche frammenti di resti), ma non si esclude nemmeno che si trattasse di un maldestro tentativo di murare il corpo affinché non venisse mai più ritrovato.
L’udienza di convalida
Impossibile, in questo scenario, stabilire come sia stato ucciso Ruggiero prima che a dare una risposta in questo senso siano l’autopsia e altri eventuali accertamenti medico-legali. Di certo, però, a questo punto gli investigatori non danno più alcun credito alla ricostruzione fornita da Guarente nemmeno relativamente alla morte accidentale. Gliene chiederà probabilmente conto il gip durante l’udienza di convalida dell’arresto fissata per questa mattina, e sicuramente lo farà il pubblico ministero Vittoria Petronella, titolare delle indagini coordinate dal procuratore di Napoli Nord Francesco Greco, nel corso di un interrogatorio investigativo che dovrebbe svolgersi subito dopo.
Indagini sviate
Gli inquirenti, però, non gli hanno creduto, anche perché se davvero le cose fossero andate come raccontava Guarente, la valigia con il corpo sarebbe subito ritornata sul bagnasciuga, visto che non era stata affondata in alto mare. Hanno quindi continuato a indagare e i loro sospetti si sono rivelati fondati. Ricostruendo gli spostamenti di Guarente nelle ore successive a quelle fissate dalle immagini della telecamera a circuito chiuso, sono arrivati nella zona di Ponticelli, nei pressi di una strada dove l’ex marinaio, che ora viveva a Parete, in provincia di Caserta, aveva abitato per alcuni anni quando era ragazzo, e che quindi conosceva bene. E lì, in un luogo abbandonato, è avvenuta la macabra scoperta: ciò che resta di un cadavere che chi ha portato là dentro ha prima cercato di sciogliere con l’acido e poi ha ricoperto di cemento, probabilmente all’inutile scopo di renderlo irriconoscibile (per l’esame del Dna bastano anche frammenti di resti), ma non si esclude nemmeno che si trattasse di un maldestro tentativo di murare il corpo affinché non venisse mai più ritrovato.
L’udienza di convalida
Impossibile, in questo scenario, stabilire come sia stato ucciso Ruggiero prima che a dare una risposta in questo senso siano l’autopsia e altri eventuali accertamenti medico-legali. Di certo, però, a questo punto gli investigatori non danno più alcun credito alla ricostruzione fornita da Guarente nemmeno relativamente alla morte accidentale. Gliene chiederà probabilmente conto il gip durante l’udienza di convalida dell’arresto fissata per questa mattina, e sicuramente lo farà il pubblico ministero Vittoria Petronella, titolare delle indagini coordinate dal procuratore di Napoli Nord Francesco Greco, nel corso di un interrogatorio investigativo che dovrebbe svolgersi subito dopo.