Cesarino
01-08-17, 17:22
Selvaggia Lucarelli
6 h · Bagno a Ripoli, Tuscany ·
Temptation island è una di quelle cose che mentre la guardi ti senti in colpa come se avessi mangiato un Oreo fritto dopo due settimane di dieta.
Ieri l'ho guardato perché arresa all'evidenza del successo di questa specie di incrocio tra Uomini e donne e L'isola dei famosi, e ho capito perché è così ipnotico anche per chi è andato oltre la quinta elementare.
È ipnotico per una ragione molto precisa: perché ci racconta quanto le dinamiche sentimentali siano tutte uguali. Quanto sono tutti Ruben o Francesca o Valeria, a seconda dei momenti, degli incroci, delle fasi, dei rincoglionimenti del momento. Certo.
Abbiamo qualche congiuntivo in più, un pensiero più evoluto, un pudore che ci preserva da queste figure di merda su scala nazionale, ma alla fine, nelle relazioni, non siamo tanto diversi da loro. Anzi.
Noi siamo loro, pure se l'idea ci fa schifo, questo è il punto. E mentre ci spanciamo dal ridere perché Valeria si tiene le corna e ci mette pure su due palline di Natale, sentiamo uno strano disagio, ci ricordiamo che beh, quella volta non è che noi siamo state tanto diverse.
È l'inquietudine, il sospetto di essere dei primati pure noi quando entrano in ballo i sentimenti, la ragione del successo di Temptation island.
Prendiamo Valeria e Alessio. Lei è una gnocca che se volesse non starebbe in un villaggio turistico a maggio in Sardegna a girare un programma per la De Filippi. Se solo volesse starebbe con un arabo che la Sardegna se la compra, la asfalta e ci fa un parcheggio per droni. Il fidanzato Alessio è una specie di bamboccione narcisista e manipolatore di quelli che si tengono lo zerbino a casa e poi fuori fanno i piacioni pure coi contatori del gas.
Nei 21 giorni senza di lei è costantemente barzotto , dice che gli manca più il gatto della fidanzata, dice "che la campa", sta così infojato che quando guarda Carmen sulla spiaggia in Sardegna due turiste tedesche restano incinte in Corsica.
Lei piagnucola tutto il tempo, annuncia rotture e casini epocali, poi quando se lo ritrova davanti al faló, anziché staccargli le dita una ad una e farne arrosticini, si fa abbindolare. Lui si mette in modalità Garko, recita di merda la particina dell'uomo pentito, lei fa quella che dice "Io lascio!" tipo Renzi e infatti come Renzi poi non lascia un cazzo. Si alza trascinandosi sulla sabbia disperata al grido di "non ce la faccio non ce la faccio non ce la faccio!" e arrivata alla prima palma "vabbè ce la faccio". Ed è lì, mentre scatta l'insulto da casa ("coglionaaaaaa, vergognati, no vabbè te lo sei ripresa, le corna te le meritiiiiiiii), che a un certo punto noi donne smettiamo di insultare e ci ricordiamo che pure noi, quelle 20-25 volte almeno, abbiamo detto "è finita" mentre non ci credevamo manco per un cazzo. Abbiamo mandato giù mortificazioni e scuse pietose. Siamo rimaste con uomini che ci avrebbero dovuto asciugare lo smalto alitandoci sui mignoli e facevano pure i preziosi.
Valeria ci sembra una poraccia ma ci fa da specchio. E non è un riflesso confortante.
Poi ci sono le finte minacce tipicamente femminili: "non mi fiderò più", "sai che usciti di qui sarà tutto più difficile?" e cagate varie, che servono solo a illudersi di avere 5 minuti la parte del manico. Altra cosa in cui, ahimè, pure una con due lauree e tre master è uguale alla Veronica di turno.
E veniamo alla parte maschile. Se Temptation island ci spiega qualcosa della contorta e masochistica psicologia femminile, ci spiega altrettanto bene la più asciutta psicologia maschile: agli uomini basta un culo per non ricordarsi più neanche cosa c'è scritto sul citofono di casa.
Fine. Al massimo si può aggiungere la postilla *anche un brutto culo.
Il fidanzato di selvaggia, uno che si fa chiamare "Lenticchio" ma in realtà è un cotechino di 100 chili, è uno di quegli uomini che "mi hai rotto er cazzo però sposamose e famo du fiji". Selvaggia è una di quelle che si sente dire 20 volte "Comunque Desirè era più giovane de te, c'andavo piu d'accordo che con te, abitava a 5 minuti da casa (come a dire "se me la vojo trombá non devo manco spende 'na piotta de benzina)" e lei anziché dargli una testata conclude con "Ti amo Lenticchio".
Poi ci sono loro, i capolavori del programma:
Ruben e Francesca. Lei lo schifa per tutto il programma, lo descrive come l'anello mancante tra la blatta e un'incrostazione calcarea, afferma di volere una vita top senza che nessuno le spieghi "non sei figa, non sei simpatica, uscita di qui starai sul cazzo pure a Papa Francesco, abbassa le aspettative". Lui è una specie di uomo in balia degli eventi che ha il suo primo vero riscatto in un'esistenza grigia quando la sfancula in differita nazionale e che fa? Se la ripiglia. Se la ripiglia dopo tutto quello che lei gli ha detto e con l'aggravante che lei osa pure tornare con un paio di pantaloni di merda aperti in due sul davanti come la dignità di Ruben.
Infine, interessante nel programma l'utilizzo compulsivo del termine "percorso". Ci eravamo abituati a sentirlo a mo' di mantra nei talent per giustificare performance di merda, ora serve pure a non dire "me la sarei trombata in tante di quelle posizioni che manco dentro al Pd". Si dice "stavo facendo un percorso" e si torna fidanzati come prima.
E mica solo a Temptation Island, purtroppo. Perché a me, a noi, non hanno detto "stavo facendo un percorso " ma "dovevo capire delle cose di me" e alla fine, siamo stati tutti Ruben, Veronica, Valeria: dei cazzoni avariati.
6 h · Bagno a Ripoli, Tuscany ·
Temptation island è una di quelle cose che mentre la guardi ti senti in colpa come se avessi mangiato un Oreo fritto dopo due settimane di dieta.
Ieri l'ho guardato perché arresa all'evidenza del successo di questa specie di incrocio tra Uomini e donne e L'isola dei famosi, e ho capito perché è così ipnotico anche per chi è andato oltre la quinta elementare.
È ipnotico per una ragione molto precisa: perché ci racconta quanto le dinamiche sentimentali siano tutte uguali. Quanto sono tutti Ruben o Francesca o Valeria, a seconda dei momenti, degli incroci, delle fasi, dei rincoglionimenti del momento. Certo.
Abbiamo qualche congiuntivo in più, un pensiero più evoluto, un pudore che ci preserva da queste figure di merda su scala nazionale, ma alla fine, nelle relazioni, non siamo tanto diversi da loro. Anzi.
Noi siamo loro, pure se l'idea ci fa schifo, questo è il punto. E mentre ci spanciamo dal ridere perché Valeria si tiene le corna e ci mette pure su due palline di Natale, sentiamo uno strano disagio, ci ricordiamo che beh, quella volta non è che noi siamo state tanto diverse.
È l'inquietudine, il sospetto di essere dei primati pure noi quando entrano in ballo i sentimenti, la ragione del successo di Temptation island.
Prendiamo Valeria e Alessio. Lei è una gnocca che se volesse non starebbe in un villaggio turistico a maggio in Sardegna a girare un programma per la De Filippi. Se solo volesse starebbe con un arabo che la Sardegna se la compra, la asfalta e ci fa un parcheggio per droni. Il fidanzato Alessio è una specie di bamboccione narcisista e manipolatore di quelli che si tengono lo zerbino a casa e poi fuori fanno i piacioni pure coi contatori del gas.
Nei 21 giorni senza di lei è costantemente barzotto , dice che gli manca più il gatto della fidanzata, dice "che la campa", sta così infojato che quando guarda Carmen sulla spiaggia in Sardegna due turiste tedesche restano incinte in Corsica.
Lei piagnucola tutto il tempo, annuncia rotture e casini epocali, poi quando se lo ritrova davanti al faló, anziché staccargli le dita una ad una e farne arrosticini, si fa abbindolare. Lui si mette in modalità Garko, recita di merda la particina dell'uomo pentito, lei fa quella che dice "Io lascio!" tipo Renzi e infatti come Renzi poi non lascia un cazzo. Si alza trascinandosi sulla sabbia disperata al grido di "non ce la faccio non ce la faccio non ce la faccio!" e arrivata alla prima palma "vabbè ce la faccio". Ed è lì, mentre scatta l'insulto da casa ("coglionaaaaaa, vergognati, no vabbè te lo sei ripresa, le corna te le meritiiiiiiii), che a un certo punto noi donne smettiamo di insultare e ci ricordiamo che pure noi, quelle 20-25 volte almeno, abbiamo detto "è finita" mentre non ci credevamo manco per un cazzo. Abbiamo mandato giù mortificazioni e scuse pietose. Siamo rimaste con uomini che ci avrebbero dovuto asciugare lo smalto alitandoci sui mignoli e facevano pure i preziosi.
Valeria ci sembra una poraccia ma ci fa da specchio. E non è un riflesso confortante.
Poi ci sono le finte minacce tipicamente femminili: "non mi fiderò più", "sai che usciti di qui sarà tutto più difficile?" e cagate varie, che servono solo a illudersi di avere 5 minuti la parte del manico. Altra cosa in cui, ahimè, pure una con due lauree e tre master è uguale alla Veronica di turno.
E veniamo alla parte maschile. Se Temptation island ci spiega qualcosa della contorta e masochistica psicologia femminile, ci spiega altrettanto bene la più asciutta psicologia maschile: agli uomini basta un culo per non ricordarsi più neanche cosa c'è scritto sul citofono di casa.
Fine. Al massimo si può aggiungere la postilla *anche un brutto culo.
Il fidanzato di selvaggia, uno che si fa chiamare "Lenticchio" ma in realtà è un cotechino di 100 chili, è uno di quegli uomini che "mi hai rotto er cazzo però sposamose e famo du fiji". Selvaggia è una di quelle che si sente dire 20 volte "Comunque Desirè era più giovane de te, c'andavo piu d'accordo che con te, abitava a 5 minuti da casa (come a dire "se me la vojo trombá non devo manco spende 'na piotta de benzina)" e lei anziché dargli una testata conclude con "Ti amo Lenticchio".
Poi ci sono loro, i capolavori del programma:
Ruben e Francesca. Lei lo schifa per tutto il programma, lo descrive come l'anello mancante tra la blatta e un'incrostazione calcarea, afferma di volere una vita top senza che nessuno le spieghi "non sei figa, non sei simpatica, uscita di qui starai sul cazzo pure a Papa Francesco, abbassa le aspettative". Lui è una specie di uomo in balia degli eventi che ha il suo primo vero riscatto in un'esistenza grigia quando la sfancula in differita nazionale e che fa? Se la ripiglia. Se la ripiglia dopo tutto quello che lei gli ha detto e con l'aggravante che lei osa pure tornare con un paio di pantaloni di merda aperti in due sul davanti come la dignità di Ruben.
Infine, interessante nel programma l'utilizzo compulsivo del termine "percorso". Ci eravamo abituati a sentirlo a mo' di mantra nei talent per giustificare performance di merda, ora serve pure a non dire "me la sarei trombata in tante di quelle posizioni che manco dentro al Pd". Si dice "stavo facendo un percorso" e si torna fidanzati come prima.
E mica solo a Temptation Island, purtroppo. Perché a me, a noi, non hanno detto "stavo facendo un percorso " ma "dovevo capire delle cose di me" e alla fine, siamo stati tutti Ruben, Veronica, Valeria: dei cazzoni avariati.