Visualizza Versione Completa : Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
Fox-Astrolfo
14-01-18, 04:04
https://i1.wp.com/www.badtaste.it/wp/wp-content/uploads/2017/10/three_billboards_outside_ebbing_missouri_ver3.jpg? resize=509%2C755&quality=85&strip=all&ssl=1
Cos'è un film western? Se tralasciamo la precisa ambientazione storica e i soggetti ricorrenti (la conquista delle terre selvagge) possiamo individuare dei canoni che si ripetono in gran parte della produzione di genere: la frontiera, il contrasto con la legge, eroi o antieroi solitari che agiscono per vendetta o per generosità, la violenza come mezzo risolutore, la modernità e il progresso alle porte visti come ineluttabili e negativi in un mondo che sta cambiando.
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri è di fatto un western contemporaneo. Martin McDonagh (già regista e sceneggiatore del riuscitissimo In Bruges) non si accontenta però di fare un film di genere ed evita qualsiasi risvolto moralistico per dipingere un vero, generoso, affresco di umanità. La comunità della piccola cittadina di Ebbing, nello stato federato del Missouri (quasi al centro degli Stati Uniti D'america, appena prima che comincino le grandi pianure, nella provincia che è eterna frontiera, tra profonde vallate boscose che fanno da splendido scenario al racconto) è sconvolta da un fatto violento, la morte di una ragazza, che spinge la madre, esasperata dalla lentezza delle indagini per individuare i colpevoli, ad iniziare una sua personale guerra contro la polizia cittadina. Decide di affittare tre grandi cartelloni pubblicitari dismessi per dare voce alla sua protesta chiamando in causa direttamente lo sceriffo. La madre è una strepitosa Frances McDormand (premio oscar per Fargo), lo sceriffo è un Woody Harrelson d'antologia e a completare un trio di meraviglie c'è Sam Rockwell che fa probabilmente la miglior interpretazione della sua carriera con un agente di polizia disagiato, violento, alcolista e (forse) anche razzista. Per questo ruolo, non a caso, ha proprio vinto un Golden Globe come Miglior Attore Non Protagonista. I tre sono antieroi che si muovono in una cittadina sospesa nell'eterna frontiera americana e che agiscono in spregio alla legge o abusando del proprio potere. Le dinamiche che si instaurano tra i tre sono il cuore del film. I tre manifesti del titolo non sono quindi solo i cartelloni che diventano di fatto monumenti memoriali alla povera vittima ma bensì tre vite spezzate, tre umanità abbandonate e lacerate che solo questo tragico fatto rimetterà in moto facendo prendere loro decisioni drastiche, a volte distruttive, ma reinserendoli nel flusso dell'esistenza, alla ricerca di una giustizia, di un'utilità sociale, o di un semplice brivido di speranza (per se stessi, per gli altri) in tutta questa desolazione. Pura epica di un cinema che ormai si vede sempre più raramente, fatto di qualità di scrittura e recitazione, di idee chiare, della voglia di raccontare la vita perché si ha molto su cui riflettere, molte domande senza il bisogno di didascalie o di finalità seriali ma dando allo spettatore tutti gli strumenti necessari per darsi da solo le proprie risposte su temi grandi, piccoli o assoluti. Il racconto è compiuto (nonostante il finale aperto possa far pensare il contrario) perché i tre personaggi principali (ma anche tutti gli ottimi comprimari, tra cui Peter Dinklage, il Tyrion Lannister del Trono di Spade) sono così vivi e veri che rendono la vicenda uno spaccato di vita in cui tutti gli spettatori del mondo, nei piccoli e grandi tormenti, possono riconoscersi: il segreto dei grandi film è quello di saper parlare al cuore degli spettatori di qualsiasi provenienza o di qualsiasi estrazione sociale. Non vi svelo altro sui personaggi perché il gusto di scoprirli, di potercisi affezionare, di conoscerli attraverso le loro emozioni, tic, nevrosi, paure e reazioni, è secondo me uno dei principali piaceri nella fruizione di questo film. Ho visto il film in uno spettacolo notturno e la visione, nonostante l'orario, è volata: il racconto è avvincente e appassionante tanto da trasportarti realmente in quella piccola cittadina del Missouri e renderti partecipe delle vicende attraverso tre differenti punti di vista, catturando così letteralmente lo spettatore. Non perdetelo perché vi perdereste almeno tre interpretazioni fra le più strepitose che potreste vedere su pellicola. E credetemi se vi dico che quest'opera sarà una dei principali protagonisti agli Oscar di quest'anno, ormai imminenti. Buona visione e buon viaggio ad Ebbing, Missouri.
Fox-Astrolfo
14-01-18, 15:25
Ah, contrariamente a quel che dice la locandina italiana e che dicono molti recensori improvvisati... NON E' una black comedy.
tanto qui da me non è uscito...
dovrò arrangiarmi in altri modi, meledetti!
Sono molto curioso perchè "In Bruges" è un film ottimo e la McDormand è una grandissima attrice, presa in considerazione solo quando lavora con il marito (sarebbe la prima volta se la candidano al di fuori di un film dei Coen). Poi uno si chiede se a Hollywood capiscano il valore del merito.
Lo vedrò con grande interesse.
Necronomicon
15-01-18, 11:28
Attendo con ansia l'uscita casalinga :sisi:
Fox-Astrolfo
15-01-18, 11:37
Ma andate al cinema se volete che il cinema viva
non c'è, al cinema, da me!
dove vado...? Ci sarei andato volentieri!
la speranza è che compaia nei giorni vicini all'oscar...
Io ci vado appena lo trovo in lingua, se no vada per l'itaGliano, ma i soldi glieli voglio dare
Fox-Astrolfo
15-01-18, 12:19
Hanno fatto un buon lavoro in italiano stavolta, puoi andare tranquillo
Necronomicon
15-01-18, 12:51
Ma andate al cinema se volete che il cinema vivaNo.
Il regista proviene dal teatro e dà molta importanza alla direzione degli attori, ai dialoghi e al ritmo degli stessi.
Andare a vedere il film doppiato è come vedere Avengers con gli effetti speciali provvisori.
Aspetto direttamente di vederlo con la giusta lingua.
Visto ieri sera. Molto bello. chiude idealmente la trilogia del mcdonaghunivers iniziata con in bruges e prodeguita in 7 psicopatici.
Attori pazzeschi. un paio di scene valgono la cariera di tutti e tre.
è uscito anche qui! :alesisi:
mercoledi (che costa meno :bua:) vado :proud:
Primo giorno in sala ieri, coincidente con il giovedì in versione originale che tanto apprezzo.
Filmone, non se ne parla abbastanza e forse lo si fa anche male perché ha ragione Fox:
Ah, contrariamente a quel che dice la locandina italiana e che dicono molti recensori improvvisati... NON E' una black comedy.
non è una black comedy, è un dramma durissimo che non si addolcisce mai. Strappa diverse risate ma sono tutte amare e fa stringere il cuore il fatto che la maggior parte del pubblico presente in sala si sia letteralmente sbellicato dal ridere. Perché vuol dire che il film è stato frainteso.
Pavone Allibratore
22-01-18, 07:51
Wow, filmone inaspettato
Fox-Astrolfo
22-01-18, 15:23
Ho cominciato a pubblicare le mie recensioni su GamesVillage
http://www.gamesvillage.it/6835501/tre-manifesti-ebbing-missouri-recensione/
:smugranking:
Necronomicon
22-01-18, 19:16
Ma è concorrenza al momento? Non ricordo mica più :asd:
Fox-Astrolfo
23-01-18, 00:03
Ma è concorrenza al momento? Non ricordo mica più :asd:
Po' esse' :bua:
penso che GV sia l'unico posto che non possiamo linkare :bua:
L'interpretazione di Sam Rockwell in una gif (di Sam Rockwell)
http://thefilmexperience.net/storage/rockwell1.gif?__SQUARESPACE_CACHEVERSION=138304704 2760
Merda devo andare al multisala per vederlo, non è in programmazione nei cinema da me, le bestemmie volano...
vado stasera, che costa meno perchè sono tirchio :tsk:
Visto, filmone ottimo e con performance spettacolari di tutti gli attori. Va beh, per quanto consenta il doppiaggio, chiaramente. Così a pattina credo possa migliorare solo l'attrice protagonista ( "solo" :asd: ), per gli altri attori mi è parso più che degno.
Non lo avrei mai detto di questo film, ma c'è una cosa della trama che non ho capito. E' abbastanza lampante e credo che ci farete caso anche voi, una volta visto. Rimando a quel momento la discussione senza mettere spoiler.
- - - Aggiornato - - -
Primo giorno in sala ieri, coincidente con il giovedì in versione originale che tanto apprezzo.
Filmone, non se ne parla abbastanza e forse lo si fa anche male perché ha ragione Fox:
non è una black comedy, è un dramma durissimo che non si addolcisce mai. Strappa diverse risate ma sono tutte amare e fa stringere il cuore il fatto che la maggior parte del pubblico presente in sala si sia letteralmente sbellicato dal ridere. Perché vuol dire che il film è stato frainteso.
Mah, mi pare che gli elementi drammatici e quelli surreali siano talmente amalgamati che vedo difficile dargli un'etichetta precisa.
Fox-Astrolfo
29-01-18, 16:59
Quale cosa? Son curioso
Dunque
Ad un certo punto arriva un tizio nel negozio di souvenir che aggredisce Mildred, e sembra che possa essere l'assassino della figlia.
Più avanti nel film, Dixon lo sente parlare nel bar e si convince che sia l'assassino ma -plot twist- il test del DNA è negativo e questo si rivela un reduce dell'Afghanistan un po' schizzato.
Ora, va benissimo la rivelazione che ammazza la speranza etc etc, però a questo punto non mi spiego la scena nel negozio di souvenir.
Il fatto che fosse in preda alla PTSD, o sia soltanto uno stronzo, mi pare un po' un colpo basso nei confronti dello spettatore.
Poi magari mi è sfuggito qualcosa.
Aggiungo che sono molto contento di questa riscoperta di Woody Harrelson. Trovo che sia perfetto per le parti da americanaccio del sud.
Fox-Astrolfo
29-01-18, 17:35
Io ho visto la cosa come un sadico ultrapatriottico macchiatosi di atti terribili quando era in guerra. Nel suo comportamento verso Mildred mi ricorda uno di quegli odiatori che si attivano per colpa della propaganda o per emulazione, gente che sappiamo esiste veramente. Lui attacca Mildred semplicemente perché lei è il nemico che infanga la polizia e perché, secondo la sua visione, ha martirizzato lo sceriffo. Di cui poteva anche essere realmente amico d'infanzia. Non ci è dato saperlo se non che è rimasto nei paraggi quel tanto che basta affinché qualcuno venisse a conoscenza del suo crimine per la sua idiozia. Quel qualcuno che si farà carico di fare giustizia per quel crimine solamente perché non è riuscito a venire a capo del proprio crimine subito. E' una dinamica straniante.
Io ho visto la cosa come un sadico ultrapatriottico macchiatosi di atti terribili quando era in guerra. Nel suo comportamento verso Mildred mi ricorda uno di quegli odiatori che si attivano per colpa della propaganda o per emulazione, gente che sappiamo esiste veramente. Lui attacca Mildred semplicemente perché lei è il nemico che infanga la polizia e perché, secondo la sua visione, ha martirizzato lo sceriffo. Di cui poteva anche essere realmente amico d'infanzia. Non ci è dato saperlo se non che è rimasto nei paraggi quel tanto che basta affinché qualcuno venisse a conoscenza del suo crimine per la sua idiozia. Quel qualcuno che si farà carico di fare giustizia per quel crimine solamente perché non è riuscito a venire a capo del proprio crimine subito. E' una dinamica straniante.
A me pare raffazzonata, più che straniante. Ci sta, comunque.
Dunque
Ad un certo punto arriva un tizio nel negozio di souvenir che aggredisce Mildred, e sembra che possa essere l'assassino della figlia.
Più avanti nel film, Dixon lo sente parlare nel bar e si convince che sia l'assassino ma -plot twist- il test del DNA è negativo e questo si rivela un reduce dell'Afghanistan un po' schizzato.
Ora, va benissimo la rivelazione che ammazza la speranza etc etc, però a questo punto non mi spiego la scena nel negozio di souvenir.
Il fatto che fosse in preda alla PTSD, o sia soltanto uno stronzo, mi pare un po' un colpo basso nei confronti dello spettatore.
Poi magari mi è sfuggito qualcosa.
Aggiungo che sono molto contento di questa riscoperta di Woody Harrelson. Trovo che sia perfetto per le parti da americanaccio del sud.
Io me lo sono spiegato con il PTSD, e visto il poco approfondimento del personaggio mi è sembrata una spiegazione sufficiente. Semmai mi ha dato più fastidio il fatto che il personaggio della McDormand non subisca nessuna conseguenza né per il ferimento del dentista né per la centrale data alle fiamme.
A parte questo, ottimo film e bellissimo il personaggio di Harrelson :sisi:
Riguardo a Mildred
per il dentista, era stata fermata ma poi allo sceriffo è venuta la sboccata di sangue e ha deciso di fregarsene. Per l'incendio, vabeh, Dickson :asd:
Prima aveva l'alibi del nano.
Insomma, mi pare abbiano più senso di quello là che fa il matto solo per fare da esca allo spettatore.
Riguardo a Mildred
per il dentista, era stata fermata ma poi allo sceriffo è venuta la sboccata di sangue e ha deciso di fregarsene. Per l'incendio, vabeh, Dickson :asd:
Prima aveva l'alibi del nano.
Insomma, mi pare abbiano più senso di quello là che fa il matto solo per fare da esca allo spettatore.
Sì sì, ovviamente il film una spiegazione la fornisce per entrambi gli episodi, ma diciamo che è uno di quei casi in cui una brutta spiegazione è peggio di nessuna spiegazione :asd:
Fox-Astrolfo
30-01-18, 00:13
Si, il senso dello psicotico è portarti a credere che il caso possa essere risolto... ad una specie di miracolo... fino alla prova del DNA.
Dunque
Ad un certo punto arriva un tizio nel negozio di souvenir che aggredisce Mildred, e sembra che possa essere l'assassino della figlia.
Più avanti nel film, Dixon lo sente parlare nel bar e si convince che sia l'assassino ma -plot twist- il test del DNA è negativo e questo si rivela un reduce dell'Afghanistan un po' schizzato.
Ora, va benissimo la rivelazione che ammazza la speranza etc etc, però a questo punto non mi spiego la scena nel negozio di souvenir.
Il fatto che fosse in preda alla PTSD, o sia soltanto uno stronzo, mi pare un po' un colpo basso nei confronti dello spettatore.
Poi magari mi è sfuggito qualcosa.
Io l'avevo intesa in questo modo:
il reduce dell'Afghanistan, evidentemente fuori di testa, mentre era in missione ha compiuto uno stupro molto simile a quello della figlia della protagonista (tanto che Sam Rockwell sentendolo al bar crede che sia lui il colpevole di Ebbing).
Trovandosi da quelle parti, va a trovare la protagonista e gli fa quella scenetta perchè si sente in qualche maniera "vicino" all'assassino (mi sembra che nel dialogo dicano proprio "e sei tu che hai stuprato mia figlia?" - "Potrei essere io"), tanto da simpatizzare per lui o addirittura, nella sua follia, identificarcisi prprio a causa della similitudine tra i due casi. In quest'ottica per lui la protagonista rappresenta il nemico e quindi la cerca per spaventarla e punirla perchè ha affisso i cartelloni.
Sono d'accordo con te che è una spiegazione molto tirata per i capelli (anche perchè poi nella scena finale si scopre che il tizio vive addirittura in un altro stato e allora ci si chiede che cazzo ci facesse da quelle parti in due distinte occasioni).
Io l'avevo intesa in questo modo:
il reduce dell'Afghanistan, evidentemente fuori di testa, mentre era in missione ha compiuto uno stupro molto simile a quello della figlia della protagonista (tanto che Sam Rockwell sentendolo al bar crede che sia lui il colpevole di Ebbing).
Trovandosi da quelle parti, va a trovare la protagonista e gli fa quella scenetta perchè si sente in qualche maniera "vicino" all'assassino (mi sembra che nel dialogo dicano proprio "e sei tu che hai stuprato mia figlia?" - "Potrei essere io"), tanto da simpatizzare per lui o addirittura, nella sua follia, identificarcisi prprio a causa della similitudine tra i due casi. In quest'ottica per lui la protagonista rappresenta il nemico e quindi la cerca per spaventarla e punirla perchè ha affisso i cartelloni.
Sono d'accordo con te che è una spiegazione molto tirata per i capelli (anche perchè poi nella scena finale si scopre che il tizio vive addirittura in un altro stato e allora ci si chiede che cazzo ci facesse da quelle parti in due distinte occasioni).
Grazie bado per aver scritto in Oggi ho visto e aver riacceso il mio interesse :sisi:
Io l'ho interpretata in maniera più contorta: il tipo in realtà non ha compiuto alcunché in guerra, ma il disturbo post-traumatico lo porta a immedesimarsi nel violentatore e diventare una specie di mitomane. D'altronde quello che racconta al bar non è niente di più di quello che hanno riportato i giornali. Per quanto riguarda la questione geografica, essendo Iowa e Missouri confinanti non è di fuori che il tizio sia così morbosamente appassionato dalla vicenda da spostarsi spesso a Ebbing.
In ogni caso spiegazione deboluccia per un finale che avrebbe potuto essere gestito meglio.
Io l'avevo intesa in questo modo:
il reduce dell'Afghanistan, evidentemente fuori di testa, mentre era in missione ha compiuto uno stupro molto simile a quello della figlia della protagonista (tanto che Sam Rockwell sentendolo al bar crede che sia lui il colpevole di Ebbing).
Trovandosi da quelle parti, va a trovare la protagonista e gli fa quella scenetta perchè si sente in qualche maniera "vicino" all'assassino (mi sembra che nel dialogo dicano proprio "e sei tu che hai stuprato mia figlia?" - "Potrei essere io"), tanto da simpatizzare per lui o addirittura, nella sua follia, identificarcisi prprio a causa della similitudine tra i due casi. In quest'ottica per lui la protagonista rappresenta il nemico e quindi la cerca per spaventarla e punirla perchè ha affisso i cartelloni.
Sono d'accordo con te che è una spiegazione molto tirata per i capelli (anche perchè poi nella scena finale si scopre che il tizio vive addirittura in un altro stato e allora ci si chiede che cazzo ci facesse da quelle parti in due distinte occasioni).
Si, stessa mia impressione.
io la interpreto più semplicemente come esca per lo spettatore
io la interpreto più semplicemente come esca per lo spettatore
E vabbeh... ma noi siamo qui a dire che il film è bellissimo.
Se accettiamo la tua interpretazione, poi dovremmo ammettere invece che in questo aspetto è deboluccio.
E noi non lo vogliamo fare.
Quindi, se non ti scoccia, noi continueremmo a tirarci lunghissimi pipponi filosofici per giustificare la trama e continuare indisturbati a gridare al capolavoro. :caffe:
Fox-Astrolfo
22-02-18, 14:41
E' un capolavoro proprio perché imperfetto, bada bado
E' un capolavoro proprio perché imperfetto
Questa l'hai letta su un bigliettino dei baci perugina? :caffe:
Fox-Astrolfo
22-02-18, 16:07
Questa l'hai letta su un bigliettino dei baci perugina? :caffe:
No bado, non esistono "capolavori perfetti". Esistono capolavori nonostante le imperfezioni.
io la interpreto più semplicemente come esca per lo spettatore
Si ma è una presa in giro, ed è un peccato.
Fox-Astrolfo
22-02-18, 16:57
Grazie bado per aver scritto in Oggi ho visto e aver riacceso il mio interesse :sisi:
Io l'ho interpretata in maniera più contorta: il tipo in realtà non ha compiuto alcunché in guerra, ma il disturbo post-traumatico lo porta a immedesimarsi nel violentatore e diventare una specie di mitomane. D'altronde quello che racconta al bar non è niente di più di quello che hanno riportato i giornali. Per quanto riguarda la questione geografica, essendo Iowa e Missouri confinanti non è di fuori che il tizio sia così morbosamente appassionato dalla vicenda da spostarsi spesso a Ebbing.
In ogni caso spiegazione deboluccia per un finale che avrebbe potuto essere gestito meglio.
La tua è la spiegazione più logica che abbia letto finora.
non esistono "capolavori perfetti". Esistono capolavori nonostante le imperfezioni.
Non mi freghi, questa invece l'hai sicuramente letta nell'ultimo libro di Fabio Volo. :tsk:
Fox-Astrolfo
22-02-18, 21:42
Non mi freghi, questa invece l'hai sicuramente letta nell'ultimo libro di Fabio Volo. :tsk:
Mi hai scoperto. Pensavo di usare questa identità sul forum. Sono un lettore di TGM da sempre.
Ciao, Fabio :)
io la interpreto più semplicemente come esca per lo spettatore
rilancio: finta esca per lo spettatore :sisi:
Ottimo film, pessimo doppiaggio.
Riguardo il tipo, tifo anch'io per la coda di paglia.
PS Grande il giorno in cui Fox imparerà a usare i paragrafi :asd:
Fox-Astrolfo
14-03-18, 00:44
PS Grande il giorno in cui Fox imparerà a usare i paragrafi :asd:
Per la verità la recensione nel sito è tutta bella paragrafata :snob:
Necronomicon
15-03-18, 01:03
Visto, finalmente. Ho dovuto attendere un po' :asd:
Rabbia, senso di colpa, sono tutti temi che si declinano in maniera diversa nei personaggi della storia e ognuno di essi è in cerca di una punizione.
E secondo me, alla fine, il personaggio negli spoiler va letto così. Non come disturbo post traumatico ma come un lacerante senso di colpa per quello che ha commesso. Quel senso di colpa che ti fa sbottare, reagire in maniera irrazionale di fronte a chi sembra accusarti di un peccato. Senti che puntano il dito verso di te, ti senti tirato in causa. La scena nel negozio è esattamente questo, una risposta rabbiosa a chi espone il peccato di cui siamo colpevoli, anche se non sta parlando di noi o con noi, i manifesti sono dunque esposizione e atto d'accusa, ed è ciò che innesca il tormento che provoca una reazione rabbiosa. Chiaro, non è un personaggio che cerca una redenzione o una (auto)assoluzione, come si vede nell'altra scena in cui compare.
Il tema della rabbia, poi,
si stempera nella metafora del viaggio, dell'andare avanti. Avanti rispetto ai propri sensi di colpa, avanti rispetto ai propri lutti. Non è un caso che il dubbio si presenti proprio in auto, fuori dai confini di Ebbing. Segno che la rabbia li ha abbandonati, che la ragione sta riprendendo il sopravvento su quegli eventi e quei sentimenti che li hanno travolti.
Visto, finalmente. Ho dovuto attendere un po' :asd:
Rabbia, senso di colpa, sono tutti temi che si declinano in maniera diversa nei personaggi della storia e ognuno di essi è in cerca di una punizione.
E secondo me, alla fine, il personaggio negli spoiler va letto così. Non come disturbo post traumatico ma come un lacerante senso di colpa per quello che ha commesso. Quel senso di colpa che ti fa sbottare, reagire in maniera irrazionale di fronte a chi sembra accusarti di un peccato. Senti che puntano il dito verso di te, ti senti tirato in causa. La scena nel negozio è esattamente questo, una risposta rabbiosa a chi espone il peccato di cui siamo colpevoli, anche se non sta parlando di noi o con noi, i manifesti sono dunque esposizione e atto d'accusa, ed è ciò che innesca il tormento che provoca una reazione rabbiosa. Chiaro, non è un personaggio che cerca una redenzione o una (auto)assoluzione, come si vede nell'altra scena in cui compare.
Il tema della rabbia, poi,
si stempera nella metafora del viaggio, dell'andare avanti. Avanti rispetto ai propri sensi di colpa, avanti rispetto ai propri lutti. Non è un caso che il dubbio si presenti proprio in auto, fuori dai confini di Ebbing. Segno che la rabbia li ha abbandonati, che la ragione sta riprendendo il sopravvento su quegli eventi e quei sentimenti che li hanno travolti.
Interessante punto di vista. :caffe:
Fox-Astrolfo
16-03-18, 00:19
GG Necro, bella lettura.
Drake Ramoray
19-03-18, 23:26
mi pare fosse Idaho non Iowa
non che sia di importanza
comunque non vedo la (per dire) debolezza o la presa in giro dello spettatore
mi sa che sono con Zero e Fox riguardo il tipo :uhm:
https://www.youtube.com/watch?v=6gkgil1j0N8
Powered by vBulletin® Version 4.2.5 Copyright © 2025 vBulletin Solutions Inc. All rights reserved.