1/Zero
15-01-18, 09:19
Ivana, l’insegnante che ha scelto la castità
http://www.cattedraleaosta.it/file/IMG_2348_1_2.jpg
«Mi hai chiamata, eccomi, Signore». Con queste parole nella solennità della Cattedrale di Aosta nel giorno dell’Epifania, Ivana Debernardi ha scelto di essere consacrata, prima giovane donna aostana della storia nell’«Ordo Virginum», per dedicare a Dio la sua vita.
Ivana Debernardi ha 34 anni, è laureata in matematica e fisica e insegna nel capoluogo. E’ la secondogenita nella famiglia di Marco (pediatra) e Loredana (insegnante). Anche altri due figli sono nella scuola: la primogenita Elisa insegna matematica, Umberto lettere, mentre il fratello Luca è fisioterapista.
Il percorso di Ivana Debernardi nasce all’interno di una famiglia profondamente cattolica, in contatto con la comunità cristiana, monastica ed ecumenica di Taizé (Francia) quando i ragazzi sono ancora in giovane età. La comunità monastica francese è il punto fermo nella vita di Ivana. «Taizé - dice - è un luogo che mi è caro da sempre; una località nella quale sono andata e tornata più volte».
Dopo aver studiato musica, fatto l’università e iniziato poi l’insegnamento, Ivana Debernardi ha continuato a sentirsi «inquieta» e a chiedersi: «Chi sono io». Fondamentale per capire diventa Taizé. «Lì ho capito che il Signore mi stava chiamando per dedicare la mia vita a lui». Da Taizé il percorso di Ivana Debernardi verso l’«Ordo Virginum» non si è più fermato. «Quando i “frères” della comunità - dice Ivana - mi hanno chiesto di partire per il Cile e lavorare per un incontro di giovani dell’America Latina non ho avuto dubbi. Ho capito che potevo affidarmi a Lui».
A rafforzare la decisione arrivano l’incontro con le suore di Saint-André, che si ispirano ai pensieri di Sant’Ignazio, e il noviziato a Lione. Periodo fecondo che non risolve però gli ultimi dubbi. Ivana va a cercare la sua via a Bologna e si occupa di adulti con handicap. È sempre divisa dalla voglia di insegnare, di continuare a suonare il violino e la «chiamata» del Signore. Il dubbio si scioglie dopo un ritiro in Francia. Sente che «se la Chiesa è madre io non voglio vivere fuori di lei», dice. Iniziano i colloqui sulla consacrazione: prima con il parroco della Cattedrale, don Fabio Brédy, poi con il Vescovo di Aosta, monsignor Franco Lovignana. E matura la scelta definitiva di essere consacrata nell’«Ordo Virginum».
La «Consacratio Virginum» è il primo rito di consacrazione della donna nella Chiesa e risale ai primi secoli del cristianesimo. È un impegno che si caratterizza «nel seguire più da vicino Cristo Signore, in particolare nell’impegno della verginità quale segno della Chiesa Sposa, pronta per il suo Sposo, pronta a cercare Dio come unico bene assoluto e insostituibile».
All’Epifania la Cattedrale si è vestita a festa, monsignor Lovignana a officiare il rito, Ivana Debernardi sorridente e felicemente convinta della sua scelta. La neo consacrata ha risposto alla «chiamata» con voce ferma. «Mi hai chiamata, eccomi, Signore». Al suo fianco mamma Loredana e papà Marco: «Papa Francesco ci ha ricordato che i figli non sono nostri. Dio ce li ha affidati per dar loro valori e strumenti per camminare liberi nella vita. Lasciamoli volare con le loro ali».
http://www.cattedraleaosta.it/file/IMG_2348_1_2.jpg
«Mi hai chiamata, eccomi, Signore». Con queste parole nella solennità della Cattedrale di Aosta nel giorno dell’Epifania, Ivana Debernardi ha scelto di essere consacrata, prima giovane donna aostana della storia nell’«Ordo Virginum», per dedicare a Dio la sua vita.
Ivana Debernardi ha 34 anni, è laureata in matematica e fisica e insegna nel capoluogo. E’ la secondogenita nella famiglia di Marco (pediatra) e Loredana (insegnante). Anche altri due figli sono nella scuola: la primogenita Elisa insegna matematica, Umberto lettere, mentre il fratello Luca è fisioterapista.
Il percorso di Ivana Debernardi nasce all’interno di una famiglia profondamente cattolica, in contatto con la comunità cristiana, monastica ed ecumenica di Taizé (Francia) quando i ragazzi sono ancora in giovane età. La comunità monastica francese è il punto fermo nella vita di Ivana. «Taizé - dice - è un luogo che mi è caro da sempre; una località nella quale sono andata e tornata più volte».
Dopo aver studiato musica, fatto l’università e iniziato poi l’insegnamento, Ivana Debernardi ha continuato a sentirsi «inquieta» e a chiedersi: «Chi sono io». Fondamentale per capire diventa Taizé. «Lì ho capito che il Signore mi stava chiamando per dedicare la mia vita a lui». Da Taizé il percorso di Ivana Debernardi verso l’«Ordo Virginum» non si è più fermato. «Quando i “frères” della comunità - dice Ivana - mi hanno chiesto di partire per il Cile e lavorare per un incontro di giovani dell’America Latina non ho avuto dubbi. Ho capito che potevo affidarmi a Lui».
A rafforzare la decisione arrivano l’incontro con le suore di Saint-André, che si ispirano ai pensieri di Sant’Ignazio, e il noviziato a Lione. Periodo fecondo che non risolve però gli ultimi dubbi. Ivana va a cercare la sua via a Bologna e si occupa di adulti con handicap. È sempre divisa dalla voglia di insegnare, di continuare a suonare il violino e la «chiamata» del Signore. Il dubbio si scioglie dopo un ritiro in Francia. Sente che «se la Chiesa è madre io non voglio vivere fuori di lei», dice. Iniziano i colloqui sulla consacrazione: prima con il parroco della Cattedrale, don Fabio Brédy, poi con il Vescovo di Aosta, monsignor Franco Lovignana. E matura la scelta definitiva di essere consacrata nell’«Ordo Virginum».
La «Consacratio Virginum» è il primo rito di consacrazione della donna nella Chiesa e risale ai primi secoli del cristianesimo. È un impegno che si caratterizza «nel seguire più da vicino Cristo Signore, in particolare nell’impegno della verginità quale segno della Chiesa Sposa, pronta per il suo Sposo, pronta a cercare Dio come unico bene assoluto e insostituibile».
All’Epifania la Cattedrale si è vestita a festa, monsignor Lovignana a officiare il rito, Ivana Debernardi sorridente e felicemente convinta della sua scelta. La neo consacrata ha risposto alla «chiamata» con voce ferma. «Mi hai chiamata, eccomi, Signore». Al suo fianco mamma Loredana e papà Marco: «Papa Francesco ci ha ricordato che i figli non sono nostri. Dio ce li ha affidati per dar loro valori e strumenti per camminare liberi nella vita. Lasciamoli volare con le loro ali».