1/Zero
30-03-18, 06:23
https://www.repstatic.it/content/nazionale/img/2018/03/29/222010487-55a05b50-96e9-450e-a7d5-6ab2dfe019f4.jpg
La Camera elegge l'Ufficio di presidenza e il deputato neoeletto, alla sua prima esperienza, prende diligentemente appunti come fosse a scuola. Questo scatto del fotografo Alessandro Di Meo ha fermato in tutto il suo candore l'esordio sui banchi di Montecitorio di un parlamentare sui banchi del gruppo Cinque stelle. La scrittura, quasi adolescenziale, sembra appartenere a un deputato molto giovane, forse ancora fresco di università e abituato a riassumere su carta la lezione del docente di turno. Lezione in PowerPoint e in slide, evidentemente, perché anche in questi appunti da neoparlamentare, le informazioni e le nozioni vengono riportate e organizzate sul taccuino senza neppure un punto, una virgola o altre antichità grammaticali, ma connesse solo da freccette e simboli matematici. Le lettere, belle tonde, sembrano rivelare un carattere aperto, forse anche esuberante, che ora però cede all'emozione, tradita dalle pellicine e dall'unghia tormentate del pollice. E' una mano da ragazzo, un deputato probabilmente: una deputata non si sarebbe presentata in un'occasione così importante senza lo smalto e con quel po' di sciatteria nel polsino ripiegato. Ma questi sono parametri da vecchia repubblica e in un Parlamento così nuovo possono ingannare
La Camera elegge l'Ufficio di presidenza e il deputato neoeletto, alla sua prima esperienza, prende diligentemente appunti come fosse a scuola. Questo scatto del fotografo Alessandro Di Meo ha fermato in tutto il suo candore l'esordio sui banchi di Montecitorio di un parlamentare sui banchi del gruppo Cinque stelle. La scrittura, quasi adolescenziale, sembra appartenere a un deputato molto giovane, forse ancora fresco di università e abituato a riassumere su carta la lezione del docente di turno. Lezione in PowerPoint e in slide, evidentemente, perché anche in questi appunti da neoparlamentare, le informazioni e le nozioni vengono riportate e organizzate sul taccuino senza neppure un punto, una virgola o altre antichità grammaticali, ma connesse solo da freccette e simboli matematici. Le lettere, belle tonde, sembrano rivelare un carattere aperto, forse anche esuberante, che ora però cede all'emozione, tradita dalle pellicine e dall'unghia tormentate del pollice. E' una mano da ragazzo, un deputato probabilmente: una deputata non si sarebbe presentata in un'occasione così importante senza lo smalto e con quel po' di sciatteria nel polsino ripiegato. Ma questi sono parametri da vecchia repubblica e in un Parlamento così nuovo possono ingannare