Kronos The Mad
06-12-18, 19:13
La chiamano sindrome del dito grasso nell'ambiente del trading.
Invece di usare la piattaforma in modalità test, ha impartito un vero ordine di acquisto di spazi per proiettarvi un semplice rettangolo bianco-giallo. Il colosso ha già fatto sapere che si farà carico dell'errore. Allo studio soluzioni per evitare gli sbagli umani.
Martedì sera uno stagista di Mountain View stava prendendo dimestichezza con i sistemi pubblicitari del colosso del web. Non deve essersi reso conto del fatto che stava lavorando in modalità reale sulla piattaforma - e non nella versione 'test' dei sistemi - e quando ha schiacciato il pulsante del suo terminale ha effettivamente acquistato alcuni spazi pubblicitari di siti web e applicazioni americane e australiane, inserendovi una pubblicità 'fake'. Un rettangolo bianco-giallo è apparso su molti schermi, per circa tre quarti d'ora.
Google ha confermato l'errore, l'indomani, ma ha assicurato che onorerà quanto dovuto ai siti su cui è apparso il finto annuncio pubblicitario. Non sono state date indicazioni sul danno reale, ma secondo una fonte dell'industria pubblicitaria citata dal*Financial Times*il tutto è quantificabile nell'ordine dei 10 milioni di dollari.
Allo stagista è andata particolarmente male, perché ha piazzato il suo ordine d'acquisto degli spazi pubblicitari a prezzi dieci volte superiori il normale, hanno svelato al quotidiano della City i soliti bene informati: 25 dollari di CPM (il "cost per thousand impressions", il costo per mille visualizzazioni), contro una media che sta tra i 2 e i 4 dollari.*
Nota il*Ft, che quel che preoccupa maggiormente è la dimostrazione di quanto sia difficile prevenire l'errore umano in questo genere di mercato, oltre ai tempi di scoperta dell'errore che - per i cronometri del web e delle aste pubblicitarie - sono ritenuti eccessivamente dilatati. La compagnia, dal canto suo, ha assicurato di esser al lavoro per mettere in atto misure di sicurezza che evitino il ripetersi di simili errori.
Invece di usare la piattaforma in modalità test, ha impartito un vero ordine di acquisto di spazi per proiettarvi un semplice rettangolo bianco-giallo. Il colosso ha già fatto sapere che si farà carico dell'errore. Allo studio soluzioni per evitare gli sbagli umani.
Martedì sera uno stagista di Mountain View stava prendendo dimestichezza con i sistemi pubblicitari del colosso del web. Non deve essersi reso conto del fatto che stava lavorando in modalità reale sulla piattaforma - e non nella versione 'test' dei sistemi - e quando ha schiacciato il pulsante del suo terminale ha effettivamente acquistato alcuni spazi pubblicitari di siti web e applicazioni americane e australiane, inserendovi una pubblicità 'fake'. Un rettangolo bianco-giallo è apparso su molti schermi, per circa tre quarti d'ora.
Google ha confermato l'errore, l'indomani, ma ha assicurato che onorerà quanto dovuto ai siti su cui è apparso il finto annuncio pubblicitario. Non sono state date indicazioni sul danno reale, ma secondo una fonte dell'industria pubblicitaria citata dal*Financial Times*il tutto è quantificabile nell'ordine dei 10 milioni di dollari.
Allo stagista è andata particolarmente male, perché ha piazzato il suo ordine d'acquisto degli spazi pubblicitari a prezzi dieci volte superiori il normale, hanno svelato al quotidiano della City i soliti bene informati: 25 dollari di CPM (il "cost per thousand impressions", il costo per mille visualizzazioni), contro una media che sta tra i 2 e i 4 dollari.*
Nota il*Ft, che quel che preoccupa maggiormente è la dimostrazione di quanto sia difficile prevenire l'errore umano in questo genere di mercato, oltre ai tempi di scoperta dell'errore che - per i cronometri del web e delle aste pubblicitarie - sono ritenuti eccessivamente dilatati. La compagnia, dal canto suo, ha assicurato di esser al lavoro per mettere in atto misure di sicurezza che evitino il ripetersi di simili errori.