Bobo
14-04-19, 15:56
Ciao a tutti :D
Venerdì c'è stato un incontro in azienda sul tema.
Hanno firmato un accordo con Banca Intesa, e gli operatori della banca sono venuti a presentarci il prodotto "Il mio domani" (https://www.intesasanpaolovita.it/prodotti-e-rendimenti/pensione-integrativa/il-mio-domani-adesioni-collettive).
Ora, tempo fa avevo cominciato a vedere un po sta storia delle pensioni integrative, ma la mia azienda non aveva accordi di questo tipo e quindi mi ero dovuto buttare necessariamente su quelle "individuali" (poi proprio venerdì ho scoperto che le aziende del commercio hanno già un piano pensionistico complementare noto come "fonte" che avrei potuto valutare, ma questo è un altro discorso :bua: )
Come detto è una cosa che tempo fa avevo spizzato un po, ed era parecchio che volevo buttarmi su qualcosa di simile... a sentire quello che hanno detto, sembrerebbe un prodotto interessante e forse proprio quello che stavo cercando.
Riassumendo molto:
- Passi il TFR lì
- La tua azienda è obbligata a versare un ulteriore 1.55% della tua retribuzione lorda annuale
- Te sei obbligato a versare almeno uno 0.55% della tua retribuzione lorda annuale
- I tassi da pagare per ritirare il denaro sono tendenzialmente molto più bassi di quelli che paghi sul TFR al momento del cambio azienda (che seguono gli scaglioni irpef e quindi per quanto mi riguarda salgono facilmente sul 30%). In questo caso si parla di un 23% nel caso in cui si voglia ritirare il contante prima della pensione (ma dopo 8 anni... fino a quel momento, a meno di casi eccezionali, rimangono vincolati), fino ad un variabile tra il 15 ed il 9% nel caso in cui si abbia una anzianità nel fondo superiore ai 15 anni.
A differenza di "fonte", che è un fondo chiuso, questo qui è aperto e ti permette quindi tra le altre cose di ritirare il contante alla bisogna dopo 8 anni di anzianità nel fondo.
La parte che versi te (quello 0.55% minimo, ma sei libero di versare di più) è deducibile fino a 5164,57€ annui.
I soldi versati possono essere indirizzati verso 4 differenti linee di investimento, che variano per rischio e guadagni potenziali.
Una di queste linee, quella che chiamano "TFR" però garantisce il patrimonio... quindi usando quella linea si è sicuri che non ci saranno perdite su quanto versato (ma credo, mi è venuto il dubbio dopo, che non "garantiscano" la rivalutazione istat a cui è obbligata l'azienda quando lasci il TFR da loro).
Ci si può affidare totalmente a loro (la cosiddetta gestione "life cycle", che varia gli investimenti sulle varie linee in funzione dell'orizzonte temporale) oppure scegliere in proprio... magari mattendo tutto il TFR nella linea omonima (e quindi con la sicurezza di non perdere nulla) e mettendo gli investimenti "bonus" su quelle un po più rischiose per cercare di tirar su qualcosa in più :mah:
Arrivati alla pensione, se mai ci arriveremo, si può scegliere se prendere tutto cash, se prendere la pensione integrativa o se fare 50 e 50.
Dubbi.
Per quanto ne sapevo io, la rivalutazione del TFR in azienda è in generale piuttosto buona rispetto a quanto garantito dalle forme di previdenza complementare... quindi lasciarlo lì potrebbe non essere una cattiva idea.
Tuttavia in questo caso si godrebbe di quell'ulteriore contributo da parte dell'azienda (nell'esempio pratico che ci hanno fatto, su un imponibile lordo di 25000€ annui il contributo aziendale era di quasi 400€ annui che di fatto ti vengono "regalati"), oltre che dello sgravio di parte delle cifre che decidi di mettere te.
Inoltre il vantaggio in termini di aliquota applicata al momento del riscatto sembra davvero importante... ed anche la possibilità di riprendersi le cifre dopo otto anni (se il TFR rimane in azienda, se non cambi azienda non puoi ovviamente toccarlo) può essere interessante.
Pareri?
Qualcuno ha aderito a qualcosa di simile?
Grazie mille :snob:
Venerdì c'è stato un incontro in azienda sul tema.
Hanno firmato un accordo con Banca Intesa, e gli operatori della banca sono venuti a presentarci il prodotto "Il mio domani" (https://www.intesasanpaolovita.it/prodotti-e-rendimenti/pensione-integrativa/il-mio-domani-adesioni-collettive).
Ora, tempo fa avevo cominciato a vedere un po sta storia delle pensioni integrative, ma la mia azienda non aveva accordi di questo tipo e quindi mi ero dovuto buttare necessariamente su quelle "individuali" (poi proprio venerdì ho scoperto che le aziende del commercio hanno già un piano pensionistico complementare noto come "fonte" che avrei potuto valutare, ma questo è un altro discorso :bua: )
Come detto è una cosa che tempo fa avevo spizzato un po, ed era parecchio che volevo buttarmi su qualcosa di simile... a sentire quello che hanno detto, sembrerebbe un prodotto interessante e forse proprio quello che stavo cercando.
Riassumendo molto:
- Passi il TFR lì
- La tua azienda è obbligata a versare un ulteriore 1.55% della tua retribuzione lorda annuale
- Te sei obbligato a versare almeno uno 0.55% della tua retribuzione lorda annuale
- I tassi da pagare per ritirare il denaro sono tendenzialmente molto più bassi di quelli che paghi sul TFR al momento del cambio azienda (che seguono gli scaglioni irpef e quindi per quanto mi riguarda salgono facilmente sul 30%). In questo caso si parla di un 23% nel caso in cui si voglia ritirare il contante prima della pensione (ma dopo 8 anni... fino a quel momento, a meno di casi eccezionali, rimangono vincolati), fino ad un variabile tra il 15 ed il 9% nel caso in cui si abbia una anzianità nel fondo superiore ai 15 anni.
A differenza di "fonte", che è un fondo chiuso, questo qui è aperto e ti permette quindi tra le altre cose di ritirare il contante alla bisogna dopo 8 anni di anzianità nel fondo.
La parte che versi te (quello 0.55% minimo, ma sei libero di versare di più) è deducibile fino a 5164,57€ annui.
I soldi versati possono essere indirizzati verso 4 differenti linee di investimento, che variano per rischio e guadagni potenziali.
Una di queste linee, quella che chiamano "TFR" però garantisce il patrimonio... quindi usando quella linea si è sicuri che non ci saranno perdite su quanto versato (ma credo, mi è venuto il dubbio dopo, che non "garantiscano" la rivalutazione istat a cui è obbligata l'azienda quando lasci il TFR da loro).
Ci si può affidare totalmente a loro (la cosiddetta gestione "life cycle", che varia gli investimenti sulle varie linee in funzione dell'orizzonte temporale) oppure scegliere in proprio... magari mattendo tutto il TFR nella linea omonima (e quindi con la sicurezza di non perdere nulla) e mettendo gli investimenti "bonus" su quelle un po più rischiose per cercare di tirar su qualcosa in più :mah:
Arrivati alla pensione, se mai ci arriveremo, si può scegliere se prendere tutto cash, se prendere la pensione integrativa o se fare 50 e 50.
Dubbi.
Per quanto ne sapevo io, la rivalutazione del TFR in azienda è in generale piuttosto buona rispetto a quanto garantito dalle forme di previdenza complementare... quindi lasciarlo lì potrebbe non essere una cattiva idea.
Tuttavia in questo caso si godrebbe di quell'ulteriore contributo da parte dell'azienda (nell'esempio pratico che ci hanno fatto, su un imponibile lordo di 25000€ annui il contributo aziendale era di quasi 400€ annui che di fatto ti vengono "regalati"), oltre che dello sgravio di parte delle cifre che decidi di mettere te.
Inoltre il vantaggio in termini di aliquota applicata al momento del riscatto sembra davvero importante... ed anche la possibilità di riprendersi le cifre dopo otto anni (se il TFR rimane in azienda, se non cambi azienda non puoi ovviamente toccarlo) può essere interessante.
Pareri?
Qualcuno ha aderito a qualcosa di simile?
Grazie mille :snob: