Necronomicon
26-07-21, 17:15
Le mascherine oscene fatte di carta che Zaia ha spedito a tutti noi veneti :asd:
Scoperto un presunto sistema di caporalato in una stamperia veneta, che solo 3 anni fa criticava i giovani di non reggere i turni più faticosi. L’amministratore delegato e il direttore dell’area tecnica di Grafica Veneta Spa, azienda che si occupa di stampe di libri e di pubblicazioni – Giorgio Bertan, 43 anni, e Giampaolo Pinton, 60 – sono tra gli 11 arrestati dai carabinieri di Cittadella (Padova) nell’operazione che ha sgominato un’organizzazione di cittadini pakistani che, secondo le accuse, sfruttava lavoratori connazionali. Secondo quanto riportato dalla Procura di Padova, i dirigenti, ora ai domiciliari, erano a conoscenza della situazione di violenza e sfruttamento dei lavoratori stranieri, dagli incessanti turni di lavoro fino alla sorveglianza a vista a cui erano sottoposti. Sempre secondo i pm, i dirigenti sapevano delle degradanti condizioni di lavoro a cui erano sottoposti e della mancata fornitura dei Dpi (come scarpe antinfortunistiche, protezioni da rumori).
Nell’aprile del 2018, il patron dell’impresa Fabio Franceschini aveva detto: «Mi domando che razza di paese sia quello in cui ci si lamenta della disoccupazione ma si rifiuta il lavoro. Su 25 posti aperti ne ho coperti in 3 mesi solo 4». «La situazione è particolarmente critica nella fascia d’età dei ragazzi giovani», continuava Franceschini. «Qualche ragazzotto che dà la disponibilità c’è ma poco dopo rinunciano per via dei turni. “Troppo pesante con i turni”, dicono
Colpa dei giovani se hanno usato il caporalato
Scoperto un presunto sistema di caporalato in una stamperia veneta, che solo 3 anni fa criticava i giovani di non reggere i turni più faticosi. L’amministratore delegato e il direttore dell’area tecnica di Grafica Veneta Spa, azienda che si occupa di stampe di libri e di pubblicazioni – Giorgio Bertan, 43 anni, e Giampaolo Pinton, 60 – sono tra gli 11 arrestati dai carabinieri di Cittadella (Padova) nell’operazione che ha sgominato un’organizzazione di cittadini pakistani che, secondo le accuse, sfruttava lavoratori connazionali. Secondo quanto riportato dalla Procura di Padova, i dirigenti, ora ai domiciliari, erano a conoscenza della situazione di violenza e sfruttamento dei lavoratori stranieri, dagli incessanti turni di lavoro fino alla sorveglianza a vista a cui erano sottoposti. Sempre secondo i pm, i dirigenti sapevano delle degradanti condizioni di lavoro a cui erano sottoposti e della mancata fornitura dei Dpi (come scarpe antinfortunistiche, protezioni da rumori).
Nell’aprile del 2018, il patron dell’impresa Fabio Franceschini aveva detto: «Mi domando che razza di paese sia quello in cui ci si lamenta della disoccupazione ma si rifiuta il lavoro. Su 25 posti aperti ne ho coperti in 3 mesi solo 4». «La situazione è particolarmente critica nella fascia d’età dei ragazzi giovani», continuava Franceschini. «Qualche ragazzotto che dà la disponibilità c’è ma poco dopo rinunciano per via dei turni. “Troppo pesante con i turni”, dicono
Colpa dei giovani se hanno usato il caporalato