Joe Commisso
15-09-22, 20:00
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/duce-immaginario-quello-reale-spietato-fin-subito-ndash-324255.htm
Ovvia, amici nostalgici, leggete questa supposta di cazzullo, che quando non intervista totti ed i rolex, ci illustra sul già versato, il latte fascista.
Tutte le malefatte del regime, addolcite dalla retorica italiana del..."il fascismo ha fatto tante cose buone fino al 1938". Cazzullo si oppone con la forza della penna.
Però il pelatone aveva il suo fascino quando commentava federico nietzche (unico filosofo che lesse e cercò di applicare alla meglio) . Si fosse limitato a fare il giornalista autodidatta :charge:
LA FILOSOFIA DELLA FORZA
(postille alla conferenza dell'on. Treves)
I.
Più che trattare di una Filosofia della Forza, e cioè di una filosofia che abbia qual nucleo centrale e irradiatore una ben determinata nozione di forza - la conferenza dell'on. Treves è stata una chiara, sintetica, brillante esposizione delle teorie di Federico Nietzsche. Treves sa che il Wille zur Macht è un punto cardinale della filosofia nietzschiana, ma ci sembrerebbe inesatto affermare che a quell'unica nozione possano ridursi tutte le idee di Nietzsche. Non si può definire questa filosofia, poiché il poeta di Zarathustra non ci ha lasciato un sistema. Ciò che v'è di caduco, di sterile, di negativo in tutte le filosofie è precisamente il "sistema", questa costruzione ideale, spesse volte arbitraria ed illogica, tale da dover essere interpretata come una confessione, un mito, una tragedia, un poema.
Nietzsche non ha mai dato una forma schematica alle sue meditazioni. Era troppo francese, troppo meridionale, troppo "mediterraneo" per "costringere" le speculazioni novatrici del suo pensiero nei quadri di una pesante trattazione scolastica. Ma creatore di sistemi filosofici o no, Nietzsche è pur sempre lo spirito più geniale dell'ultimo quarto del secolo scorso e profondissima è stata la influenza delle sue teoriche. Per qualche tempo gli artisti di tutti i paesi, da Ibsen a D'Annunzio, hanno seguito le orme Nietzscheane. Gli individualisti un po' sazi della rigidità dell'evangelio stirneriano si sono volti ansiosi a Zarathustra e nella filosofia dell'Illuminato trovano il germe e la ragione di ogni rivolta e di ogni atteggiamento morale e politico. Non mancano gli imbecilli che chiamano super-umanismo, certo equivoco dandysmo da efebi e invocano la solita "torre d'avorio" per celare a chi sa essere osservatore il vuoto spaventoso delle loro scatole craniche. Infine - per completare il quadro - ecco i filosofi salariati che hanno la religione del 27 del mese - gli accademici - questi goffi rappresentanti della scienza ufficiale - che scongiurano la giovinezza di non cedere alle lusinghe dei nuovi pensatori liberi, dal momento che Federico Nietzsche, capo riconosciuto di questi homines novi, ha passato gli ultimi anni della sua vita nelle tenebre della pazzia. Nietzsche è dunque l'uomo più discusso dei giorni nostri. L'uomo, ho detto, perché in questo caso è l'uomo appunto che può spiegarci il grande enigma.
Ovvia, amici nostalgici, leggete questa supposta di cazzullo, che quando non intervista totti ed i rolex, ci illustra sul già versato, il latte fascista.
Tutte le malefatte del regime, addolcite dalla retorica italiana del..."il fascismo ha fatto tante cose buone fino al 1938". Cazzullo si oppone con la forza della penna.
Però il pelatone aveva il suo fascino quando commentava federico nietzche (unico filosofo che lesse e cercò di applicare alla meglio) . Si fosse limitato a fare il giornalista autodidatta :charge:
LA FILOSOFIA DELLA FORZA
(postille alla conferenza dell'on. Treves)
I.
Più che trattare di una Filosofia della Forza, e cioè di una filosofia che abbia qual nucleo centrale e irradiatore una ben determinata nozione di forza - la conferenza dell'on. Treves è stata una chiara, sintetica, brillante esposizione delle teorie di Federico Nietzsche. Treves sa che il Wille zur Macht è un punto cardinale della filosofia nietzschiana, ma ci sembrerebbe inesatto affermare che a quell'unica nozione possano ridursi tutte le idee di Nietzsche. Non si può definire questa filosofia, poiché il poeta di Zarathustra non ci ha lasciato un sistema. Ciò che v'è di caduco, di sterile, di negativo in tutte le filosofie è precisamente il "sistema", questa costruzione ideale, spesse volte arbitraria ed illogica, tale da dover essere interpretata come una confessione, un mito, una tragedia, un poema.
Nietzsche non ha mai dato una forma schematica alle sue meditazioni. Era troppo francese, troppo meridionale, troppo "mediterraneo" per "costringere" le speculazioni novatrici del suo pensiero nei quadri di una pesante trattazione scolastica. Ma creatore di sistemi filosofici o no, Nietzsche è pur sempre lo spirito più geniale dell'ultimo quarto del secolo scorso e profondissima è stata la influenza delle sue teoriche. Per qualche tempo gli artisti di tutti i paesi, da Ibsen a D'Annunzio, hanno seguito le orme Nietzscheane. Gli individualisti un po' sazi della rigidità dell'evangelio stirneriano si sono volti ansiosi a Zarathustra e nella filosofia dell'Illuminato trovano il germe e la ragione di ogni rivolta e di ogni atteggiamento morale e politico. Non mancano gli imbecilli che chiamano super-umanismo, certo equivoco dandysmo da efebi e invocano la solita "torre d'avorio" per celare a chi sa essere osservatore il vuoto spaventoso delle loro scatole craniche. Infine - per completare il quadro - ecco i filosofi salariati che hanno la religione del 27 del mese - gli accademici - questi goffi rappresentanti della scienza ufficiale - che scongiurano la giovinezza di non cedere alle lusinghe dei nuovi pensatori liberi, dal momento che Federico Nietzsche, capo riconosciuto di questi homines novi, ha passato gli ultimi anni della sua vita nelle tenebre della pazzia. Nietzsche è dunque l'uomo più discusso dei giorni nostri. L'uomo, ho detto, perché in questo caso è l'uomo appunto che può spiegarci il grande enigma.