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Visualizza Versione Completa : [Editoriale] TGM n.333



Satan Shark
10-06-16, 23:07
Nelle ultime settimane, accanto ai prevedibili articoli di lode (al sole) per Dark Souls III, su diversi siti specializzati di videogiochi ne stanno fioccando altri, decisamente più polemici, legati a The Division, l'open world di Ubisoft recensito sullo scorso numero di TGM. SI tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di articoli scritti basandosi sul nulla, quando non su premesse del tutto infondate, come la possibilità di ucciderei civili (ma dove?), che insieme al mood generale e all'ambientazione, conferirebbero una brutta aura di fascismo al gioco. Un'accusa di non poco conto, pesante, di cui sarebbe bello poter discutere se avesse qualche fondamento in più, che però offre lo spunto per una riflessione più ampia. Spiace constatare, dopo aver sprecato tempo a leggere paginate di tuffa, che si tratta di puro e semplice clickbait, inchiostro virtuale vergato — apparentemente — con l'unico scopo di portare qualche clic in più, di avere tanti commenti al pezzo, di creare "engagement" sicuramente buono per chi deve vendere la pubblicità, un po' meno per la salute di questo settore. Funziona, certo, e sono il primo ad ammetterlo, perché ho cliccato, ho Ietto, in alcuni casi ho postato un commento in cui esprimo la mia opinione, perché quando prudono le mani è sempre difficile fermarsi.
Verrebbe da alzare le spalle sconsolati,e liquidare la questione con un "ormai è così che funzionano i social network, bellezza". Ni. Ni, perché c'è ancora gente convinta che non ci si costruisca un Nome (con la n maiuscola) pubblicando pezzi assimilabili ai "Non crederete mai a quel che succede alla ragazza di questo video!!1!!1". Gente impegnata a offrire un'opinione critica, discutibile quanto si vuole, ma informata e consapevole, nella convinzione che uno dei compiti primari del nostro lavoro sia quello di offrire un punto di vista, con quale si può anche non essere d'accordo, ma che deve basarsi su argomentazioni solide. Inattaccabili, direbbe un mio vecchio caporedattore. Il quale ripeteva spesso che si può anche dare 30 a un gioco a cui il resto del mondo ha rifilato voti che sfiorano il perfect score, perché se quel 30 argomentato in maniera onesta, allora vale tanto quanto il 100 del più autorevole sito americano. E quello che facciamo su TGM tutti i mesi, e su thegamesmachine.it tutti i giorni. A volte qualcuno non è d'accordo, e meno male che è così, ma non ci siamo mai tirati indietro da una discussione, né dall'ammettere un errore quando c'è stato (perché facendo, inevitabilmente ogni tanto si sbaglia, diceva un altro saggio caporedattore, in tempi più recenti). Ci siamo sempre battuti contro la "mala informazione" nel nostro ambito, gli articoli sulla violenza nei videogiochi inutilmente pretestuosi, quando non dettati da una becera ignoranza. Fino a oggi, però, ci siamo limitati a prendercela con la stampa generalista. Spiace, a chi lavora in questo settore da così tanti anni, scoprire che anche la cosiddetta specializzata comincia a pubblicare pezzi dello stesso tenore, quasi in preda a un irrefrenabile tafazzismo. Francamente, è la cosa che fa più male.



Claudio "Keiser" Todeschini