il mio capo mi raccontò questa
Per 20 anni difese una notissima società di vendite per corrispondenza, la quale ovviamente aveva centinaia e centinaia di impiegati ed operai ed avendo diversi magazzini si avvaleva anche di una serie di guardie giurate tutte regolamente assunte. In uno di questi magazzini faceva la notte il dipendente Esposito. Vicino all'ingresso era solito avvicinarsi, di giorno, un cane randagio, che alcuni dipendenti avevano preso in simpatia e cui davano da mangiare di tanto in tanto; una notte l'Esposito, mentre sta nella sua guardiola, sente vicino alla recinzione un singolare tramestio, si insospettisce, esce a pistola spianata e spara alcuni colpi, avvertendo che qualcuno scappa; l'indomani, mentre i dipendenti sono in pausa, non vedono arrivare il cane e, preoccupatisi, se ne escono, attraversano la strada e nel capo al di là trovano il cane ucciso da un colpo di pistola.
Il fatto viene riferito al Direttore Amministrativo, il quale fa qualche ricerca, interroga i dipendenti, chiama l'Esposito, lo interroga ed alla fine gli contestta di avere usato una pistola a sproposito e lo licenzia per giusta causa. Ovviamente il licenziamento viene impugnato sul presupposto che non c'era prova che l'Esposito avesse sparato, tantomeno al cane. La causa viene assegnata ad una giovane pretore della sezione lavoro del Tribunale di Milano, in seno alla sezione uno dei 2/3 magistrati di destra/non schierati, quando in sezione ce nerano almeno 8/9 apertamente di sinistra (pretori d'assalto); questa istruisce la causa, sente qualche testimone, fa discutere la causa, si ritira un attimo e poi fa rientrare in aula gli avvocati (il mio capo per la ditta, quello del sindacato per l'Esposito) e l'Esposito, che pure era presente, si alza e legge il dispositivo: accoglie il ricorso, ordina la reintegrazione, ordina il pagamento degli arretrati, condanna la ditta alle spese. Poi appoggia il foglio del dispositivo, alza lo sgardo, punta il dito verso l'Esposito e gli dice: "Esposito, la prossima volta, la pistola la lasci a casa. Buongiorno".