immagino che una cosa sia la fase in cui ci si mette d'accordo sui dettagli di un accordo ed è meglio non coinvolgere direttamente centinaia di parlamentari di ciascun paese ognuno con una propria agenda politica, ed un'altra sia la fase di ratifica a cose fatte dove ognuno può studiarsi tutti i dettagli e decidere se rispedire al mittente o meno.
ho detto di essere favorevole?
il testo finale non c'è e non ci sarà, esiste giusto quanto filtrato da indiscrezioni e bon.
quello che contesto è la cagnara da cialtroni su processi decisionali consolidati, che dovrebbe rimanere giusto nel disagio di facebook ma purtroppo trasborda ovunque.
- - - Aggiornato - - -
^ecco, questo.
solo che ora nell'era del webbe 3.0 pure il macellaio pretende di metter becco in materie tecniche di difficile padroneggiamento pure per diplomatici di lungo corso.
e è una cosa trasversale alle materie tecniche eh, mica riguarda solo questo circo costruito attorno al TTIP.
Comunque, se volete farvi un'idea, sul portale della ue il capo , anzi la capa della commissione che sta portando avanti le trattative ha fatto dei report dedicati
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https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
Corsair iCue5000X RGB - Asus ROG-STRIX Z690 F-GAMING ARGB - Intel Core i7 12700K - Corsair iCue H150i Capellix RGB - 2X Corsair Dominator Platinum RGB DDR5 5600MHz 16GB - Samsung 980PRO M.2 1TB NVMe PCIe - PCS 1TBe SSD M.2 - Seagate Barracuda 2TB - Corsair 1000W RMx Series MOD. 80PLUS GOLD - Asus ROX-STRIX GEFORCE RTX3070Ti 8GB - Kit 4 ventole Corsair LL120 RGB LED - Windows 11 64bit
Da smartcoso è un casino, comunque l'ultimo report lo trovi qui
http://trade.ec.europa.eu/doclib/pre...ex.cfm?id=1395
I precedenti 13 devi cercarli
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A me piu' che altro insospettisce la cagnara mediatica sul TTIP, mentre il CETA, per dire, e' andato avanti piu' o meno inosservato finora, e ovviamente basta che l'apposita multinazionale statunitense metta una bella sede in Canada (che ha gia' accordi commerciali con gli USA per ovvi motivi) e fa lo stesso.
Se qualcosa comprato in internet non vi arriva un motivo forse c'è!
http://www.internazionale.it/opinion...-crisi-globale
C'era una volta il Picco del Petrolio [moriremo tutti], adesso c'è il petrolio low cost [moriremo tutti ma a rate]:
Il guru Morse prevede la generazione del petrolio a basso costo
http://www.lastampa.it/2016/09/21/ec...6L/pagina.html
Sbam
altra botta per l'europa da parte degli americani
Guerra commerciale Usa-Ue, il Wto condanna Bruxelles per gli aiuti ad Airbus
Secondo l'Organizzazione mondiale del commercio, l'Unione non ha eliminato i sussidi al colosso degli aerei: nel mirino 22 miliardi di dollari in un decennio. Gli Usa, con l'alfiere Boeing, esultano
http://www.repubblica.it/economia/20...44/?ref=HREA-1
La multa alla Apple sta diventando pesantuccia
Tedeschi e Francesi han pisciato il Ttip , ecco la ripicca: americani potrebbero chiedere 10 miliarducci a Bruxells per il supporto ad Airbus.
il WTO è quello che dopo la crisi dei subprime ha minacciato Obama quando voleva ripristinare il Glass-Steagall Act... per dirne una.
Dovremmo chiederci quanti soldi ha preso Boeing?
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Non puoi insegnare la fotografia, devono imparare da soli come farla meglio che si può, guardando ottime fotografie e facendone di pessime. (Cit. Cecil Beaton)
BattleTag F1r3st0rm#2428
25/08/2012 - Un ultimo piccolo passo per un grande uomo, un grande ricordo per tutta l'umanità.
Le mie foto su 500px - PER ASPERA AD IMAGINEM
www.andreamanna.it
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ricordate il film americano "i soliti sospetti" in UE abbiamo "i soliti pigliainretti".Lavoriamo il 20% in più Ma Francia e Germania hanno stipendi maggiori
Gian Maria De Francesco - Lun, 26/09/2016 - 08:04
Lavorare di più per guadagnare di meno. È questo il risultato impietoso del confronto tra le retribuzioni orarie nette italiane del 2015 e quelle degli altri Paesi di Eurolandia, Germania in primis.
In Italia, infatti, l'anno scorso ogni occupato ha guadagnato in media 10,77 dollari (9,6 euro circa) all'ora a fronte dei 16,64 dollari di un omologo tedesco. Incrociando i dati dell'Ocse e di Eurostat emerge anche un altro paradosso: in Italia si lavora mediamente di più rispetto al resto di Eurolandia: 1.725 ore l'anno scorso rispetto alle 1.371 della Germania, le 1.419 dell'Olanda e le 1.482 della Francia.
Questi dati ci consentono di compiere un ulteriore passo avanti rispetto alle elaborazioni statistiche presentate venerdì scorso dal Giornale perché ci dicono non solo che il livello delle retribuzioni è basso se comparato a quelli dei concorrenti della nostra stessa area monetaria, ma che è il valore stesso del lavoro a essere stato in qualche misura deprezzato. Non potrebbe spiegarsi altrimenti l'impietoso confronto con i tedeschi. Passi anche guadagnare un terzo circa rispetto a un lussemburghese o la metà di un irlandese. Idem per un olandese (+150% circa). Si tratta di economie più piccole e nelle quali il peso dei servizi finanziari si riverbera sui dati aggregati.
Se, però, si osservano Paesi industriali come il nostro, la realtà non è poi molto dissimile. Detto dei tedeschi che guadagnano il 50% in più, va sottolineato che francesi e belgi hanno retribuzioni medie orarie superiori del 40%, mentre gli spagnoli sono a un più 20% circa. Gli sloveni guadagnano meno, ma lavorano anche un po' meno (1.676 ore).
Non è esclusivamente una questione di tasse. Queste ultime fanno sì che le retribuzioni nette spagnole siano più elevate di quelle italiane. Ma Francia e Germania hanno, ad esempio, una pressione fiscale media più invasiva nei confronti dei lavoratori. Occorre, perciò, pensare anche ad altri elementi che possono contraddistinguere negativamente l'Italia. Sgomberiamo il campo dal primo responsabile: l'euro, con il suo sistema di cambio fisso, ha una rivalutazione inferiore a quella che sarebbe determinata dalle varie bilance commerciali. La produttività tedesca ne ha beneficiato oltremodo. Ma gli altri Paesi europei che ne sono stati penalizzati non hanno sofferto la stessa dinamica italiana.
Se guardiamo gli indici di produttività del lavoro, basandoci sugli ultimi dati Istat sul Pil 2015, osserviamo che il valore aggiunto per dipendente è diminuito nel periodo 2010-2015 anche a fronte di un modesto incremento della produttività oraria. Di conseguenza il costo del lavoro per unità di prodotto è aumentato anche quando i processi produttivi guadagnavano un minimo di efficienza. Il trend è proseguito anche nel 2014 e nel 2015, primi due anni del governo Renzi. Cambiare la dinamica magari sarebbe stato impossibile ma non c'è stata nemmeno una piccola svolta.
Questa situazione non può non comportare una revisione della politica economica. Questi numeri, infatti, da una parte evidenziano che la produzione italiana ha bisogno di molte ore di lavoro (e dunque sconta un ritardo tecnologico) e, dall'altra parte, che ci sono lavoratori che producono pochissimo. Non si tratta solo di statali, ma anche di operai che rimangono al loro posto perché licenziandoli la stessa pmi che li impiega sarebbe costretta a chiudere.
Francia, Spagna, Germania e anche la Slovenia hanno registrato nel 2010-2015 tassi di crescita del valore aggiunto per addetto superiori al 4,5%, mentre l'Italia si è piantata. Senza che nessuno finora abbia posto rimedio.
http://www.ilgiornale.it/news/politi...i-1310895.html
ma noi abbiamo avuto monti, letta e renzie (dopo esserci liberati dal caimano), di cosa ti lamenti?