La politica del XXI Sec. (green version) La politica del XXI Sec. (green version)

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Discussione: La politica del XXI Sec. (green version)

  1. #1
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    La politica del XXI Sec. (green version)

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    Ultima modifica di Edward Green; 13-04-24 alle 10:35

  2. #2
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    Re: La politica del XXI Sec. (green version)

    eh, mamma mia, e poi ero io quello che scriveva WOT. hai fatto un lavoraccio, mi ricordi i WOT che scrivevo quando avevo la forza dei vent'anni.
    non lo voglio sminuire in alcun modo, ma oggi viviamo un'epoca di velocità, e le tecniche di lettura veloce mi hanno insegnato che infilandosi in centomila distinguo si perdono di vista i tratti essenziali, e in ultima analisi la sostanza delle cose.
    certi indizi (appunto: il dichiararsi equidistanti da categorie superate, come fanno tutti quelli che la pensano così; l'uso del termine gente invece che popolo; i "ricconi" che viaggiano tra londra e newyork: ma non stavi parlando con me? ; gli imbecilli e i cretini che sono poi quelli che la pensano diversamente da te) sono più importanti
    nel mio sintetico messaggio avevo scritto:

    antieuropeismo + localismo no-global + protezionismo + risposta all'immigrazione sul piano della forza + "tutela" (invece di sviluppo) delle fasce deboli + presunto indipendentismo da qualsiasi posizione politica ufficiale (che però è solo presunto) + rifiuto dei partiti = tipica posizione di estrema destra (nel moderno arco di posizioni politiche in cui la presa e l'esercizio del potere con la violenza non è più un'opzione praticabile).

    e poi ci avevo aggiunto la congiura internazionale dei plutocrati e il paternalismo.

    - l'antieuropeismo c'è, mi pare inutile ritornarci. di per sè non significa niente, è una pennellata del quadro.
    - il localismo no-global è evidente, tutto questo insistere sulle piccole comunità (ma piccolo è un concetto relativo: in realtà dimensioni piccolo e grande in base a quella UE che tanto critichi e che invece è il punto di riferimento della tua visione "contro" un sacco di cose)
    - il protezionismo pure, tutto questo insistere sui confini, sui flussi migratori che scardinano le comunità locali (una % di persone che è il 10% del totale; e cresce a ritmi del 3% l'anno: 3%*10%=0,3% una forza scardinante? solo perchè siamo inefficienti nel gestirla)
    - la congiura internazionale dei plutocrati ce l'abbiamo
    - il rifiuto dei partiti (ma i partiti sono l'essenza della democrazia, in cui ci si divide per percorrere interessi che sono tutti di parte: tu invece mi propini un modello dove la società rinuncia alla sua nevrosi, per assumere la sanità mentale di chi la pensa come te )
    - aggiungiamo ovviamente il rifiuto del multiculturalismo (me l'ero scordato: ci sta sempre bene, la società multiculturale è la cosa più spaventosa, perchè implica quella rinuncia alla comunità "primigenia" ed "omogenea" che è vista come l'età dell'oro, e invece è solamente una autarchia portatrice in primo luogo di povertà; eppure abbiamo avuto esempi italiani che hanno funzionato per secoli).
    - aggiungi l'aiutiamoli a casa loro (pia illusione che non comprende come "a casa loro" ci sia 100 volte più corruzione e razzismo che qui da noi; sono fuggiti per quello)

    come vedi c'è tutto: è un tipico campionario di estrema destra (aggiungo che l'immaginario da "forze di tutte le piccole nazioni della terra di mezzo unite contro l'impero del male" è un classico di certi riferimenti culturali tipicamente ultradestrorsi). l'unica scontata "novità" è che non c'è la buonanima del pelatone sullo sfondo. ma è ovvio, mica sei un nostalgico: però per il resto le posizioni sono esattamente le stesse. tu rifiuti l'etichetta, ma poi ne condividi il 95% dei pensieri, salvo minimali distinguo non sostanziali (è quasi l'una di notte, non ce la faccio a entrare dettaglio per dettaglio, magari più avanti).

    e vedi anche che il punto chiave è proprio quello in cui ho sintetizzato ulteriormente, e cioè il paternalismo.
    tu dici che sei a favore della libertà di espressione e dell'autodeterminazione, ma negli ultimi 50 anni ogni volta che un popolo ha liberamente potuto dire la sua ha semplicemente detto: voglio il capitalismo. con o senza la democrazia, con i fondamentalisti, la divisione in caste, i comunisti del partito al potere, con le donne velate, gli uomini barbuti, con le infinite varianti tante quanti sono gli uomini in terra, ma voglio quello. it's a matter of facts; le alternative sopravvivono in un ristretto numero di luoghi dove non c'è scelta, e perfino dittature granitiche si sono dovute adattare concedendo spazi di capitalismo, per quanto razionato.

    dici bene quando dici che neppure le elite lo controllano, perchè la società moderna è così complessa che nessuno ci capisce davvero. ed è indubbio che ci siano dentro germi di squilibrio potenzialmente autodistruttivi (d'altra parte nessuna altra società è sopravvissuta, se non il modello pauperista degli indios nella giungla: ma così la società si perpetua indefinitamente, ma l'individuo vive trent'anni). però il punto è che sai tu come si deve fare: sai la dimensione giusta che la nazione deve avere, sai i valori che la comunità deve perseguire, sai il ritmo che si deve tenere per essere "sani", sai la quantità giusta di immigrati che dobbiamo far entrare perchè non siano troppi, e così via.
    questo appunto è il paternalismo.

    ti devo un appunto sulla tutela dei poveri e delle fasce deboli rispetto allo sviluppo: il paternalista pensa che sotto sotto i poveri saranno sempre tali, ecco perchè insiste sulla loro "tutela": fanno parte della comunità tradizionale a cui si vuole ritornare. una volta la sinistra invece era tale perchè propugnava non la tutela, ma lo sviluppo, che queste fasce di popolazione dovevano raggiungere (anche con la forza e con la violenza: vedi appunto i marxisti e i comunisti) per non essere più povere. la sconfitta storica di quella sinistra è dovuta proprio al fatto che la globalizzazione capitalista con tutte le sue storture è stata ed è senza tema di smentite fino ad oggi la più gigantesca e la più efficace delle forme di lotta alla povertà, alla denutrizione, all'analfabetismo, alla mortalità infantile e femminile (non completamente efficace, ci mancherebbe; ma senza ombra di dubbio la più efficace: efficace per miliardi di persone, un numero senza precedenti).

    molti aspetti della globalizzazione non piacciono neanche a me: ma ho l'onestà intellettuale di riconoscere che è così: uno strepitoso successo prima di tutto per miliardi di persone uscite da condizioni indegne di miseria. è la forza di questi miliardi di persone che la sostiene, non quella illusoria dei "ricconi" del jet-set, quelli sono appunto surfisti tra le onde, quello che conta è l'oceano che li solleva. forza contro il quale tutti i nostri mezzi di superiorità bellica non basteranno: anche perchè la maggioranza di noi non vuole usarli.

    io non ho la pretesa di sapere chi ha ragione e chi no, a quello dovete pensarci voi giovani. per quelli della mia età rimangono ambizioni più basse, di correggere certe storture "low-level". dici che "dopo la guerra" (altro indizio) proverete a fare una società del genere? ti credo sulla parola, ma spero che non lo vedrò con i miei occhi, perchè avrò lottato fino all'ultimo respiro perchè non scoppi.

  3. #3
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    Re: La politica del XXI Sec. (green version)

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    Ultima modifica di Edward Green; 13-04-24 alle 10:35

  4. #4
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    Re: La politica del XXI Sec. (green version)

    No no, tecnicamente sono io il pirla, che di wot ne ho scritti 300, mica 2. E non era mica per farvi cambiare opinione (magari avessi questa capacità: Ti ricorderai che ho scritto che non si può), ma per testimoniarvi dei fatti. Che è l'unico modo in cui il dibattito arricchisce tutti. Sentivo che bisognava farlo e allora lo ho fatto, anche se sapevo che alcuni mi avrebbero considerato arrogante.
    non credo di non aver ottenuto nulla facendolo.

    per il resto, tutti noi cogliamo indizi sugli altri da quel che viene scritto che magari gli altri intendevano diversamente (ad es. io ti rispondevo all'una di notte perchè erano tre ore che ti leggevo e rileggevo, e durante il giorno non mi paghi per leggere dei forum). Poi per carità anche io ho le mie opinioni e sono anche io un paternalista (di sinistra), non nego mica di esserlo. Se non lo fossi non sarei nemmeno entrato nel forum, probabilmente.

    Però se mi definiscono tecnocrate statalista di sinistra (o in qualsiasi altro modo) mica mi inalbero, colgono degli aspetti significativi del mio modo di essere; a maggior ragione quando lo scopo NON è di insultarmi. tu rivendichi differenze dove io vedo analogie. io non è che non lo capisca, ma poi ascolto Meloni in tv e dice le stesse identiche cose che dici tu, solo che lo fa con dietro una gigantografia della fiamma tricolore. è una mia distorsione personale? va bene, prendilo come un warning

    L'ultimo quote un po' mi ha deluso ("non ho la pretesa di sapere chi ha ragione e chi no" era riferito a chi cerca di entrare rispetto a chi vuole chiudere le porte, estrapolandolo così come hai fatto se ne distorce il senso).
    Ma grazie comunque per lo sforzo che hai fatto, non è che non lo ho apprezzato.
    Ultima modifica di Ronin; 28-04-17 alle 08:30

  5. #5
    Cchiù pilu pe' tutti! L'avatar di gmork
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    Re: La politica del XXI Sec. (green version)

    ronin, io ti invidio. dico seriamente. non sarei capace di scrivere i tuoi wottoni senza perderci delle ore
    - in una società in cui ogni più piccolo diritto è perseguito, nessuno ha più diritti - Kungfucio
    - sempre sano e ricco, mai povero e malato - kungfucio Vol.2
    - meglio un osso oggi che due domani - Alì Baubau e i quaranta cagnoni

  6. #6
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    Re: La politica del XXI Sec. (green version)

    ma anch'io ce le perdo

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