Però se tutte fossero elettriche la rumorosità ambientale calerebbe un minimo, o sbaglio?
Comunque l'idea del rumore artificioso non mi sembra male, purché non diventi una roba ancora più fastidiosa: ricordo un test della Toyota in tal senso in cui fu utilizzato il suono di una vuvuzela.
il camion è proprio phigo, ma per gli zingheri sarebbe troooooppo una tentazione. non ci durerebbe un mese qua da noi
- in una società in cui ogni più piccolo diritto è perseguito, nessuno ha più diritti - Kungfucio
- sempre sano e ricco, mai povero e malato - kungfucio Vol.2
- meglio un osso oggi che due domani - Alì Baubau e i quaranta cagnoni
https://jumpjack.wordpress.com/2013/...ure-gia-fatte/
Consumi reali dei mezzi elettrici: come misurarli? dove trovare misure già fatte?
Tl;dr http://www.spritmonitor.de/en/
Circa 10 km con 1kwh (le nostre Zoe hanno 100 km di autonomia con 11 kWh di batteria)
Mai seguito il topic ma potrebbe interessarvi......
http://www.report.rai.it/dl/Report/p...b3ad90324.html
l'ibrido ha senso, l'elettrica pura solo per i go kart indoor
http://www.lastampa.it/2018/06/11/ec...8K/pagina.html
Articolo interessante che ci facciamo con il diesel che comunque verrà prodotto durante la distillazione? perchè bruciarlo nelle torri come vien fatto col metano sarebbe assurdo. Non si risolverebbe un cazzo a quel punto tanto vale continuare ad usare motori diesel
già oggi circa il 20-30% del gasolio derivante dal processo di topping viene convertito in benzina (soprattutto in usa) tramite cracking termico (si spezzano le molecole più lunghe del gasolio, basato su catene C13 e C14 in molecole C7 e C8 tipiche delle benzine) e reforming catalitico (per aumentare il numero di ottani), quindi se si vietasse il gasolio continuando a permettere la benzina si potrebbe convertire il primo nella seconda con un aumento di costi di pochi punti percentuali (diciamo 10%, anche se non ho un numero preciso da dare).
gli idrocarburi pesanti si gassificano da sempre, anche in italia (grazie anche al famigerato incentivo a suo tempo noto come CIP6), quindi se venissero vietati i liquidi tout court, ma permesso l'uso di combustibili gassosi (metano e GPL) si potrebbe utilizzare questo processo (oltre ai giacimenti di metano "puro", si intende), tra l'altro il reforming produce una certa quantità di GPL come sottoprodotto (ecco perchè quest'ultimo costa relativamente poco).
il metano viene bruciato in torcia perchè costa troppo poco rispetto al petrolio, e perchè è una piccola % nel fiume di idrocarburo liquido, e liberarlo tal quale in atmosfera oltre che essere per ovvii motivi pericoloso comporterebbe un effetto serra moltiplicato 20x (almeno per i 20-50 anni che impiega a decadere). il problema è fondamentalmente di natura economica, in particolare per il parco raffinerie italiano (che storicamente compra petrolio "più pesante", proprio per tirarci fuori più gasolio, essendo il carburante più utilizzato dal paese, a differenza ad es. degli usa, che comprano petrolio "più leggero" per farci più benzina).
peraltro l'idea verso cui va il mondo è che il trasporto pesante (navale e carica chimica compresi) venga riconvertito direttamente a GNL (oltreoceano sta già avvenendo a tappeto) e quello leggero (forse) elettrico, quindi l'uso degli idrocarburi liquidi si ridurrà "proporzionalmente" tra le varie frazioni: metà delle nostre raffinerie è già di troppo anche ai ritmi produttivi di oggi (il 20% del consumo di energia d'italia si è già spostato dal petrolio al gas durante gli anni '90 e '00) e avrebbe dovuto essere già chiusa (salvo riuscire a venderla ai russi: ma bisogna portarla in russia però ), e gli articoli fantascientifici pagati dai lobbisti di eni e saras come quello riportato non cambieranno la realtà.
l'italia con la sua capillare rete del metano (un unicum) farebbe bene a cavalcare questa rivoluzione, invece che insistere a tenere in vita artificialmente quelle che si avviano ad essere cattedrali nel deserto, insieme alle centrali a carbone e ai caminetti a biomassa; ma vedi che siamo invece invasi di propaganda autolesionista sul metano che più cattivo non si può.
PS: mio zio ha ormai più quaranta che trent'anni di esperienza nella realizzazione di impianti oil&gas per saipem e compari, un po' in tutto il mondo (i suoi aneddoti sono formidabili, dall'altissimo dirigente ENI in giacca e cravatta che sigilla il patto con il ras locale kazako mangiando il cuore appena strappato e sanguinante di un caprone all'hotel sheraton di teheran con sul menù le tagliatelle alla boulougnaise , ai nigeriani che rifiutano la salsiccia perchè sono muslim, ma non il cabernet veneto con cui si prendono una ciucca galattica tutti insieme )
Ultima modifica di Ronin; 11-06-18 alle 21:23
A proposito, sentivo proprio ieri che enel va a dismetterre proprio il ramo d'azienda sulla biomassa, cercando acquirenti. È stimato circa sul mezzo miliardo di euro e lì per lì la cosa mi ha sorpreso perché pensavo che la biomassa facesse parte del mix rinnovabile del futuro...
Un'amica che ha lavorato alla Biochemtex (Tortona) mi diceva che non c'era modo di far funzionare la tecnologia su cui lavoravano in maniera decente...
Magari ENEL fa altro, ma non ci punterei troppo per ora...
la biomassa è un campo molto vasto, in cui vengono accomunate tecnologie molto differenti.
dopo gli oli vegetali (tecnologia che ha avuto una fiammata speculativa ma oggi sostanzialmente tramontata per via dei costi aumentati del combustibile, salvo per chi come ferrero ha le piantagioni di proprietà), l'unica tecnologia promettente è quella del biogas per un certo periodo con conversione in elettrico diretta, oggi con upgrading a biometano per immissione nella rete o direttamente come autotrazione.
l'uso diretto delle biomasse (tramite combustione, cioè) sconta i problemi di tutti i combustibili solidi e cioè un mostruosamente alto livello di polveri sottili (almeno per chi è abituato al metano: per chi prima andava a gasolio, anche anche). la situazione in italia è bloccata dal fatto che c'è una forte industria di produzione di impianti a biomassa (stufe e stufette varie) con relativa lobby, e dall'altro ormai il 15% del territorio italiano è boschivo (per via dell'abbandono di milioni di ettari agricoli e dell'incuria il bosco sta letteralmente invadendo le città); sembrerebbe la condizione ideale, peccato che in canada e UE siano pieni di boschi pianeggianti mentre i nostri sono collinari o montuosi, sicchè gli incentivi alla biomassa hanno ottenuto solo di farne diventare l'italia il primo importatore al mondo
oltre che ad ammorbare la pianura padana, dove il PM10 invernale è per quasi la metà dato dalle emissioni di questi impianti, con il traffico veicolare secondo (risulta primo solo in certe zone centrali di milano); prima o poi bisognerà metterci la parola fine.
il ramo biomassa di enel da quel che so lavorava su sperimentazioni di produzione di elettricità da FER combinata (una "base" geotermica a media entalpia, integrata dalla biomassa per aumentare la temperatura del vapore e quindi l'efficienza), forse le sperimentazioni in corso non hanno dato i risultati voluti.
o forse ci si è resi conto che la borsa è ormai vuota, tanto che da due anni sostanzialmente il governo ha attuato una moratoria de facto degli incentivi (lasciando scadere le scadenze dei vecchi decreti senza emanarne di nuovi)
anche il geotermico m'era stato detto fosse una bufala, costi troppo alti dell'impianto rispetto al rendimento (relativamente a quello per edilizia privata, intendo)
https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
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è così, anche se i due tipi di impianto non hanno nulla a che vedere (il geotermico a media entalpia prevede perforazioni di 2000 m o più, con acqua intorno ai 70-90°C almeno, quello residenziale prevede perforazioni di poche decine di metri, e il calore non viene scambiato direttamente ma tramite una pompa di calore). nei climi italiani il maggior rendimento di questo sistema rispetto allo scambio con l'aria non ripaga praticamente mai il costo aggiuntivo della perforazione delle sonde.
tra l'altro è anche auto-limitante perchè se una casa ha il geotermico nel raggio di 150-200 m altre case non lo possono avere, salvo rischio di "seccare" il terreno in via definitiva con inaridimento e drastico calo della resa.
l'unica eccezione è nelle zone di falda alta (es. milano) dove si può andare di scambio diretto (cioè si emunge direttamente l'acqua dalla falda, invece di far passare acqua nel terreno in un circuito chiuso), più efficiente e meno costoso. finchè dura (ovviamente a forza di prelevare la falda questa finirà per non essere più alta...).
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si guardano bene dal dirlo, ma nelle norme tedesche (gombloddo! gondro la sovranidà del bobolo! ) c'è scritto
per il geotermico elettrico, poichè le temperature sono relativamente basse, occorre interporre un fluido (tipicamente propano o altro idrocarburo) per generare il ciclo del vapore (cioè il vapore che muove la turbina non è l'acqua fatta evaporare, ma un altro fluido che evapora a temperatura molto più bassa, e scambia il calore con l'acqua prelevata e reimmessa in profondità), questi impianti vengono chiamati cicli binari (od anche ORC, organic rankine cycle), ed hanno rendimenti netti (una volta tolti tutti gli autoconsumi per pompe, ventilatori per dissipare il calore residuo, ecc.) intorno al 15%, non esattamente brillanti (anche considerando che il 15% è "fuel free", comunque bisogna ripagare gli investimenti fatti, se la resa è bassa gli oneri finanziari sul capitale si mangiano i ricavi, per cui economicamente il sistema non si regge: un po' quello che sta capitando al nucleare, che ormai si fa solo in cina, dove appunto hanno il problema opposto, e cioè riuscire a investire i capitali che accumulano vendendoci le merci in qualcosa di almeno vagamente redditizio).
chiaramente a larderello dove vien su il vapore da solo è tutt'altra storia, ma si calcola che oltre il 90% del potenziale geotermico primario italiano (non a caso l'abbiamo inventato noi nell'800) sia già sfruttato.
Ultima modifica di Ronin; 12-06-18 alle 14:11
nemmeno il nucleare si regge economicamente?
https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
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