Il governo del Conte (I) di Pentapadania Il governo del Conte (I) di Pentapadania - Pagina 506

Pagina 506 di 509 PrimaPrima ... 6406456496504505506507508 ... UltimaUltima
Risultati da 10.101 a 10.120 di 10165

Discussione: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

  1. #10101
    Senior Member L'avatar di Lewyn
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Messaggi
    807

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da sacramen Visualizza Messaggio

    Siamo ufficialmente entrati nell'era "Eh, ma la Lega..."?
    La lega non esiste più dal 2013.
    Speriamo che adesso se ne siano accorti e al prossimo congresso caccino a pedate Salvini e il suo circo.

  2. #10102
    Senior Member
    Data Registrazione
    Mar 2016
    Messaggi
    9.398

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Lewyn Visualizza Messaggio
    La lega non esiste più dal 2013.
    Speriamo che adesso se ne siano accorti e al prossimo congresso caccino a pedate Salvini e il suo circo.
    Magari...
    Ok, modifico: "Eh, ma Salvini..."?

  3. #10103
    Cchiù pilu pe' tutti! L'avatar di gmork
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Località
    Ovunquente.
    Messaggi
    14.737

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Frappo Visualizza Messaggio
    si parte alla grande con il ministro per il SUD

    https://www.impakter.it/per-salvare-...pe-provenzano/



    Ha giurato questa mattina nelle mani del Capo dello Stato, Giuseppe Provenzano, nuovo Ministro per il Sud. 37 anni, di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, membro della direzione nazionale del PD, eletto nelle liste del segretario Nicola Zingaretti che lo ha nominato responsabile delle politiche del lavoro del partito.

    La situazione è difficile, con “il depauperamento del capitale umano è la dinamica più drammatica a cui assistiamo da anni” e con la recessione che ha avuto “un impatto devastante”. Ma il Mezzogiorno non “è un vuoto a perdere”, perché ci sono “potenzialità inespresse” soprattutto in materia di sviluppo sostenibile. Giuseppe Provenzano, responsabile delle Politiche del Lavoro del Pd, è un profondo conoscitore dei problemi del Sud, avendo ricoperto fino a poche settimane fa il ruolo di vicedirettore dello Svimez. Nell’intervista a Impakter Italia analizza problematiche e indica possibili soluzioni.

    Giuseppe Provenzano è ex vicedirettore dello Svimez e attuale responsabile delle Politiche per il Lavoro del Pd

    Una domanda secca per iniziare. Qual è, o meglio, quanto è grave la situazione del Mezzogiorno?
    Il Mezzogiorno è il luogo geografico in cui si combinano e si accentuano tutte le fratture della società italiana, di genere e generazioni, sociali e demografiche, di cittadinanza. Sette anni di recessione ininterrotta dell’economia, poi una ripresa troppo debole, ora lo spettro di una nuova recessione, hanno avuto un impatto devastante perché si sono abbattuti su un tessuto economico e sociale già fragile. L’austerità è stata fortemente asimmetrica, penalizzando il Sud non solo per gli investimenti pubblici che mancano, ma anche per la spesa corrente insufficiente per il fabbisogno della pubblica amministrazione. Questo ha portato all’esplodere di una enorme questione sociale, a un deterioramento della capacità di offrire servizi ai cittadini ed alle imprese, un avvitamento negativo per l’economia di tutto il Paese. Ma il Sud, voglio dirlo, è inserito nelle grandi trasformazioni della società italiana e dell’economia mondiale. È un’area particolarmente reattiva: nel 2015, in occasione della chiusura dei fondi europei, con un investimento pubblico leggermente maggiore, è andato meglio del Centro-Nord. Insomma, non è un vuoto a perdere, non destinato a rimanere fuori dai processi di sviluppo. Può essere l’occasione per un rilancio dello sviluppo e per l’accelerazione del tasso di crescita per l’intero Paese, c’è una forte interdipendenza tra le aree: è proprio questo che la proposta di autonomia differenziata di cui si discute da mesi non riesce a mettere a fuoco.


    Quali sono le opportunità non sfruttate dello sviluppo sostenibile?
    Il Mezzogiorno è un territorio molto esteso e ricchissimo di risorse naturali. È cruciale per il futuro dell’Italia immaginare a come impiegare queste risorse. Servono investimenti per traghettare il Paese verso un modello di sviluppo economico che si fondi sulla sostenibilità ambientale: una parte di Italia, senza un coordinamento strategico, lo sta facendo di suo, senza il contributo della politica. Per questo serve un disegno strategico anche perché è ormai evidente a tutti che la questione ambientale è saldamente collegata alla questione sociale. Un Green New Deal per l’Italia, che crei posti di lavoro proprio investendo sull’economia verde e sull’economia circolare, può parlare del Paese di domani proprio se assume la prospettiva del Sud. Guardare alla sostenibilità ambientale non come ad un vincolo, ma come una grandissima opportunità di sviluppo, innovazione e competitività. Una opportunità per valorizzare le aree naturali e protette, restituire centralità alle aree interne e rurali, rigenerare il patrimonio di piccoli Comuni.

    E su quali settori bisogna insistere maggiormente?
    Riassetto del territorio e tutela della biodiversità mediterranea, innovazioni di processo e di prodotto, decarbonizzazione ed energie nuove, mobilità sostenibile e rigenerazione urbana. Su tutto questo, il Sud presenta vantaggi competitivi e potenzialità inespresse. E proprio il Sud, dopo la stagione fredda e arida dell’austerità, è il luogo dove provare a costruire uno Stato intelligente e strategico per orientare l’innovazione, ma la precondizione è creare le condizioni di contesto per questo investimento: infrastrutture verdi, investimenti in conoscenza e nuove politiche industriali. In fondo, si tratta di fare esattamente quello di cui l’Italia e in particolare il Mezzogiorno hanno bisogno: rendere il Sud non solo attraente – come già è – ma anche attrattivo, di risorse umane e capitali, in una nuova dimensione geopolitica, che guardi al Mediterraneo non limitandosi a subire i contraccolpi delle crisi, ma provando a coglierne i vantaggi.



    In questo contesto quali sono – e quanto sono grandi – le responsabilità della politica (e non mi riferisco solo al passato)?
    Prendendo in considerazione la Seconda Repubblica, è alle classi dirigenti nel loro complesso che va rivolta la critica. La destra è stata a trazione nordista. La sinistra ha avuto apatia, quando non antipatia, verso il Sud, frutto di una certa “frigidità” nei confronti delle questioni sociali. Tutto questo ha lasciato proliferare oligarchie locali – nel frattempo, destinatarie di un trasferimento di potere eccessivo e disorganizzato – con cui le dirigenze centrali hanno stabilito nel migliore dei casi rapporti di reciproca e nefasta non interferenza. Nel peggiore dei casi, al Sud venivano garantiti compromessi scadenti in nome di equilibri nazionali. Ovunque, poi, le classi dirigenti locali sono state lasciate in balia di un processo di personalizzazione della politica, favorito anche da legislazioni elettorali (dai vizi troppo a lungo ignorati) che, sommate al rachitismo dell’organizzazione dei partiti, hanno esposto gli eletti all’insostenibile ricatto dei potentati economici locali. Venendo ai nostri giorni, la sinistra ha governato il Mezzogiorno in una condizione favorevole di cui nessuno aveva goduto, nemmeno la DC.

    Le politiche sono arrivate troppo poco e troppo tardi. Tutto questo ha determinato una miscela esplosiva di sofferenza sociale e insofferenza politica manifestatasi nel voto: il M5S ha raggiunto percentuali che nessuna forza politica, nella storia repubblicana, aveva toccato. Ha raccolto la rabbia, ma con la sua inedia politica l’ha consegnata alla Lega. Ora, le politiche complessive del governo rappresentano un vero e proprio “tradimento” del Sud: autonomia differenziata e tagli gli investimenti, tagli ai servizi per finanziare la flat tax, indebolimento della lotta alla corruzione e alle mafie per sbloccare i cantieri al Nord. Ma questo scontento tornerà a guardare a sinistra solo se la sinistra saprà cambiare radicalmente, nel messaggio, nei gruppi dirigenti, nella modalità di raccolta del consenso.

    Molto spesso le analisi si soffermano sui giovani che lasciano il Mezzogiorno. Cosa si può fare davvero per fermare questo trend (che in realtà va avanti da decenni)?
    L’emorragia di persone dal Sud non tende a fermarsi. Il depauperamento del capitale umano è la dinamica più drammatica a cui assistiamo da anni. Spesso si tratta di giovani altamente formati che portano valore aggiunto altrove, sia da un punto di vista umano che economico, perché a casa loro non hanno orizzonti da seguire o non trovano nessuno nel mercato (e tanto meno nella P.A.) che sappia intercettare le proprie competenze. Poi c’è il grande tema delle università meridionali spesso non prese in considerazione perché lontane dal mercato del lavoro professionalizzato, attivando un circolo vizioso di disinvestimento. È necessario aggredire questo problema alla radice, investire per rafforzare il contesto produttivo del Sud e trasformare in imprese le competenze acquisite nelle università meridionali. Servono investimenti per gli atenei del Mezzogiorno, e poi serve l’anello mancante: il trasferimento tecnologico per creare lavoro buono e valore aggiunto nel territorio di appartenenza.



    Più in generale da dove bisogna ripartire, da subito, per fermare la desertificazione economica del Sud?
    Riequilibrare territorialmente e rilanciare gli investimenti pubblici, riportarli almeno ai livelli pre crisi e una politica industriale specifica per il Mezzogiorno, proprio per l’innovazione ambientale. Servirebbe un nuovo IRI, un “IRI della conoscenza”, dell’innovazione, che metta in rete eccellenze pubbliche e private, per disseminare un contesto, reso recettivo dagli investimenti. Per farlo, bisogna riorganizzare lo Stato nel Mezzogiorno. Un’amministrazione pubblica amica dello sviluppo ha bisogno di recuperare efficienza ma anche di risorse: avremmo bisogno di aprire a mezzo milione di giovani qualificati le porte di quella che ad oggi è la Pubblica Amministrazione più ridimensionata, vecchia e povera di competenze d’Europa. Questo è il grande investimento di cui avrebbe bisogno l’Italia e ancora di più il Mezzogiorno, non solo per rispondere alle esigenze di un rilancio produttivo, ma anche per ricostruire uno Stato sociale che possa assicurare ai cittadini i fondamenti essenziali del benessere ed evitare i fenomeni della desertificazione economica e umana.



    in soldoni (nostri ) il nuovo ministro Giuseppe Provenzano, 37 anni, vicepresidente dello Svimez (e già questo la dice tutta) per "salvare il Sud" propone una specie di nuova cassa per ml Mezzogiorno e qualche dipendente pubblico in più (facciamo un mezzo milione va, forestale, più forestale meno) dove in effetti la spesa per la PA è davvero troppo poca. E magari favorire le università meridionali che non vengono prese abbastanza in considerazione "perché lontane dal mercato del lavoro". Sisi. Proprio per quello.

    se lo fan parlare a rete unificate Salvini recupera quel che ha perso nei sondaggi in mezz'ora
    adesso ci manca solo che salti fuori che è parente del piu' famoso omonimo

  4. #10104
    Since 13-11-01 L'avatar di Bobo
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Località
    Ravenholm
    Messaggi
    27.185

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Bon, il fatto che sia un ex Svimez certifica solo che sa di cosa sta parlando.

    Sulla questione dei dipendenti delle PA se ne era già parlato tempo fa, ed i numeri smentiscono decisamente il sentito dire comune del SUD strapieno di dipendenti pubblici.
    Zero voglia di andarli a riprendere, se volete potete fare qualche salto indietro in questo stesso topic.

    D'altra parte scandaloso questo ministro del Sud che parla di investimenti per il Sud

    Citazione Originariamente Scritto da sacramen Visualizza Messaggio
    Se vabbè, mo' adesso i giornali di Berlusconi erano pro Salvini...
    E comunque stai dicendo una cosa diversa.
    Io sto dicendo che ADESSO sembra non ci sia alcun problema solo perché c'è il PD e ti ho spiegato perché; tu invece rispondi che i giornali di Berlusconi adesso tirano merda sul PD.

    Siamo ufficialmente entrati nell'era "Eh, ma la Lega..."?
    E due.

    Stavi parlando di campagna "mediatica".
    Cosa c'entra lo spread o la maggior flessibilità concessa dall'europa con la campagna mediatica in Italia?


    L'unica differenza, rispetto ad un mese fa, è che i media "di sinistra" hanno cominciato a parlar bene delle prospettive del governo ed alcuni di quelli pubblici ci stanno in parte andando dietro (o quantomeno hanno ridotto di brutto lo spezio dedicato ad altri).
    Ultima modifica di Bobo; 07-09-19 alle 15:55

  5. #10105
    Il Paparazzo L'avatar di Chiwaz
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Messaggi
    11.409

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Lewyn Visualizza Messaggio
    La lega non esiste più dal 2013.
    Speriamo che adesso se ne siano accorti e al prossimo congresso caccino a pedate Salvini e il suo circo.
    Ecco un altro che non è mai stato leghista e pretende di decidere come dovrebbe essere il partito che non ha mai votato

  6. #10106
    Senior Member
    Data Registrazione
    Mar 2016
    Messaggi
    9.398

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Bobo Visualizza Messaggio
    E due.

    Stavi parlando di campagna "mediatica".
    Cosa c'entra lo spread o la maggior flessibilità concessa dall'europa con la campagna mediatica in Italia?


    L'unica differenza, rispetto ad un mese fa, è che i media "di sinistra" hanno cominciato a parlar bene delle prospettive del governo ed alcuni di quelli pubblici ci stanno in parte andando dietro (o quantomeno hanno ridotto di brutto lo spezio dedicato ad altri).
    Quindi allora la maggiore flessibilità e lo spread basso è merito del lavoro fatto da 5S+Lega.
    Ok, era solo una mia impressione...

  7. #10107
    The Baluba L'avatar di Frappo
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Località
    valle aurina
    Messaggi
    4.336

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Bobo Visualizza Messaggio
    Bon, il fatto che sia un ex Svimez certifica solo che sa di cosa sta parlando.
    e sopratutto che parte prevenuto alla grande, lo Svimez è vagamente schierato nelle analisi. Vai a vederti cosa ne pensa Giannola dell'autonomia differenziata.



    Sulla questione dei dipendenti delle PA se ne era già parlato tempo fa, ed i numeri smentiscono decisamente il sentito dire comune del SUD strapieno di dipendenti pubblici.
    Zero voglia di andarli a riprendere, se volete potete fare qualche salto indietro in questo stesso topic.
    "non è vero ma i dati non li posto"
    pensa te. Siamo a livello della Sicilia che ha assunto (senza concorso) altri 100 dirigenti regionali così arriva allo stesso numero di dirigenti delle altre regioni. Sommate tutte insieme

    D'altra parte scandaloso questo ministro del Sud che parla di investimenti per il Sud
    investimenti sono una cosa, IRI e altri stipendifici statali un'altra.
    E per me un Ministero per il Sud dovrebbe fare un'altra cosa oltre al non esistere (dov'è il Ministero per il Nord? e quello dell Autonomie?) e cioè evitare di pensare sempre e solo all'assistenzialismo e al chiedere (sorpresona) più soldi ai soliti noti, invece di fare il beoborbonico come al solito.

    - - - Aggiornato - - -

    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    Ecco un altro che non è mai stato leghista e pretende di decidere come dovrebbe essere il partito che non ha mai votato
    ecco io invece che l'ho votata spesso una bella sistematina con tanto di benservito ai Borghi e Bagnai della situazione gliela darei

    mi par di leggere in giro che il mondo produttivo del nord sia mica tanto contento della piega antieuro e assistenzialista dell'ultimo Governo
    Ultima modifica di Frappo; 07-09-19 alle 16:58

  8. #10108
    Senior Member L'avatar di Lewyn
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Messaggi
    807

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    Ecco un altro che non è mai stato leghista e pretende di decidere come dovrebbe essere il partito che non ha mai votato
    Sbagliato

  9. #10109
    Senior Member L'avatar di anton47
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Messaggi
    11.198

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania


  10. #10110
    Since 13-11-01 L'avatar di Bobo
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Località
    Ravenholm
    Messaggi
    27.185

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Frappo Visualizza Messaggio
    e sopratutto che parte prevenuto alla grande, lo Svimez è vagamente schierato nelle analisi. Vai a vederti cosa ne pensa Giannola dell'autonomia differenziata.
    Più che prevenuto, si occupa proprio di quei temi.

    "non è vero ma i dati non li posto"
    pensa te. Siamo a livello della Sicilia che ha assunto (senza concorso) altri 100 dirigenti regionali così arriva allo stesso numero di dirigenti delle altre regioni. Sommate tutte insieme
    No, mi dispiace per te: i dati li ho postati eccome

    Dati postati neanche troppo tempo fa (a naso direi fine luglio-primi di agosto) in questo stesso topic.
    Non scrivo molto qui, ti basta una ricerca veloce per utente ed in due minuti li trovi.

    Ma non ho intenzione di perderci altro tempo onestamente, perchè è piuttosto evidente come questo sia uno di quei temi in cui nel 90% dei casi non c'è proprio volontà di aprire la mente e rendersi disponibili a cambiare idea.
    Più comodo affidarsi al sentito comune, che specie dalle vostre parte immagino sia piuttosto insistente sull'argomento.

    Riassuntino veloce: vedendo i numeri, si nota come la differenza non sia tra nord e centro e sud ma tra regioni a statuto speciale e non.
    Tra quelle non a statuto speciale, ci sono 3 regioni in particolare che sembrano avere troppi occupati rispetto a quanto necessario: Liguria (nord), Lazio (centro, ma ci sono tutti i ministeri), Calabria (sud).
    La Sicilia ha certamente troppi impiegati, ma il record di impiegati per popolazione ce l'ha la valle d'aosta... dove 1 abitante su 10 (non un lavoratore... un abitante, tenendo conto anche di anziani e bambini) lavora nella pubblica amministrazione.

    investimenti sono una cosa, IRI e altri stipendifici statali un'altra.
    E per me un Ministero per il Sud dovrebbe fare un'altra cosa oltre al non esistere (dov'è il Ministero per il Nord? e quello dell Autonomie?) e cioè evitare di pensare sempre e solo all'assistenzialismo e al chiedere (sorpresona) più soldi ai soliti noti, invece di fare il beoborbonico come al solito.
    Senza offesa, ma già il fatto che te non capisca perchè esiste un ministero per il sud e non uno per il nord, la dice lunga.

    Imho sarebbe fondamentale combattere seriamente corruzione, mafia, clientelismi vari (ma quelle mi sembrano più competenze del ministero dell'interno... il precedente aveva evidentemente altre priorità, confidiamo in quello attuale).
    Se vuoi far recuperare strada alla parte più povera del Paese, è assolutamente normale dover investire: l'importante è investire bene, seriamente e controllando dove vanno i soldi.
    Chiaro che far sparire i fondi nelle tasche di qualcuno non aiuta nè il sud nè il paese nel complesso.
    Ma questo non lo vuole nessuno (di noi).

  11. #10111
    Senior Member L'avatar di battlerossi
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Messaggi
    4.668

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Frappo Visualizza Messaggio
    si parte alla grande con il ministro per il SUD

    https://www.impakter.it/per-salvare-...pe-provenzano/



    Ha giurato questa mattina nelle mani del Capo dello Stato, Giuseppe Provenzano, nuovo Ministro per il Sud. 37 anni, di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, membro della direzione nazionale del PD, eletto nelle liste del segretario Nicola Zingaretti che lo ha nominato responsabile delle politiche del lavoro del partito.

    La situazione è difficile, con “il depauperamento del capitale umano è la dinamica più drammatica a cui assistiamo da anni” e con la recessione che ha avuto “un impatto devastante”. Ma il Mezzogiorno non “è un vuoto a perdere”, perché ci sono “potenzialità inespresse” soprattutto in materia di sviluppo sostenibile. Giuseppe Provenzano, responsabile delle Politiche del Lavoro del Pd, è un profondo conoscitore dei problemi del Sud, avendo ricoperto fino a poche settimane fa il ruolo di vicedirettore dello Svimez. Nell’intervista a Impakter Italia analizza problematiche e indica possibili soluzioni.

    Giuseppe Provenzano è ex vicedirettore dello Svimez e attuale responsabile delle Politiche per il Lavoro del Pd

    Una domanda secca per iniziare. Qual è, o meglio, quanto è grave la situazione del Mezzogiorno?
    Il Mezzogiorno è il luogo geografico in cui si combinano e si accentuano tutte le fratture della società italiana, di genere e generazioni, sociali e demografiche, di cittadinanza. Sette anni di recessione ininterrotta dell’economia, poi una ripresa troppo debole, ora lo spettro di una nuova recessione, hanno avuto un impatto devastante perché si sono abbattuti su un tessuto economico e sociale già fragile. L’austerità è stata fortemente asimmetrica, penalizzando il Sud non solo per gli investimenti pubblici che mancano, ma anche per la spesa corrente insufficiente per il fabbisogno della pubblica amministrazione. Questo ha portato all’esplodere di una enorme questione sociale, a un deterioramento della capacità di offrire servizi ai cittadini ed alle imprese, un avvitamento negativo per l’economia di tutto il Paese. Ma il Sud, voglio dirlo, è inserito nelle grandi trasformazioni della società italiana e dell’economia mondiale. È un’area particolarmente reattiva: nel 2015, in occasione della chiusura dei fondi europei, con un investimento pubblico leggermente maggiore, è andato meglio del Centro-Nord. Insomma, non è un vuoto a perdere, non destinato a rimanere fuori dai processi di sviluppo. Può essere l’occasione per un rilancio dello sviluppo e per l’accelerazione del tasso di crescita per l’intero Paese, c’è una forte interdipendenza tra le aree: è proprio questo che la proposta di autonomia differenziata di cui si discute da mesi non riesce a mettere a fuoco.


    Quali sono le opportunità non sfruttate dello sviluppo sostenibile?
    Il Mezzogiorno è un territorio molto esteso e ricchissimo di risorse naturali. È cruciale per il futuro dell’Italia immaginare a come impiegare queste risorse. Servono investimenti per traghettare il Paese verso un modello di sviluppo economico che si fondi sulla sostenibilità ambientale: una parte di Italia, senza un coordinamento strategico, lo sta facendo di suo, senza il contributo della politica. Per questo serve un disegno strategico anche perché è ormai evidente a tutti che la questione ambientale è saldamente collegata alla questione sociale. Un Green New Deal per l’Italia, che crei posti di lavoro proprio investendo sull’economia verde e sull’economia circolare, può parlare del Paese di domani proprio se assume la prospettiva del Sud. Guardare alla sostenibilità ambientale non come ad un vincolo, ma come una grandissima opportunità di sviluppo, innovazione e competitività. Una opportunità per valorizzare le aree naturali e protette, restituire centralità alle aree interne e rurali, rigenerare il patrimonio di piccoli Comuni.

    E su quali settori bisogna insistere maggiormente?
    Riassetto del territorio e tutela della biodiversità mediterranea, innovazioni di processo e di prodotto, decarbonizzazione ed energie nuove, mobilità sostenibile e rigenerazione urbana. Su tutto questo, il Sud presenta vantaggi competitivi e potenzialità inespresse. E proprio il Sud, dopo la stagione fredda e arida dell’austerità, è il luogo dove provare a costruire uno Stato intelligente e strategico per orientare l’innovazione, ma la precondizione è creare le condizioni di contesto per questo investimento: infrastrutture verdi, investimenti in conoscenza e nuove politiche industriali. In fondo, si tratta di fare esattamente quello di cui l’Italia e in particolare il Mezzogiorno hanno bisogno: rendere il Sud non solo attraente – come già è – ma anche attrattivo, di risorse umane e capitali, in una nuova dimensione geopolitica, che guardi al Mediterraneo non limitandosi a subire i contraccolpi delle crisi, ma provando a coglierne i vantaggi.



    In questo contesto quali sono – e quanto sono grandi – le responsabilità della politica (e non mi riferisco solo al passato)?
    Prendendo in considerazione la Seconda Repubblica, è alle classi dirigenti nel loro complesso che va rivolta la critica. La destra è stata a trazione nordista. La sinistra ha avuto apatia, quando non antipatia, verso il Sud, frutto di una certa “frigidità” nei confronti delle questioni sociali. Tutto questo ha lasciato proliferare oligarchie locali – nel frattempo, destinatarie di un trasferimento di potere eccessivo e disorganizzato – con cui le dirigenze centrali hanno stabilito nel migliore dei casi rapporti di reciproca e nefasta non interferenza. Nel peggiore dei casi, al Sud venivano garantiti compromessi scadenti in nome di equilibri nazionali. Ovunque, poi, le classi dirigenti locali sono state lasciate in balia di un processo di personalizzazione della politica, favorito anche da legislazioni elettorali (dai vizi troppo a lungo ignorati) che, sommate al rachitismo dell’organizzazione dei partiti, hanno esposto gli eletti all’insostenibile ricatto dei potentati economici locali. Venendo ai nostri giorni, la sinistra ha governato il Mezzogiorno in una condizione favorevole di cui nessuno aveva goduto, nemmeno la DC.

    Le politiche sono arrivate troppo poco e troppo tardi. Tutto questo ha determinato una miscela esplosiva di sofferenza sociale e insofferenza politica manifestatasi nel voto: il M5S ha raggiunto percentuali che nessuna forza politica, nella storia repubblicana, aveva toccato. Ha raccolto la rabbia, ma con la sua inedia politica l’ha consegnata alla Lega. Ora, le politiche complessive del governo rappresentano un vero e proprio “tradimento” del Sud: autonomia differenziata e tagli gli investimenti, tagli ai servizi per finanziare la flat tax, indebolimento della lotta alla corruzione e alle mafie per sbloccare i cantieri al Nord. Ma questo scontento tornerà a guardare a sinistra solo se la sinistra saprà cambiare radicalmente, nel messaggio, nei gruppi dirigenti, nella modalità di raccolta del consenso.

    Molto spesso le analisi si soffermano sui giovani che lasciano il Mezzogiorno. Cosa si può fare davvero per fermare questo trend (che in realtà va avanti da decenni)?
    L’emorragia di persone dal Sud non tende a fermarsi. Il depauperamento del capitale umano è la dinamica più drammatica a cui assistiamo da anni. Spesso si tratta di giovani altamente formati che portano valore aggiunto altrove, sia da un punto di vista umano che economico, perché a casa loro non hanno orizzonti da seguire o non trovano nessuno nel mercato (e tanto meno nella P.A.) che sappia intercettare le proprie competenze. Poi c’è il grande tema delle università meridionali spesso non prese in considerazione perché lontane dal mercato del lavoro professionalizzato, attivando un circolo vizioso di disinvestimento. È necessario aggredire questo problema alla radice, investire per rafforzare il contesto produttivo del Sud e trasformare in imprese le competenze acquisite nelle università meridionali. Servono investimenti per gli atenei del Mezzogiorno, e poi serve l’anello mancante: il trasferimento tecnologico per creare lavoro buono e valore aggiunto nel territorio di appartenenza.



    Più in generale da dove bisogna ripartire, da subito, per fermare la desertificazione economica del Sud?
    Riequilibrare territorialmente e rilanciare gli investimenti pubblici, riportarli almeno ai livelli pre crisi e una politica industriale specifica per il Mezzogiorno, proprio per l’innovazione ambientale. Servirebbe un nuovo IRI, un “IRI della conoscenza”, dell’innovazione, che metta in rete eccellenze pubbliche e private, per disseminare un contesto, reso recettivo dagli investimenti. Per farlo, bisogna riorganizzare lo Stato nel Mezzogiorno. Un’amministrazione pubblica amica dello sviluppo ha bisogno di recuperare efficienza ma anche di risorse: avremmo bisogno di aprire a mezzo milione di giovani qualificati le porte di quella che ad oggi è la Pubblica Amministrazione più ridimensionata, vecchia e povera di competenze d’Europa. Questo è il grande investimento di cui avrebbe bisogno l’Italia e ancora di più il Mezzogiorno, non solo per rispondere alle esigenze di un rilancio produttivo, ma anche per ricostruire uno Stato sociale che possa assicurare ai cittadini i fondamenti essenziali del benessere ed evitare i fenomeni della desertificazione economica e umana.



    in soldoni (nostri ) il nuovo ministro Giuseppe Provenzano, 37 anni, vicepresidente dello Svimez (e già questo la dice tutta) per "salvare il Sud" propone una specie di nuova cassa per ml Mezzogiorno e qualche dipendente pubblico in più (facciamo un mezzo milione va, forestale, più forestale meno) dove in effetti la spesa per la PA è davvero troppo poca. E magari favorire le università meridionali che non vengono prese abbastanza in considerazione "perché lontane dal mercato del lavoro". Sisi. Proprio per quello.

    se lo fan parlare a rete unificate Salvini recupera quel che ha perso nei sondaggi in mezz'ora
    Madonna ma c'hai l'ossessione del Sud ladrone.

    Ti do una notizia sconvolgente, le tasse ne pagano tante anche quelli che non c hanno la fabbrichetta al Nord.

  12. #10112
    Amico di tutti L'avatar di Sinex/
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Messaggi
    18.234

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Convinti voi... Meglio che non ascoltiate la classifica della settimana di Barisoni il venerdì pomeriggio su radio24

  13. #10113
    The Baluba L'avatar di Frappo
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Località
    valle aurina
    Messaggi
    4.336

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Bobo Visualizza Messaggio
    cut.
    Bobo, che le regioni a statulo speciale siano sbilanciate non ci piove, ma c'è regione e regione. Il debito della Sicilia è di 7/8 mld, e in continuo aumento, eppure continuano ad assumere dipendenti pubblici (pagati oro e da noi), ed è ben nota anche la situazione ligure.
    I dipendenti pubblici sono una parte della spesa pubblica, e non mi pare proprio sia questo a mancare.



    Gli stipendifici hanno sempre e solo fatto danni, la casmez idem (soldi a cazzo per 40anni) , le scuole/università (con i dovuti distinguo) spesso sono baronie che servono a dare impieghi agli amichetti e che per autotutelarsi diventano diplomifici con voti che altrove uno si sogna.
    Ovviamente ciò avvantaggia chi vuole fare un concorso pubblico, dove non conta dove ti sei laureato ma solo il voto (nel privato ovviamente è un'altra cosa ma li sono stranamente più attenti alle reali competenze), e la ruota gira. Dipendenti statali sempre del sud.
    Se a voi sembra normale che la prima uscita del Ministro sia che bisogna assumere mezzo milioni di dipendenti statali, un'altra bella Cassa per il mezzogiorno, ancora un po' di soldi per le Università del sud ecc, ecc.
    Sempre così, sempre più soldi, sempre posti statali, mai cercare di attrarre l'iniziativa privata, dev'essere sempre lo Stato, il posto fisso, il timbrificio zaloniano. Tanto poi quelli (tanti) che vogliono combinare davvero qualcosa emigrano al nord o all'estero. Sono praticamente obbligati.
    Il merito, l'analisi di come vengono usati (o non usati) i fondi, niente. nulla, zero.
    Nella scuola ci sono realtà inaccettabili:
    Se al Nord un docente su 100 ha fatto ricorso alla legge 104, al sud è 1 su 2, in particolare in Sicilia sono 7 insegnanti su 10, addirittura ad Agrigento 10 su 10.
    ma guai anche solo a fare riferimenti a queste rapine ai danni dei cittadini, meglio chiedere altri soldi. Davvero una novità.

    Non sorprende, ripeto, che sia stato scelto per quel posto un direttore della Svimez, proprio quando si sta parlando dell'autonomia differenziata. Ma guarda il caso
    E cosa vuole dire che si occupa di quei temi? Come se ne occupa?

    Invito ad andare a vedere come ANALizza i dati questa associazione, come detto sono paragonabili alla cultura dell'alibi neorbononica
    Per chi vuole c'è anche un bell'articolo (ahahah) di quel fenomeno di Roberto Napoletano, già direttore del Sole24ore (ma poi calcinculato per una cosuccia da nulla ) che cita proprio i dati della Svimez per affermare che "il nord affamato di soldi pubblici sottrae decine di miliardi dovuti al sud". Mi sembra che i miliardi nella loro visione estatica siano arrivati a 70 Pare che nella director's cut dell'articolo ci sia un riferimento ai cavalli con la cravatta.
    Cosa volete che vi dica? credeteci

    Citazione Originariamente Scritto da battlerossi Visualizza Messaggio
    Madonna ma c'hai l'ossessione del Sud ladrone.

    Ti do una notizia sconvolgente, le tasse ne pagano tante anche quelli che non c hanno la fabbrichetta al Nord.
    capito tutto eh?
    Ultima modifica di Frappo; 08-09-19 alle 10:58

  14. #10114
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Messaggi
    34.695

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Che poi è tutto collegato, la 104 qua in Veneto non viene usata perché per avere l'accompagnatoria per la disabilità il tizio che la chiede deve essere in punto di morte

  15. #10115
    Marotta Vattene L'avatar di MrVermont
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Località
    La provincia fiorentina
    Messaggi
    19.168

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da Frappo Visualizza Messaggio
    Bobo, che le regioni a statulo speciale siano sbilanciate non ci piove, ma c'è regione e regione. Il debito della Sicilia è di 7/8 mld, e in continuo aumento, eppure continuano ad assumere dipendenti pubblici (pagati oro e da noi), ed è ben nota anche la situazione ligure.
    I dipendenti pubblici sono una parte della spesa pubblica, e non mi pare proprio sia questo a mancare.



    Gli stipendifici hanno sempre e solo fatto danni, la casmez idem (soldi a cazzo per 40anni) , le scuole/università (con i dovuti distinguo) spesso sono baronie che servono a dare impieghi agli amichetti e che per autotutelarsi diventano diplomifici con voti che altrove uno si sogna.
    Ovviamente ciò avvantaggia chi vuole fare un concorso pubblico, dove non conta dove ti sei laureato ma solo il voto (nel privato ovviamente è un'altra cosa ma li sono stranamente più attenti alle reali competenze), e la ruota gira. Dipendenti statali sempre del sud.
    Se a voi sembra normale che la prima uscita del Ministro sia che bisogna assumere mezzo milioni di dipendenti statali, un'altra bella Cassa per il mezzogiorno), ancora un po' di soldi per le Università del sud ecc, ecc.
    Sempre così, sempre più soldi, sempre posti statali, mai cercare di attrarre l'iniziativa privata, dev'essere sempre lo Stato, il posto fisso, il timbrificio zaloniano. Tanto poi quelli (tanti) che vogliono combinare davvero qualcosa emigrano al nord o all'estero. Sono praticamente obbligati.
    Il merito, l'analisi di come vengono usati (o non usati) i fondi, niente. nulla, zero.
    Nella scuola ci sono realtà inaccettabili:

    ma guai anche solo a fare riferimenti a queste rapine ai danni dei cittadini, meglio chiedere altri soldi. Davvero una novità.

    Non sorprende, ripeto, che sia stato scelto per quel posto un direttore della Svimez, proprio quando si sta parlando dell'autonomia differenziata. Ma guarda il caso
    E cosa vuole dire che si occupa di quei temi? Come se ne occupa?

    Invito ad andare a vedere come ANALizza i dati questa associazione, come detto sono paragonabili alla cultura dell'alibi neorbononica
    Per chi vuole c'è anche un bell'articolo (ahahah) di quel fenomeno di Roberto Napoletano, già direttore del Sole24ore (ma poi calcinculato per una cosuccia da nulla ) che cita proprio i dati della Svimez per affermare che "il nord affamato di soldi pubblici sottrae decine di miliardi dovuti al sud". Mi sembra che i miliardi nella loro visione estatica siano arrivati a 70 Pare che nella director's cut dell'articolo ci sia un riferimento ai cavalli con la cravatta.
    Cosa volete che vi dica? credeteci



    capito tutto eh?
    Frappo ma da un governo PD-5S che ti aspettavi?

    Inviato dal mio SM-A920F utilizzando Tapatalk
    Ultima modifica di MrVermont; 08-09-19 alle 10:52

  16. #10116
    Il Paparazzo L'avatar di Chiwaz
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Messaggi
    11.409

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Prevedibili come le scoregge dopo una fagiolata

    https://rep.repubblica.it/pwa/interv...-C8-P3-S1.8-T1

  17. #10117
    The Baluba L'avatar di Frappo
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Località
    valle aurina
    Messaggi
    4.336

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da MrVermont Visualizza Messaggio
    Frappo ma da un governo PD-5S che ti aspettavi?

    Inviato dal mio SM-A920F utilizzando Tapatalk
    credi avessi delle aspettative su un Governo del genere?

  18. #10118
    Min. della Prostituzione L'avatar di alastor
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Messaggi
    15.501

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da anton47 Visualizza Messaggio
    e perché non mi ci metti tu? genio
    ma non eri quel simpaticone che sparava spiritosaggini sceme su una poveraccia appena morta per un tumore al cervello?
    e hai ancora il coraggio di blaterare?
    ti ci ha già messo, dovrebbe metterci anche chi ti risponde
    Ritenta, sarai più fortunato.

  19. #10119
    Senior Member L'avatar di caesarx
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Località
    Cozze e patatine fritte
    Messaggi
    5.948

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Che ci sia ampio margine di sviluppo per il Sud è vero. Che la soluzione siano soldi a pioggia, assistenzialismo e assunzioni di stato ce lo dimostra la storia che è una minchiata.

    Ci vuole la volontà per cambiare le cose al sud, e più contrasto alla criminalità organizzata, non più soldi.

    Inviato dal mio Redmi 6A utilizzando Tapatalk
    ...there's no need to say thank you, the best way to say it is beeing here and fight with us. - Skip

  20. #10120
    The Baluba L'avatar di Frappo
    Data Registrazione
    Jan 2016
    Località
    valle aurina
    Messaggi
    4.336

    Re: Il governo del Conte (I) di Pentapadania

    Citazione Originariamente Scritto da caesarx Visualizza Messaggio
    Che ci sia ampio margine di sviluppo per il Sud è vero. Che la soluzione siano soldi a pioggia, assistenzialismo e assunzioni di stato ce lo dimostra la storia che è una minchiata.

    Ci vuole la volontà per cambiare le cose al sud, e più contrasto alla criminalità organizzata, non più soldi.

    Inviato dal mio Redmi 6A utilizzando Tapatalk
    This accidenti. Ma sono sempre i soliti a dirlo, che spesso sono costretti a emigrare


    Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
Chi Siamo
Forum ufficiale della rivista
The Games Machine
Seguici su