Sergio Brugiatelli ha avuto almeno tre contatti con i carabinieri la notte in cui è stato ucciso il vicebrigadiere Cerciello Rega. E un’ora prima di chiamare il 112 è stato identificato da Andrea Varriale, che poi lo accompagnerà assieme al collega di pattuglia all’appuntamento con Elder Lee e Gabe Natale. Lo riporta l’ordinzanza del gip Chiara Gallo.
Quell’accento inglese
Il ruolo di Brugiatelli resta pieno di ombre. Racconta il pusher, ora indagato, Italo Pompei, che la sera prima, mercoledì, ha conosciuto nelle vie di Trastevere il 47enne con zainetto e bici. Lo rivede giovedì alle 20 e alle 23.30 e Brugiatelli è già in grado di portargli quei due clienti stranieri che cercano droga, come un navigato mediatore. Natale preleva al bancomat 80 euro per la cocaina. L’incontro viene confermato dall’egiziano Ahmed Tamer Salem, che Brugiatelli chiama Meddi o Fratellino e che alle 00.15 di venerdì vede l’amico assieme a «due ragazzi con l’accento inglese». Dettaglio importante perché smonta fin da subito l’ipotesi degli aggressori maghrebini. Annotato che Varriale nella sua relazione parla di «due ragazzi con carnagione chiara, uno dei quali con capelli biondi» e che Brugiatelli conferma il loro accento inglese, come si arriva a identificarli come nord africani?
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La truffa sulla coca e il furto dello zaino
Alle 00.30 Brugiatelli chiama al cellulare Pompei e porta con sé Natale ad incontrarlo. Le telecamere li riprendono alle 00.53 e poi all’1.12 (i volti ben visibili). Il primo incontro con i carabinieri è qui. Quattro militari fuori servizio, tra cui il maresciallo Pasquale Sansone, notano i loro movimenti sospetti. Pompei fugge e lascia lì la tachipirina venduta come coca. Anche Natale scappa, seguito da Lee con lo zaino di Brugiatelli, pensando a una messa in scena per truffarli. Non c’è spaccio (manca la droga) ma si realizza il furto che Sansone invita Brugiatelli a denunciare. Secondo l’ordinanza, il maresciallo convoca Varriale, suo sottoposto nella caserma Farnese. I carabinieri ieri sera diffondono la nota di servizio che include Cerciello (non citato dal gip) tra i presenti. Trastevere non è la loro zona di competenza ma, spiegano gli inquirenti, per la sua complessità, nel quartiere vanno anche militari di altre caserme. Brugiatelli, già noto alle forze dell’ordine, viene identificato. Il contenuto del suo zaino è in parte omissato.
La chiamata al 112 e la pattuglia in borghese
Per cercare il pusher fuggito viene avvisata la centrale operativa e all’1.30 arriva sul posto uno scooter nero con altri due militari della caserma Farnese. Fermano Pompei ma non Brugiatelli, mentre Tamer fugge via. Alle 2 Pompei e Brugiatelli si ricongiungono e Sergio chiede al pusher il suo telefono per chiamare una prima volta gli americani. Ricevuta la richiesta di un «riscatto» per riavere lo zaino — un grammo di coca e 100 euro — il 47enne si decide a chiamare il 112. È la prima delle due telefonate diffuse domenica. Viene smistata alla compagnia Monteverde che manda un’auto. Dopo un consulto con il comando centrale si decide per l’invio di due militari in borghese: Varriale e il collega Cerciello, che alle 2.10 riceve sul cellulare la nota di servizio. Chi decide di non aggiungere almeno una pattuglia di supporto? Operazione sottovalutata o mancanza di personale? Raggiunto Brugiatelli i due lo invitano a chiamare di nuovo gli americani e registrano la conversazione su whatsapp come fonte di prova. Lee e Natale fissano l’incontro nei pressi del loro hotel, dove nel frattempo sono rientrati a passo svelto, visti da un facchino e dalle telecamere.
Lo scambio saltato e il coltello da marine
Alle 2.49 gli studenti vengono visti uscire. Natale dice di non saperlo, ma Lee ha già con sé il coltello che il gip specifica essere un «Trenknife tipo Kabar Camillus, 18 centimetri di lama brunita modello marines con impugnatura ad anelli in cuoio ingrassato e pomolo in metallo brunito». Un’arma da guerra che prima o poi Lee dovrà spiegare come e perché ha portato in Italia. I militari preferiscono lasciare Brugiatelli in auto e andare di persona all’incontro. Scelta forse infelice che allarma i due giovani, anche se Varriale e Cerciello si qualificano subito come carabinieri. Sono le 3.15. Natale e Lee provano a fuggire, Varriale si lancia su Gabe e cadono. Cerciello afferra Lee, che sostiene una legittima difesa esclusa dal gip. Il 19enne sferra 11 coltellate a Cerciello che urla: «Fermati, siamo carabinieri. Basta!». Poi crolla: «Mi hanno accoltellato». Alle 3.30 arrivano i soccorsi ma per il vicebrigadiere non c’è scampo. Gli americani fuggono in albergo dove vengono fermati alle 10.