Prima fonte a caso che stasera non ci sono:
https://www.investireoggi.it/economi...ri-dipendenti/
NB: 2018. Ad ogni crisi la situazione è la stessa: pensionati (e statali, direi) intoccati, tutti gli altri perdita di reddito. Ma visto che "tutti gli altri" sono quelli da cui prendi i soldi per pagare pensioni e stipendi statali, direi che proprio concettualmente c'è un problema grave.
Il potere d'acquisto non si misura sugli incrementi nominali dei CCNL, quelli appunto riguardano il salario nominale. Ma se l'incremento nominale non riesce nemmeno a tenere il passo con un'inflazione bassissima, come è stato almeno negli ultimi 20 anni, il potere d'acquisto effettivo cala. E così è stato.
Nel frattempo ci sono interi settori in Italia, soprattutto mercati "costosi" (tipo l'immobiliare), che stagnano o addirittura sono in deflazione da anni, settori in cui chi ha più risparmio privato ed entrate fisse e stabili (ovvero, tendenzialmente i pensionati, appunto) hanno di fatto più potere d'acquisto di un generico dipendente.
E sul discorso pensioni ci sarebbe altro da dire, visto che si menziona il risparmio privato: i tantissimi che hanno versato pochi contributi perché lavoravano in nero e ben retribuiti, i tantissimi che hanno continuato a lavorare in nero anche prendendo la pensione e così via.
Si è bruciata la candela da entrambi i lati, ed è stato fatto con cognizione di causa.
Quanto al catastrofismo, è puramente matematico. Tieni in piedi il sistema pensionistico (+ gli altri ammortizzatori sociali) col gettito che prendi dai lavoratori dipendenti. In un paese con precarietà lavorativa assoluta, un tasso di disoccupazione medio del 10+% (che sale al 30% per i giovani, cioè esattamente quelli che dovresti occupare per garantire il gettito necessario alle pensioni), un'aspettativa di vita molto elevata ed un tasso di natalità inesistente.
Metti insieme tutto, ed è ovvio che non sia sostenibile nel lungo periodo. Soprattutto in questo momento, con un -12/15% di PIL stimato e altri 2mln posti di lavoro che vanno a farsi benedire entro fine anno.
Poi sì, puoi ragionarla che nel 2050 quasi tutte le zavorre saranno defunte e il problema si è risolto, ma quelle zavorre hanno avuto un costo tale negli anni, sottraendo risorse ad investimenti molto più vitali, per cui l'Italia del 2050 sarà l'equivalente di un paese (scarso) del secondo mondo.
Per questo mi pesa particolarmente il culo sulla questione del lavoro flessibile. Chiariamo, a me un sistema come quello svizzero dove con un mese di preavviso possono licenziarti anche se sei indeterminato e lavori nello stesso posto da 20 anni va benissimo, ma ha senso in un paese con un tasso di disoccupazione medio, toh, del 5% e con una crescita vagamente apprezzabile (superiore allo zerovirgola).
In un paese come l'Italia, significa buttar fuori dal mercato del lavoro per lunghi periodi o addirittura per sempre persone, che richiedono l'accesso agli ammortizzatori sociali, non producono, gravano sul bilancio dello stato, non possono finanziare i servizi previdenziali di vario genere e diventano difficili da reinserire nel mondo del lavoro data l'inoccupazione prolungata.
E' un sistema suicida, bello bellissimo sulla carta del bilancio di una singola azienda che assume e scarica manodopera come vuole ottimizzando i costi, ma a livello collettivo assolutamente insostenibile.
EDIT: e aggiungo al volo, come si è già detto, che in praticamente tutti gli altri settori si è già tagliato. Si è tagliato sulla sanità, sull'istruzione, sulla difesa e sul lavoro (si è tagliato sul lavoro nel senso che non si è investito). Si può continuare a farlo ma di avere l'oasi dei vecchietti più felici sulla cenere non so che senso abbia, e intervenire sulle pensioni "da oggi in poi" non ti risolve il problema attuale.