(dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo? (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

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Discussione: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

  1. #1
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    (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Il carattere profondamente europeo degli attentati di Bruxelles - Limes

    Dario Fabbri
    carta di Laura Canali

    23/03/2016
    Gli attacchi del 22 marzo rivelano il carattere tribale dello Stato belga e mostrano le radici europee del terrorismo islamico. Ora la disintegrazione dell’Ue potrebbe subire un’ulteriore accelerazione.
    Gli attentati di Bruxelles riguardano profondamente l’Europa, nel cui cuore sono stati orditi e sul cui futuro potrebbero avere effetti molto rilevanti. Ideati da cittadini belgi, ancorché di origine araba, sono stati realizzati nella capitale di un frammentato Stato tribale collocato al centro del continente. Ed ora quanto accaduto potrebbe accelerare proprio la disintegrazione dell’Unione Europea.

    Come dimostrato dagli attacchi di Parigi del 13 novembre scorso e dagli eventi brussellesi, la più pericolosa cellula jihadista attiva sul suolo europeo opera(va) in Belgio. Non è un caso. Il regno di Filippo è di fatto uno Stato fallito. Diviso tra due tribù, i valloni e i fiamminghi, che si detestano assai poco cordialmente, è composto da istituzioni separate che afferiscono esclusivamente ai rispettivi ceppi etnico-linguistici. Il governo federale ha poteri limitati e i cittadini fanno volentieri a meno della sua esistenza, come capitato tra il 2010 e il 2011 quando – nella totale indifferenza – il regno fissò il record mondiale di assenza di un esecutivo nazionale. La natura artificiale del Belgio e la sua connotazione clanica, assieme alle difficili condizioni economiche, rendono complessa l’assimilazione dei cittadini allogeni, specie quelli di religione musulmana.

    Come in Siria o in Iraq, la fragilità delle istituzioni favorisce la conquista del territorio da parte di gruppi anti-statali di matrice etnico-apocalittica. Così la tribù, che sia vallone o fiamminga, giacché si percepisce distinta dal contesto generale e non produce afflato universalista, è incapace di accogliere pienamente lo straniero.

    Ironia della sorte, o semplice ingenuità, l’Unione Europea si è insediata in un paese tanto disfunzionale. Con il risultato che, in seguito agli attentati, il Belgio è assurto in queste ore a paradigma negativo della costruzione comunitaria. La cittadinanza europea dei terroristi e la cronica incapacità di prevenire gli attacchi hanno improvvisamente palesato l’assenza di coordinamento tra i governi del continente e l’inconsistenza del regno belga.

    Mentre quanto accaduto pare destinato a disarticolare ulteriormente l’architettura comunitaria.

    Piuttosto che condurre alla creazione di una federazione sovranazionale o di un apparato difensivo comune, come invocato in queste ore dai leader politici italiani, i fatti brussellesi potrebbero incentivare il recupero della sovranità da parte degli Stati membri. A partire dalla chiusura delle frontiere, con sospensione a fasi alternedel trattato di Schengen. Per proseguire con il possibile rifiuto avanzato dalle cancellerie continentali di concedere il visto ai cittadini turchi, capitolo integrante dell’accordo tra Bruxelles ed Ankara in tema di migranti. Per concludersi con il rafforzamento dei movimenti nazionalisti, oppure con l’adozione della loro agenda da parte dei principali partiti legati all’establishment. Con significative conseguenze (geo)politiche, in vista del referendum britannico del giugno prossimo sull’uscita dall’Unione Europea e delle elezioni presidenziali e politiche previste nel 2017 in Francia e Germania.
    fallimentare così com'è ormai è chiaro a tutti che non può continuare ad esistere, conseguentemente siamo vicini a due sole possibilità, o chiudere definitivamente l'esperienza oppure passare al livello successivo, una confederazione.
    nella seconda ipotesi, viste anche le divisioni all'interno degli stati, sarebbe auspicabile più una confederazione delle regioni che degli stati, visto che se l'UE sta male parecchi stati nazionali non stanno meglio.
    ognuno per conto suo all'interno di una confederazione è l'ipotesi migliore.

  2. #2
    Mad Scientist for fun L'avatar di wesgard
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Emh ti sei reso conto che ogni volta che un popolo europeo e' graziato dal permesso di esprimere la propria opinione sulla scelta delle elite al potere in Europa non e' che paia molto favorevole alle scelte dell'Unione (vedi Olanda ieri)? La mia impressione e' che i mai risolti problemi alla base dell'unione e la sciagurata unione monetaria abbia creato delle fratture difficilmente marginabili a tempi brevi. Al momento mi pare piu' probabile un disfacimento degli accordi attuali (libera circalazione in primis) che la creazione di una confederazione. Cioe' ce' un limite a quanto i burocrati europei possono fare senza l'appoggio popolare.

  3. #3
    Bannato
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    il limite è quello che come Draghi, ed altri ultimamente, stanno parlando di generazioni perdute, ecco quando questi arriveranno a stare veramente dimmerda perchè saranno finiti anche i soldini di nonni e genitori, credo che difficilente non inizieranno a rotolare teste parruccate.
    magari in italia succederà dopo in quanto nazione popolo di pecoroni dotata, ma succederà anche da ste parti se non inizieranno a trovare qualche soluzione.

    ib4 WWIII.
    Ultima modifica di Lord Derfel Cadarn; 08-04-16 alle 09:38

  4. #4
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Matrice etnico-apocalittica

  5. #5
    Senior Member L'avatar di michele131cl
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Con la scusa delle monete da "collezione" i tedeschi si stanno preparando al collasso europeo?

    Debutta in Germania moneta da 5 euro



    14 aprile 2016, di Mariangela Tessa

    NEW YORK (WSI) – La Germania ha coniato la moneta da cinque euro, disponibile a partire da oggi presso le banche tedesche.
    Da una parte c’è l’aquila, simbolo ufficiale del Paese, dall’altro un planisfero: la chiamano “Blue Planet Earth”, 9 grammi di peso e 27,25 millimetri di diametro, con un anello centrale blu a prova di contraffazione.


    Le nuove monete saranno valide per i pagamenti soltanto in Germania mentre nel resto d’Europa rappresenteranno solo pezzi da collezione.
    La vendita – si legge sul sito della Bundesbank – è limitata a una sola moneta al giorno per persona. È molto probabile che i cittadini tedeschi decideranno di conservare queste monete in un cassetto, ma non è detto: la nuova moneta da 5 euro avrà corso legale, ovvero potrà essere spesa esattamente come le altre. Purché’ si tratti di pagamenti fatti entro i confini nazionali.


    http://www.wallstreetitalia.com/debu...eta-da-5-euro/

  6. #6
    Bannato
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Ha corso legale, solo in Germania ma ha corso legale.
    l'avessimo fatto noi apriti ciel, sarebbe venuto a protestare pure il Gurundistan.
    c'è chi può...





    ilsole24ore.com La «guerra lampo» di Deutsche sui derivati

    14 aprile 2016

    di Alessandro Plateroti

    Da che cosa si misura la forza politica e finanziaria di un sistema-Paese nell'Eurozona? La risposta, visti i tempi e gli eventi più recenti, è abbastanza intuitiva: dalla capacità di sfondare i limiti imposti alle finanze pubbliche senza essere travolti da polemiche; dalla capacità di condizionare raggio d'azione ed efficacia di regole bancarie e finanziarie che dovrebbero essere condivise e valide per tutti. Prendiamo ad esempio il nodo della leva e dei derivati nei bilanci delle banche.
    Dal fallimento di Lehman Brothers, l'impegno dei regolatori e dei governi è stato subito quello di diminuire la rischiosità sistemica delle grandi banche e soprattutto i pericoli generati dall'abuso dei derivati. In Usa e in Europa, i regolatori hanno imposto norme e sistemi di calcolo più restrittivi, rinviando poi alle decisioni del Comitato di Basilea, l'organo internazionale per la regolazione del credito, la stesura di un quadro definitivo di regole prudenziali. Una parte del mosaico, come ad esempio il bail-in, è già entrato in vigore, con risultati che in Italia si sono rivelati devastanti. Ma a nulla sono valse le nostre richieste di moratorie, di deroghe o di revisione delle norme. «Le regole valide per tutti - disse per tutti il ministro tedesco Schauble - e non si cambiano per i bisogni di un Paese». Mercato unico, regole uniche.
    La crisi di Deutsche Bank a inizio febbraio, ha ricordato a tutti dove si annidano i veri rischi sistemici. L'annuncio delle perdite e delle svalutazioni lanciato dalla banca ha terrorizzato i mercati, portando alla luce una realtà ben diversa da quella raccontata da Schauble. Deutsche, come un super-hedge fund, ha emesso derivati per 75mila miliardi di euro, 20 volte il Pil tedesco, e nel suo bilancio attuale pesano 32 miliardi di euro di derivati ad alto rischio e un'altissima leva finanziaria: fatti due conti, anche un calo del 4% del valore degli attivi potrebbe azzerare il capitale del colosso tedesco. Da anni tiene a bilancio ingenti quantità di titoli tossici classificati di livello 3. Ossia strumenti finanziari a cui non si riesce a dare un prezzo perché non trattati sui mercati e non equiparabili ad altri prodotti simili che invece lo sono. A quel punto è la stessa banca a decidere, attraverso dei modelli interni e con ampio margine di discrezionalità, quale valore attribuire a questi titoli. Davanti a queste cifre, gli investitori hanno quasi dimezzato il valore di Deutsche Bank, mentre il Governo tedesco ha lanciato un'imponente guerra lampo per difendere il simbolo della potenza finanziaria nazionale. Non tanto dagli attacchi speculativi, quanto piuttosto dal rischio regolatorio: mentre i mercati si preoccupavano dell'Italia, Berlino stava già segretamente lanciando la sua offensiva “diplomatica” per bloccare il varo delle nuove regole sui derivati e sulla leva finanziaria il cui debutto è fissato per il primo gennaio 2018. Dopo lo shock di febbraio, infatti, Deutsche Bank ha subito fatto presente al governo che senza cambiamenti radicali alle nuove regole internazionali sulla riduzione della leva e sul calcolo di valore dei derivati in bilancio, Deutsche Bank rischiava di diventare seriamente una banca ad alto rischio di crisi, come del resto già indicava il valore altissimo dei suoi credit default swap.
    Il nodo, in sintesi, era questo: bloccare il tentativo dei regolatori di imporre alle banche la copertura totale dei derivati in bilancio, così da consentire alle banche tedesche - le più esposte ai derivati - di proseguire con il proprio sistema di calcolo che include invece la quota o il margine in contanti che viene versato dai clienti a copertura parziale del rischio. Se il margine viene messo nel calcolo - come fanno attualmente in Germania le banche tedesche - l'assorbimento di capitale e soprattutto il calcolo della leva finanziaria è chiaramente vantaggioso o meno penalizzante. Il contrario avviene ovviamente se la quota di margine non è calcolata affatto: per banche come Deutsche - strapiene di derivati - l'impatto di costo sarebbe devastante. L'esito della moral suasion tedesca sui regulator internazionali è stato veloce e straordinario: dopo due anni di discussioni che avevano portato alla decisione di imporre nel 2018 a tutte le banche europee lo stesso sistema di calcolo dei derivati (senza cioè l'aiuto della quota di copertura), il Comitato di Basilea ha annunciato lunedì scorso il dietro-front. Ora l'orientamento è quello di permettere a tutti di fare come Deutsche Bank, scalando i margini dal bilancio e adottando persino il suo sistema di calcolo della leva. L'annuncio formale della svolta avverrà a breve, ma la non c'è dubbio che l'offensiva tedesca abbia cambiato in corsa le regole del gioco. Che dire? Mercato Unico, regole uniche: quello che fa bene a Berlino fa bene all'Europa. Rischi sistemici compresi. 
    14 aprile 2016

    http://www.ilsole24ore.com/art/finan...4637_PRN.shtml


    Ultima modifica di Lord Derfel Cadarn; 15-04-16 alle 08:59

  7. #7
    The Crimson Ghost L'avatar di Kayato
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Probabilmente non verranno manco spese, mi sembra da capire che è più una cosa da collezione.

  8. #8
    TeoN
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Derfel Cadarn Visualizza Messaggio
    Ha corso legale, solo in Germania ma ha corso legale.
    l'avessimo fatto noi apriti ciel, sarebbe venuto a protestare pure il Gurundistan.
    c'è chi può...
    erh... no, il conio commemorativo e' regolamentato e lo possono fare tutti, con le stesse regole che ha usato la Germania, solo nella nazione di conio e solo per un particolare motivo/avvenimento.

  9. #9
    Senior Member L'avatar di Daniel_san
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Derfel Cadarn Visualizza Messaggio
    Ha corso legale, solo in Germania ma ha corso legale.
    l'avessimo fatto noi apriti ciel, sarebbe venuto a protestare pure il Gurundistan.
    c'è chi può...





    ilsole24ore.com La «guerra lampo» di Deutsche sui derivati

    14 aprile 2016

    di Alessandro Plateroti

    Da che cosa si misura la forza politica e finanziaria di un sistema-Paese nell'Eurozona? La risposta, visti i tempi e gli eventi più recenti, è abbastanza intuitiva: dalla capacità di sfondare i limiti imposti alle finanze pubbliche senza essere travolti da polemiche; dalla capacità di condizionare raggio d'azione ed efficacia di regole bancarie e finanziarie che dovrebbero essere condivise e valide per tutti. Prendiamo ad esempio il nodo della leva e dei derivati nei bilanci delle banche.
    Dal fallimento di Lehman Brothers, l'impegno dei regolatori e dei governi è stato subito quello di diminuire la rischiosità sistemica delle grandi banche e soprattutto i pericoli generati dall'abuso dei derivati. In Usa e in Europa, i regolatori hanno imposto norme e sistemi di calcolo più restrittivi, rinviando poi alle decisioni del Comitato di Basilea, l'organo internazionale per la regolazione del credito, la stesura di un quadro definitivo di regole prudenziali. Una parte del mosaico, come ad esempio il bail-in, è già entrato in vigore, con risultati che in Italia si sono rivelati devastanti. Ma a nulla sono valse le nostre richieste di moratorie, di deroghe o di revisione delle norme. «Le regole valide per tutti - disse per tutti il ministro tedesco Schauble - e non si cambiano per i bisogni di un Paese». Mercato unico, regole uniche.
    La crisi di Deutsche Bank a inizio febbraio, ha ricordato a tutti dove si annidano i veri rischi sistemici. L'annuncio delle perdite e delle svalutazioni lanciato dalla banca ha terrorizzato i mercati, portando alla luce una realtà ben diversa da quella raccontata da Schauble. Deutsche, come un super-hedge fund, ha emesso derivati per 75mila miliardi di euro, 20 volte il Pil tedesco, e nel suo bilancio attuale pesano 32 miliardi di euro di derivati ad alto rischio e un'altissima leva finanziaria: fatti due conti, anche un calo del 4% del valore degli attivi potrebbe azzerare il capitale del colosso tedesco. Da anni tiene a bilancio ingenti quantità di titoli tossici classificati di livello 3. Ossia strumenti finanziari a cui non si riesce a dare un prezzo perché non trattati sui mercati e non equiparabili ad altri prodotti simili che invece lo sono. A quel punto è la stessa banca a decidere, attraverso dei modelli interni e con ampio margine di discrezionalità, quale valore attribuire a questi titoli. Davanti a queste cifre, gli investitori hanno quasi dimezzato il valore di Deutsche Bank, mentre il Governo tedesco ha lanciato un'imponente guerra lampo per difendere il simbolo della potenza finanziaria nazionale. Non tanto dagli attacchi speculativi, quanto piuttosto dal rischio regolatorio: mentre i mercati si preoccupavano dell'Italia, Berlino stava già segretamente lanciando la sua offensiva “diplomatica” per bloccare il varo delle nuove regole sui derivati e sulla leva finanziaria il cui debutto è fissato per il primo gennaio 2018. Dopo lo shock di febbraio, infatti, Deutsche Bank ha subito fatto presente al governo che senza cambiamenti radicali alle nuove regole internazionali sulla riduzione della leva e sul calcolo di valore dei derivati in bilancio, Deutsche Bank rischiava di diventare seriamente una banca ad alto rischio di crisi, come del resto già indicava il valore altissimo dei suoi credit default swap.
    Il nodo, in sintesi, era questo: bloccare il tentativo dei regolatori di imporre alle banche la copertura totale dei derivati in bilancio, così da consentire alle banche tedesche - le più esposte ai derivati - di proseguire con il proprio sistema di calcolo che include invece la quota o il margine in contanti che viene versato dai clienti a copertura parziale del rischio. Se il margine viene messo nel calcolo - come fanno attualmente in Germania le banche tedesche - l'assorbimento di capitale e soprattutto il calcolo della leva finanziaria è chiaramente vantaggioso o meno penalizzante. Il contrario avviene ovviamente se la quota di margine non è calcolata affatto: per banche come Deutsche - strapiene di derivati - l'impatto di costo sarebbe devastante. L'esito della moral suasion tedesca sui regulator internazionali è stato veloce e straordinario: dopo due anni di discussioni che avevano portato alla decisione di imporre nel 2018 a tutte le banche europee lo stesso sistema di calcolo dei derivati (senza cioè l'aiuto della quota di copertura), il Comitato di Basilea ha annunciato lunedì scorso il dietro-front. Ora l'orientamento è quello di permettere a tutti di fare come Deutsche Bank, scalando i margini dal bilancio e adottando persino il suo sistema di calcolo della leva. L'annuncio formale della svolta avverrà a breve, ma la non c'è dubbio che l'offensiva tedesca abbia cambiato in corsa le regole del gioco. Che dire? Mercato Unico, regole uniche: quello che fa bene a Berlino fa bene all'Europa. Rischi sistemici compresi. 
    14 aprile 2016

    http://www.ilsole24ore.com/art/finan...4637_PRN.shtml

    Ehm



    Qui trovi tutto il catalogo

  10. #10
    koba44
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Moneta da 5€, venduta a 50€: http://www.zecca.ipzs.it/servlet/art...&indicePezzo=0

    Soffurbi questi della Zecca.

  11. #11
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da TeoN Visualizza Messaggio
    erh... no, il conio commemorativo e' regolamentato e lo possono fare tutti, con le stesse regole che ha usato la Germania, solo nella nazione di conio e solo per un particolare motivo/avvenimento.
    Sapevo anch'io che fossero regolamentate ma che si potessero fare solo le monete da 2 euro e che ogni stato ne potesse emettere solo una all'anno.
    https://play0ad.com/ | https://www.youtube.com/user/play0ad/

    Cerco Age of Empires Rise of Rome

    Cerco Edizioni Retail di Dark Souls 1 e Darksiders II, anche con seriali già attivati

  12. #12
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Ed in Austria vince la destra salviniana del fu Jorg Haider. Muro al Brennero e fine dell'Unione incoming?

    https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
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  13. #13
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    L'altro candidato se non sbaglio era un verde.

  14. #14
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    il fq porta na sfiga

    il giorno prima diceva che per i sondaggi era davanti il verde

    segno anche che i sondaggi valgono zero,laggente si vergognia di dire quello che realmente voterà

  15. #15
    Senior Member L'avatar di Azathoth
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Chissá se al ballottaggio manipoleranno le elezioni per far vincere i verdi.

  16. #16
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Azathoth Visualizza Messaggio
    Chissá se al ballottaggio manipoleranno le elezioni per far vincere i verdi.
    sarebbe un bel giallo

  17. #17
    Bannato
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    come al solito i parrucconi s'inventeranno qualcosa per azzopparli, tipo come hanno fatto con l'FN in francia o l'AFD in germania.

  18. #18
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da koba44 Visualizza Messaggio
    Moneta da 5€, venduta a 50€: http://www.zecca.ipzs.it/servlet/art...&indicePezzo=0

    Soffurbi questi della Zecca.
    Il famoso costo del denaro.

    a quanto stanno le 5 euro oggi?
    a 50.
    bene.


  19. #19
    Senior Member L'avatar di iWin uLose
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Derfel Cadarn Visualizza Messaggio
    come al solito i parrucconi s'inventeranno qualcosa per azzopparli, tipo come hanno fatto con l'FN in francia o l'AFD in germania.
    Probabile. Com'è probabile che ad un certo punto, grazie anche a questa strategia, quelli arrivino direttamente al 51%.

  20. #20
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    Re: (dis)Unione Europea, vicino il fallimento definitivo?

    http://www.wallstreetitalia.com/mont...zione-europea/

    E alla domanda in merito ai possibili rimedi, da parte delle tradizionali élite europee, Monti ammette: “non si può fare molto”, magari una “insurrezione intellettuale” che evidenzi il cinismo dei governi nazionali
    Spazzatura, nient'altro che spazzatura. In altre epoche, ben più serie, sarebbe stato processato per direttissima e impiccato al pennone più alto.

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