Si pero' sarebbe anche bello se a un'obiezione del tipo "la soluzione X mi sembra quella sbagliata per risolvere il problema" si smettesse di rispondere sempre con variazioni di "perche' volete negare che esista il problema?".
Si pero' sarebbe anche bello se a un'obiezione del tipo "la soluzione X mi sembra quella sbagliata per risolvere il problema" si smettesse di rispondere sempre con variazioni di "perche' volete negare che esista il problema?".
Nessuno qui mi sembra aver nominato alcuna soluzione.
Anzi, è stato ribadito che tentare di metterne in pratica una a livello sociale sarebbe un insulto a determinate fasce demografiche che a mio avviso sembra molto negare una disparita' di opportunità iniziale.
Le battaglie a livello sociale che hanno portato frutti non si sono vinte facendo finta di niente. Il fare finta di niente avvantaggia solo la classe dominante.
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a me pare che si miri ad un egualitarismo di risultato attraverso il disallineamento delle condizioni di partenza.
in Italia per giustificare tali discriminazioni si è fatto ricorso al concetto di uguaglianza formale da contrapporre all'uguaglianza sostanziale.
ah, a proposito di classe dominante, alcuni degli uomini più ricchi del mondo hanno iniziato a lavorare nel garage di casa propria.
Altri sono nati col culo sul petrolio.
Ultima modifica di balmung; 26-04-19 alle 21:01
vi sentireste umiliati perchè avete un approccio virtuoso e non opportunista alla questione.
Considerate che, in generale e salvo specifiche eccezioni, l'uomo(o uomA) mira a far carriera, guadagnare denaro/potere o altro. Se ha a disposizione uno strumento idoneo a garantirgli dei vantaggi sostanziali, che la leale competizione invece non gli attribuirebbe, li accetterebbe di buon grado.
La giustificazione morale di tale indebita attribuzione, può essere ottenuta proprio attraverso le varie teorie SJW, riconducibili al generale concetto di uguaglianza sostanziale.
Probabilmente gli individui coinvolti in prima persona, nemmeno ci credono a quelle scemenze. Ma potendo conseguire un beneficio, le perseguono e le sposano pubblicamente.
Allo stesso tempo, quelle teorie consentono un autoassolvimento. O meglio una deresponsabilizzazione per coloro che, nonostante la libertà del mercato, non riescono a realizzare nulla.
"non è colpa mia che ho sbagliato *(percorso di studio, compagnie, metteteci quel che vi pare)*, è il razzismo/sessismo/classismo e via dicendo".
Insomma, è il solito vizietto di una certa politica egualitarista.
Ultima modifica di balmung; 26-04-19 alle 21:03
Insomma sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re. [cit.]
"I pity the poor shades confined to the euclidean prison that is sanity." - Grant Morrison
"People assume that time is a strict progression of cause to effect, but *actually* from a non-linear, non-subjective viewpoint - it's more like a big ball of wibbly wobbly... time-y wimey... stuff." - The Doctor
La configurazione del mio PC.
Il mio canale Youtube.
Scusa Balmung ma il tuo discorso non vale anche per salvaguardare determinati vantaggi da chi li ha sempre avuti?
E avendo piu' potere ed influenza non puo' farlo piu' efficacemente?
Ultima modifica di Ray; 27-04-19 alle 04:24
non capisco la tua domanda. Il punto è che occorre riflettere a quale tipologia di vantaggio si faccia riferimento.
Per dire, in un altro topic (non mi ricordo quale, era quello dove intervenne dinofly) non mi dissi contrario ad un'imposta patrimoniale, anzi. Tuttavia la ratio non era legata ad una sorta di punizione avverso la ricchezza o ad una esigenza di riequilibrio o redistribuzione del reddito.
Ma ad una strategia tesa a disincentivare il risparmio. Il "ricco risparmiatore" non andrebbe tassato perchè ricco, ma perchè "risparmiatore". Se si trasforma in ricco investitore, e diventa ancora più ricco, è meglio per lui e per tutti gli altri.
Detto questo, se il vantaggio di cui si discute è una posizione dominante nel mercato, idonea ad alterare la concorrenza attraverso condotte abusive (ovverosia contrarie a buona fede), allora una regolamentazione statale può essere anche accettata.
Se, invece, ci si riferisce ad un reddito prodotto in virtù di una particolare intuizione/operazione economica/strategia/lavoro/etc.. allora sarebbe ingiusto definirlo come beneficio indebito. Soltanto perchè altri non hanno conseguito un tale successo.
Così come in una procedura concorsuale (un appalto, una competizione per un lavoro o quel che è), occorre avere primariamente riguardo delle reali esigenze della stazione appaltante/del datore di lavoro/etc e assumere in base alle capacità in concreto dimostrate dalle imprese/candidati presenti. E non invece ad un astratto egualitarismo di risultato.
Il punto è che in un sistema ottimale, dove l'individuo possa realizzare la propria personalità, deve essere garantita la libertà e la lealtà della concorrenza. Dev'essere altresì tutelata la proprietà, poiché è attraverso la stessa che l'individuo esercita in concreto la propria libertà personale.
E' questa la vera essenza della mobilità sociale. L'autorealizzazione attraverso il merito. L'idea che l'individuo possa, attraverso l'impegno e lo studio, raggiungere determinati obiettivi. Ma, correlata a quest'idea, vi dev'essere anche l'accettazione che quel soggetto che non studia e dedica scarso impegno al proprio lavoro, non otterrà un bel nulla.
Quindi, l'intervento statale deve avere quale obiettivo la tutela della concorrenza. Impedire la discriminazione di genere, razziale e via discorrendo, attraverso la cura della lealtà delle competizioni. E non invece mediante l'attribuzione di un vantaggio sostanziale a taluni individui in ragione del sesso, dell'etnia etc.
Le quote rosa, ad esempio, costituiscono la negazione del principio generale di libera competizione. Imporre ad un datore di lavoro l'assunzione di un individuo, in luogo di quello che avrebbe voluto assumere ed in ragione del sesso di appartenenza, significa inibirne la capacità negoziale. Determina una restrizione della libertà dell'imprenditore che, ricordiamolo, è il soggetto che si è assunto il rischio dell'attività economica.
Così come all'interno della funzione pubblica, la scelta di un individuo in base al sesso di appartenenza e non a criteri meritocratici, si traduce non solo in una perdita di efficienza dell'apparato, ma anche in una negazione di chance ad un soggetto che avrebbe ben potuto aspirare a quel ruolo.
Perchè occorre sempre rammentare che all'attribuizione di un vantaggio ad una categoria attraverso l'esercizio di un potere di imperio, corrisponde la negazione di un diritto nei confronti di un soggetto che, secondo gli ordinari criteri di merito, avrebbe conseguito lealmente quel beneficio. Quest'ultimo che posizione dovrebbe assumere? Che atteggiamento dovrebbe avere verso un sistema che, di fatto, gli impedisce di fare carriera/avere successo/quel che vi pare, in ragione del suo essere nato in un certo modo?
In breve, un sistema realmente libero, dovrebbe valutare l'individuo per quello che in concreto è.
A me pare che non si abbia piena comprensione del fenomeno e delle sue reali conseguenze. E ci si limiti invece a sposare delle tesi, in ragione di una generale empatia verso i meno abbienti, senza analizzarne le concrete e possibili evoluzioni.
Avreste ragione se decenni di politiche sociali in certe roccaforti democratiche avessero migliorato le condizioni di vita della comunità afroamericana, ma non è il caso.
Il fatto che pensiate di star parlando con gente che vorrebbe tenerle nella polvere a mangiare hamburger da $1 è solo un problema vostro, che nulla ha a che fare con quello effettivamente viene scritto.
Meanwhile i soliti imbecilli son rimasti li' col ca**etto in mano(si, potevo metterla più dolcina, del tipo "ci sono rimasti con un palmo di naso", ma "col ca**etto in mano" aderisce perfettamente)...
A proposito di gente che -a chiacchiere- vorrebbe tirarli fuori dalla polvere etcetera, permettetemi -senza domande e/o obiezioni noiose- di appoggiarla un attimo qui:
sarei in linea di massima d'accordo con il 90% di quello che scrivi...
ma se i datori di lavoro considerano le donne inadatte ad un tipo di lavoro in quanto donne e non ne giudicano le reali qualita'/competenze eccetera, non vogliono assumere neri perche' li considera poco piu' di scimmie, o italiani perche' con i mafiosi non ci vuole avere a che fare... come limiti la discriminazione? Spiegargli che il suo modus operandi lede al funzionamento del libero mercato non credo funzioni piu' di tanto.
Anche il mito del self-made man [per quando casi esistano] Bill Gates era uno studente di Harvard, Jeff Bezos di Princeton, Warren Buffet ha cambiato tre universita' e finito alla Columbia
se uno studente deve farei i doppi turni per potersi mantenere in che modo puo' competere [ad armi pari] con qualcuno che fa lo studente a tempo pieno e non deve studiare dopo che si e' spaccato la schiena 8 ore? Competere con chi ha i genitori che pagano le migliori scuole mentre l'istruzione pubblica a confronto fa assolutamente pieta'?. Poi ci saranno le eccezioni, ci saranno i geni alla good will hunting ma sono eccezioni rare
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negli states anche si, i colossi nascono e muoiono, in Italia molto meno, a Firenze [se non ricordo male] come faceva notare lui non accadeva affatto.
Ma Taleb non parla solo dell'1% ma anche del 99%. E nel 99% dei casi chi parte da una posizione di medio alta borghesia rimane, nei limiti, medio alto borghese. Chi nasce poco piu' che proletario rimane per lo piu' proletario, A questo va aggiunto il peso di una societa' che quando puo' discrimina e' che ha dovuto avere leggi e guerre perche' si ponesse un limite alla discriminazione. Se nasci poco piu' che proletario, e nero / gay/ latino/ transgender le possibilita' che tu riesca ad emergere sono ancora inferiori
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Se si ha un'infezione [discriminazione/razzismo etc etc] e un ciclo blando di antibiotici non risolve la situazione, o servono antibiotici piu' forti o antibiotici diversi. Non e' smettendo le cure che le cose migliorano.
Poi dimentichi che la stragande maggioranza della citta' grosse sono roccaforti Dem, non solo Detroit e Chicago.
Ultima modifica di Ray; 27-04-19 alle 13:42
di antibiotici diversi non ho sentito nominare qui, li ho nominati io per onesta intellettuale e perche' non esiste solo il caso statunitense ....piu' che altro qualcuno ha detto che sarebbe lesivo della loro dignita' non fargli superare la loro infezione autonomamente.
ci sarebbe anche la terza opzione, Antibiotici piu' forti ed antibiotici differenti.
Poi la metafora dell'infezione credo funzioni bene, una volta sconfitta l'infezione, si smette di prendere/somministrare antibiotici e le cose dovrebbero funzionare come ha detto Balmung. Il problema e' che l'infezione al momento c'e' e per quanto mi riguarda e' moralmente corretto fare qualcosa
Ultima modifica di Ray; 27-04-19 alle 14:06
doppio
Non puoi insegnare la fotografia, devono imparare da soli come farla meglio che si può, guardando ottime fotografie e facendone di pessime. (Cit. Cecil Beaton)
BattleTag F1r3st0rm#2428
25/08/2012 - Un ultimo piccolo passo per un grande uomo, un grande ricordo per tutta l'umanità.
Le mie foto su 500px - PER ASPERA AD IMAGINEM
www.andreamanna.it
Nel frattempo il NYT, edizione internazionale, pubblica una vignetta che ritrae Donald Trump cieco e con la kippah, guidato da un cane ebreo con la stella di David e la faccia di Netanyahu.... alla faccia del combattere l'antisemitismo..... poi in seguito si "scusa" per aver pubblicato una vignetta con "riferimenti antisemiti". Ma tanto il danno e' fatto e il messaggio e' mandato
Trump fa le proprie politiche in base alla propria ideologia e all volonta' del suo elettorato. Anzi solitamente il Presidente anteponeva la propria ideologia anti Israeliana (e il proprio protagonismo) alla volonta' del popolo, tanto che le politiche pro Israele sono sempre state spinte dal Congresso, piu' che dal Presidente in carica. Il culmine e' stato Obama, ma anche Carter e altri erano sulla stessa lunghezza d'onda.
Il punto e', mentre le critiche sono legittime, usare simbologia antisemita, non lo e'. E rappresentare gli ebrei come cani che controllano gli usa, e' proprio fare questo.
Fammi un esempio di una simbologia non antisemita.
Perché io più conosco ebrei più mi faccio l'idea di un popolo di "checche" isteriche, cui non si può dire niente senza offenderli in qualche modo.
Chiaro che in questi tempi è una cosa comune a un sacco di persone, ma rimane sempre piuttosto snervante, e per certi versi ridicolo
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