ci siamo impegnati a livello mondiale a mantenere la crescita delle temperature entro i 2°C nel secolo vigente, il che significa che entro il 2050 il consumo di combustibili fossili deve scendere del 90-95% (e vale per tutti, ognuno nel suo orticello). idem la politica UE: obiettivo -30% al 2030, -90/95% al 2050. quindi l'accusa ai grillini di essere sovietici nella programmazione è una c@zzata tipica dei prosciutti che l'istituto indossa per default. 1-0
nel merito, i grillini fanno benissimo a chiedere l'uscita dal carbone entro il 2020: per allora tutte le centrali (tranne civitavecchia) avranno superato i 35 anni di età e saranno quindi completamente ammortizzate anche fiscalmente. inoltre chiuderle non costerà nulla al consumatore, che paga già l'elettricità da carbone come se fosse prodotta dal gas (in borsa si paga il prezzo marginale più alto: cioè ogni ora si fanno le offerte, le si mette in ordine crescente, e si "chiude" quando la domanda pareggia l'offerta: il prezzo più alto viene assegnato a tutti gli offerenti entrati nella lista. e il prezzo più alto è quello del gas, non del carbone).
anzi, un'uscita programmata avrebbe il vantaggio di poterla gestire dal punto di vista occupazionale, mentre qui ormai si rischia che gli impianti (quasi tutti in centro città) siano tutti fermati dalla magistratura per mancato rispetto dei limiti di inquinamento. 2-0
che il solare possa coprire il 73% (GULP!), quando adesso fa fatica a coprire il 7% non so come se lo siano inventato. qui ovviamente ha ragione l'istituto, solo installando una gigantesca strisciata di pannelli nel sahara sarebbe possibile raggiungere questo risultato. e gli accumuli a bacino sono disponibili per "appena" 7 GW di potenza (e andrebbero ovviamente nazionalizzati, perchè dovrebbero funzionare "al contrario", assorbendo energia nelle ore più costose e riemettendola in quelle meno care; comprensibile quindi che l'istituto non li citi neanche); in ogni caso, non c'è modo di accumulare realisticamente una potenza del genere (per produrre il 73% della sola elettricità occorrerebbero almeno 230 GW di FV: siamo indietro di DUE ordini di grandezza solo come potenza di picco, figuriamoci come capacità...). 2-1
quanto alla decrescita dei consumi, è quel che deve avvenire, e i piani governativi in parte già prevedono, e le direttive UE in corso di approvazione obbligheranno a fare ancora di più. e non si tratta di una "decrescita" in valore assoluto, bensì rispetto allo scenario tendenziale di crescita "as usual" (cioè una casa nuova costruita con un impianto di riscaldamento molto efficiente conta come decrescita rispetto alla media anni '90, non come "piccolissima crescita" come ci si aspetterebbe). anche qui ovviamente l'istituto finge di non vedere. 3-1
e poi getta definitivamente la maschera, difendendo l'indifendibile: difende la "liberalizzazione" del mercato tutelato, che in realtà è già libero (la presunta liberalizzazione è in realtà il DIVIETO di rimanere nel mercato tutelato, perchè chi vuole già oggi può cambiare) e difende la riforma tariffaria dell'autorità (che in realtà renderà più difficile PROPRIO la generazione distribuita che l'istituto vorrebbe a parole difendere, perchè non ci saranno più gli scaglioni, e parte dei costi che oggi sono sul kWh saranno trasferiti sulle quote fisse, così installare impianti di autoproduzione diverrà meno conveniente). ciò perchè ovviamente i finanziatori dell'istituto hanno bisogno di togliere di mezzo il mercato tutelato (visto che il 96% delle offerte del mercato libero è più costosa...) in modo da togliere ai consumatori il riferimento anti-truffa. e hanno bisogno di frenare la diffusione dell'autoconsumo che a parole spingono, perchè più l'autoconsumo cresce e più il costo dell'elettricità aumenta per chi resta allacciato alla rete: un volano che si autoalimenta e toglie potere ai grossi gruppi produttori. e siamo 5-1.