Se intendi dal 1800, il periodo è troppo lungo e ci sono sin troppe variabili da considerare. Altrimenti, se la valutazione inerisce un orizzonte temporale più recente (boh, 1990?), con ogni probabilità ci sono più speranze di sviluppo da una separazione netta rispetto al prosieguo del sistema attuale.
I Paesi dell'est europa hanno vissuto un buon periodo. Nel 2016 il paese UE che è cresciuto di più, ad esclusione di Malta, Lussemburgo e simili che non considero nemmeno, è stata la Romania.
Il problema del meridione lo risolvi solo tagliando i servizi in modo brutale, rimuovendo il welfare che le comunità locali non sono in grado di mantenere e riducendo i salari dei prestatori di lavoro.
Contemporaneamente vanno mantenute le relazioni commerciali e gli ulteriori vantaggi dell'appartenenza all'area eu, al fine di sfruttarne il mercato, nonché i trasferimenti delle istituzioni, tesi allo sviluppo industriale e non anche all'assistenzialismo.
Sul breve periodo avrai una marea di gente che s'incazza e protesta. Ma sul lungo è l'unico modo di attirare i capitali privati.
In fondo, rispetto ad oggi, agli indigeni non cambierebbe poi così tanto. Una buona parte emigra già in massa verso altre aree della Nazione. Persino le Università, salvo rare eccezioni, fanno pena al punto da costringere all'emigrazione già da studenti. Molti di quelli che restano, poi, accettano condizioni di lavoro umilianti o stipendi da fame e pure in nero. Gli autonomi, invece, riescono a stare a galla solo evadendo.
Quindi, in sostanza, non gli cambierebbe poi così tanto. Magari il prurito lo potrebbe avere chi è andato in pensione a 35 anni o il dipendente pubblico che non fa un cazzo nell'impunità generale. Ma tant'è.
Non dico che si trasformerebbero in Svizzerama almeno potrebbero diventare autosufficienti e migliorare.
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