Infantino: sono finiti i tempi in cui la donna sta in cucina e l'uomo andava a caccia.
«Sono sposato e ho quattro figlie femmine, non posso sicuramente criticare le donne - aggiunge, a proposito della polemica sulle donne e il calcio - parliamo di calcio e, quando sono stato eletto presidente della Fifa, ho nominato una donna come segretario generale della Fifa per la prima volta nella storia. Scherzi a parte, il calcio femminile ha fatto dei progressi incredibili negli ultimi anni, è un altro sport: ricordo quando ero all'Uefa, le prima partite erano meno tecniche, più lente, penso che oggi qualche squadra femminile a qualcuna maschile le darebbe pure. Sono finiti i tempi in cui la donna sta in cucina e l'uomo andava a caccia».
l presidente della Fifa non è tenero quando parla degli impianti italiani: «La situazione degli stadi in Italia è qualcosa che va al di là di qualsiasi logica: questo Paese ha una passione e una cultura calcistiche incredibili. Oggi l'Italia è dietro al Gabon, che ha organizzato l'ultima Coppa d'Africa a livello di stadi. Lo stadio non è solo il luogo dove si disputa la partita, ma il simbolo di una città. Vedere solo Udinese e Juve che hanno degli stadi di proprietà è incredibile. Uno stadio non è solo un costo, ma è anche e soprattutto un investimento».
Infantino sostiene che «il razzismo è una piaga terribile dell'umanità. Si parla di globalizzazione di immigrazione, io stesso sono figlio di emigranti italiani in Svizzera. Il calcio è una vetrina importante e bisogna lottare con tutta la forza possibile contro il razzismo, quando si verificano incidenti bisogna sanzionarli». «Bisogna anche lavorare sull'educazione - dice - in Italia esiste questo fenomeno, non esiste solo in Italia ma non lo giustifica. Bisogna lavorare tutti insieme, le autorità governative devono aiutarci a buttare fuori dagli stadi i violenti e i razzisti, perché si sa chi sono. Quando i toni sono troppo accessi, alcuni deficienti compiono atti violenti. È giusto sospendere le partite. Ovviamente bisogna fare conto alle questioni di ordine pubblico, perché non è facile far defluire 80 mila persone da uno stadio».
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