Ben più grave fu quando le tolsero un ruolo perché aveva rivelato di essere gay.
Dovevo interpretare Don Puglisi in un progetto importante, stavamo per iniziare a lavorarci quando il regista mi chiamò: pensavo che si trattasse dei soliti ritardi, invece mi disse che il mio nome era saltato. A qualche funzionato della Rai suonò il campanello d’allarme per la propria carriera: “Chissà cosa dirà il Vaticano se scegliamo un omosessuale dichiarato per interpretare Padre Puglisi”. Fu uno schiaffo tremendo, ma non mi arresi.
A distanza di venticinque anni però c’è ancora molta ipocrisia nel mondo dello spettacolo e del teatro.
Al World Gay Pride del 2000 dissi: “Sono l’unico omosessuale nello spettacolo, in Italia”. Qualche passo in avanti per fortuna si è fatto ma il nostro è un paese ipocrita: ancora oggi c’è chi tace e soccombe per la paura di perdere il lavoro.
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Cioè, io sono allibita. È assurdo.
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Pensavo di essere in j4s