Il mio lieto fine ideale è che qualcuno lo liberi da Raiola e così possa firmare il rinnovo in piena consapevolezza.
Dopo aver chiesto scusa per tutto il casino ovviamente.
Il mio lieto fine ideale è che qualcuno lo liberi da Raiola e così possa firmare il rinnovo in piena consapevolezza.
Dopo aver chiesto scusa per tutto il casino ovviamente.
Chi conosce tutte le risposte non si è posto tutte le domande. (Confucio)
raiola nell'intervista dice che non è una questione di soldi, ma il problema è stato l'ambiente ostile, il milan ha messo pressione e fretta
e dice che non si è parlato di clausole rescissorie
e dice pure che l'hanno minacciato di morte
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ahahaha che porco schifoso
Situazioni completamente diverse. Higuain onestamente più di così al Napoli non avrebbe potuto vincere, e vi ha pure portato una marea di soldi: l'affare l'ha sicuramente fatto il Napoli.
Donnarumma invece ci crea un danno oltre che tecnico pure economico, visto che presi per il collo con un anno in scadenza prenderemo solo briciole.
non sa neanche parlare sto maiale
Mi spiegate poi in che universo fottuto un anno in tribuna sarebbe mobbing? Una società non ha il cristo di diritto di puntare sui giocatori che ritiene più adatti a un progetto? Ma pd.
"minacciati di morte con un contratto da 4 mln di euro l'anno" is the new meme
non so voi, ma a me non dispiacerebbe essere minacciato di ricevere 25 milioni nei prossimi 5 anni
Domani alle 10 intervista di Fassone a RaiSport, dovrebbe replicare alle fandonie del panzone
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intervista a Fassone per il Corriere della Sera (sembra di adesso)
Arianna Ravelli per corriere.it
Marco Fassone, ad del Milan, partiamo dalla fine. Gigio minacciato di morte che teme per la sua sicurezza personale. Il Milan ha fatto abbastanza per tutelarlo?
«Siamo addolorati per questi estremi che il calcio genera. Ci amareggia se la scelta sua, o del suo procuratore, ha provocato reazioni simili. Come società non so davvero cosa potessimo fare di più per trasferire a Gigio e alla sua famiglia il desiderio, il piacere che lui restasse. Glielo abbiamo trasmesso ogni volta che ci abbiamo parlato. Dico di più».
Prego.
«Se per caso ci ripensasse, non solo sarebbe accolto a braccia aperte dal Milan società, ma alla fine credo anche dai tifosi del Milan. Gli umori cambiano velocemente».
Un messaggio distensivo. E la minaccia di mandarlo in tribuna?
«Nessuna minaccia. La nostra posizione è chiara: Donnarumma per la proprietà è incedibile, perciò farà la prossima stagione al Milan. Deciderà l’allenatore Montella settimana dopo settimana, per me può anche giocare tutte le partite. Noi però non possiamo rischiare niente, dobbiamo per forza cercare un altro portiere, non posso tenere un giocatore in scadenza, che magari pensa al Real, in un ruolo così delicato poi: devo assicurarmi di avere un portiere pronto, sereno, in ottime condizioni psicofisiche».
Se San Siro lo contestasse si troverebbe in una situazione pesante da gestire.
«Potrebbe togliergli serenità, per esempio. Da quello che dice Raiola ora il ragazzo sembra molto inquieto».
Però la scelta è stata legittima.
«Nessuno ha mai messo in dubbio la legittimità della scelta. È perfettamente nelle norme. Ma una cosa è la legittimità, un’altra l’etica degli affari. L’amarezza deriva dalla sgradevolezza con cui è stata condotta la cosa. Si poteva fare senza danneggiare la società, andandosene così ha fatto un danno di 100 milioni al Milan. Se Donnarumma vale così tanto a 18 anni lo deve anche a questa società, agli investimenti che sono stati fatti, al coraggio di chi lo ha lanciato in prima squadra. Bastava che ci dicesse che non voleva restare, avremmo rinnovato con una clausola rescissoria ragionevole. E se fosse arrivato il club più importante del mondo, anche questa estate, avrebbe dovuto pagare al Milan questa cifra. Così quello che il Real non paga a me entra nelle tasche del procuratore. Io però lo avrei reinvestito nel calcio italiano».
Gigio non vi ha mai detto di volersene andare? Raiola dice che ha cambiato idea 15 giorni fa.
«Mai. Ogni volta che gli abbiamo parlato, a quattr’occhi o per telefono, ci ha sempre ripetuto di voler rimanere. Fino a due giorni prima dell’ultimo incontro con Raiola. Il quale, invece, devo dire ci ha sempre detto che non era disponibile a trattare con i nostri tempi. Due versioni opposte».
A proposito: davvero non potevate aspettare?
«No, Gigio è in scadenza, io devo poter intervenire in tempo sul mercato. Il raduno è il 3 luglio, due settimane sono il minimo. Se mi avesse detto a metà agosto che non voleva rinnovare, io che avrei fatto? È una cautela che fa parte della normale pianificazione di un buon dirigente. E poi hanno avuto due mesi per pensarci».
Raiola alla fine dà la colpa al ds Mirabelli.
«Non esistono Mirabelli e Fassone, esiste una società sola, il Milan. Ogni mossa, ogni proposta, ogni telefonata è stata concordata, che nessuno cerchi di mettere zizzania tra noi».
90 minuti di applausi a Fassone.