anche se effettivamente la trama copre per intero "il viaggio" che il protagonista affronta, con tutti gli ostacoli drammatici e le insperate svolte positive che possono esserci, il finale mi è sembrato un po' tronco.
Lo sappiamo tutti che, per quanto terribile, il viaggio di arrivo in Italia è solo l'inizio di una nuova vita che sarà inevitabilmente dura e dolorosa, il fatto che il protagonista si immagini tutt'altro ma la telecamera si spegne appena prima che lui arrivi a scoprirlo sulla sua pelle già martoriata è un po' straziante.
Anche l'avventura da capitano della nave (che dà persino il titolo al film) mi è sembrata una presa in giro: lo sanno tutti che una volta in porto rischia di essere accusato di essere uno scafista e, anche se minorenne, di passarsela male.
Qual è il senso di celebrare così quella vicenda?
Mi sono perso io il senso profondo?
Molto bella invece la figura del compagno di cella muratore che prende il protagonista sotto la sua ala, gli salva letteralmente la vita, ma poi come una vera figura paterna ad un certo punto lo lascia andare per la sua strada promettendogli di reincontrarsi in futuro.
Sicuramente la cosa che mi è piaciuta di più del film.